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Autore: everything88    29/02/2016    3 recensioni
È giusto credere nel destino? Due anime gemelle sono sempre in tempo per superare ogni difficoltà e trovare il modo di stare insieme?
Questa storia è ambientata dopo la fine della sesta stagione.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Camilla Baudino, Gaetano Berardi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NOTA DELL'AUTRICE: Ci ho messo una vita a decidere se pubblicare o meno questo capitolo, sia perché non ero convinta del finale, sia soprattutto perché ho trovato un'enorme difficoltà nel far passare il messaggio che volevo. Continuo a non essere soddisfatta, ma alla fine ho pensato comunque di condividerlo con voi, alla ricerca di pareri e consigli. Se vi va, buona lettura!

 

Capitolo 4 - “Hope & Fear”

 

Un'altra stupida domenica, l'ultima prima di riprendere servizio.

Durante quel weekend Gaetano avrebbe voluto mostrare a Tommy la cameretta nuova, ma Eva, come al solito, si era data da fare per creare una tempesta in un bicchiere d'acqua, sostenendo strenuamente che per il piccolo fosse meglio riposarsi in vista dell'imminente inizio della scuola. Alla fine il commissario si era arreso e, per come si sentiva quella mattina, l'opposizione dell'ex moglie si era rivelata, suo malgrado, la scelta migliore.

Del resto, non gli era passato assolutamente inosservato il tono deluso del bambino all'annuncio dell'ennesimo trasferimento, e l'uomo si era fin da subito prefigurato il momento in cui avrebbe dovuto rispondere a domande quali: 'Perché hai cambiato di nuovo casa? Tu e Cami non vi volete più bene?' .

Non aveva assolutamente idea di che cosa gli avrebbe detto.

D'altro canto, come si può sciogliere un interrogativo quando non si hanno in mano gli strumenti per farlo?

Come poteva spiegare al proprio figlio, se nemmeno lui era in grado di capirlo, che l'amore è necessario affinché due persone si sentano legate l'una all'altra ma non sufficiente perché riescano a stare insieme?

Gaetano era rientrato a Torino perché sapeva che cambiare di nuovo città, colleghi, stile di vita avrebbe significato semplicemente fuggire da se stesso e sarebbe stato solo un inutile palliativo. Allo stesso tempo, però, nel corso di quell'estate vissuta in una sorta di universo parallelo, non aveva fatto altro che cercare di convincersi che fosse arrivato il momento di andare avanti una volta per tutte, di recidere con forza il capo di quel filo delicato che li aveva sempre uniti e costringersi a dimenticarla.

Eppure adesso, fissando la libreria appena montata, la mente non riusciva a non tornare a quella comprata insieme a lei e realizzò che sarebbe stato così ogni giorno, in qualsiasi circostanza, qualunque gesto gli fosse capitato di compiere.

Ripensò alla sera in cui Camilla e Renzo si erano lasciati e lui le aveva scritto uno sciocco sms per farle sentire la propria vicinanza. All'inevitabile risposta seccata, si era ritrovato a guardare una foto che lo ritraeva sorridente con lei e Tommy, come una vera famiglia. Cercò il libro in cui l'aveva messa, ma senza successo. 'Con il trasloco si sarà perso' , si disse Gaetano, 'proprio come noi.'

Un breve sguardo a tutti i loro selfie, prima che le parole disperate della sua professoressa tornassero a scoppiargli nella testa: “Io ti amo, e farò qualsiasi cosa affinché tu possa sentirmi di nuovo tua senza alcun dubbio” .

E se già quello che Torre gli aveva raccontato dopo averla vista era stato abbastanza per fargli perdere un'altra volta il sonno, una domanda continuava a farsi sempre più martellante: 'Quella notte ho fatto il più grande errore della mia vita?'

Un sospiro denso di incertezza e confusione e poi Gaetano prese le chiavi, decidendo di trovare conforto in un pomeriggio all'aria aperta.

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“Salve, spero di non disturbarla; sono Giulia, la nuova vicina. In questi giorni l'ho incrociata un paio di volte e volevo offrirle un caffè; le va di venire?”
 

