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Autore: funny1723    25/02/2016    3 recensioni
Pocahontas!AU
Dal testo:
"Stiles ripensava all'eterna sfortunata miseria che era la sua vita, mentre sballottava ritmicamente contro la spalla di un selvaggio."
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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POCAHONTAS OR SOMETHING LIKE THAT

Stiles ripensava all'eterna sfortunata miseria che era la sua vita, mentre sballottava ritmicamente contro la spalla di un selvaggio. 
Era sbarcato sul nuovo mondo da neanche tre giorni ed era già riuscito a perdersi in un bosco, a litigare con il capitano, ad avere un'intossicazione alimentare e, dulcis infundo, a farsi rapire da un aitante e muscoloso selvaggio con evidenti problemi di gestione della rabbia ed interazioni sociali. Evvia. La fortuna girava sempre a suo favore... 
Sospirando si chiese se il sopracitato selvaggio non fosse anche cannibale. Sarebbe stato ironico. Già, come no. 
Quando si fermarono e Stiles potè finalmente tornare a camminare con le sue gambe, quelle decisero di cedere ed il ragazzo si ritrovò con il sedere a terra. 
Si guardò intorno per cercare un qualche punto di riferimento che gli indicasse da che parte andare per tornare all'accampamento.
Erano in una radura, un posto oggettivamente molto bello e tranquillo, dovette ammettere, con un meraviglioso ed imponente salice al centro. 
Il selvaggio era in piedi accanto a lui e lo guardava come se fosse il più brutto insetto sulla faccia della Terra. 
"Allora, sono quasi certo che non capirai una sola parola di quello che dirò, ma non m'importa, ho bisogno di calmarmi e di fare il punto della situazione, quindi..." 
Si passò velocemente la lingua sulle labbra secche prima di continuare. 
"Vediamo, ho passato gli ultimi tre mesi per mare per arrivare qui, nel tanto famoso Nuovo Mondo, terra evidentemente ostile agli inglesi, piena di trappole naturali e di animaletti schifidi e letali, a farmi rapire dal primo selvaggio che incotro! Perfetto. Non tornerò mai a casa... Sono destinato a morire qui, mangiato da te, perchè tanto è scontanto che tu sia anche cannibale, la fortuna non può mica essere dalla mia parte, figurarsi... Chissà cosa ne dirà il mio povero padre! Sii gentile, dopo avermi divorato, abbia la gentilezza di riportare le mie ossa al campo, magari mi rimandano in Inghilterra... Magari no, non sono molto amato dalla ciurma, sai? Forse è perchè ho vomitato quasi addosso a tutti, forse è perchè ho dato loro degli zotici. Dici che sono stato sgarbato? Oddio ma perchè lo chiedo a te? Sicuramente non mi capisci ed anche se per grazia divina dovessi parlare la mia lingua-"
Il nativo gli posò sgraziatamente una mano sulla bocca e aveva davvero appena ringhiato? 
"Zitto." 
Stiles sgranò gli occhi. Parlava la sua lingua. Okay. 
"Perchè siete qui?" 
Aveva una voce profonda e meravigliosamente roca. Quando parlava, le lettere sembravano fargli le fusa sulla lingua prima di uscire. 
Stiles si meravigliò nel trovarla incantevole. Che poi, si rese conto che non era certo solo la sua voce ad essere incantevole: era alto e dalla muscolatura asciutta, con due occhi di un verde mai visto, che facevano un piacevole contrasto con i capelli scuri e la pelle quasi dorata. Il cuore di Stiles aumentò il battito per un istante ed il ragazzo si diede dello sciocco; quell'uomo lo avrebbe probabilmente ucciso di lì a breve...
Stiles si riscosse dai suoi pensieri quando il selvaggio lo pungolò ad una spalla in attesa di una risposta. 
"Perchè siete qui?" ripetè spazientito. 
"Noi? Oh, ehm, per aiutarvi." 
Il moro lo guardò interrogativo. 
"Non ci serve aiuto." 
Stiles sbattè le palpebre sorpreso. 
"Certo che vi serve, per costruire città e navi, pe-per il progresso e per-"
"Progresso?" 
Il nativo incrociò le braccia davanti al petto nudo. I muscoli si gonfiarono e Stiles si disse che poteva andargli peggio in fondo. Non gli sarebbe dispiaciuto essere divorato da uno così, si disse fra sè e sè. Aspetta, cosa?
"Sì, sai, è quella cosa che manda avanti il mondi e fa crescere le società. Vedrai, vi piaceranno le novità. Costruiremo scuole e chiese ed edificheremo strade! Non sarete più selvaggi, ma persone civilizzate e-e perchè mi guardi così?" 
Sembrava sul punto di squartarlo. 
"Selvaggi?" 
La parola gli uscì come un ringhio. "Sì, sai selvaggi, persone non civilizzate...Cioè diverse, ecco." 
Il moro si piegò in avanti, sfiorando coi capelli la guancia di Stiles. 
"Diverse da chi?" Quel ragazzino era estremamente buffo, come un piccolo cucciolo sperduto ed impacciato. Derek - questo era il nome del nativo - lo trovò quasi tenero.
"Da noi, da me." 
Il moro sbuffò. 
"E diverso è sbagliato? È brutto?" 
Il cuore di Stiles mancò un battito. L'uomo lo stava studiando minuziosamente, come un cacciatore fa con la sua preda, e per un istante il giovane tornò ad averne paura. 
"No, non è sbagliato." 
Si ritrovò a balbettare. 
"Non credo, almeno." 
Stiles era così impegnato a stamparsi in mente il sorriso che stava nascendo sulle labbra dell'uomo, da non rendersi conto di aver risposto. 
"Derek" disse poi il moro sedensoglisi davanti. 
"Come?" 
"Mi chiamo Derek." 
Teneva la testa lievemente inclinata da un lato e sembrava estremamente divertito. Stiles si ritrovò a sorridergli. Sì, poteva andargli mooolto peggio di così; cioè non che il ritrovarsi solo in una radura da favola con un uomo bello e seminudo a parlare fosse piacevole, eh... No, non lo era affatto, ma decise che si sarebbe sacrificato per una volta. 
"Stiles, io sono Stiles." 
 
   
 
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