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Autore: Jess2792    26/02/2016    3 recensioni
[https://it.wikipedia.org/wiki/Sebastian_Stan]
Lui è così bello, così gentile. Come l'ho sempre visto nei film e in TV, è nella realtà.
Ancora non posso credere di essere qui al suo fianco. Voglio godermi l'attimo.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Chris Evans, Robert Downey Jr, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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SONO QUI PER TE
di JESSICA USARDI
 
 


 
Come mi sarei potuta sentire se improvvisamente mia madre fosse entrata in casa, con quella lettera in mano dalla Marvel Cinematic Universe, in lacrime di gioia, che mi comunicava l’esito del provino e che era andato benissimo e, soprattutto, che avrei iniziato le riprese con lo staff dopo pochi giorni? Solamente così: felice, come mai sono stata nella vita.
Avrei dovuto recitare una piccola parte: una tossicodipendente che aveva dato asilo al ricercato Bucky Barnes. Si e no circa dieci minuti totali di pellicola. Il ruolo era anche abbastanza semplice, se non fosse che quel personaggio, quella Laurie, era perdutamente innamorata del Soldato d’Inverno che aveva conosciuto e ospitava da qualche mese.
Lei e Bucky avevano trascorso sette mesi nascosti una catapecchia, l’unica a uscire era proprio Laurie e, col passare dei giorni, finì per innamorarsi del fedele amico di Captain America. C’era stata anche una breve storia di una notte tra loro, ma nulla di serio. Bucky aveva fin troppi pensieri per riuscire a portare avanti una relazione stabile e lei era troppo legata alla droga per ammettere che quella vittima dell’HYDRA avrebbe potuto cambiarle la vita.
Pressappoco era questa la trama di quei dieci minuti di girato.
Il mio unico pensiero? Sebastian Stan, l’interprete di Bucky Barnes, l’uomo del quale il mio personaggio è innamorato. Lo “conoscevo” da un anno grazie alla Marvel, a Once Upon A Time e altri film e serie TV che ho guardato affascinata; era bellissimo e i suoi occhi azzurri mi rapirono il cuore dal primo momento.
Il pensiero di interpretare qualcuno che forse già ero nella realtà mi spaventava, non sapevo come avrei reagito alla sua presenza e alla sua vicinanza. Avevo paura. Se fosse andata male? Se il mio modo di recitare avesse fatto schifo? E se lui non si fosse trovato bene al mio fianco? Mille domande, mille paure. Ormai però era fatta, dovevo andare fino in fondo.
 
[Ah, le mie seghe mentali. Potrei anche ambire all’Oscar prima di DiCaprio grazie a loro.]
 
Insomma, arrivò agosto e col treno mi reco a Berlino. Le riprese erano cominciate da un po’, ma era giunto il momento di far entrare in scena Laurie. Ripassai la parte per ore e ore, andai a dormire ormai a notte fonda. Forse l’alba era anche vicina.
Comunque la tensione era alta, altissima. Quella mattina conobbi i fratelli Russo, due bravissime persone, mi trattarono come una vecchia amica e mi portarono un bel caffè, si erano ben accorti che avevo passato la notte in bianco. Mi portarono al Trucco & Parrucco e poi dritti ai costumi. Ero vestita abbastanza normale: jeans strappati, una maglietta dei Gun’s ‘N Roses  vecchia e rovinata e, guardandomi allo specchio, pareva davvero che fossi in cerca di una dose per calmarmi e in quel momento credo che non mi avrebbe fatto alcun male.
Pronta per entrare in scena, i fratelli ritardarono qualche minuto per presentarmi all’intero cast. Chris Evans, Scarlett Johansson, Robert Downey Jr., Elizabeth Olsen. Erano tutti lì, mi stringevano le mani e mi davano doppi baci sulle guance come se fossi già da molto una di loro. Notai però che qualcuno mancava all’appello, ma non mi ci volle molto prima di vederlo.
«Soldato d’Inverno pronto!» gridò un membro dello staff.
Eccolo! Bello come il sole. Alto e barbuto, com’ero stata più abituata a conoscerlo.
Credo che in quel momento la mia faccia fosse quasi la stessa che una bambina di dodici anni abbia dinanzi agli One Direction: l’istinto è di saltargli in braccio strappandosi i capelli dallo stupore, ma cerchi di mantenere la calma per non far brutta figura. Fu in quel momento che iniziai a sentire le gambe tremare e il cuore battere a tremila. Credo mi si fosse alzata alle stelle anche la pressione. No! Dovevo rimanere in me, dovevo dimostrare professionalità e collaborazione. Dovevo essere adulta e responsabile.
«Sebastian, lei è Jess. Ha passato il provino per il ruolo di Laurie.» disse Joe, presentandomi.
«Ciao! È un piacere!» disse Sebastian, allungando la mano per stringere la mia.
Volevo essere adulta, responsabile e professionale? Sì, tant’è vero che non riuscii a spiccicare una sola misera parola, che mi imbambolai sui suoi occhi e che non mossi un dito. Immaginate lui e tutti gli altri che facce!
Fu Robert a sbloccarmi, facendomi ridere: camminò fino alle spalle di Sebastian e iniziò a trovare le differenze tra loro due. Prima l’altezza, poi i pettorali scolpiti, poi ancora la “figaggine”. Scoppiammo tutti in una risata contagiosa.
Alla fine riuscii a presentarmi senza svenire.
Iniziarono le riprese ed ero talmente agitata che sbagliai subito due volte la stessa battuta, ma alla fine in poco più di otto ore riuscimmo a girare tutto il programma della giornata.
La sera gli attori programmarono un’uscita in visita alla città. Io, sentendomi di troppo, rimasi in albergo, ma verso le 21:00 qualcuno bussò.
«Disturbo?»
Era Sebastian! Vogliamo scherzare? Perché non uscì con gli altri? E ora che faccio? Come mi comporto?
«Ehm, non sono proprio in vena. Devo, ecco, provare le battute per il programma di domani.» risposi balbettando leggermente.
Mi sentii scema.
Lui sorrise e chiese se poteva provare le battute con me, visto che dall’indomani avremo iniziato le “nostre” scene insieme. In fondo non era poi un’idea cattiva, mi avrebbe fatto comodo un po’ di esercizio con qualcuno che, tra l’altro, ha studiato anni per fare l’attore.
Provammo per un paio d’ore, lui mi diede suggerimenti, mi fece fare esercizi per modificare i toni della voce. Improvvisamente lessi l’ultima parte, quella in cui il mio personaggio muore (che fortuna, eh!): avrei dovuto baciare Sebastian, cioè, Bucky e poi sacrificarmi per salvargli la vita.
Ora io dico, chiedo e domando… SCHERZIAMO? È già un miracolo che non l’ho stuprato lì sul letto della mia camera. Come potevano farmi questo.
Sebastian rise notando il mio sguardo sorpreso e confuso. Capì che non me l’aspettavo e che ci sarebbe stato da ridere, così decide di fare una pausa e prese dal minifrigo due birre.
«Parliamo un po’, che ne dici?»
«Va bene.»
 
