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Autore: Angel TR    26/02/2016    2 recensioni
She saw my silver spurs and said let's pass some time
And I will give to you summer wine

Lana del Rey - Summer Wine.
{Avvertimenti e note all'interno | Raccolta disomogenea | LilixAsuka}
{Storie partecipanti alla "Le situazioni di lei&lei" indetta da starhunter Challenge indetta su EFP}
{Partecipa alla challenge "Just stop for a minute and smile" indetta da Sou_Shine su EFP}
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Shoujo-ai | Personaggi: Asuka Kazama, Emily Rochefort
Note: Lime, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Bondage, Gender Bender
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Belle Époque'
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1. Harry Potter! AU
5. "Da dove l'hai pescato?"
Nickname: Angel Texas Ranger
Rating: Verde
Genere: Commedia, fluff
Titolo: Smistami tutta



«Oh mio Dio, Asuka, guarda, le stelle! Nel cielo nel soffitto!»
La voce da ragazzina snob francesina — no, peggio, monegasca — di Lili fece pulsare una vena sul collo di Asuka.
Perché non capiva che era un incantesimo quello lì? E perché non se ne stava un po' zitta? E perché ad Hogwarts c'era dovuta venire anche lei? Dio mio, cos'aveva di magico quella lì? Era una strega solo se la mettevano sul piano personale.
«Perché non te ne sei rimasta a Beauxbatons? Le statuette di cristallo, le gonnelline azzurre da "guardami-le-gambe", e soprattutto la Francia! Si trovava nella tua amata Francia!» alzò la voce di un'ottava e un paio di studenti, le gote rosse per l'eccitazione, le scoccarono un'occhiata torva. Per tutta risposta Asuka quasi ringhiò.
«Non sono francese! Te lo ripeto per l'ennesima volta, sono monegasca» ribatté Lili, piccata, scostandosi i lunghi capelli biondo platino con un colpo secco ed elegante della mano.
Asuka ghignò «Francia, Principato di Monaco, che differenza vuoi che faccia? Parlate tutti il francese, la lingua più noiosa che ci sia al mondo.»
Questa volta Lili arrestò la sua marcia con un urlo indignato. «Ma come osi?! Guarda che il francese è la lingua dell'amour, ma chère
Asuka alzò gli occhi al cielo. «Dopo questa, me ne vado a cavallo di un Thestral.»
Il silenzio indignato ed incollerito di Lili permise ad Asuka di guardarsi intorno ed ammirare l'imponente struttura della scuola.
Il Prefetto che li stava guidando si fermò in cima all'enorme rampa di scale per avvertirli di prestare particolare attenzione: «Le scale potrebbero decidere di muoversi!» li avvisò.
Magari Lili ci casca, pensó Asuka, lasciandosi sfuggire un risolino. L'oggetto dei suoi pensieri la fulminò con lo sguardo. Era ancora offesa. Meglio così.
Proprio in quel momento uno scossone fece sussultare gli studenti, qualcuno lanciò un gridolino spaventato mentre la scala si spostava. Lili, che era ad un passo dal vuoto, si aggrappò tremante al braccio di Asuka che boccheggiò. «E mollami!» le grugnì contro quando finalmente la scala raggiunse la meta scelta.
Lili non le obbedì.
«Va bene, ragazzi, seguitemi!» ordinò il Prefetto.
Ancora saldamente ancorata al suo braccio, Lili si avviò lungo il larghissimo corridoio, lanciando buffissimi gridolini estasiati quando incrociavano gli spettri delle Case.
Asuka scosse la testa: quella bionda aveva deciso di fargliela pagata standole appiccicata come una cozza.
Decise che era giunta l'ora di suonargliele ed alzò un braccio, dimenticandosi di tenere d'occhio il Prefetto che la precedeva. Così il fato volle che finisse dritta dritta addosso a qualcuno.
Alzò lo sguardo ed incontrò i severi occhi scuri di quella che doveva proprio essere un pezzo grosso della scuola. Aveva i capelli stretti in una crocchia e portava degli occhiali squadrati.
«Signorina, le consiglio di prestare più attenzione a dove mette i piedi» la rimbrottò per poi serrare le labbra in una linea severa.