All'espressione 'nuova vicina', Camilla restò ammutolita e la sua mente ripercorse in un lampo la sera in cui le voci rimbombanti di Alfredo e Violetta l'avevano ridestata dal più assurdo degli incubi e condotta a protestare contro i nuovi arrivati, salvo poi trovarsi al cospetto dell'irresistibile sguardo compiaciuto di chi è riuscito a sorprendere la donna che ama, e sentirsi sussurrare: “Te l'avevo detto che avrei traslocato, e ho traslocato qui” . E lei, che in quel momento avrebbe voluto tanto baciarlo, quanto prenderlo a schiaffi per averla mandata in crisi alla vista di quei dannati scatoloni lungo le scale, alla fine aveva deciso di 'fargliela pagare' con l'ennesima provocazione, tirando in ballo la lavatrice da riparare.
Le sembrava passata una vita intera, e invece era bastato meno di un anno perché altri scatoloni le sbattessero in faccia una realtà che non avrebbe mai creduto di dover accettare.
 

“Scusi, va tutto bene? Ho forse sbagliato momento?” chiese Giulia, non avendo ancora ottenuto una risposta.
 

Camilla finalmente osservò la giovane donna che le stava parlando. Non le attribuiva nemmeno trent'anni, anche perché la figura esile, il taglio corto e il look sbarazzino la facevano sembrare una ragazzina.

La professoressa avrebbe dato qualsiasi cosa pur di non rimettere piede in quella casa, che in ogni angolo le avrebbe raccontato ciò che aveva perso, ma la volontà di non essere scortese con chi le aveva appena riservato un gesto gentile le impedì di dire di no.

 

“Grazie dell'invito, ma dovrei estenderlo a qualcuno” , replicò indicando il batuffolo di peli corvini che nell'ultimo periodo non l'aveva abbandonata nemmeno per un secondo.

“Certo, conosco una persona a cui farà molto piacere” .

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“Ale, vieni qui, guarda chi ti ho portato!”

 

Un soldo di cacio, occhi castani e vispi, lo sguardo allegro di chi riesce ancora a sorprendersi delle piccole cose.

 

“E tu come ti chiami?” chiese Camilla con un sorriso.

“Alessandro, e tu?”

“Ciao Alessandro, io sono Camilla. E questo è Potti, ti piace?”

 

Non aveva ancora finito di porre la domanda, che immediatamente si ritrovò immersa in un nuovo dejà vu, ripensando a come l'adorato figlio a quattro zampe fosse stato il perfetto tramite per permetterle di fare istantaneamente breccia nel cuore di Tommy, così come era avvenuto molti anni prima con il padre.

 

“Sì, è bellissimo; ci posso giocare, zia?”

“Certo, amore, se la signora è d'accordo...”

“Permesso accordato, ma trattamelo bene, eh?!” , concesse la prof , tornata alla realtà dopo l'ennesimo viaggio nei ricordi.

 

Non appena il piccolo si fu allontanato in compagnia del cane, le due donne cominciarono a chiacchierare.

 

“Allora, chiariamo subito una cosa: sono una nonna, ma sentirmi chiamare signora o dare del lei da qualcuno che non sia un mio allievo comincia a farmi credere di essere troppo vecchia. Ti va bene se passiamo al tu?” , esortò Camilla a mo' di preghiera, rubando un sorriso a Giulia.

“Molto volentieri, anche perché ti confesso di fare molta fatica nelle relazioni formali. Senti, non voglio essere troppo invadente ma, oltre che per presentarmi, ti ho fatta venire qui anche per un altro motivo.”

“Di che si tratta?” , chiese Camilla incuriosita.

“Mentre sistemavo le mie cose, ho trovato un libro e ho pensato che forse...”

“Un libro? Non capisco...”

“Guarda, è questo!” , fece Giulia, allungando un piccolo volume dalla copertina rossa.

