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Autore: whitemushroom    27/02/2016    5 recensioni
Lacie: un sogno che viene, un sogno che va.
Colei che ama la vita più di ogni altra cosa ha deciso il proprio destino contro qualunque regola o semplice buonsenso. I suoi sogni, i suoi pensieri, le emozioni a cui ancora non riesce a dare un nome ... qualcuno raccoglie i suoi segreti sapendo che il futuro di tutti loro si perde nella neve.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lacie Baskerville, Revis Baskerville
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Broken Clock'
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Wish

Le coperte sono dannatamente fredde. Anche le lenzuola.
Qualche idiota deve aver lasciato la finestra aperta per tutta la notte, poi borbotto all’idea che l’idiota in questione potrei essere stato io, dopotutto ieri sera avevo ben altro a cui pensare …
“Sai, Revis, sei davvero carino quando dormi. Più di quando sei sveglio, a dire la verità!”
Certo, ecco perché fa freddo. La mano va istintivamente alla mia sinistra, trovando soltanto le pieghe delle lenzuola dove avrebbe invece dovuto esserci un corpo caldo ed accogliente. Dannata Lacie.
Non sono mai stato un tipo mattiniero. Il primo istinto sarebbe quello di ignorare il freddo, sollevare le coperte e riprendere il piacevole sonno interrotto, ma ci sono cose che anche un Glen Baskerville non può fare. Per esempio dormire quando un paio di occhi rossi ti fissa intensamente.
Abyss, quanto è bella.
Sì, vale la pena sollevare la testa dal cuscino per guardare la sua figura davanti alla finestra mentre dei fiocchi di neve cadono da oltre la finestra e si poggiano sulle sue spalle nude. E si diverte a farsi ammirare così, senza nessun vestito indosso, sapendo benissimo cosa fa alle mie parti basse non appena si riprendono dal brusco risveglio. Non che mi dispiacerebbe ripetere il piacevole gioco di ieri sera (ovviamente solo per interesse scientifico, per il bene del mio progetto e per assicurarmi che davvero qualcosa di me sia rimasto dentro di lei), ma il fatto che lei sia vicino alla finestra e non al mio fianco, rannicchiata come un gatto, mi fa capire che non ci sarà una seconda volta.
Rimane appoggiata così, divertita dai fiocchi di neve che adesso le sono arrivati lungo i capelli. Porta le dita sul ventre, disegnando una sottile linea lungo la pelle chiara e per un istante abbassa lo sguardo. “Sarà femmina”.
“Come lo sai?”
“Lo so e basta”.
Colpa mia che ancora cerco di ragionarci. Le Juros dicono che i Figli del Diavolo sono tutti così, insopportabili e pieni di peccato, ma mio fratello all’epoca era molto più ragionevole. Lo ammetto, ho sempre cercato di capire i poteri di questi strani occhi rossi, ma con Lacie mi sono arreso. Non sarebbe Lacie, altrimenti.
Ma io sono Glen Baskerville, e non lascio mai ad altri l’ultima parola. “Uff, tanto meglio … un po’ ci speravo!”
“Così da farla crescere e poi portartela a letto?”
“Qualcosa di male in tutto ciò?”
Lei sorride, sorride con quelle labbra perfette e sottili che non hanno nulla di dolce. Ho sempre preferito le bionde, non lo nego, ma lei è diversa da qualunque altra donna io abbia mai incontrato (e ne ho incontrate un bel po’) in tutto, nello sguardo, nel corpo, nelle anche perfette, in quello sguardo che non ti lascia via di scampo. In quei capelli al profumo di rosa selvatica che ti intossicano, che ti fanno andare fuori di testa quando anche una ciocca si solleva nell’aria. Ho visto tanti uomini impazzire per lei, non ultimo quel Jack, ma solo adesso, solo dopo questa notte insieme a lei mi rendo conto di cosa questo bellissimo demone dagli occhi rossi sia in grado di fare. E anche ora sembra sfidarmi ad acchiapparla, fa un lento giro su se stessa mostrandomi la sua schiena perfetta e le natiche stupende, mi tenta per il semplice gusto di farlo.
Piccola, bellissima, capricciosa Lacie.
Il più grande enigma della mia vita.
