Bucky’s punches
Il
volto emaciato, il labbro gonfio e l’occhio viola, Steve Rogers se li era
guadagnati nell’ultimo gruppo di teppistelli in cui si era imbattuto. Ogni
centimetro del suo corpo doleva per l’accaduto e in alcuni istanti poteva
riprovare la sensazione di essere preso a calci come un sacco. I ragazzi più di
grandi di lui erano terribilmente sadici e si divertivano ad usare Steve come
una marionetta o meglio ancora come un balocco facendolo sballottare tra le
pareti dei vicoli bui e umidi di Brooklyn. Steve non si era tirato indietro
nemmeno quella volta e piuttosto che
dimostrare codardia si faceva prendere a pugni finché le nocche degli altri non
sanguinavano. Più volte sua madre si era ritrovata a tamponargli le ferite con
del disinfettante ma ora lei non c’era più, la tubercolosi se l’era portata via
e sua padre non lo aveva nemmeno conosciuto, l’unica speranza dopo la morte di
entrambi era Bucky. James non lo aveva mai abbandonato nemmeno in quei giorni
in cui Steve era più scontroso del solito e non si faceva avvicinare da
nessuno.
Passò
per le strade strette di Brooklyn cercando di non farsi trovare da Bucky in
quelle condizioni. Odiava quando l’amico veniva a sapere di quegli accaduti e
non sopportava il fatto che lo trattasse come un lattante anche se la dolcezza
e l’attenzione che riponeva in lui gli scaldavano il cuore. Frugò nelle tasche
del giaccone alla ricerca delle chiavi e quando le trovò aprì la porta di casa
che produsse uno strano scricchiolio quando vennero mossi i suoi cardini, Steve
abitava in un piccolo appartamento a pochi minuti dal centro di Brooklyn, le
foto appese ai muri della casa raffiguravano i suoi genitori che cullavano tra
le braccia un bambino paffuto e dagli occhi azzurri, Steve si chiese come
potesse essere così magro mentre osservava le cornici.
Si
diresse in bagno, si guardò allo specchio, il volto del biondo non era uno dei
migliori, sputò un grumo i sangue nel lavandino e poi si sciacquò la bocca
cercando di mandare via il sapore rugginoso del liquido vermiglio, dal
mobiletto del bagno prese un po’ di cotton fiok, lo imbevve nel disinfettante e
cominciò a passarselo sulle contusioni, i lamenti di dolore repressi
tramutavano la sua faccia in smorfie contrariate.
Quando
finì riordinò le cose e si diresse in salotto, prese un libro dallo scaffale e
cercò di concentrarsi sulle righe di inchiostro nero ma inutilmente, la testa
gli doleva ed era terribilmente stanco, gli occhi tendevano a chiudersi
involontariamente e sentiva ogni membra del suo corpo pesante e dolorante. Optò
per una dormita sul divano.
“Ehi
Steve!”
La
voce suadente di Bucky si disperse per tutto l’appartamento di Steve che fece
un mugolio di fastidio e cercò di ritrovare il sonno ormai perso.
“Buck…”
Con le mani andò alla ricerca di un cuscino per buttarglielo addosso ma quello
che ritrovò fu il corpo dell’amico su di lui.
“Che
stai facendo? Mi stai schiacciando.” Le
proteste di Steve non riuscirono a far desistere il moro che cominciò a
strusciare il naso sul collo di Steve. “ Mmm… mi sei mancato così tanto.
Lasciati coccolare un po’. “ Passò le mani sul suo corpo e si bloccò dopo poco,
quando con le dita sfiorò il costato perché Steve produsse un gemito di dolore.
“ Che hai fatto? “ La domanda era seria e Steve notò gli occhi focosi di rabbia.
“ Niente
Bucky continua a fare quello che stavi facendo. “ Steve prese il volto di James
tra le mani cominciò a baciarlo dolcemente cercando di distrarlo. “ No ora mi
fai vedere! “ Bucky tirò su la camicia non curante della reazione del biondo e
fece un gemito strozzato quando notò il grande livido violaceo contrastante con
la pelle bianca del biondo. “ E come cazzo te lo sei fatto? “ La rabbia ora era
esplosa del tutto. “ Sono scivolato dagli scalini, è tutto okay Buck, sto bene.
