Serie TV > In the flesh
Ricorda la storia  |      
Autore: graciousghost    23/02/2016    3 recensioni
[Prima classificata al contest "Le membra fanno a l'alma velo" indetto da DonnieTZ sul Forum di EFP]
{Simon!centric; Kieren/Simon; Raccolta di missing moments}
«Raccontami, voglio sapere ogni cosa».
«C’è tanta mostruosità in questo riflesso, Kieren. Ne sei davvero sicuro?»
«Lasciati guardare».
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kieren Walker, Simon Monroe
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
SiRen

«Cosa vedi, quando ti guardi allo specchio?»
«Come?»
«Sì, insomma… senza trucco, senza lenti a contatto. Così, per quello che sei».
«Non è sempre facile convivere con quello che sono».
«Raccontami, voglio sapere ogni cosa».
«C’è tanta mostruosità in questo riflesso, Kieren. Ne sei davvero sicuro?»
«Lasciati guardare».

 

You're desperate to deliver
Anything that could give you
A sense of reassurance
When you look in the mirror

{Smoke and Mirrors ; Gotye}

 

For God said:
honor your father and your mother.

 

 

 Dio, infatti, ha detto: Onora tuo padre e tua madre;
e: Chi maledice padre o madre sia punito di morte.

[Matteo, 15:4]

 

«Mamma, mi guardi? Mi guardi
«Non adesso, tesoro. La mamma deve lavorare».
Sbuffi; sei impaziente di farti ammirare in quell’abito che ti fa apparire un piccolo ometto, che ti fa le spalle più larghe, persino. Ma tua madre ti passa accanto distratta, concedendoti solo un’occhiata fugace e un buffetto sulla guancia; scappa via, con una scarpa infilata e l’altra ancora in mano, intenta a spalmarsi un rossetto troppo scuro sulle labbra, prima di essere assorbita da quel mondo degli adulti che stenti ancora a comprendere.
Torni a osservare la tua immagine riflessa nello specchio; un piccolo soldatino impettito, vestito di tutto punto in quell’uniforme di seconda mano, ti ricambia l’occhiata, con fare sospettoso. Vi studiate guardinghi, il bambino dagli occhi sempre tristi e l’uomo in miniatura dalla postura diritta. Vi sorridete, soddisfatti entrambi (e, forse, il tuo viso si rischiara appena).
E che importa, se è solo un costume di carnevale, che importa, se è solo per una recita scolastica.

 

You're a fraud and you know it
But it’s too good to throw it all away

 
E che importa, se a tua madre tutto questo non importa, nemmeno per finta, nemmeno un pochino.

 

Sometimes you even fool yourself a bit

 
(Ma di questo, non è vero, sì che t’importa; lo sai nel momento in cui tua madre svanisce oltre l’uscio di casa, portandosi dietro la sua sigaretta mezza accesa e il suo chignon disordinato, e a te resta il tuo gioco di specchi e la scia del fumo che lei si è lasciata dietro).

 

But it's always been a smoke and mirrors game

 

♦♦♦♦♦

 

Posi lo sguardo incuriosito su quella composizione di morte che tu stesso hai creato; le sue labbra sono ancora imbrattate di quel rossetto violaceo – ma piegate all’ingiù – i suoi capelli sono ancora raccolti – ma sparsi sul pavimento. Ha sempre una sola scarpa col tacco calzata, mentre l’altra è rimasta sulle scale, quando l’ha persa per scappare da te. Il posacenere sul tavolino fuma ancora, ma le tue narici non possono trattenere più alcun odore.
Un uomo (chi è? Non ne sei sicuro, non sei più sicuro di niente) è inginocchiato al suo fianco, le mani tremanti immerse nelle cervella che si riversano scomposte sulle assi di legno, tentando di ricomporre un puzzle di nervi e cellule.
«Cosa hai fatto, cosa hai fatto?», balbetta, gli occhi sgranati che sguazzano in quell’oceano di sangue.