Dopo qualche istante che i nostri sguardi si incrociano è lei ad abbandonare la sua posizione e rovista tra le pieghe dell’enorme abito blu che indossava ieri sera prima del nostro “esperimento”, lanciato sulla prima sedia a disposizione.
“Questa l’ho trovata in camera di Oswald” sorride, poi si avvicina al mio letto e mi passa una lettera. Non ci vuole un esperto in calligrafia per riconoscere le lettere vergate nell’impeccabile stile del mio erede.
“Il tuo l’ho trovata fa pensare molto ad un ho frugato in ogni suo cassetto in cerca di qualcosa di compromettente” le faccio notare, facendo oltretutto un grandissimo sforzo per fissare il foglio di carta e non il suo corpo di nuovo accanto al mio. L’inchiostro scuro scivola davanti ai miei occhi, privo di qualunque sbavatura, macchia o segno anche accidentale.

“Carissimo Jack, mio unico amico.
Ho riflettuto a lungo ed ho bisogno di confidarti un segreto.
Lacie ti ha mentito. Ed anche io. Quella che si svolgerà tra qualche giorno non sarà soltanto la cerimonia ufficiale per la mia investitura a capofamiglia dei Baskerville: sarà la cerimonia in cui mostrerò a tutta la mia gente il potere che ho accumulato nel corso degli anni, e con le Catene del Giudizio sarà mio compito purgare questo mondo da una creatura che lo affligge trascinando con sé soltanto sventura. Dovrò uccidere un demone dagli occhi rossi.
Dovrò spingere Lacie in Abyss, e stavolta non potrà più fare ritorno.
Jack, ho trascorso tutta la mia vita sapendo che un giorno avrei dovuto impossessarmi della sua, e mai per un secondo ho pensato che questo potesse essere ingiusto o semplicemente sbagliato; sono cresciuto con lei, ho respirato con lei, ho giocato, suonato e cantato per lei chiudendo in un angolo della mia mente il fatto che sarei stato costretto a porre fine alla sua bellissima vita. A cosa pensavo, questo non so dirlo.
Ma ho deciso che non voglio.
Sono stato un egoista, un mostro, un idiota, dimmelo tu. Ho trascorso i miei giorni cercando di rimandare il problema, e adesso che la mia investitura è vicina non riesco più a guardarla negli occhi.
So che la ami, amico mio. Ti supplico, portala via con te.
Scappate lontano, sposatevi, andate via da Sabrié e costruite un futuro in cui lei sia felice. Lacie non se ne andrà di sua spontanea volontà, questo lo so: per questo imploro il tuo aiuto, perché sei l’unica persona che per lei rappresenti qualcosa di vero. Sei un uomo buono, Jack, migliore di quanto lo sia io, io che ti scrivo per aiutarmi a risolvere questa situazione che, in fondo, dipende solo da me e dalla mia cecità.
Quando questa lettera giungerà tra le tue mani avrai forse solo pochi giorni di tempo, ma confido in te e nell’amore che provi per mia sorella.
So che potrai renderla felice, molto più di quanto possa mai aver fatto io.

Oswald”


Beh, la cosa è assolutamente più ilare di quanto avrei mai pensato. “Oswald ha avuto un rigurgito di coscienza all’ultimo minuto? Cielo, ogni Glen lo ha avuto, ma lui è veramente un caso disperato!”
Lacie mi strappa dalle mani la lettera senza darmi il tempo nemmeno di rileggerla. La fa scivolare tra le proprie dita, accarezzando ogni singola riga senza leggere davvero, con il sorriso divertito di qualche istante prima che si trasforma in una smorfia strana. Un’espressione di tristezza che solo raramente ho visto sfiorare quelle labbra perfette.
“Avresti voluto che i nostri ruoli fossero invertiti, Revis? Avresti voluto che io fossi la nuova Glen e lui l’agnello sacrificale il giorno del contratto con Jabberwock?”
Una bellissima domanda. Avrei quasi sperato che fosse stato Oswald a pormela, a gettarla contro il mio viso come un secchio di acqua gelida durante uno dei nostri interminabili litigi: mi sarebbe davvero piaciuto vedere quel ragazzo mostrarmi i denti, farmi vedere anche solo per un istante la determinazione di un Glen Baskerville davanti ad un quesito la cui risposta potrebbe uccidere quasi quanto un silenzio.
Perché la risposta è un sì.
Sì, lo avrei voluto.