 

Camilla sfogliò le prime pagine, fino a che i suoi occhi si specchiarono in un'immagine che le fece tremare il cuore: un'istantanea, che ritraeva lei, Tommy e Gaetano in un'atmosfera di felicità che sembrava lontana anni luce. E mentre si malediva, trovando un'ulteriore conferma di quanto lui l'avesse amata, Giulia non potè fare a meno di notare la malinconia che lo scatto aveva suscitato nella donna.

 

“Scusami, non volevo farti stare male. È che quando l'ho vista ti ho riconosciuta, e siccome credo che l'uomo della foto sia il vecchio inquilino, ho pensato che il libro fosse suo e che tu potessi restituirglielo” .

“Stai tranquilla, non potevi sapere. Comunque sì, Gaetano è il vecchio inquilino ma io e lui non ci sentiamo più. Anzi, diciamo pure che è colpa mia se ha lasciato questa casa” .

“Perdonami se risulto indiscreta ma... il bambino è vostro figlio?”

“No, Tommy è suo e vive con la madre, ma gli voglio un bene dell'anima. Sai, il tuo nipotino me lo ricorda molto, anche lui si è subito innamorato di Potti” .

“Siete davvero belli insieme, sembrate una splendida famiglia” .

“Forse lo siamo stati... o avremmo potuto esserlo...” , replicò Camilla, la voce rotta in più di un punto. “Ma tu, piuttosto: quel bel ragazzo è il tuo fidanzato?” , domandò per sviare il discorso, indicando una cornice appesa al muro.

 

E questa volta fu lo sguardo di Giulia ad incupirsi.

 

“Lui è... era mio marito, è morto un anno fa.”

“Oddio, scusami per la gaffe. Sei così giovane che io non...”

“Non preoccuparti, non hai nessuna colpa. Piano piano sto cercando di riprendermi, ma non è facile. Vedi, io e Simone ci siamo conosciuti, amati e sposati in un soffio. Mi ha sempre detto che non capiva cosa ci avessi trovato in lui, anche perché fino a quel momento ero sempre stata allergica ai legami e sicura di potere e volere affrontare qualsiasi cosa con le mie sole forze. Ma la verità è che, quando hai il privilegio di incontrare una persona in grado di sconvolgere il tuo equilibrio solo per dargli un valore aggiunto, non puoi che tenerla stretta fino a che il destino te lo consente. E se poi la perdi, puoi anche continuare a vivere ma niente avrà più lo stesso sapore. Per fortuna mia sorella mi ha regalato quel piccoletto di là, passare del tempo con lui è la sola cosa che riesca a distarmi veramente” .

 

Fu allora che Camilla, percependo e facendo propria la forza d'animo di quella ragazza a cui la vita aveva giocato un infame tiro mancino, si ritrovò a dire a se stessa: 'Non è finita, finché non è finita' .
Le due continuarono a conversare per la successiva mezz'ora, fino a che un messaggio sul cellulare riportò alla mente della professoressa una conversazione rimasta in sospeso, che la spinse ad accomiatarsi dalla vicina per discutere nella tranquillità della propria casa.

 

“Giulia, ti ringrazio davvero tanto per tutto. Sono contenta di averti conosciuta e spero di poter contraccambiare presto la tua gentilezza, ma adesso devo proprio andare; vieni Potti!”

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“Pronto Camilla, scusami per prima ma ero incasinata. Allora, che succede?”

“Francesca, io non posso più stare con le mani in mano. Una settimana fa, rincasando ho visto degli scatoloni davanti all'appartamento di Gaetano e sono corsa come una furia per cercare di fermarlo, ma al suo posto ho trovato un collega che mi ha detto che sì, avrebbe traslocato, ma sarebbe comunque rimasto qui. Probabilmente sta rientrando a Torino in queste ore e io non so che fare. Non so dove diavolo sia andato ad abitare e ha anche cambiato numero di cellulare, quindi non ho modo di rintracciarlo; ma io devo vederlo, devo parlargli. Non ha senso che finisca così!”

 

Parole dette tutto d'un fiato, la solita concitazione che ormai era diventata una fedele compagna di avventure.

