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Autore: MissKiddo    27/02/2016    1 recensioni
Il Blue Rock è il pub più famoso di Los Angeles. Talulah Brown, la figlia del proprietario, è cresciuta tra musicisti, il rock le scorre nelle vene. Dopo varie suppliche è riuscita ad ingaggiare i Falling In Reverse, il suo gruppo preferito. Cosa accadrà quando incontrerà Ronnie Radke? Il suo sogno proibito, l'uomo perfetto. Amore, odio, passione e alcool.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NB: la storia si svolge nel periodo in cui nella band vi erano ancora Max Green e Jacky Vincent

 

Capitolo 1

 

Il “Blue Rock”

 

Ok, la sveglia sta suonando.
Che rumore fastidioso, perchè hanno inventato le sveglie?
Forse dovrei alzarmi.
Ma ho ancora sonno. Che ore saranno? Forse le nove. Oggi dovevo fare qualcosa di importante, ma cos'era?

 

Talulah Brown aprì immediatamente gli occhi, ricordava perfettamente cosa doveva fare. Quel giorno il suo sogno di sarebbe avverato e non poteva perdere tempo nel letto.
Alzò la testa dal cuscino e sbadigliò, stiracchiando i muscoli indolenziti. I capelli lunghi e neri le ricadevano lungo il viso ed erano più scompigliati che mai. Sorrise nel silenzio della sua camera, già stava sognando ad occhi aperti tutto quello che sarebbe successo quella sera stessa. «Non ci credo ancora» sussurrò.
Si alzò dal letto di buon umore e andò dritta in cucina per bere del caffè nero e forte, una buona giornata iniziava sempre con del caffè.
Viveva da sola ormai da tre anni, aveva preso questa decisione il giorno del suo ventesimo compleanno e non poteva che esserne felice. Vivere da sola era magnifico, nessun ordine, nessun obbligo e soprattutto nessuno che le urlava di alzarsi.
Mentre sorseggiava il suo caffè seduta sul divano, sentì un bruciore lungo il braccio. Inizialmente non capì cosa fosse poi ricordò che il giorno prima aveva completato il suo ennesimo tatuaggio: con quello ne aveva ufficialmente dieci. Guardò il disegno perfettamente delineato e il suo umore schizzò alle stelle, era tutto così perfetto.

 