Avrei voluto vedere un debole come lui schiacciato dal potere di Abyss, e Lacie viva con Jabberwock al suo fianco. Avrei voluto che il nuovo capofamiglia fosse una persona con forza, grinta e determinazione, una persona che fosse in grado di capire quanto il mondo possa essere bello. Ho trascorso anni a plasmare Oswald come mio erede, ma sembra quasi come se ogni mia singola parola sia arrivata solo fino a Lacie, fin nel profondo dei suoi occhi cremisi che giungono oltre la mia già lunga comprensione. Lei ha raccolto ciò che io ho –forse involontariamente- seminato, e nel suo sguardo riesco a riflettermi come mai in altre persone.
Ma il destino ha voluto in questo modo, ed essere Glen Baskerville vuol dire anche sapere ciò che mi è possibile cambiare e ciò che invece non muterà nemmeno riversando nel mondo il vero potere di Abyss. “Suppongo di sì. Ma ciò che io desidero non cambia lo stato delle cose”.
“Infatti. E vorrei che Oswald lo capisse”.
La osservo mentre straccia la lettera. Con una lentezza che non è sua, non è di Lacie, non è della ragazza che strepita e lancia contro chi la fa infuriare qualunque oggetto le capiti a tiro. Non è della bambina che un giorno d’inverno di tanti anni fa scagliò una scacchiera contro il viso del fratello perché l’aveva fatta vincere di proposito ed era fuggita nella neve con solo una camicia da notte indosso. Le sue dita strappano la pagina con calma, quasi leggendo ogni singola parola prima di distruggerla e mandarla fuori dalla finestra, nel vento freddo per la neve.
Non mi sarei mai aspettato nulla di diverso da te, piccola Lacie. E so che non piangi perché a me non mostreresti mai le tue lacrime, ma so che quando me ne sarò andato da queste lenzuola la tua stanza si riempirà di singhiozzi. Ti sento litigare con tuo fratello sin dal giorno in cui siete giunti in questo palazzo, ti sento mentre gli gridi che è uno sciocco e un debole.
Ma ti sento cantare per lui.
Ti sento chiamarlo a gran voce per interrompere i suoi interminabili studi con me per spingerla sull’altalena.
Sento i tuoi passi ogni sera, quando c’è il temporale, mentre salgono le scale che portano alla sua camera perché hai paura dei fulmini.
Tu non scapperai dal tuo destino, e avresti voluto che Oswald non avesse mai cercato di deviare dal tuo percorso, dalla tua determinazione di dare la tua vita per lui. “Revis, diventare Glen è il destino di Oswald. Lo so che ogni tanto è uno scemo e non è proprio portato per fare il capofamiglia, ma so che lui potrà davvero cambiare il mondo. Lo sento”.
“Una tua sensazione da Figlia del Diavolo?”
“Forse. Ma ho trascorso la mia vita sapendo che avrei potuto regalarla a lui. Non sono il tipo che si tira indietro, e comunque non ho paura di scendere in Abyss. Anche se stavolta non potrò tornare indietro … lo farò. Tu potrai vegliare su di lui quando io non ci sarò?”
“Non durerò a lungo, lo sai. Con la nascita di un nuovo Glen … il vecchio si farà da parte. Avrò forse due settimane, tre se sarò molto fortunato”.
“Beh, fai del tuo meglio!” mi guarda seccata, puntando i pugni contro i fianchi. “Oswald avrà bisogno di riprendersi e di avere al suo fianco qualcuno che lo prenda un po’ a calci nel sedere. E forse anche Jack, sempre che lui e Oswald non decidano di fare insieme qualcosa di stupido! E devi pensare anche alla mia bambina, sai? Le devi raccontare tutto quanto, devi fare tutto ciò che io non potrò più fare! Me lo puoi promettere?”
“E io che speravo di trascorrere gli ultimi giorni della mia vita a donne, caccia e vino lasciando lavorare Oswald al posto mio …”
“Promettimelo, Revis. Promettimi che aiuterai le persone che amo a superare la mia scomparsa!”
Ecco, mi ha fregato.
Prima prende una decisione estrema e poi lascia agli altri il compito di sistemare i danni.
È questa la Lacie che conosco, quella che mi assomiglia più di chiunque altro al mondo. “Uff, e va bene. Mi auguro solo che tua figlia non abbia il tuo caratterino”.
