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Autore: thanksfornothing    28/02/2016    2 recensioni
Non è mai semplice vivere quando ci si sente solo una persona a metà. Ma quando la metà di Brittany troverà quella di Santana, riusciranno a legarsi o l'essere state delle semplici metà per troppo tempo renderà impossibile la loro unione?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana, Puck/Quinn
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Dolore.
Tutto intorno, fuori e dentro di me, è dolore.
Cos’è quel sangue? È forse il mio?
No. No, non è possibile, non sento nulla. Quel sangue non è il mio.
Jake, Jake, svegliati.
Jake alzati. Che ci fai a terra?
Jake alzati dai, non mi va di giocare. Sono troppo spaventata.
Jake, alzati dai! Perché dalle tue braccia esce tutto quel sangue?
Jake, RISPONDIMI! Perché non mi rispondi? Perché il tuo corpo non si muove?
Perché non respiri, Jake?! IO HO BISOGNO DI TE!
Fratellone perché non ti curi? Aspetta, ho avuto un’idea. Tu non ti muovere, eh!
Aspettami Jake, vado a prendere il kit di medicina e ti medico come ti ho visto fare tante volte, quando mi nascondevo in camera tua.
Scusa Jake, non volevo spiarti, ma non capivo perché passavi tutto quel tempo in bagno e quando uscivi era c’erano sempre tracce di sangue.
Jake, eccomi. Non ti muovere, ti curo io. Lo so che l’acqua ossigenata brucerà un po’, ma non ti preoccupare, andrà tutto bene.
Jake, i cerotti non bastano, e neppure le fascette.
Jake, Jake, ma che hai combinato?!
Aspetta Jake, qualcuno sta aprendo la porta.
Jake la zia è arrivata!!!
Resisti, ti aiuteremo io e la zia.
Zia, zia, fa qualcosa! Non piangere. Dobbiamo aiutare Jake!
ZIA. ZIA!
 
“Briitany. Britt, tesoro, tranquilla, va tutto bene. Era solo un brutto sogno, sono qui piccola”
Aprii gli occhi lentamente mentre mia zia mi avvolgeva in un dolce abbraccio. Mi concessi quel breve momento prima di tornare alla realtà.
“Di nuovo quell’incubo?” mi chiese dolcemente zia Elinor.
Annuii piano, cercando di cacciare dentro le lacrime che si erano formate agli angoli degli occhi pensando a che giorno fosse oggi.
L’anniversario della sua morte.
Del mio fratellone.
Sono già passati 7 anni, eppure quell’immagine è ancora vivida nella mia testa.
“Brittany, tesoro, ti ho preparato un bagno caldo e la tua colazione preferita. Ti aiuteranno ad affrontare meglio questa giornata”
“Grazie zia”
Mi posò un tenero bacio tra i capelli e mi lasciò da sola nella mia stanza.
Rimasi lì seduta, al centro del letto, con lo sguardo perso nel nulla per non so quanto tempo.
Non ero pronta per tutto questo. Sono 7 anni che non sono pronta per tutto questo, ma devo essere forte per mia zia Elinor. Non posso abbandonarla. Non dopo tutto quello che ha fatto per me.
Si è presa cura di me e di mio fratello Jake dopo la morte dei nostri genitori in seguito ad un maledetto incidente automobilistico.
Ha dovuto dire addio ad ogni sua abitudine, anche alla più stupida che caratterizzava la sua vita per starmi accanto, soprattutto dopo la morte di Jake. Dirle “arrivederci e grazie”non sarebbe di certo il giusto ringraziamento.
Il telefono prese a squillare di colpo riportandomi alla realtà.
È Quinn, la mia migliore amica.
Non voglio farla preoccupare, ma oggi non me la sento di affrontare l’ennesimo tono consolatorio. È la mia migliore amica, lo so, e si preoccupa per me. Ma mi fa sentire un peso,qualcosa da dover proteggere costantemente, da trattare con dolcezza. Qualcosa da tenere stretto ma con delicatezza, come se potessi andare in frantumi da un momento all’altro.
In realtà è così, ma cavolo! Ho 16 anni. Sono adulta e vaccinata! Avrò pure il diritto di camminare con le mie gambe e curarmi da sola in seguito alle mie cadute?!
Rifiutai la chiamata spegnendo il telefono e andai a prepararmi. Niente Quinn per oggi.
 
 
Zia Elinor, come sempre, aveva avuto ragione! Un bel bagno caldo mi aveva rigenerata.
Presi il ciondolo di Jake da cui non mi ero mai separata, lo zaino, il borsone, le chiavi dell’auto e scesi le scale che portavano al piano terra della casa.
Corsi fuori salutando da lontano la zia.
“Brittany, la colazione!!!” urlò mia zia vedendomi pronta per uscire.
“Non ho fame zia e poi sono in ritardo. Ma grazie lo stesso. Ci vediamo oggi!”
“Mi domando perché mi ostino a prepararti la colazione se poi non hai mai tempo! Guida piano e fa attenzione! Mi raccomando!!” rispose lei correndomi dietro con ancora in mano il mestolo sporco dell’impasto del pancakes.
“Si zia, sta tranquilla. A dopo!” le urlai praticamente dal vialetto.
 