«Mi scusi» riuscì a borbottare Asuka prima di sistemarsi tra le fila di studenti.
La donna si erse in tutta la sua statura. «Benvenuti alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Io sono la professoressa McGrannit e sono la vicepreside.» Mormorii eccitati e al tempo stesso intimoriti echeggiarono per la sala.
La donna li zittì con uno sguardo. «Prima che possiate prendere parte al banchetto» e con il braccio indicò gli enormi tavoli ai quali erano già seduti gli studenti più anziani «sarete Smistati. Attendete qui.» Diede loro le spalle poi si fermò improvvisamente. «Senza fare chiasso!» aggiunse e sparì dietro una colonna.
L'entusiasmo era palpabile.
Lili premette il corpo avvolto da una costosa mantella nera — "Ma non nero classico, nero inchiostro! Esalta il colore dei miei splendidi occhi" aveva precisato — contro il braccio di Asuka. «Saremo smistati!» gridò, estasiata, gli occhioni azzurri sbarrati fissi in quelli scettici di Asuka.
«Tu finirai a Serpeverde» sentenziò la bruna.
Lili smise di saltellare. «Sempre meglio che tra le pappamolle Tassorosso» si difese, scuotendo la chioma.
Una ragazza bruna la squadrò dalla testa ai piedi e si voltò a sussurrare qualcosa all'orecchio di uno studente. «Accento francese, puzza sotto al naso... questa doveva stare a Beauxbatons.» riuscì a captare Asuka.
Non seppe spiegare la sensazione di fastidio che provò, sapeva solo che si sentiva in dovere di difendere Lili. «Invece è qui!» replicò in faccia alla ragazza bruna.
Prima che questa potesse ribattere, la McGrannit fu di ritorno, tra le braccia un vecchio cappello nero che doveva aver visto tempi migliori.
«Mon Dieu, da dove l'ha pescato?» commentò la bionda.
«Te lo regalo a Natale» scherzò l'altra.
Il cappello fu poggiato su un mobile, afflosciandosi tra le risatine degli studenti. Poi, improvvisamente, il cappello si strappò in un quella che doveva essere una bocca.
«Forse Pensate che non sono bello
ma giudicate da quel che vedete
io ve lo giuro che mi scappello
se uno più bello ne troverete.
Potete tenervi le vostre bombette
i vostri cilindri lucidi e alteri,
son io quello che al posto vi mette
e al mio confronta gli altri son zeri.
Non c'è pensiero che nascondiate
che il mio potere non sappia vedere,
quindi indossatemi ed ascoltate
qual è la casa in cui rimanere.
E' forse Grifondoro la vostra via,
culla dei coraggiosi di cuore:
audacia, fegato, cavalleria
fan di quel luogo uno splendore.
O forse è Tassorosso la vostra vita,
dove chi alberga è giusto e leale:
qui la pazienza regna infinita
e il duro lavoro non è innaturale.
Oppure Corvonero, il vecchio e il saggio,
se siete svegli e pronti di mente,
ragione e sapienza qui trovan linguaggio
che si confà a simile gente.
O forse a Serpeverde, ragazzi miei,
voi troverete gli amici migliori
quei tipi astuti e affatto babbei
che qui raggiungono fini ed onori!
Venite dunque senza paure
E mettetemi in capo all'istante
Con me sarete in mano sicure
Perché io sono un cappello parlate!»
E quest'ultima frase scatenò gli applausi degli studenti.
Persino Lili si ritrovò ad applaudire, notò Asuka con un sorrisetto. Quando non si preoccupava di essere osservata, sul viso di Lili si posava un'aria ingenua che si confaceva alla sua età. Forse sarebbe persino potuta andare a Tassorosso, concesse Asuka.
Finalmente la McGrannit srotolò quella che doveva essere la lista degli studenti.
I ragazzini rispondevano alla chiamata , chi speranzoso, chi pauroso, chi spavaldo, e tutti venivano accolti con battimani da determinati tavoli.
Asuka scalpitava. Il suo momento stava arrivando.
