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Autore: xwilliamseyes    28/02/2016    0 recensioni
"So solo che io ti ho amato, con quanta forza avessi in corpo.
E se ci rincontrassimo fra una vita o due non ti eviterei.
Le emozioni forti sono fatte per gli uomini e l'Amore deve essere provato in ogni sua più piccola sfumatura.
Tu sei stato per me l'Arcobaleno.
E d'improvviso penso a te quando in una giornata di nuvole il grigio mi assale."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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D'IMPROVVISO PENSO A TE
 
Al mio Cuore,
grazie.

 
 
C'è stato un momento, un momento in cui i nostri occhi si sono incrociati e tutto mi è sembrato diverso. Qualcosa nel mio cuore si è scomposto, ha perso forma, ha fatto rivoluzione. C'è stato un momento in cui il freddo è diventato caldo, e il nulla tutto. E' stata la trasformazione di un secondo a cambiare il mio mondo.

Del nostro primo incontro non ricordo molto. Nei miei ricordi si sovrappongono immagini di luci soffuse e distanti frastuoni. C'è la musica e poi i tuoi pantaloni accartocciati, ripiegati più volte su se stessi. E c'è la tua andatura distratta ma eccessivamente sicura. Ho semplicemente guardato nella tua direzione e capito che qualcosa in te era dannatamente diverso da tutto il resto. 
La mia vita era, invece, dannatamente disordinata e forse è per questo che inevitabilmente ti ho cercato e rincorso, contro ogni mia consapevolezza, contro ogni mia aspettativa. 
Il tuo sorriso nascondeva un velo di inadeguatezza occultato accuratamente da quel tuo noto atteggiamento spavaldo. Ti muovevi in quel piccolo e angusto locale come se fosse il tuo di mondo, ignaro di cosa pensasse di te la gente; non importava, tu eri importante, ne eri convinto. Continuavi ad esserne convinto quando con una scusa mi hai afferrato per un braccio ed invitato a ballare. E per quanto io abbia tentato di oppormi a quel tuo simpatico invito, senza scampo mi ritrovai tra le tue braccia. Eri minuto, forse sproporzionato con tutto quello che sentivi d'aver dentro. Se mi fermo a riprendere quest'immagine la prima cosa che riesco a catturare è il tuo sorriso, perfettamente illuminato da una luce posizionata sulla tua testa e i tuoi capelli, anche loro dannatamente disordinati. Ti muovevi come un professionista, ci sapevi fare, non c'erano dubbi. Gestivi completamente la situazione, senza un minimo di esitazione o insicurezza. Certamente questo è uno dei tuoi aspetti più affascinanti, uno di quelli a cui le donne facilmente cedono. 
Compresa, inevitabilmente, me.
Io, che avevo sempre detto di no, ma che ero avevo intravisto te ed ero stata capace di trasformare tutti i no della mia vita in cinici e irremovibili .
Cosa avessi di così speciale all'epoca non ero capace di spiegarmelo, oggi ci sto provando, ripercorrendo passo per passo e i tuoi occhi e la tua pelle, e i tuoi sorrisi e i tuoi sguardi distratti, quelli che proprio non riuscivi a nascondere.
Ci lasciammo che fu un istante.
Non una parola in più, solo tanti sguardi.
Quelli li avrei certamente ricordati per tutta la vita.
La notte stessa ripensai a te, così diverso. Mi fermai su tutte quelle certezze che eri stato capace di dimostrare. Non è da tutti, tu eri stato il primo ad avermi fatto quest'effetto.
Gli altri con il tempo erano sbiaditi, coperti da tutto il resto che mi circondava e che continuamente mi distraeva, ma tu, invece, no. Tu sei rimasto. 
Tra i piccoli spazi del mio cervello che credevo inesistenti. 
E dagli spazi del mio cervello ti sei poi spostato a quelli del mio cuore, quando il destino, forse per divertimento o pura cattiveria, mi ha costretto a confondermi di nuovo sul tuo petto.
Il problema è che io al destino ci credo sempre, forse troppo.
