Serie TV > iCarly
Segui la storia  |      
Autore: CostyMosty    28/02/2016    5 recensioni
- Mi dispiace, Carly.
Lei si girò, confusa.
- E per cosa, scusa?
Lui si morse un labbro.
- No…non importa.
-------------------------------------
In quel momento si ricordò di qualcosa che le fece gelare il sangue.
Carly.
Seattle.
Ritorno.
---------------------------------------
- Ti amo.
- Anch’io ti amo.
---------------------------------------
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carlotta 'Carly' Shay, Fredward 'Freddie' Benson, Samantha Joy 'Sam' Pucket, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ancora una volta controllò lo schermo nero del suo cellulare. Nessun segno di vita. Zero.
Ma sapeva che avrebbe chiamato. Doveva. O tutto quello che avevano costruito negli anni sarebbe morto per sempre.
Dopo tutto quello che avevano passato non poteva non farlo.
Ma fare la prima mossa l’avrebbe portata nella posizione di quella debole, superficiale.
Gliel’avevano detto in molti – la conosci, lo sai com’è fatta – ma niente, non riusciva a smettere di pensarci.
Non riusciva a smettere di pensare alla delusione che aveva provato tornando a casa dopo tre anni senza trovarla lì, ad aspettarla, col suo solito sorrisetto sarcastico, pronta ad abbracciarla e a ricominciare.
E non riusciva a non pensare al senso di colpa con il quale in quei tre anni aveva convissuto, giorno dopo giorno, sapendo di aver fatto la cosa sbagliata, di nuovo. E sapendo di non aver avuto il coraggio di ammetterlo.
Costrinse il suo sguardo ad abbandonare lo schermo del suo telefono, ripensando agli avvenimenti di poche ore prima.
 
Sull’aereo si era svegliata di soprassalto, colta da un’improvvisa emozione all’idea di stare tornando a Seattle, a casa. Non si era mai resa conto di quanto quella città le mancasse, di quanto le mancassero tutti i legami che aveva con essa. Era pronta letteralmente a tutto. Tutto.
- Si avvisano i gentili passeggeri che l’aereo Firenze-Seattle atterrerà in venti minuti. Allacciare le cinture di sicurezza.
Aveva sorriso, speranzosa, mandando un veloce messaggio al fratello per avvisarlo del suo imminente arrivo.
Poi probabilmente si era assopita, questa volta serenamente. Era stata svegliata da una hostess italiana che la invitava gentilmente a raccattare i bagagli e togliere il disturbo.
Si era alzata con moderata calma, per mettere alla prova la finta pacatezza della hostess, poi, con un sorriso altrettanto finto aveva sfilato con grazia lungo il corridoio dell’aereo.
Era scesa, assaporando l’aria della città che per anni era stata casa sua. Camminando svelta era giunta al ritiro bagagli, cercando di cogliere e ricordare ogni secondo di quel momento, del suo ritorno a casa.
Mentre imprecava in cerca della sua valigia, una voce l’aveva raggiunta alle spalle.
- Cerchi qualcosa?
Si era voltata, perplessa. Poi un sorriso le aveva illuminato il volto.
- Freddie?!
Lui aveva riso, avvicinandosi per abbracciarla.
Si era lasciata cullare dalle braccia muscolose del suo migliore amico, sapendo di dovergli delle spiegazioni.
Poi lui si era scostato.
- Spencer e Gibby sono da quella parte, andiamo.
Aveva recuperato la sua valigia, da buon cavaliere e le aveva fatto strada tra la folla.
Poco più in là, sorridendo, suo fratello e Gibby la stavano aspettando.
- Carly – aveva detto Spencer, emozionato.
Sentendo la voce del fratello le lacrime, trattenute per troppo tempo, avevano cominciato a scorrerle libere lungo le guance.
Si era rannicchiata tra le sue braccia, sentendo il profumo di casa. E di bruciato…
- Gibby…mi sei mancato – aveva aggiunto, staccandosi da Spencer.
Il ragazzo l’aveva abbracciata a sua volta.
Poi, asciugandosi le lacrime, aveva commesso l’errore di chiedere della persona che più le stava più a cuore.
- Sam?
I tre si erano guardati imbarazzati; e per un attimo aveva temuto la risposta.
- Carly… - aveva esordito timido suo fratello.
- No, no. No – lo aveva anticipato, capendo dove voleva andare a parare – niente giochetti, ditemelo e basta.
Le lacrime avevano ricominciato a scenderle sul viso; e in quel momento si era pentita, pentita di tutte le scelte, gli errori che aveva fatto perché erano stati proprio questi a farle perdere la sua migliore amica.
Aveva sbagliato, sbagliato a lasciarla andare, ad abbandonarla, si era lasciata condizionare dai suoi sentimenti, senza pensare alle conseguenze.
- Carly – questa volta era stato Freddie e parlare – indipendentemente da tutto ciò che è successo in questi anni, tu non devi sentirti responsabile in alcun modo. Non è colpa tua. Tu hai fatto delle scelte, noi abbiamo fatto delle scelte e Sam ha fatto delle scelte.
Il primo singhiozzo le era rimbombato nelle orecchie. Aveva perso la cognizione spazio-temporale. In quel momento si trovava in un buio, eterno, silenzioso pezzo di vuoto.
- Andiamo a casa – aveva detto la sua voce.
Aveva pianto in silenzio per tutto il tragitto fino a casa. Entrata nel suo vecchio appartamento; il suo sguardo non aveva nemmeno sfiorato i cartelloni e i festoni appesi ovunque sulle pareti, era solo corsa in camera sua a dimenticare.
 