«Kazama, Asuka!» chiamò la McGrannit. Lili le diede una pacca incoraggiante sul sedere, con un sorrisetto malizioso ma lei era troppo in apprensione per rimproverarla.
Le sembrò di avere gli occhi di mille studenti addosso mentre percorreva il corridoio diretta al Cappello.
Si sedette sulla sedia, afferrandone i lati con le mani, e aspettò che il Cappello si poggiasse sulla sua testa.
«Abbiamo fegato e scorgo anche parecchia spavalderia, eh?» Il cuore le perse un battito quando sentì la voce gracchiante ma sicura del Cappello nella sua testa. «Non ti manca una certa dose di disprezzo del pericolo. Inoltre hai un cuore puro e ti butteresti nel fuoco per gli amici. Non ho alcun dubbio, tu sei... Grifondoro! »
Gli studenti con le cravatte rosse ed oro esplosero in grida di gioia davanti al sorriso fiero di Asuka e lei non perse tempo a dirigersi verso di loro, prendendo posto al tavolo.
Si sentiva soddisfatta.
Sapeva di appartenere a quella Casa — insomma, dove avrebbero dovuto spedirla altrimenti? — ma aveva avuto un pizzico di paura.
Uno studente del quinto anno si sporse verso di lei «Complimenti, Asuka! Sei giapponese? Che figo!»
Lei ricambiò il suo sorriso. «Grazie. Sì, sono di Osaka.»
«Stai aspettando qualcuno?» le chiese ancora il ragazzo. Solo allora Asuka si accorse di essere effettivamente sulle spine.
Vagò con lo sguardo sulla massa di studenti ancora in attesa fin quando non intravide una testa bionda. «Sì. La mia amica dev'essere ancora smistata.»
Leggendole l'evidente nervosismo, lo studente tentò di rassicurarla» Vedrai che verrà anche lei qui!»
Se non fosse stata così tesa, Asuka avrebbe riso. «Non ne sarei così certa. Lei è... particolare.»
Posò il mento sulle mani intrecciate.
Finalmente la vicepreside enunciò «Rochefort, Emilie!»
Asuka si sentì percorrere da un brivido. «È lei!» disse a nessuno in particolare.
Il corpo slanciato di Lili si staccò dalla folla ed ancheggiò sicuro verso il Cappello. Asuka non poté trattenere un ghigno. La bionda si sedette ed accavallò le gambe poi borbottò qualcosa tra sé e sé che Asuka interpretò come un "Spero sia pulito perché ho fatto ieri lo shampoo. "
Il Cappello si posò sulla testa di Lili.
Un minuto.
Due minuti.
Tre minuti.
Asuka cominciò a battere il piede sul pavimento, nervosa. Vedeva il viso di Lili farsi rosso, evidentemente stava discutendo con il Cappello.
Quattro minuti.
«È una Testurbante» dichiarò una ragazza affianco ad Asuka.
«Una che?» chiese lei.
«Una Testurbante, una studentessa che mette a dura prova la scelta del Cappello» spiegò la ragazza.
«Ma se Lili è una testa vuota! Gli starà sicuramente dicendo che vuole finire nella Casa dei belli» esclamò Asuka.
Finalmente il Cappello si drizzò ed urlò «Grifondoro!»
Gli studenti attorno ad Asuka si lanciarono in uno spettacolare applauso. A bocca aperta, Asuka si limitò ad osservare Lili saltellare soddisfatta fino al suo tavolo e precipitarsi su di lei per abbracciarla.
«Io ero convinta che tu finissi a Serpeverde!» borbottò Asuka mentre prendevano posto.
Lili le lanciò un'occhiata furba «Lo pensava anche il Cappello.»
Lo studente del quinto anno che aveva chiacchierato con Asuka si voltò a guardarle.
«E cosa diavolo gli hai detto per convincerlo a spedirti qui? Pensavo ti piacesse Serpeverde! Dicevi che erano i più fichi!» esclamò ancora la bruna.
«Prima cosa, il verde non s'intona con i miei capelli» elencò Lili sulle dita della mano «Secondo, cosa gli ho detto? Ma chiaro, che volevo finire nella Casa della mia amica.»

  
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