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Autore: alessandroago_94    22/02/2016    15 recensioni
Pietro ha ventidue anni, e vive guardando il mondo da una finestra. Potrà mai affrontare la realtà?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Guardo il mondo da una finestra

GUARDO IL MONDO DA UNA FINESTRA

 

 

 

 

 

 

 

 

Mi chiamo Pietro, ho ventidue anni e vivo guardando il mondo da una finestra.

Proprio così, io il mondo lo guardo da una finestrella che si spalanca su un verde cortile di campagna, e la mia vita si svolge chiusa in una stanza.

Non è che non esco mai di casa, ma è solo che ovunque io sia, vorrei tornare immediatamente nella mia stanza, piena di libri e di materiale per la scrittura e per il disegno.

No, non ho nessuna fidanzata; sono un eterno single, che non troverà mai la sua anima gemella, poiché lei fa parte del mondo. Ma il mondo, quello vero, è al di là della mia finestra e pare estendersi all’infinito attorno alla mia stanza.

Esso è sinonimo di male e di batoste brucianti, per me, ma non importa.

Quando prendo in mano una matita o una penna, io posso creare un mio universo, al cui interno c’è un mondo che non è come appare quello vero. Quello che io descrivo e ricreo non è un mondo basato sulla cattiveria, sul dolore e sulla tristezza, ma un luogo dove tutto va come vorrei che andasse.

Se afferro un pennello e preparo le tempere, il mio mondo oltre ad una storia avrà anche un paesaggio magnifico.

E allora, perché dovrei sforzarmi di guardare il mondo vero con un altro atteggiamento, magari più esplorativo e propositivo? Tanto, nessuno lì fuori mi vuole a suo fianco o mi cerca.

I personaggi che io ricreo, e i paesaggi e la natura che rappresento nei miei dipinti, hanno bisogno di me invece. Essi vivono grazie a me e alla mia costanza, e all’amore che provo nei loro confronti.

Ogni giorno passa, le ore scorrono implacabili e il vento strapazza la mia anima, piccola e timida, fino a farla tremare fin dentro le fondamenta del mio Io.

A volte provo una sorta di paura ancestrale, un vago timore di restare per sempre solo, di non essere mai compreso dal mondo vero e da chi mi circonda, e allora mi rintano sui miei scritti e getto nuove ombre sui miei dipinti.

Scrivo poesie e mi rintano all’interno del castello dove ho rinchiuso la mia mente.

E, ovviamente, di tanto in tanto do una sbirciatina al mondo, che come un immenso oceano mi circonda da tutte le parti, pronto ad agguantarmi e a gettarmi nella sua frenesia se muoverò anche un solo passo verso di lui. Per questo guardo il mondo attraverso il filtro della mia finestra, con circospezione non comune, sempre con un velo di timidissima tristezza.

Quando esco e mi lascio travolgere da lui, esso può agguantare il mio corpo ma non la parte più profonda della mia mente, dove continuo a desiderare ardentemente di tornare nella mia tana, in quel luogo dove ogni mia idea può diventare una realtà che io stesso poi potrò accudire ed alimentare.

Magari, un giorno anche le mie idee potranno far parte del mondo vero, ed essere inglobate da esso, e solo allora io smetterò di alimentarle, poiché lo farà lui al posto mio.

Ma, fino a quel momento, la mia mente continuerà ad arroccarsi all’interno della fortezza che io stesso le ho costruito e fortificato col passare degli anni.

A chiunque si stia chiedendo perché non cambio il mio modo di affrontare la realtà, mi limito a rispondere che sono fatto così. Ciascuno di noi è quel che è, e al di là di ciò che si è non si può mai andare, se non si è davvero forti.

E io non sono forte. Semplicemente, io sono Pietro, ed ho ventidue anni. E guardo il mondo da una finestra.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTA DELL’AUTORE

 

 

 

Ringrazio chiunque abbia letto questo piccolo raccontino.

Questo è solo un minuscolo scritto che non riguarda niente di reale, e in esso non c’è alcun collegamento con la realtà. Non so quanto abbia senso il tutto… il racconto mi è venuto così, in modo spontaneo.

Spero che chi è giunto fin qui l’abbia gradito J

Grazie di cuore a tutti J

   
 
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