Credo che ogni singolo gesto, bello o brutto, buono o cattivo che ci capiti sia dovuto per un motivo. Quel pomeriggio in cui, tra la folla indistinta, ti avevo riconosciuto mi convinsi immediatamente che tu fossi il male, quando tra un occhiolino e un altro ti avvicinasti a me, quando tra una battuta inopportuna e diversamente simpatica provasti ad ottenere la mia attenzione, perché in un secondo io completamente, necessariamente e irrimediabilmente mi persi in te.
Da quel preciso istante così tante cose cambiarono e, soprattutto, si frantumarono sotto il tocco violento del mio istinto, che per un'intera vita, consapevole dei suoi errori, avevo cercato di mettere da parte. 
Mi resi conto, solo parlandoti, di quanto folle fosse l'Amore.
Per la prima volta capii le migliaia di parole che avevo letto incessantemente nei miei libri preferiti, quelli che parlavano di baci e storie a lieto fine.
Era dolce il momento in cui i nostri occhi si confondevano, si sovrapponevano senza dolore alcuno, ma soprattutto, senza paure. Sentivo tutta quella tua sicurezza spostarsi con violenza ma determinazione su di me, dentro di me. Farsi spazio nei miei pensieri senza chiedere il permesso.
Eri diventato per me il centro del mondo.
Non sentivo altro che immensità nel mio cuore quando le tue labbra accarezzavano sottilmente le mie guance e le tue mani scivolavano lente sulle mie spalle. 
Pensai che l'eternità fosse una certezza, che noi ci fossimo destinati, che tutto avrebbe seguito l'Amore.
Luce, nient'altro che luce ricordo di quei giorni. Calore, vita, energia pura che si confondeva con tutti i rifiuti della vita quotidiana fino a renderli nebbiosi, completamente invisibili. Non curavo più la mia anima, quella era già piena di te, ero attenta solo al mio aspetto, volevo piacerti, piacerti fino renderti matto.
E so che ti piacevo, che i miei occhi ti facevano impazzire e la mio voce ti scomponeva. Ma non so se mi amavi. Lo sapevo, ora non lo so più.
Ne ero semplicemente convinta, contro ogni logica.
Il problema è stato che ero troppo concentrata su di noi per pensare a te.
Quel noi che sarebbe rimasto solo e sempre mio.
Perché noi tu non lo hai pensato.
La notte divenne giorno, la settimana mese, sei scolorito e poi sbiadito.
Per ore dei miei pomeriggi e delle mie notti mi sono chiesta come sia potuto succedere. Come abbia fatto il noi a diventare bruscamente io e l'Amore a diventare Indifferenza.
Ora non siamo che come un circolo vizioso, tornati al punto di partenza.
Sconosciuti come la prima sera, diversi come due stranieri.
Dio, l'Amore è debole, tenuto in equilibro su un sottile filo di spago. Può essere spezzato, tagliato in mille pezzettini, bruciato, diventare cenere ma, come tutte le cose del mondo, non potrà mai sparire.
Si prova a tagliare, bruciare, cancellare anche i ricordi, ma tutto è inutile, essi non spariranno mai. Certo, ammuffiranno, impolvereranno, perderanno colore, ma un velo della loro essenza avrà sempre posto fisso in un angolo delle nostre memorie. 
Perché sono forti, fatti di materia, mai astratti, rimangono con te, ti strattonano la pelle e la gola, ti bruciano gli occhi.
Mi fermo a pensarti e non mi pento di nulla.
So solo che io ti ho amato, con quanta forza avessi in corpo.
E se ci rincontrassimo fra una vita o due non ti eviterei.
Le emozioni forti sono fatte per gli uomini e l'Amore deve essere provato in ogni sua più piccola sfumatura.
Tu sei stato per me l'Arcobaleno.
E d'improvviso penso a te quando in una giornata di nuvole il grigio mi assale.


-SPAZIO AUTRICE
Salve gente! cos'è questa? una storia breve, un pensiero che conservavo dentro di me, un'idea che volevo portare alla luce da tanto tanto tempo.
Questo pomeriggio ho avuto per la prima volta dopo settimane del tempo libero e non ho potuto fare altro che sfruttarlo ispirato anche da una canzone meravigliosa di Lorenzo Fragola - D'improvviso, cantante che sta superando ogni mia aspettativa.
Spero che questo scritto vi sia piaciuto per quanto folle forse sia.
A presto.
Un bacio.
-Manu

 
  
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