 

Father, have mercy
I know that I have gone astray

{The Lament of Eustace Scrubb; The Oh Hellos}

 

Inarchi un sopracciglio (non capisci, proprio non capisci a cosa si stia riferendo), sollevi lo sguardo e i tuoi occhi s’infrangono sulla superficie in porcellana del posacenere; la ceramica levigata ti restituisce un volto che non hai mai visto prima.

 

When I saw my reflection
It was a stranger beneath my face

 

Quell’uomo non parla più, forse è svenuto; potresti mangiare anche lui, pensi, ma hai già saziato la tua fame primordiale. Da qualche parte, sotto tutto quel grigiore pallido del tuo nuovo corpo, sai che dovresti sentire rimorso; ma non senti più niente, non sei più niente.

 

But I’ll come around
Someday

 

♦♦♦♦♦


 

«E ora? Mi guardi ora, mamma?»
Ti senti uno sciocco a parlare da solo, in piedi davanti alla specchiera di Amy e con alle spalle il crocefisso. Non indossi più un costume di carnevale: sei un militare per davvero, con il tuo piccolo esercito, riunito nel salotto, che sussurra accorato parole di rivoluzione. L’avresti mai detto, che un giorno quel ragazzo che non riceveva più alcuno stimolo dalla vita si sarebbe guadagnato un gruppo di proseliti con la morte?
«Credere di essere un profeta è meglio che credere di essere un assassino, mamma», sussurri, tentando quasi di giustificarti con chi ormai non può più sentirti, mentre stringi il nodo alla cravatta.

 

You put on quite a show
 

«Ti aspettano, Simon». Amy è discreta, ha aspettato paziente dietro la porta, con il capo appoggiato allo stipite e le dita a torturare i fiori di stoffa sulla gonna in tulle.
Le annuisci sovrappensiero, concedendo un’ultima occhiata alla superficie riflettente del vetro; la mascella tesa, le spalle costrette nel cotone della giacca, le mani strette a pugno e rigide lungo i fianchi. In questo esatto momento, potresti quasi credere di essere un profeta, un po’ come quando da bambino ti convincevi di essere un soldato; ma poi scorgi il peccato che si cela dietro strati di pelle morta e realizzi che in quel doppelgänger di cristallo vedrai sempre e solo un assassino.
«Cominciamo».

 

And so you’d gladly sell yourself
To others

 

♦♦♦♦♦

 

«Lo vedi ora, il mostro che ero?», t’interrompi, la confessione ancora brucia le tue labbra di granito. «Che sono?», rettifichi, osando finalmente incrociare lo sguardo di Kieren. È rimasto impassibile per tutta la durata della storia, non una smorfia di disgusto, né di terrore, ha sfiorato le sue labbra sottili.  È assurdamente splendido, in quel paradosso di linee morbide e colori freddi e d’improvviso ti viene l’impulso di farti più vicino; come vorresti che tua madre fosse lì, a guardarti guardarlo. Sarebbe orgogliosa della delicatezza con cui le tue ciglia gli accarezzano le guance, quando ti chini per baciarlo, alla ricerca della comprensione che lui solo saprebbe donarti. Andrebbe fiera delle rughe sulle tue palpebre che si dispiegano alla vista del suo viso beato, inviolato dalle tenebre dei tuoi incubi quotidiani. Si emozionerebbe, persino, nel notare con quanta luce le tue pupille distrutte si dilatino al contatto con le sue.

 

Mother
Are you watching?
Are you watching?
Mother
Are you watching?
Mother…

 

«Al contrario, Simon. Io vedo solo tanta bellezza».

 

(E adesso lo sai: tutto ciò che ti è sempre servito per dare conforto e sollievo a quei tratti deformi porta il nome di Kieren Walker.)

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > In the flesh / Vai alla pagina dell'autore: graciousghost