[Bene… e adesso?]
 
Parlammo un po’, conoscendoci. Lui mi raccontò un paio di aneddoti delle prime esperienze da attore, di quanto fosse cambiata la sua vita grazie alla Marvel, mi raccontò quanto fosse emozionante incontrare attori e registi di fama mondiale. Per lo più gli domandai l’esperienza sul set di The Martian, al fianco di Matt Damon. Poi si stufò di parlare solamente lui.
«Raccontami di te. Da quel che ho visto, so già che sei molto timida, che non ti senti a tuo agio circondata da tutta questa gente e che, sono quasi certo, fai tanto la “stronza” ma in verità hai un cuore romantico.»
Wow! Bene, mi ha descritta senza conoscermi. Perfetto. Ora si che mi sento messa al muro violentemente senza una misera via di fuga. Dannazione! Che faccio? Che rispondo?
Va beh, buttiamoci!
«Sì, in effetti, tutto questo è nuovo per me, forse devo ancora abituarmi.»
«Non ci si abitua mai, te lo garantisco.»
 
[Sebastian, ti amo, ma non mi aiuti così!]
 
Il mio volto si accese di voglia di mollare tutto, di scappare. Lui si accorse che quella frase non fu una genialità e rimediò facendomi notare che ero a Berlino con l’intero staff Marvel e al suo fianco. Era dolce, simpatico e voleva davvero conoscermi bene. Presumo per una questione di lavoro, per capire con chi stesse lavorando. Infatti, subito dopo, tornammo all’opera e provammo la “scena finale”. L’ansia s’impossessò di me.
«Ti do un consiglio: prima di raggiungere la mia bocca, arriccia le labbra. Non ti sembrerà nemmeno di baciarmi. Sembrerà più un “gioco” scherzoso.»
«Okay. Ci proverò.»
 
