21/02/2016
9 recensioni◆
I said it's too late to apologize
I said it's too late to apologize
◆
Affascinante, e mortalmente pericolosa.
Fatta a posta per lui, stupido mulo cocciuto, forse non sempre prudente, ma abbastanza onesto da ammettere una sconfitta.
Per colpa sua, mai una tregua, nessuna zona sicura.
Gelido inferno e torrido paradiso, odio e passione, senza regole – non esiste logica, né perché: si avvicendavano nudi di ogni sicurezza, come si rincorrono senza motivo i giorni tempestosi e quelli di sole.
Una fiera selvatica, Rossella, che morde e graffia e strilla.
Ogni notte lei gli fa visita, nella sua camera solitaria, e nell'incubo diventa un genio alato, coi suoi scuri capelli scarmigliati e la bocca spalancata che vomita accuse e pianti; lo tortura come gli antichi mostri dilaniavano eroi e canaglie, e gli porta via sonno e senno.
Non ha sposato una donna, ma piuttosto una forza feroce, una lupa affamata di carne – insaziabile, ingorda d'ogni cosa può strappar via coi denti: proprio un gran bell'affare aveva concluso con lei, creatura sinistra, ibrida per forma e appetiti, coi suoi occhi di sirena[1] e le piume di pavone, con la lingua di serpente e gli artigli del falco, volpe per vocazione con dura pelle di leone e con lo spirito – senza alcun dubbio – di una iena.
Sente che lo divorerà presto, quella crudele chimera. Pezzo dopo pezzo, facendolo impazzire del tutto.
«Sei il Diavolo in persona, Miss O'Hara», allora le sussurra immerso nella nebbia, ancora distante da lei, protetto dalle sue urla e dai suoi scatti – non più signora Butler, anche se sono ancora marito e moglie. «Sei un verme parassita[2], Rossella, che colpisce cuore e cervello.»
Si reputava un uomo vigoroso, capace di resistere ad ogni male, eppure non gli riusciva proprio di guarire da quella malattia: l'amava tutt'ora, povero idiota, senza alcuna dignitosa speranza.
Così, quando la vede avvicinarsi, vagare nel grigio che circonda Tara eternamente inquieta, l'afferra e la stringe, premendola forte contro di sé – glielo aveva promesso anni prima, nel loro letto.
Fatta a posta per lui, stupido mulo cocciuto, forse non sempre prudente, ma abbastanza onesto da ammettere una sconfitta.
Per colpa sua, mai una tregua, nessuna zona sicura.
Gelido inferno e torrido paradiso, odio e passione, senza regole – non esiste logica, né perché: si avvicendavano nudi di ogni sicurezza, come si rincorrono senza motivo i giorni tempestosi e quelli di sole.
Una fiera selvatica, Rossella, che morde e graffia e strilla.
Ogni notte lei gli fa visita, nella sua camera solitaria, e nell'incubo diventa un genio alato, coi suoi scuri capelli scarmigliati e la bocca spalancata che vomita accuse e pianti; lo tortura come gli antichi mostri dilaniavano eroi e canaglie, e gli porta via sonno e senno.
Non ha sposato una donna, ma piuttosto una forza feroce, una lupa affamata di carne – insaziabile, ingorda d'ogni cosa può strappar via coi denti: proprio un gran bell'affare aveva concluso con lei, creatura sinistra, ibrida per forma e appetiti, coi suoi occhi di sirena[1] e le piume di pavone, con la lingua di serpente e gli artigli del falco, volpe per vocazione con dura pelle di leone e con lo spirito – senza alcun dubbio – di una iena.
Sente che lo divorerà presto, quella crudele chimera. Pezzo dopo pezzo, facendolo impazzire del tutto.
«Sei il Diavolo in persona, Miss O'Hara», allora le sussurra immerso nella nebbia, ancora distante da lei, protetto dalle sue urla e dai suoi scatti – non più signora Butler, anche se sono ancora marito e moglie. «Sei un verme parassita[2], Rossella, che colpisce cuore e cervello.»
Si reputava un uomo vigoroso, capace di resistere ad ogni male, eppure non gli riusciva proprio di guarire da quella malattia: l'amava tutt'ora, povero idiota, senza alcuna dignitosa speranza.
Così, quando la vede avvicinarsi, vagare nel grigio che circonda Tara eternamente inquieta, l'afferra e la stringe, premendola forte contro di sé – glielo aveva promesso anni prima, nel loro letto.
«Cara...» la consola stupidamente gentile, mentre lei guaisce «è solamente un sogno[3].»
NOTE:
[1] Nel film, per prendendosene gioco, Rhett definisce Rossella un'affascinante sirena dagli occhi verdi che con uno sguardo incatena gli uomini.
[2] Nonostante l'educazione ricevita – o, per lo meno, quella che i genitori hanno tentato di impartirli –, nel corso della sua movimentata vita Rhett ha frequentato moltissimi ambienti diversi, anche poco adatti a un gentiluomo, e, nel corso delle sue esperienze, ha acquisito una buona conoscenza del mondo, imparando molte cose differenti. Ho perciò immaginato non possa esser così strano se, durante la sua atipica formazione, Rhett non abbia avuto modo di sapere – se non vedere, coi propri occhi – che negli esseri umani, così come pure negli animali, possono a volte annidarsi questi piccoli ospiti indesiderati: già nell'Ottocento, infatti, ne venivano prelevati campioni da animali, anche domestici, abbattuti nei macelli.
[3] È un sogno, naturalmente, anche quello di Rhett che incontra la moglie nella stessa Tara nebbiosa degli incubi di Rossella.
[2] Nonostante l'educazione ricevita – o, per lo meno, quella che i genitori hanno tentato di impartirli –, nel corso della sua movimentata vita Rhett ha frequentato moltissimi ambienti diversi, anche poco adatti a un gentiluomo, e, nel corso delle sue esperienze, ha acquisito una buona conoscenza del mondo, imparando molte cose differenti. Ho perciò immaginato non possa esser così strano se, durante la sua atipica formazione, Rhett non abbia avuto modo di sapere – se non vedere, coi propri occhi – che negli esseri umani, così come pure negli animali, possono a volte annidarsi questi piccoli ospiti indesiderati: già nell'Ottocento, infatti, ne venivano prelevati campioni da animali, anche domestici, abbattuti nei macelli.
[3] È un sogno, naturalmente, anche quello di Rhett che incontra la moglie nella stessa Tara nebbiosa degli incubi di Rossella.
***
SPAZIO DELL'AUTRICE:
Questa flash, il mio primo approccio al fandom, è stata scritta per Hiromi Chan e Niglia Effepì, durante un evento del gruppo We are out for prompt. Come già accennato, può darsi che il pezzo diventi il primo di una raccolta dedicata alla coppia – nel caso mi arrivassero altri prompt sul tema, naturalmente.