Non andai a scuola,non mi andava.
Tanto mi reputavano tutti la solita biondina bella e stupida. E in ogni caso, non sarei mancata a nessuno.
Mi recai al parco, sulla panchina sotto la chioma dell’albero preferito di Jake.
Non ho mai capito perché lo ammirasse così tanto. In fondo era solo un albero come gli altri.
Quando ero più piccola, spesso avevo delle crisi dovute alla morte di mamma e papà. Lui mi portava qui e mi diceva:” Shhh. Senti il vento che sfiora le foglie piccola? È la voce di mamma che ti sta sussurrando di non piangere, perché lei è sempre con noi.”
Poi mi prendeva in braccio e mi lanciava in aria fino a trasformare le lacrime di tristezza in risate.
A quel ricordo mi cadde una lacrima. E poi un’altra ancora.
Mi rannicchiai sulla panchina e mi lasciai andare in un lungo pianto.
Rimasi lì tremante per un tempo fin troppo lungo per i miei gusti. Odio lasciarmi andare troppo e mostrarmi debole, specialmente in pubblico.
Ad un certo punto sentii qualcuno, o meglio, qualcosa sbavarmi sui jeans.
Aprii gli occhi e vidi un cucciolo di collie con una pallina in bocca, che mi fissava con sguardo scrutatore, come se mi stesse indirettamente chiedendo cosa avessi.
Udii in lontananza una voce femminile che si stava avvicinando. “Lucy dove sei? Lucy!”
Quando si accorse di noi, ci venne in contro.
“Ehi Lucy, vieni qui. Te l’ho detto mille volte che non devi importunare le persone mentre si riposano!”
Tolse la pallina dalla bocca del cane e gliela rilanciò lontano. Poi si rivolse a me dicendo:” Scusala tanto, ma è più forte di lei! Non riesce a vedere le persone sole mentre dormono, tende sempre a vegliare su di loro. Anche se non le conosce”
Terminò la frase con un sorriso caloroso, poi mi guardò attentamente e quella sua espressione spensierata e divertita si trasformo per un attimo in tristezza. Non capii quel breve cambiamento, così mi voltai lievemente per scrutare qualcosa da lontano che non andasse. Nulla. Era tutto calmo, tutto tranquillo.
Mi ritrovai improvvisamente avvolta da due esili braccia che mi strinsero forte ma con dolcezza. Mi accarezzava lentamente i capelli e mi sussurrò all’orecchio, con voce quasi impercettibile “Non temere, andrà tutto bene.”
Quelle parole mi arrivarono dritte in faccia come uno schiaffo. Come se mi stessi svegliando da qualcosa.
“andrà tutto bene” ma che cazzo ne sa questa qui?! Che ne sa di me? Che ne sa di cosa vuol dire perdere l’intera famiglia nel giro di pochi anni? Non sa nulla della mia storia eppure si permette di parlare.
Mi incazzai, si, tanto. E forse dovette accorgersene, perché mi strinse più forte e mi depositò un bacio tra i capelli.
Sentii il cuore battermi forte in petto o forse era il suo.
Inspirai lentamente e inebriai i polmoni del suo profumo. Sapeva di miele.
Quell’odore, quel calore, il battito del suo cuore, furono come una dolce ninna nanna.
Mi lasciai andare alle sue cure, perdendomi in quell’abbraccio, nelle dolci carezze sulla schiena, nei baci trai capelli. Mi persi in LEI…
In quella massa di capelli corvini, neri come i suoi occhi… così diversi dai miei azzurri… ma molto più luminosi…
Dovevo assolutamente scoprire chi fosse, che posti frequentasse. Non potevo lasciare che quest’incontro casuale fosse anche l’ultimo.
Quando si staccò da me, mi ci volle un po’ per a quella sensazione di freddo che provava il mio corpo senza il suo.
Raccolse l’ultima traccia di pianto dal mio volto e mi stampò un bacio sulla guancia.
Sorrisi. Inconsapevolmente sorrisi.
Non so perché lo feci, ma mi venne da sorridere genuinamente, come non facevo da tempo. E  in quel sorriso, un pezzo di malinconia si allontanò dal mio petto, facendomi sentire più leggera.
 
“Sei bellissima quando sorridi, dovresti farlo più spesso!” disse ricambiando con un sorriso che mi fece mancare un respiro.
Lucy fece ritorno con la pallina, lei le mise il guinzaglio, si alzò dalla panchina e si allontanò.
“Ci si rivede straniera!” mi disse facendomi l’occhiolino seguito dall’ennesimo sorriso che mi fece ammutolire.
Saltai di colpo in piedi ed alzai una mano a mo’ di saluto. “Gra-grazie” riuscii a gracchiare grattandomi la nuca imbarazzata. Poi mi diedi un buffetto sulla testa. Cavolo come facevo ad essere così distratta!!
“Comunque, il mio nome è Brittany!” dissi alzando leggermente il tono affinchè riuscisse a sentirmi.
“Ciao Britt! Passa una buona giornata e sorridi!” rispose di spalle, ma ero sicura che anche così avesse percepito le mie labbra inarcarsi in un sorriso gigante.
Mmmh “Britt” mi piace, sì! Decisamente! Il modo in cui lo pronunciava era perfetto!
“Ehi aspetta! Non mi hai ancora detto come… ti chiami” pronunciai le ultime parole quasi in un sussurro, ormai era troppo lontana.
Rimasi a fissare la sua sagoma in lontananza fin quando non divenne un puntino lontano.
Ripensai alle sue parole”andrà tutto bene”. Si straniera! Andrà tutto bene una volta scoperto chi sei!
   
 
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