[Vi prego, care labbra, non sbavate!]
Cominciammo le prove e tra un po’ d’imbarazzo e un paio di tentativi finiti tra le mie risate isteriche, finalmente riuscii a dargli un vero bacio scenico. Non mi sembrò vero!
Notai però una cosa, che nessuno dei due si “staccava”. Quando le nostre facce si allontanarono leggermente, i nostri occhi s’incrociarono da molto vicino ed è inutile spiegare quanto mi sentissi imbarazzata e confusa, oltre che ancora incredula di essere lì con lui a provare un BACIO.
Tentai di voltarmi per afferrare il copione, per provare ancora quelle due battute che non mi uscivano bene, ma Sebastian mi bloccò con una mano e mi guardò dritto negli occhi.
Ero bloccata, totalmente. Che dovevo fare? Che potevo fare? Oh mio dio, mi sentii spaventata.
Mi baciò. Un bacio vero. Le sue labbra erano morbide e calde, perfette da baciare. Improvvisamente però mi colpì come un enorme masso l’idea di Margarita, la sua fidanzata.
«Che fai? Non posso!» esclamai allontanandomi.
Lui si alzò, raggiungendomi, e mi baciò di nuovo. Non mi opposi. Mi sentii tanto egoista.
«Se lo faccio è perché posso. Tu dimmi “Basta!” e io uscirò da quella porta, farò finta che nulla fosse successo.» disse guardandomi negli occhi e accarezzandomi le guance.
Non parlai, ero davvero confusa. Come poteva uno come lui volere una come me.
Sebastian se ne andò, lasciandomi da sola a pensare. Io rimasi esterrefatta dalla situazione. Andai a farmi una doccia e m’infilai sotto le coperte convinta di stare solamente sognando, che non appena avrei riaperto gli occhi mi sarei ritrovata a casa mia.
La mattina seguente mi accorsi che non si trattava per nulla di un sogno, ma di realtà. Arrivai sul set con qualche minuti di ritardo che i Russo però mi perdonarono.
«Forza ragazzi, giriamo!» gridò Joe.
Vidi Sebastian che si preparava sulla scena. Lo raggiunsi, ma feci finta di nulla. Io dissi “Buongiorno” e lui rispose “Buongiorno”. Esattamente come se quei baci non fosse mai esistiti.
Iniziammo le riprese. Andai bene, nonostante avessi la testa altrove, riuscii a separare piacere e lavoro. Perché sì, mi fece piacere sapere che piacevo a Sebastian, ma al tempo stesso avrei voluto capire se non fosse tutta una farsa.
Dopo cinque ore filate di riprese, tra una risata e l’altra, giunse il momento della morte del mio personaggio. Ci mettemmo in posizione e girammo la scena.
 
[Posso farcela! Posso!]
 
Steve: «Buck dobbiamo andarcene!»
Bucky: «Ci serve una copertura!»
Laurie: «Voi andate! Ci penso io!»
Bucky: «No, Laurie! Non ti lascio qui!»
Laurie: «Tu hai una missione!» - bacio Bucky/Laurie - «Io la mia l’ho già compiuta!»
- Laurie colpisce Crossbones, permettendo a Steve e Bucky di fuggire. –
 
Una scena semplice e complessa al tempo stesso che portammo a termine con successo. Pochi istanti dopo scattò l’applauso dello staff e dei fratelli Russo. Si complimentarono con me, con Sebastian e con Chris. Un momento, una scena, toccante. Al pubblico sarebbe piaciuta.
«Sei stata bravissima!» esclamò Sebastian.
Non ce la feci più, volli parlargli. Dovevo capire che cosa fosse accaduto la notte precedente.
«Serviva per prepararmi a questo, vero?» domandai.
Lui mi guardò stupito, incredulo. Sospirò e mi baciò prima che potessi dire altro, tenendomi la nuca con le mani. Le sua labbra erano un piacere immenso e dopo qualche attimo di esitazione avvolsi le braccia attorno al suo collo.
 
[Giuro: non volevo ucciderlo! Non ancora, almeno…]
 
Sentii il cuore battere forte. Volevo che quel momento non finisse mai.
Io e lui abbracciati, baciandoci. Una favola.
«Ma è legale tutto questo?» chiesi ironicamente.
Lo feci ridere.
«Andrei anche contro la legge per questo. Io sono qui per te.» rispose lui.
Lo guardai intensamente nei suoi occhi azzurri in cerca di qualcosa, anche se non so cosa di preciso. Studiai ogni millimetro del suo viso, accarezzai la sua pelle e passai un dito su quelle labbra carnose. Non parlai, non ce n’era bisogno. Decisi di abbracciarlo e mi poggiai con la parte destra del viso sul suo petto; ascoltai con attenzione il battito del suo cuore e il suo respiro, godendomi il “su e giù” dei pettorali.
Chiusi gli occhi e li riaprì, tutto in un secondo. Ero nella mia cameretta, avvolta nel mio piumone di Frozen e con la TV ancora accesa sul DVD di The Winter Soldier.
Fu tutto un sogno. Un bellissimo sogno.
 
 

 
NOTA DELL’AUTRICE
Proprio così: tutto questo è stato frutto di un sogno fatto non molte ore fa.
Mi sono sentita bene, libera di essere chi fossi, libera dai pregiudizi della gente.
LUI mi ha fatta sentire così. Lui che nemmeno sa chi sono in realtà.
L’ho “conosciuto” un anno fa ed è entrato nella mia vita come aria primaverile.
Ho voluto descrivere nei dettagli questo sogno perché quando mi sono svegliata
piangevo di gioia, come se fosse accaduto realmente.
Non è nulla di ché, ma spero davvero che vi piaccia come è stato scritto.
 
   
 
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