Erano da poco passate le dieci e Talulah stava già camminando per le strade di Los Angeles. Era strano per lei dato che non si svegliava mai prima di mezzogiorno, ma l'aria mattutina le infondeva energia. Si stava dirigendo verso il suo posto di lavoro, il pub “Blue Rock”. Poteva già vedere l'insegna luminosa in fondo alla strada, quel posto era la sua casa.
Il “Blue Rock” aveva aperto i battenti nel 1985, quando suo padre, poco più che ventenne, decise di incanalare la sua passione per la musica in un progetto importante. Vi si erano esibiti gruppi come i Guns N' Roses, Motley Crue e Skid Row.
Talulah, come suo padre, aveva sempre amato la musica, come poteva non essere così? Era nata e cresciuta in quell'ambiente e adesso vi lavorava come socia di suo padre. Aveva respirato il sound, bevuto il ritmo e cantato a squarcia gola sin dalla più tenera età. Arrivata all'entrata secondaria entrò spalancando la porta. «È arrivato il grande giorno! Big Jack, dove sei?» urlò Talulah.
Big Jack era il soprannome di suo padre ed era facile capirne il motivo. Era alto quasi due metri, sul viso dai lineamenti duri vi era una barba incolta e i capelli neri e lunghi erano sempre legati in una coda bassa. Ma i suoi occhi verde smeraldo, che sua figlia aveva ereditato, lasciavano trasparire la sua bontà d'animo. Quando sentì le urla della figlia si trovava nel suo ufficio, scosse la testa e si diresse verso di lei. «Ti prego non urlare, ho dormito soltanto un'ora» Talulah roteò gli occhi. «Dettagli! Sai che giorno è oggi?»
«Lasciami indovinare, in fondo me lo ripeti solo da una settimana!» rispose lui ironicamente mentre ritornava nel suo ufficio. Talulah lo seguì sorridendo, si tolse la giacca di pelle e si sedette. «Papà... stasera. Qui. Falling in Reverse!» Jack continuò a compilare delle carte. «Lo sanno tutti! Stavolta ti sei davvero impegnata con la pubblicità, eh? Fingerò di pensare che lo hai fatto per il pub e non perchè sei ossessionata da loro» Talulah rise di gusto. Ricordava perfettamente tutte le volte che aveva supplicato suo padre di ingaggiare i Falling in Reverse. Jack sosteneva che non erano nello stile del locale, secondo lui erano troppo giovani. Ma lui faceva parte di quelle persone che amavano il rock vero, il rock anni ottanta e lei lo rispettava. L'importante era che alla fine l'aveva convinto, e quella sera il locale sarebbe stato pieno. «Ma io lo faccio per il pub, paparino!» rispose lei sfoderando una delle sue espressioni offese. «Paparino? Per dio, Ulah, se questi ragazzi ti fanno quest'effetto li ingaggerò per sei mesi!» entrambi risero. «Beh, vorrei tanto rimanere qui a parlare con te, ma ho del lavoro da sbrigare. Voglio essere libera per stasera» Jack annuì e riniziò a controllare i contratti dei suoi dipendenti.
Talulah andò nel suo ufficio, anzi, non era un vero e proprio ufficio: in realtà era la stanza delle bibite ancora in scatolate, ma a lei piaceva. Guardò le pareti ed osservò i poster che aveva attaccato, si concentrò soprattutto su quello del suo gruppo preferito. «Ronnie, stasera ci vedremo finalmente»
«Parli con i poster? Cristo...» quella voce improvvisa la fece sobbalzare. Quando si voltò vide Steve, barman del pub e suo amico. «Cazzo, Steve, che occhiaie, sembri uno zombie» rispose lei sedendosi alla sua piccola scrivania. «È bello sentirsi dire certe cose da un'amica. Sei un tesoro!» Talulah cercò di trattenere le risa, ma con scarso successo. Adorava punzecchiare Steve. «Non ti ripeterò che questa è la serata più importante della mia vita quindi, caro Steve, esci e lasciami lavorare» il ragazzo si passò una mano tra i capelli biondi e si avvicinò a lei. «Sei pazza, sai? Ma ti capisco. Fammi vedere il nuovo tatuaggio» Talulah allungò il braccio e le mostrò la scritta “Falling In Reverse”. Adesso li aveva stampati per sempre sulla sua pelle. «Non è bellissimo?» chiese lei. «Sei sempre la solita esagerata! Comunque, ti lascio lavorare» rispose lui. Le diede un bacio sulla guancia e se ne andò lasciandola nuovamente da sola.
Talulah lo guardò andar via e sospirò. Erano stati a letto insieme qualche anno prima, ma lei sapeva di non provare niente per lui. Steve le aveva detto la stessa cosa, ma credeva che in fondo lui non dicesse la verità. Scosse la testa, non era il momento di pensare a certe cose, doveva finire tutto il lavoro e prepararsi alla splendida serata che l'aspettava.

 

