[Capitolo
revisionato e corretto da beta reader
Digihuman in data 25/04/2020]
Capitolo
1
Gelosia
Sora
Ore 7,00
La
sveglia suona ed io mi preparo per andare a scuola.
Oggi, io e Taichi frequentiamo la scuola superiore.
Sono già davanti a casa, pronta ad aspettarlo ed eccolo
arrivare con quel
sorriso schietto, bello come il sole, con la sua chioma castana, che
come al
solito tiene arruffata,
ed un paio di occhi scuri e profondi che sono come finestre
sull’anima.
Quando
Taichi mi guarda mi fa credere di vedere il
paradiso. Lo guardo paralizzata e faccio la solita domanda tra me e me:
“Sora, perché questo ragazzo continua a farti
questo effetto da ben tredici
lunghissimi anni?”
Domanda alla quale non sono mai riuscita a dare una risposta.
Purtroppo,
come praticamente ogni mattina, negli ultimi
anni l’incanto svanisce quando lei, Jinny, una delle ragazze
più belle e
popolari della scuola, se non la più importante, si avvicina
a Taichi e,
abbracciandolo da dietro, gli scocca un bacio sulla guancia. Jinny non
è la
solita ragazza giapponese: suo padre è di Tokyo, ma la madre
è americana. I
suoi occhi sono di un azzurro cielo e i suoi capelli lunghissimi e
biondi.
Assomiglia ad una bambola dai lineamenti perfetti.
Ed è anche la capo cheerleader della squadra dove gioca
Taichi, la Okinawa
Senior High School.
Quelli
sono i momenti in cui devo fare i conti con la
realtà. I momenti in cui mi rendo conto che i miei battiti
cambiano direzione,
dirigendosi nei più profondi abissi e quella cosa che tutti
chiamano “gelosia”
mi assale senza poter fare nulla, perché lui è il
mio migliore amico, non è mio
e non lo sarà mai.
E
così, senza farmi vedere da nessuno, corro in bagno per
sfogarmi come spesso mi succede negli ultimi mesi. Ma prima di arrivare
in
bagno trovo Ginta, il mio compagno del club di tennis che mi chiede
degli
allenamenti e devo fare finta che lì fuori non sia successo
nulla.
Taichi
Finalmente, riesco a svincolarmi dalle braccia di Jinny, ma quando mi
volto non
vedo più Sora. Inizio a chiedermi dove sia finita. Mi dirigo
in classe,
convinto di trovarla seduta al nostro banco, ma prima di arrivare in
classe mi
accorgo che sta parlando con Ginta.
Ancora
una volta, esattamente come negli ultimi giorni,
inizia a salirmi quella rabbia e quella voglia di spaccare tutto.
“Perché?” chiedo a me stesso.
“Sarà istinto fraterno!” Risponde il mio
subconscio.
Ogni volta che mi succede, mi impongo che questa cosa succede solo
perché io e
Sora siamo sempre stati inseparabili. Smettono di parlare, lei gli
sorride e va
in classe. Anche il fatto che sorrida a Ginta mi infastidisce.
Una
cosa del genere mi è successa solo una volta nella
mia vita. Quella sera di Natale, quando Sora e Yamato si sono messi
insieme.
Yamato è il mio migliore amico e, insieme a Sora, noi tre
siamo sempre stati il
trio perfetto. Ma quella cosa mi aveva preso alla sprovvista, non
riuscivo ad
accettare che i miei due migliori amici si fossero fidanzati.
Mi sentivo escluso, messo da parte da entrambi, o, peggio ancora,
tradito da
tutti e due. Pensai fosse solo uno sgarbo da bambini nei miei
confronti.
Inizialmente non riuscivo nemmeno a guardarli in faccia, non volevo
vederli,
non mangiavo più. Poi mi resi conto che stavo esagerando. Ma
non ebbi nemmeno
il tempo di abituarmi all’idea, che Sora e Yamato si
lasciarono dopo soli tre
mesi. Il motivo è un mistero. Non hanno mai voluto rivelarlo
a nessuno. Ed io,
se devo essere sincero, ne ero felice.
Tutto
per fortuna tornò come prima ma ahimè, adesso sta
succedendo di nuovo. Ogni volta che Sora parla con Ginta vorrei
prenderlo a
pugni. Torno in classe, lei mi sorride. La lezione inizia e finisce
senza
interruzioni. Dopo la scuola ci vediamo come spesso facciamo al bar del
centro
di Odaiba. Mimi e Yamato continuano a litigare come fanno ormai da anni
e
nessuno del gruppo sembra più farci caso. Dopo un
po’ Sora riceve un messaggio
e alzandosi dice che ha un impegno e che deve andare.
Mi
chiedo che impegno possa avere, ma non dico nulla, mi
limito a pensarlo. Non rispondo delle mie azioni, il tempo di farla
uscire dal
bar, saluto gli altri dicendo che ho un impegno anch’io e
senza rendermene
conto inizio a seguirla. Mi sento uno sciocco, cosa diavolo mi passa
per la
testa? Finalmente arriviamo a destinazione. Passo spesso di qui
tornando a casa
dopo aver finito gli allenamenti, ma non so cosa faccia Sora in questo
posto
così appartato. Con mia enorme sorpresa vedo in lontananza
arrivare Ginta con
un sorriso sornione.
La
fitta allo stomaco che percepisco è lancinante. Li
vedo entrare in un cortile pieno di rami di alberi non curati. Ad un
certo
punto, scorgo un campo di tennis abbandonato e mi sento uno stupido ad
aver
pensato chissà cosa. In realtà mi chiedo cosa
abbia veramente pensato, non
trovo risposte e non trovo nemmeno un senso al mio ruolo lì.
Continuo a
fissarli ancora un po’, si stanno allenando. Hanno una
partita importante tra
un paio di giorni, non stanno facendo nulla di male, eppure la sua
complicità
mi fa male.
Decido
di andare a casa, salto la cena e mi metto
direttamente a letto, ma non mi addormento fino a quando Sora mi manda
il
messaggio della buonanotte come ha sempre fatto. Adesso non
è più con Ginta. Mi
tranquillizzo. Rispondo al messaggio e chiudo gli occhi. Dopo
pochissimo sono
tra le braccia di Morfeo.