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Autore: Kimiko0248    23/02/2016    1 recensioni
L'amore fugge come un'ombra l'amore reale che l'insegue, inseguendo chi lo fugge, fuggendo chi l'insegue.
- William Shakespeare
Due ragazze. Un amore non corrisposto. Un mostro che diventa reale.
Genere: Drammatico, Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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We'll never be one... Can you feel it?


Ci hanno sempre insegnato che la speranza è l'ultima a morire.
Vorrei che non fosse così.
Vorrei che la speranza inciampasse per prima, capitolasse, finisse a terra, venisse calpestata fino a diventare una massa informe. Vorrei che venisse sopraffatta, sminuzzata, dissanguata, trucidata.
La speranza fa male, l'ho capito guardandoti negli occhi la mattina dopo.

Ti amavo, così tanto e da così tanto, e speravo, così tanto da farmi male, da avere delle allucinazioni febbricitanti. La mia mente non riusciva più a sopportarlo, quel dolore, ma il mio corpo ne bramava sempre di più, se ciò significava continuare a sognarti.
Ma quel giorno il mio amore è morto con me e sei stata tu ad ucciderci.
Tu con i tuoi occhi che promettevano l'universo, tu con i tuoi capelli che avrei voluto avere per sempre tra le dita, tu con le tue labbra che mi avrebbero portata in paradiso se, sempre tu, con le tue stesse mani, così piccole rispetto alle mie, non mi avessi gettata nell'inferno.

Vorrei odiarti.
Vorrei non pensarti.
Vorrei poter dormire senza sognarti.
Vorrei poter uscire di casa senza doverti vedere.
Vorrei poter smettere di parlarti.
Vorrei poter smettere di cercarti.
Vorrei poter vivere senza aver bisogno di te.

Sì, vorrei odiarti.


Sai, quel giorno, quando ho capito che per te ero solo un no troppo complicato da dire, ho sorriso perché lo sapevo, perché ero preparata a qualsiasi cosa, anche a questo muto rifiuto.
Ho sentito la speranza emettere il suo ultimo flebile respiro. L'ho sentita mentre cadeva pesantemente nella sua fossa, preparata da tempo, producendo il rumore raccapricciante di qualcosa che si sfracella al suolo.
È stata seppellita velocemente, senza una buona parola, senza possibilità di riscatto.
Mi è venuto da ridere al solo pensiero.
Mi sono chiusa in bagno e, appena la serratura della porta è scattata, la compostezza del mio viso è stata incrinata non da una risata, come mi aspettavo, ma da una lenta, calda e soprattutto unica lacrima.
Non lo sai, non lo sa nessuno, ma anche i mostri piangono.
Quando sono uscita il sarcasmo era già tornato a fasciare il mio essere, ma se fossi stata più attenta, se ti fosse importato un minimo di me, ti saresti accorta della superficie increspata dai singhiozzi.

La notte ha addolcito ciò che era successo.
La speranza era stata riesumata dalla mia mente e il dolore aveva preso il suo posto nella terra umida.
Ma lo sguardo con cui mi hai accolta quella mattina... ha fottuto me, il mio corpo, la mia mente, la speranza, il dolore, la compostezza, il sarcasmo.

Tutto è andato a puttane, ma ho fatto sì che niente ci restasse.
Ho dimenticato il mio corpo e tutto il dolore fisico che poteva provare.
Ho incatenato la mia mente riducendola schiava del mio volere.
Ho estratto il pugnale insanguinato, con il quale la speranza mi aveva colpita dritta al cuore, e l'ho usato per massacrare questa emozione palesemente inutile ed ingenua. L'ho macellata danzando sul suo sangue al ritmo delle sue grida di pietà.
Ho liquefatto il dolore guardandolo evaporare davanti ai miei occhi.
Ho fatto della compostezza la trincea riempita con i corpi dei sentimenti che provavo per te.
Ho reso il sarcasmo la frusta con la quale impormi sulla mia mente e su tutto ciò che non posso ancora controllare.


Ti terrorizzo? Ti salgono dei conati incontrollabili ogni volta che vedi cosa sono diventata?

Sei stata tu a rendermi così.

Abbi paura di te stessa e prova vergogna per ciò che puoi fare alle persone.

Se non posso odiarti io farò in modo che ti odi tu stessa.

  
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