Talulah lavorò duramente, doveva compilare dei moduli, chiamare i tecnici del suono ed organizzare la serata. Tutto doveva essere perfetto, e il locale doveva essere pieno.
Quando finì tutte le sue mansioni decise di vestirsi, si era portata dei vestiti da casa, era fin troppo indecisa. Mentre si spogliava, sognando ancora il momento in cui avrebbe visto Ronnie, Steve entrò senza bussare. Vedendola mezza nuda rimase impietrito, ricordava bene il suo corpo ma vederla nuovamente gli faceva un certo effetto. «Ehi, vuoi imparare a bussare per favore?» disse lei coprendosi il seno con le mani. Steve cercò di sembrare indifferente. «Già visto, già provato. Tuo padre vuole che lo raggiungi al bar»
«Mi vesto e arrivo, adesso lasciami da sola!» Steve indugiò ancora per qualche secondo sulla porta, poi chiuse e se ne andò.
Jack era seduto ad uno degli sgabelli del bar, stava bevendo una birra. Talulah, ormai pronta, lo raggiunse sorridendo. «Solo un'ora!» esclamò sedendosi accanto al padre. «Hai sistemato ogni cosa? I tecnici del suono?» chiese lui serio. «Sono qua fuori, è tutto apposto»
«Sei una brava figlia» rispose Jack scompigliandole i capelli. «Papà! I capelli, sai quanto ho impiegato per farli essere perfetti? E non farmi passare per una bambina davanti a loro» Jack sorrise sorgnone. «Quando sei suscettibile, tesoro. Guarda che io conosco bene i musicisti! Se tu ti farai vedere disponibile non esisterà a portarti a letto» Talulah sospirò. «Magari...» disse sottovoce. Jack alzò un sopracciglio. «Prego?»
«Avanti, ho ventitré anni non cinque!» rispose lei dando una pacca sulla spalla di suo padre. Lui sospirò a disagio. «Ma sei sempre mia figlia. Ti sto solo dicendo di andarci piano, sei una bella ragazza e non voglio che tu soffra» Talulah lo guardò con amore, amava suo padre e quando le parlava in quel modo la faceva sentire protetta. «Lo so. Ma sai io sto solo esagerando un po', sono elettrizzata! Ciò non significa che mi comporterò da ragazzina in piena tempesta ormonale» Steve che stava arrivando con in mano una cassa di birre iniziò a ridere. «Ragazzina in piena tempesta ormonale, ecco un aggettivo giusto per te!» Talulah si voltò verso di lui e fece una smorfia. «Patetico, sei patetico Steve! Piuttosto, dammi da bere»
«Non voglio sentire queste cose stasera, quando stiamo lavorando dobbiamo comportarci da adulti, intesi?» disse Jack guardando i due ragazzi. «D'accordo, faremo i bravi bambini» disse Talulah afferrando la birra che le stava passando Steve.

 

Ronnie Radke stava dormendo nonostante fossero le cinque del pomeriggio. La sera precedente aveva bevuto troppo e la testa gli pulsava dolorosamente. Aprì gli occhi a fatica, la luce gli dava fastidio. Guardò l'orologio e pensò che ci fosse qualcosa che non andava. Quella sera avrebbero dovuto suonare al “Blue Rock” e ancora si trovava nel letto. «Cazzo» sibilò nel silenzio.
Dopo poco sentì il suono di un clacson che proveniva dall'esterno. Si alzò a fatica e, guardando fuori dalla finestra, vide il piccolo bus ce usavano quando dovevano suonare. «Merda, merda!» esclamò nel silenzio della stanza. Aprì la finestra e nonostante il dolore alle tempie urlò. «Cinque minuti! Arrivo subito!». Max Green, che conosceva perfettamente Ronnie, si voltò verso gli altri. «Ve lo avevo detto, stava ancora dormendo!»
Ronnie si vestì in fretta, prese degli occhiali da sole per coprire le profonde occhiaie e scese di corsa le scale, avrebbe dovuto smetterla di bere, almeno i giorni in cui doveva suonare. «Radke, vuole anche un caffè per caso?» chiese Max vedendo Ronnie correre lungo il giardino. «Magari!» esclamò lui sorridendo. «Il solito! Avanti andiamo o faremo tardi» disse Jacky salendo sul bus.
Il “Blue Rock” non era molto lontano, ma il traffico era insopportabile. «Sono davvero eccitato per questa serata. Il Blue Rock è sempre stato il mio sogno» disse Max guardando fuori. «Puoi dirlo forte! Stasera spaccheremo, ragazzi!» rispose Ronnie felice.

 

Talulah stava camminando avanti e indietro nel camerino, i Falling in Reverse erano in ritardo di mezz'ora. Il locale era già affollato e lei stava impazzendo. «I musicisti sono come le spose, se non arrivano in ritardo non sono contenti!» disse Jack entrando nella stanza. «Già! Cristo!» rispose Talulah continuando a camminare.
Qualche minuti più tardi Talulah sentì il suono di un motore, dovevano essere loro. Sgranò gli occhi, era emozionata, ma aveva anche paura. Presto li avrebbe visti, avrebbe potuto parlare con loro. «Papà, esci, vai da loro e portali nei camerini» disse lei tutto d'un fiato. «Ma stai bene? Sei diventata bianca!»
«Vai! Sbrigati!» urlò lei continuando a fissare il muro. Jack ubbidì e uscì senza aggiungere altro. Era giunto il momento, da li a qualche secondo avrebbe incontrato i Falling In Reverse.

 

Note: Spero che la storia vi piaccia, per adesso ho soltanto presentato i protagonisti, ma la storia si farà sempre più intrigante, ve lo assicuro!

   
 
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