 
Qualcuno bussò.
- Vattene, Spencer.
- Non sono Spencer.
- Vattene Freddie.
Il ragazzo entrò lo stesso, sedendosi sul letto accanto a lei e limitandosi a fissarla intensamente negli occhi colmi di lacrime.
- Non è colpa tua, Carly.
- No? Se io non fossi partita lei se ne sarebbe andata lo stesso?
Freddie abbassò lo sguardo.
- Forse – ammise a denti stretti.
Carly lo guardò sbalordita.
- Scusa, cosa hai detto?
- Niente.
Fece finta di crederci.
- Freddie…lo so che ti devo delle spiegazioni…io…
- Non ti preoccupare – rispose lui, comprensivo – so che è un momento difficile, ma quando sarai pronta ti ascolterò.
- Aspetta. Io voglio spiegarti.
Lui si sistemò meglio sul letto disfatto dell’amica.
- Ok – si limitò a dire.
- Non voglio ferirti, tu sei e sarai sempre il mio migliore amico. Ed è solo così che voglio che sia.
- Allora perché mi hai baciato?
- Io…non lo so, avevo bisogno di certezze, dovevo sapere che voi vi sareste ricordati di me.
Lo sguardo e il tono di Freddie si addolcirono.
- Carly, come hai potuto pensare che ci saremmo mai dimenticati di te?
- Cerca di capirmi, ero nel panico, stavo per abbandonare tutta la mia vita.
Lui annuì.
- Però…non sono innamorata di te, Freddie. Mi dispiace.
Quest’ultimo la guardò intensamente e poi annuì.
- Nemmeno io – concluse.
- Bene – continuò Carly un po’ perplessa dall’improvviso cambio d’umore dell’amico – così le cose non diventeranno strane e imbarazzanti, se capisci cosa intendo.
Freddie annuì.
Fece vagare lo sguardo per la stanza, pensando a come il suo ritorno si era rivelato diverso da come se lo sarebbe aspettato.
- Mi dispiace, Carly.
Lei si girò, confusa.
- E per cosa, scusa?
Lui si morse un labbro.
- No…non importa.
 
