«Perché mi hai portato qui?»
Lei non rispose, solo si alzò, dirigendosi verso un settimanile, posto in un angolo, tra la finestra e il letto. Prese delle salviette poste lì sopra e ne passò una su una metà del viso. Lo spettacolo era grottesco, ma incuriosiva Lysandre. Dal punto in cui si trovava vedeva il volto di Ambra attraverso lo specchio. Una parte era perfettamente truccato, mostrava una carnagione rosea e uniforme, labbra turgide e lucenti, occhi ombreggiati con ombretto rosa e contornati da lunghe ciglia nere.
L’altra mostrava un colorito pallido, quasi livido, labbra secche e screpolate, occhiaie, ciglia corte e bionde e sguardo spento. «Questa» disse Ambra, con un filo di voce, indicando la parte truccata del suo volto «è la maschera che voglio conosciate, quella a cui siete abituati, quella che vi mostro ogni giorno . Quest’altra» continuò, indicando la pelle bianca della parte struccata «è quella che nessuno conosce, tranne adesso te, Lysandre».
La guardi stupito, conscio del fatto che da quella porta uscirà qualcuno di diverso da quello che vi è entrato. Se il tuo subconscio si riferisce a te o a lei, questo non lo sai.
Ambra si gira, e sullo specchio sono riflessi i suoi lunghi, fluenti capelli biondi ed il tuo viso, disorientato e inquieto. La vedi avvicinarsi a te e nel suo sguardo scorrono veloci mille emozioni diverse: Rabbia, timore, tristezza, dolore, speranza, diffidenza, rassegnazione, speranza e, infine, accettazione. Ambra si para davanti a te, sedendosi sulle tue gambe, circondandoti con le sue, una supplica silenziosa nei suoi occhi muti. «Cosa vuoi che faccia? » le chiedi, serio, indeciso. Lei ti risponde «Voglio che tu faccia l’amore con me».
I went down to your house last weekend
You said, "Come on, man, you don't have to point out
Everything that's bad".
You said, "Come on, man, you don't have to point out
Everything that's bad".
Sul letto di Ambra, ti ritrovi chissà come a ergerti su di lei, che ti guarda languida. Chissà quanti altri hai guardato così, a quanti altri ragazzi hai slacciato i bottoni della camicia, sfilandogliela con maestria, promettendo con la bocca di essere gli unici e con gli occhi di non essere né i primi, ne gli ultimi, pensi tu, Chissà con quanti altri hai fatto quello che stai facendo con me. Le accarezzi i capelli, il viso, le spalle, il profilo dei fianchi, spostando la mano sotto il tessuto fine della maglietta, cerchi di sfilargliela. Non hai la sua esperienza e lei se ne accorge, perché con un mezzo sorriso solleva il busto e toglie braccia e testa dalla stoffa. La guardi, osservi ogni centimetro di pelle, ogni millimetro del suo reggiseno di pizzo, due scampoli di stoffa da cento euro ciascuno. Le tue mani vagano sui suoi seni, ed è come se tu l’avessi fatto centinaia di volte, migliaia di volte, come se conoscessi il suo corpo - il corpo di Ambra che, chiudendo gli occhi, inarca leggermente la schiena, che schiude le labbra su cui tu getti le tue – a memoria. Eppure per te è la prima. Passi il braccio libero sotto la sua schiena e in tanta bellezza annegheresti, soffocato dai vostri stessi baci, che dai come se ne fossi assetato, affamato, mai sazio. Lei cerca di slacciarti i pantaloni, di levarsi i suoi, pochi minuti dopo i tuoi eleganti pantaloni ottocenteschi e i suoi costosissimi jeans di Prada giacciono entrambi in un unico ammasso di tessuto, sul pavimento, intrecciati come voi. La tua indifferenza era diventata voglia, e adesso la voglia diventa urgenza. Lei lo avverte nei tuoi gesti smaniosi, svelti e risoluti, e allo stesso tempo dolci, come se temessi di romperla in altri mille pezzi, come se non fossero abbastanza i cocci del suo cuore sparsi assieme a quelli della sua non più perfetta famiglia.
Quando arrivò il momento, provasti una sensazione di bruciore che si irradiò lungo tutto il basso ventre. Credevi succedesse solo alle donne, in realtà. Guardasti Ambra, che giaceva muta sotto di te, accordarti il suo sorriso di silenzio-assenso. Aveva gli occhi lucidi, come se le sue lacrime si fossero bloccate contro un vetro e non potessero più uscire. I suoi occhi verde mare non avevano mai ricordato l’acqua sfavillante dell’oceano più di così.
So there's a broken mirror on my bed ,
I'll clean it up,so what?
Ambra guardava Lysandre e la sua prima sensazione fu che fosse fatto d’alabastro. Non era muscoloso, ma le sue spalle erano larghe, e i suoi occhi, così vicini, inquietanti e magnetici. I'll clean it up,so what?
So che non hai guardato mai nessun’altra così, lo capisco dalle tue mani insicure mentre cerchi di sfilarmi la maglietta, dall’indecisione in ogni tuo gesto, bramoso di muta approvazione. Alle tue silenziose domande rispondo “ sei l’ultimo di molti, uno tra tanti, Lysandre”. Ad ogni bacio senti le crepe farsi strada lungo la tua maschera, va in mille pezzi, lentamente, cade. Osservandolo, lo vedi, tra la linea delle sue labbra sottili, nel suo respiro affannoso, una parte del suo animo. All’improvviso ti senti indifesa, così spoglia sotto di lui, come se fosse il primo, e ti getti tra le sue braccia, come disarmata, cercando riparo. Non ricordi bene il dolore sordo che arrivò in seguito, la sensazione di qualcosa di definitivamente rotto, e di qualcos’altro – un legame? - di risanato. Qualcosa di nuovo in te stessa. Anche dopo, quando ti accorgesti di aver saltato un ciclo, sentivi che c’era ancora un residuo di quella pace nel tuo cuore.
I’ll tell you everything I know,
Any little thing I know.
Any little thing I know.