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Autore: Mattalara    26/02/2016    1 recensioni
Raccolta di creepypasta inventate da me, la prima con l'aiuto di un mio zio.
Ci saranno anche alcune storie cross over con altre creepy.
Genere: Comico, Drammatico, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri, Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono già le 18:00 e l'autobus ancora non arriva.
Odio quando è in ritardo, non sopporto stare fuori di casa a quest'ora; soprattutto in inverno, quando si fa buio presto.
Sono uscita di primo pomeriggio con mia sorella, voleva che l'accompagnassi ad incontrare il suo ragazzo il giorno di San Valentino, poi lei lo avrebbe riaccompagnato a casa, peccato che gli è servita la mia auto.
Ancora non arriva.
Fisso la panchina di ferro dipinto di viola con disinteresse, intravedo una scritta in nero: Non abbassare gli occhi!
Non so perché, ma quasi come quando si sfidano le frasette o le scommesse degli amici, abbasso lo sguardo.
All'inizio ammetto di non vedere nulla, guardo meglio, cercando di scorgere l'asfalto sotto la grata della panchina, c'era qualcosa.
Vedo prima un paio di occhi, spenti come se privi di luce.
Vedo poi un volto, contorto in un espressione di angoscia, dolore e terrore puro.
Il sangue, scarlatto e caldo.
Riconosco il MIO volto!
Sbatto le palpebre e volto lo sguardo, ma la sensazione di quegli occhi, dei miei occhi morti che mi fissano non cessa.
Abbasso nuovamente lo sguardo, sono ancora li.
Mi alzo, non c'è nessuno a cui chiedere aiuto, forse ho solo bisogno di un dottore, forse è solo la stanchezza.
Decido di chinarmi e guardare sotto la panchina, niente.
Come se non avessi visto nulla, mi rialzo e guardo la grata, eppure è li, sono li.
Mi riabbasso, nulla.
Alla fine striscio sotto la panchina e alzo lo sguardo.
Per fortuna che non c'è nessuno, così sdraiata sulla schiena e sotto una panchina, avrebbero tutti riso di me.
Vedo di nuovo un volto: scuro, privo di luce e vuoto, come una sagoma di fumo senza nulla.
Vorrei alzarmi, vorrei chiedergli chi è, ma non riesco a muovermi o ad emettere alcun suono, sono come paralizzata sul posto.
Ora capisco, vedevo me stessa, perché era il futuro.
Sono io adesso, un corpo morto a terra, ucciso non so come da quell'essere, quella Presenza oscura.
E' troppo tardi per rialzarsi.
Ora so che non devo mai sfidare il dubbio, tanto meno una scritta così stupida e banale: Non abbassare gli occhi!
Mi chiedo anzi, come non l'abbia notato prima: casualmente non c'è nessuno, l'autobus ritarda di un'ora, l'unica scritta su un posto vuoto. Niente graffiti, niente spazzatura a terra, tutto perfetto, tranne che per quell'unica scritta: Non abbassare gli occhi se non  vuoi essere vittima della PRESENZA!
  
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