“ Steve cercò di focalizzarlo sul suo
volto ma James non accennava a spostare gli occhi dal suo corpo. “ Non dire
stronzate! “ Il minore portò gli occhi al cielo, di certo Buck non avrebbe
desistito finché la verità non fosse venuta a galla.” E’ stato Rumlow. “ Non
disse altro per non infierire sulla situazione. “ Quel figlio di puttana gli
avevo esplicitamente detto che se ti avesse toccato di nuovo non avrebbe avuto
una vita facile! “ Bucky si alzò dal divano e cominciò a gironzolare per
l’appartamento passandosi le dita tra i capelli corvini.
“ Non
può trattarti in quel modo! Io lo uccido! “ Bucky fiondò un pugno sul muro
producendo un boato notevole. “ Cazzo! “ Steve si alzò dal divano e accorse
accanto a Bucky che cercava di tamponarsi come poteva le nocche sbucciate. “ E’
tutto okay, io sto bene. “
Steve
passò le dita sulle labbra di James per poi lasciargli un lungo casto bacio,
Bucky approfondì il contatto facendo schiudere la sua bocca e introducendo la
lingua, amava alla follia Steve e il solo fatto che potessero picchiarlo lo
mandava in bestia.” Gliela farò pagare. “ Steve fece un piccolo sorriso per poi
lasciare un piccolo bacio sulle labbra del maggiore. “ Si mio cavaliere e a
quando il duello? “ Il moro sorrise maliziosamente e poi lo guardò con aria
leggermente confusa. “ Mi stai per caso prendendo in giro? “
Steve
rise di cuore e poi gli rifilò un’occhiata provocatoria. “ Forse… “ Bucky gli
corse incontro e lo prese in braccio immobilizzandolo. “ Piccolo bastardello! “
Lo fece stendere sul divano e cominciò a fargli il solletico mentre Steve
cercava di dimenarsi ridendo fino a piangere. “ Buck… ti-prego-basta… “ Bucky
si avvicinò al suo volto. “ Solo se mi dai un bacio. “ Steve lo accontentò e si
lasciò abbandonare alla morbidezza delle labbra di Buck e al suo sapore di
tabacco e mentine.
“ Ti
amo così tanto. “ Bucky lo fece appoggiare sul suo petto nudo e iniziò a
lasciargli piccoli baci sulla spalla ossuta, Steve lo faceva impazzire
letteralmente. “ Che fine a fatto il Bucky ammazza tutti? “ Chiese Steve
ironicamente. Il moro si avvicinò al suo orecchio. “ Beh dopo un fantastica
sessione di sesso si è un po’ calmato ma è pronto all’azione. “ Passò con le
dita sulle labbra violacee e per un attimo il suo viso di indurì. “ Come
possono divertirsi a fare certe cose? “ Steve si voltò per guardarlo e in
risposta gli lasciò un piccolo bacio sul mento. “ La violenza è appagante. “ “ Per me è appagante questo. “ Bucky spostò
la mano sui boxer di Steve che in risposta diede un piccolo pugno al suo
braccio. “ Cretino. “
Verso
le cinque di pomeriggio Bucky iniziò a vestirsi velocemente, di certo aveva un
piano in testa. “ Che hai intenzione di fare? “ Il moro fece un sorriso
pestifero, le intenzioni non sembravano molto positive. “ Rumlow preferirà non
essere mai nato. “ Il maggiore dopo aver abbottonato gli ultimi bottoni della
camicia si avvicinò al divano e prese tra le mani il volto del biondo che si
lasciò amare da quel gesto. “Entro questa sera dovrei essere di ritorno.” Bucky
si voltò per andarsene ma Steve bloccò il suo polso costringendolo a voltarsi. “Stai
attento Buck.” James gli fece un piccolo sorriso. “Non ti preoccupare Stevie.”
Gli schioccò un ultimo bacio e poi scomparì dietro la porta del suo
appartamento chiudendosela alle spalle.