 
Era ufficiale ormai. Sam Puckett odiava fare la babysitter. E tante altre cose, ma soprattutto quello.
E questa volta Cat sembrava non collaborare per niente.
- Non so se te ne sei accorta, Cat, ma un bambino pestifero ci sta distruggendo la casa.
- Mph.
- E tu non stai facendo assolutamente niente per impedirglielo!
- Scusa, Sam, ma oggi non sono proprio dell’umore giusto.
- Ah, mi scusi, miss principessina, mi dispiace di aver urtato i suoi sentimenti. Hai presente tutte le volte in cui io non sono dell’umore giusto?
La rossa sospirò e una lacrima le percorse una guancia.
Sam chinò la testa di lato, cercando di interpretare il malessere della sua strana coinquilina.
- Ok – concluse – qual è il problema?
Cat tirò su col naso.
- Hai presente Robbie? – le chiese.
- Purtroppo.
L’altra singhiozzò.
- Oggi ero a scuola e l’ho visto che baciava una ragazza.
Lo sguardo di Sam si accese.
- E lei ha vomitato? – domandò, sghignazzando.
- Ma non capisci?!
- Non proprio…
- Io e Robbie siamo un po’ come tu e Freddie.
Il cuore di Sam ebbe una fitta, ma mantenne la sua solita espressione.
- Sinceramente non vedo in nessun modo la pertinenza di questo paragone.
- Beh, io e lui non siamo fidanzati, ma è come se lo fossimo, e a me dà fastidio che lui si veda con un’altra ragazza, perché…non lo so, credo che lui mi piaccia.
Sam la guardò per un paio di secondi.
- Sì, capisco, è terribile, ma che cos’ha a che fare con me e Freddie?
- Sai com’è no? Quando è stato qui sembrava che tra voi ci fosse un’intesa speciale e poi tu sei innamorata di lui e…
- Aspetta aspetta, rossa. L’ultima volta che ho controllato NON ero innamorata di Freddie e tra noi non c’era alcuna intesa speciale.
- Sì, si certo.
- Cat, sono seria.
- Io vado ad occuparmi di Jack, Sam – la liquidò l’amica.
Per Sam era difficile ricordare una conversazione più difficile e dolorosa di quella. Ah no, aspetta. Una c’era. Ma era meglio non pensarci. Si buttò sul divano con poca grazia e nel giro di pochi minuti cadde in un sonno profondo.
 
- Senti…io non so se tra noi può scattare qualcosa in quel senso.
- Già. Ma forse un giorno, se tu diventerai un po’ più normale…
- O tu diventerai un po’ più anormale.
 
- No sai, è che dopo tutti questi anni passati ad attaccarci alla gola, quando mi hai baciato quella sera a scuola è stato molto…intenso.
- Io sono quasi finita al manicomio!
 
- Quindi quel bacio è stato solo…intenso?
- E divertente.
 
- Allora ci stiamo lasciando?
- Sembra di sì. Ma è stato reciproco vero?
- Certo! Ma agli altri racconterò che ti ho scaricato io spezzandoti il cuoricino.
- Va bene.
- Ok allora.
 
 
 
- Ti amo.
 
- Anch’io ti amo.
 
 
 
Sam si svegliò di soprassalto. Di nuovo quel sogno. Aveva iniziato a perseguitarla circa due anni prima, quando Freddie era stato a Los Angeles. E arrivava regolarmente ogni volta che si permetteva di pensare a lui.
In quel momento si ricordò di qualcosa che le fece gelare il sangue.
Carly.
Seattle.
Ritorno.
Un brivido le percorse la schiena. Non poteva non chiamare. Ma non poteva chiamare. Non dopo tutto quello che era successo quel giorno di due anni fa.
Le sue gambe si mossero, facendola alzare e arrivare fino alla moto. Accese il motore e partì, per un giro a zonzo in città. Aveva bisogno di schiarirsi le idee e quello era il modo migliore per farlo.
 
- Ti amo.
- Anch’io ti amo.






Angolo Autrice: forse, e dico forse, mi è venuta una mezza idea per una storia decente. Ma non prometto niente...
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > iCarly / Vai alla pagina dell'autore: CostyMosty