prologo
“Quel giorno era iniziato male, ed era finito anche peggio. Ricordava
perfettamente il brusco risveglio che aveva avuto…beh, non che solitamente i
risvegli fossero dolci, sin tende, ma quella mattina aveva superato ogni
limite. Insomma, dopo essere andato a letto alle 4 e mezza di mattina per un
compito che Lui gli aveva dato, si aspettava almeno sette/otto ore di
sonno…invece, gli era toccato svegliarsi alle 6 e mezza spaccate, come tutti,
d’altro canto.
Ancora mezzo addormentato, si avviò svogliatamente nella palestra del
monastero. A metà percorso si era ritrovato davanti Kai che, ovviamente, non
l’aveva nemmeno visto arrivare. Normale, conoscendolo. Normalmente gli sarebbe
arrivato di soppiatto alle spalle, svegliandolo dal suo dormiveglia con una
colossale pacca sulla spalla alla Sergey, ma quella mattina non ne aveva alcuna
voglia. Era davvero troppo, troppo stanco. Aveva dormito solamente due ore,
porca miseria. Come sarebbe riuscito ad affrontare un’intera giornata là dentro
non lo sapeva e non lo voleva sapere.
Come se non bastasse, a metà percorso aveva inciampato sui suoi stessi
piedi, finendo muso a terra. –“perfetto”-, si disse, -“la giornata non poteva
iniziare meglio. Complimenti, Yuri”-.
Con passo strisciato, riuscì, non sapeva nemmeno lui come, a raggiungere
la palestra senza incappare in altri problemi. Tanto, lo sapeva, a svegliarlo
ci avrebbe pensato Sengey. Ed infatti, come se l’avesse chiamato, la famosa,
micidiale pacca sulle spalle di Sergey lo colpì in piena schiena, facendogli
quasi perdere l’equilibrio per la seconda volta nel giro di venti minuti.
Il rosso si girò controvoglia, trovandosi davanti il colosso biondo,
Boris e il più piccolo del gruppo, Ivan.
-“heilà, capo, tutto apposto? Dormito bene,
vero?”- si chiese come diavolo facesse ad avere sempre tutte quelle energie in
corpo. Ma vabbè, il contrario non sarebbe stato
Sergey.
-“era una battuta?”- rispose acido, trattenendo a stendo uno sbadiglio
per il solo fatto di aver aperto la bocca e parlato.
-“emh…non voleva esserlo, ma se ti fa più piacere”-
-“come vuoi che abbia dormito in tre ore? Dopo essere stato in giro per
Mosca su richiesta di Vorgov, essere andato a letto alle 4 ed essere stato
costretto a svegliarmi alle sei a suon di cannonate? Eh?”- sbottò, scaricando i
nervi tesi.
Gli altri tre fecero un passo indietro. Quando Yuri Ivanov si
arrabbiava, era meglio stargli lontano –“scusa, capo, non volevo!”-
Yuri sospirò. Okay, ora era più tranquillo…beh, quantomeno era sveglio
–“ma no, ragazzi, non è colpa vostra”-
-“hai dormito poco, stanotte, Ivanov?”- una voce conosciuta, fredda e
sicura, li fece voltare, trovandosi davanti il ragazzo tatuato.
-“si vede tanto?”-
-“no! Ti ha solo sentito tutto il monastero”- scherzò quello.
-“oh, beh…che devo dire, almeno sanno che non è la giornata giusta per
cercare rogne con il sottoscritto”-
-“questo è sicuro”- si lasciarono andare ad una breve risata
liberatoria, prima dell’entrata in scena del monaco.
Vorgov attirò l’attenzione della miriade di ragazzini presenti nella palestra
con un rapido battito di mani. In breve, tutti gli occhi furono puntati su di
lui. Come tutti i giorni. E il falso monaco sorrise ai ragazzi presenti in
sala. Un sorriso rassicurante, se non si conosceva il tipo…e lui non era
rassicurante, affatto.