La
sera , Steve, la passò in ansia, il terrore di non poter rivedere Bucky lo
torturava nel profondo, si ricordò di quella volta in cui trovò James
accasciato sul suo portone di casa e un fiotto copioso di sangue che scorreva
lungo il suo fianco macchiando la camicia bianca, quella volta Rumlow aveva
deciso di usare un coltellino svizzero cercando di incutergli timore e per
fargli capire chi fosse il superiore.
Verso
le dieci di sera sentì la maniglia della porta girarsi, saltò giù dal divano
rischiando di inciampare sui suoi stessi piedi.
“Ehi
piccolo…” Bucky aveva un occhio nero e gonfio e dal labbro inferiore colava del
sangue che poi percorreva tutto il profilo del collo.
“Oddio…
Buck.” Si fiondò su di lui stringendoselo a sé il più possibile, inspirò
l’odore di asfalto, fumo e di Bucky soprattutto quello. Chiuse gli occhi e si
lasciò cullare dalle braccia del maggiore che intanto aveva iniziato a
lasciargli dolci carezze sulla testa.
“Io…
pensavo…” La voce si ruppe in un pianto liberatorio, perdere Bucky significava
sprofondare in una delle tristezze più grandi della vita umana. “E’ tutto okay.”
Steve passò le dita intorno alle ferite,
gli occhi preoccupati e il volto contratto dal dolore. “Guarda come ti ha
conciato!” Sentì altre lacrime prorompenti ma Bucky lo precedette e passò un
pollice sulle piccole lacrime intente ad uscire. “Steve sto bene, ho solo
bisogno di riposare.” Steve annuì con la testa, si fiondò in bagno dove prese
lo stretto necessario per le medicazioni e poi tornò in salotto pronto a pulire
e a disinfettare le ferite di Bucky.
“Sei
meravigliosamente testardo. Non capisco perché tu debba ricevere gli stessi
pugni che ho preso io.” Bucky rise di quell’osservazione, prese il volto del
biondo tra le mani accarezzandone i lineamenti. “Si chiama amore.” Il minore avvampò
di colpo e poi sorrise, forse uno dei più bei sorrisi che il moro avesse potuto
ricevere. “Mi piaci quando sorridi.”
Terminato
il suo lavoro da infermiera Steve si diresse in camera, prese una delle pesanti
coperte di lana, avrebbe dormito con Bucky sul divano nel miglior posto in cui
avrebbe sempre voluto stare, tra le sue braccia. “Questa notte che ne diresti
di dormire insieme sul divano?” James fece un dolce sorriso, prese la coperta
dalle mani di Steve la sistemò per bene con i cuscini e poi si stese sul divano
coprendo il suo corpo con quella. Il biondo era ancor in piedi che lo fissava,
notò il volto stanco e provato di Bucky e gli salì un moto di tenerezza nel
vederlo mentre tentava di tenere gli occhi aperti.
“Prima
che crolli come la Bella Addormentata, vieni qua e fatti abbracciare dal tuo
ragazzo.” “Ragazzo” Steve arrossì al termine e poi si fiondò tra le braccia di
Bucky, affondò la testa sul suo petto e avvolse le mani intorno al suo collo.
Il moro intanto avvolse le sue braccia attorno al corpo minuto di Steve
inspirando il profumo dei suoi capelli color grano e intrecciando le gambe con
le sue. Amare Steve era così semplice.
“Vorrei
restare così per tutta la vita.”
“Anche
io, non ti lascerò mai.”
“Mi
penserai Buck?”
“Quando?”
“In guerra.”
Bucky gli accarezzò con il pollice il labbro inferiore per poi lasciargli un
dolce bacio.
“Sarai
il mio pensiero quando mi sveglierò all’alba e alla notte quando poserò la
testa su una lurida brandina. Come potrei non farlo.”
“Come
è messo Rumlow?”
“Sa
qual è il suo posto, ma sai, il lupo perde il pelo ma non il vizio. Sarò ben
contento di ricordarglielo se succederà di nuovo.”
“Stevie,
sono stanco morto, dormiamo per favore.”
“Notte
Buck…”
“Notte
piccolo.”