E lei ride, ride di nuovo. Ride con il suo amore per la vita che sta per gettare via.
Amo il suo mistero. Colei che mi ha preceduto mi ha narrato dei misteri dei Figli del Diavolo, di come siano così imprevedibili che forse anche le Juros li temono. Sono esseri che ci affascinano, che ci distruggono, che hanno nel petto un orologio diverso dal nostro. Danzano con altre melodie e solo in alcuni istanti della loro vita ci permettono di farne parte, ballano con noi finché quello strano mondo che solo loro possono vedere li reclama. Possono raggiungere il Nucleo di Abyss e parlargli, donargli persino un coniglio di pezza per farlo sentire meno solo. La gente superstiziosa crede che portino sfortuna, ma da quando Lacie è entrata nella mia vita mi sono reso conto che l’ha trasformata in una manciata di possibilità che credevo impossibile anche per un essere come me.
Mi ha insegnato che non esistono regole, ed è stata una lezione che sono stato felicissimo di apprendere. Ed è per questo che parte di me non vorrebbe vederla andar via.
“Mi auguro che tu non mi chieda anche di consolare Jack. Sono un uomo di ampie vedute, ma certe cose preferirei evitarle” le dico cercando di rubarle un altro sorriso, ma di nuovo uno strano cipiglio le attraversa la faccia. Dal quale capisco subito di aver colpito il bersaglio meglio di quanto pensassi. Decido con un po’ di stanchezza che è il momento di alzarmi, ed allungo una mano verso quel punto imprecisato del pavimento dove avevo lanciato i miei indumenti. “Dunque è vero che lo ami?”
“NON DIRE SCIOCCHEZZE!” risponde, quasi punta da un insetto. “Non è come pensate tutti! Se davvero me ne importasse qualcosa adesso ci sarebbe lui nel mio letto, non te!”
“Lacie, Lacie, non si dicono le bugie a tuo padre …”
E vederla con le guance color porpora è uno spettacolo a cui non avevo mai sperato di assistere. “È proprio perché tieni a lui che non è qui con te”.
Non lo banalizzeresti, Lacie. Non lo renderesti uguale a tutti gli uomini che hai trascinato in questa stanza solo per giocarci un po’. Non vuoi che la devozione, che il tuo riflesso nei suoi occhi si trasformi nel piacere di una notte e svanisca. So che hai capito cosa vuol dire amare davvero, anche se non lo ammetteresti mai, figuriamoci davanti a me. Ti piace pensare che i tuoi sentimenti per lui rimarranno in questo mondo anche dopo la tua scomparsa, magari in quella bellissima melodia che suona ogni volta che Jack apre il suo orologio da taschino. Sai che la tua esistenza è fugace, ma vorresti che il vostro amore possa diventare immortale. E, nonostante tutto, ti auguro davvero che le cose possano andare come tu desideri … anche se conosco il cuore degli uomini, e so già che quello di Jack non accetterà mai la tua scomparsa accontentandosi di qualche nota nostalgica.
Lei mi viene incontro con un salto, azzerando per un istante ogni spazio tra la mia pelle e la sua. Fa scivolare le sue gambe contro le mie, sapendo benissimo che effetti avrà su di me. “Fattelo dire, Revis, come amante fai davvero pena …”
Tutto di lei profuma di vita. I suoi capelli, il suo naso reso freddo dal vento, le sue mani mentre scivolano contro il mio collo con un tocco che non ha nulla di innocente “… ma come padre non sei stato poi così male. So di poter contare su di te per quello che succederà dopo”.
Assaporo il suo bacio, un bacio così delicato che ricorda le luci dorate di Abyss. “Grazie di tutto”.
E non ci sarà una seconda volta.
Così come si è avvicinata a me si allontana, poi scende dalla finestra senza nemmeno rivestirsi, atterrando con un salto nella neve come una fata di un racconto lontano. In questa stanza rimangono solo il suo profumo, il suo vestito azzurro ed un calore dentro di me che non ho alcuna intenzione di spiegarmi. Questo è il mistero di Lacie, la ragazza di un sogno che non esiste più.
“Come amante faccio pena? Signorinella, questo è tutto da vedere!”
Mi rivesto con calma, godendomi i gridolini scandalizzati di Oswald mentre vede sua sorella correre nel giardino senza nulla indosso.
  
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