-“bene, mie giovani promesse”- inizio, nella voce una falsa nota gentile
–“come tutti i giorni, vi lascerò andare in breve ai vostri soliti
allenamenti”- un mormorio di protesta si elevò tra la folla. Come se quegli
allenamenti fossero di loro gradimento. Ma era meglio non lamentarsi troppo,
con Vorgov nelle vicinanze. L’uomo prosegui, ignorando il borbottio di protesta
che, inesorabilmente, si spense dopo pochi minuti. Nessuno voleva ricevere le
sue punizioni –“prima, però, ho un breve annuncio da fare. Molto presto, ci
sarà una svolta nella vita di tutti voi, nella mia, soprattutto. Molto presto,
ciò che vi ha costretti qui si avvererà…ed è per questo che oggi voglio vedervi
più carichi del solito. Un festeggiamento, in onore di quel per cui abbiamo tanto
faticato”- concluse.
In automatico, tutti i ragazzi partirono in un sonoro applauso. Quello
che aveva detto non piaceva a nessuno, ma meglio applaudire una falsa buona
notizia, che ricevere una punizione. Non potevano sapere che tutto quello che
sarebbe successo di lì a poco li avrebbe invece resi felici, molto felici. Che
gli avrebbe forse permesso di vivere una vita “normale”. Per quanto normale
potesse essere la vita umana….o almeno, questo valeva per la maggior parte dei
ragazzi e dei bambini presenti nella sala.
-“ma sentilo il tizio, è davvero convinto che tutto andrà bene,
illuso!”-
-“si, ma non urlarlo troppo forte, Ivan. Se ci sente ci ammazza, e nel
senso letterale del termine”- lo rimproverò Yuri. Lui e gli altri, anziché
allenarsi come sarebbe stato normale, si stavano dirigendo nell’ufficio di
Vorgov. Era stato lui stesso, la sera prima, ad ordinarlo.
-“piuttosto, è tutto pronto? Mancano a mala pena due settimane”-
-“io non faccio mai le cose a metà, Sergey. È ovvio che è tutto pronto”-
rispose con orgoglio Yuri, alzando il mento –“quando sono uscito, ieri sera,
prima della commissione per Vorgov ho preparato gli ultimi atti del piano.
Ovviamente, ragazzi, spero voi abbiate fatto la vostra parte”-
-“non sei l’unico perfezionista, qui, Ivanov. Come te, abbiamo fatto
tutti la nostra”- dichiarò un altezzoso Kai.
Boris sogghignò –“ovvio, certo. Voi due non la smettete mai di
punzecchiarvi, vero? Comunque, Yu, cosa ti ha mandato a fare Vorgov in giro per
Mosca? Sei l’unico tra noi che ha mai messo piede fuori da questo posto
maledetto senza il terrore di essere scoperto da un momento all’altro”-
-“si, ed è stata una bella esperienza”- esclamò il rosso –“faticosa ma
bella. Ad ogni modo, dovevo cercare una cosa”-
-“cosa? L’hai qui?”- chiese incuriosito Ivan.
-“no, gliel’ ho riconsegnata stanotte. Vediamo se riesco a
descrivervela…mmh”-
-“dopo, ragazzi, siamo arrivati”- li avvertì Kai, interrompendo i
ragionamenti di Yuri che tentava di ricordare al meglio quella ‘cosa’ e
descriverla ai suoi amici.
Davanti alla porta in legno scuro, corrosa dal tempo, i quattro ebbero
un brivido. Quando la varcavano, solitamente, non era per avere una bella
notizia. Kai si ritrovò a tremare mentre poggiava la mano sulla maniglia della
porta e apriva. Entrati nella stanza, si misero tutti sull’attenti, mentre
l’uomo, dietro la scrivania, sorrideva divertito. Cosa tramasse, nessuno di loro poteva
saperlo…
-“comandi, signore”- disse, a nome di tutti, il capo della squadra di
cecchini scelti da Vorgov.
-“riposo, ragazzi, riposo”- come gli era stato detto, si misero in
posizione di riposo –“immagino voi non sappiate il motivo per il quale vi ho
fatti chiamare qui, oggi”-
-“effettivamente no, signore”-
-“ve lo spiego immediatamente, allora”- si alzò. Il sorriso non abbandonò il suo volto
nemmeno per un istante, e questo non poté che sollevarli. Almeno, non
sembravano esserci punizioni in vista –“ho per voi dei piani speciali rispetto
agli altri. Voi siete ragazzi speciali. Avete delle qualità naturali, per le
discipline che si insegnano nel nostro monastero, che gli altri possono solo
immaginare. Ciò nonostante, non siete perfetti…”-
-“nessuno è perfetto, idiota”- avrebbe voluto dirgli Yuri, ma preferì
rimanere zitto, meglio non rischiare.
-“…ed è proprio per questo vostro unico, piccolo difetto, un difetto che
tutti gli uomini condividono…ma che io non accetto nei miei soldati. Voi dovete
essere perfetti, fisicamente e mentalmente, per portare al termine nel migliore
dei modi il mio piano”- rise, una risata roca e fastidiosa, chi mise i brividi
ai presenti. Perché quello che stava dicendo, dove stava andando a parare il
discorso, non gli piaceva affatto. A nessuno.
-“e questo, cosa…”- si stupirono di non veder Yuri volare a terra a
causa di un manrovescio dell’uomo per averlo osato interrompere.
-“ma grazie alle faticose ricerche fatte dal signorino Ivanov ieri
notte, ho la possibilità di farvi diventare perfetti”-
-“p-perfetti?”-
Schioccò le dita prima che potessero aggiungere o chiedere altro. Sei
monaci dalle fattezze di gigante comparvero alle loro spalle, afferrandolo di
peso. Uno per ognuno di loro, solo per Sergey ce ne vollero due. Non capirono
cosa stesso succedendo…e non erano nemmeno sicuro di volerlo sapere.
-“ma cosa…hey! Giù le zampe”-
-“portateli nei sotterranei”- ordinò il falso monaco. Non sapevano cosa
stava succedendo, ma forse erano meglio le torture fisiche.
Vennero portati, come avevano sentito ordinare, nei sotterranei del
monastero. Ma non avevano mai visto quel
sotterraneo, era una novità anche per loro. Eppure, almeno un paio di volte era
capitato a tutti di essere puniti nelle celle di tortura.
Quel che avvenne dopo, è confuso e doloroso. Troppo anche solo per
ricordarlo. Non cambiò i loro piani, ma cambiò per sempre la loro vita. Non
erano più tredicenni normali, adesso. Dio solo sapeva cosa gli era stato fatto.
Cosa avesse per sempre cambiato la loro vita.”
Angolo dell’autrice:
Ciao! Sono nuova
di questa sezione, anche se leggo e recensisco già da parecchio alcune storie a
mio parere bellissime!
Questo è il
prologo della mia storia che, se non si fosse capito, è un ricordo. La storia
vera inizierà dal prossimo capitolo, il primo vero e proprio. Ma non vi pare
che da qui già inizino i misteri?
Prima di tutto,
credo di dovervi avvertire di una cosa importante: non ci saranno i Bey in
questa storia, quindi è ovvio che i piani di Vorgov sono diversi (anche se da
uno simile non ci si può aspettare molto di meglio, la conquista del mondo ovviamente
è al primo posto XD). Nonostante non ci saranno i Bey, però, sappiate che il
Lupo Siberiano, la Fenice e i nostri amici BitPower
saranno presenti, anche se con un diverso ruolo.
Non mi viene
niente altro da dire…solo una cosa: RECENSITE!!! Fatemi sapere cosa ne pensate,
anche se non si capisce ancora niente^^