 

“Tesoro, calmati. Se hai detto che sta tornando, lo troverai in commissariato. Vai da lui e cerca un ulteriore chiarimento. Tu lo sai come la penso: secondo me è un uomo ferito, ma continua ad amarti. Insisti, sono sicura che riuscirai a fargli cambiare idea. Scusami di nuovo, mi chiamano in reparto, ma stasera se vuoi ne riparliamo con più calma. Un bacio, a presto.”
 

Già, il commissariato, la più banale delle ipotesi.

Forse l'indomani Gaetano si sarebbe arrabbiato a morte ritrovandosela lì, come ogni volta in cui aveva ficcato il naso in questioni che non le competevano mettendosi in pericolo. Ma se si fosse data per vinta, l'avrebbe rimpianto per il resto della sua vita.

Camilla estrasse la foto dal libro che aveva appoggiato sul tavolo, la mise in borsa con uno sguardo carico di speranza e l'ultimo pensiero che riuscì a formulare, prima di uscire alla ricerca del coraggio di cui aveva bisogno, fu molto chiaro: quella felicità non sarebbe mai finita in una scatola dei ricordi.

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Era da un po'che camminava, lo sguardo perso nel vuoto nel tentativo di spegnere il cervello almeno per qualche ora. Fu una sorpresa quando si accorse di essere osservato dal volto fiero della Dora Riparia, che lo squadrava come a chiedergli perché fosse solo. Piazza C.L.N. era riuscita nell'ardua impresa di scalzare il primato dei suoi luoghi del cuore: a Roma, in un'altra piazza, Camilla gli aveva dato il primo, disperato bacio ma poi era fuggita via; lì, invece, erano arrivate le parole attese da un'intera esistenza, quel “Dovunque tu vada, io vengo con te” , seguito da un interminabile abbraccio che lui aveva sperato potesse condurli ben più lontano.

Altri ricordi, l'ennesimo sospiro e la necessità di allontanarsi il prima possibile da quella prigione a cielo aperto.

E poi fu un attimo, il tempo di un battito di ciglia e se la ritrovò davanti agli occhi.

Bella, leggermente dimagrita, ma con lo stesso sguardo intenso che l'avrebbe catturato in qualsiasi frangente.

Istintivamente il commissario si voltò per andarsene ma lei non mostrò la minima intenzione di arrendersi.

 

“Gaetano, per favore, fermati, dammi solo un minuto. Domani sarei venuta a cercarti, ma non ti sembra un segno del destino se ci siamo incontrati proprio qui?”

 

Sentendola parlare, si rese conto di quanto gli fosse mancata la sua voce, in grado di sconvolgerlo ogni volta con una diversa sfumatura, e non potè fare a meno di guardarla.

 

“Camilla, ci siamo già detti tutto, e non mi sembra che il destino abbia mai realmente remato nella nostra direzione. Ti prego, non facciamoci ancora del male.”

“Ti prometto che dopo ti lascerò in pace, ma adesso per cortesia ascoltami. Io non voglio più farti del male, voglio solo amarti. Quella notte mi hai confessato di aver detto a Torre di non saper stare senza di me. Beh, io ho passato gli ultimi dieci anni a dimostrare a me stessa e agli altri di esserne in grado, di essere una donna forte, felice degli affetti ricevuti in dono dalla vita e persino capace di bastarsi da sola. E per quanto io adesso stia male, e credimi, il dolore e il senso di vuoto mi straziano quotidianamente come lame che scavano nel petto, so che piano piano riuscirei ad andare avanti, a tornare a vivere senza di te. Ma questo non conta niente, perché il punto è un altro: anche se posso farlo, di sicuro non lo voglio e so con assoluta certezza che questa cosa non cambierà. So che non ti fidi di me, so che con te ho sbagliato su tutta la linea, ma da oggi in poi vorrei passare ogni giorno della mia vita a scegliere di sceglierti. Ci ho messo un'eternità, e non potrò mai chiederti scusa abbastanza per questo, ma dimmi che sono ancora in tempo per ripeterti finché avrò fiato che non sei il caos ma l'uomo che voglio avere al mio fianco. Con il lavoro che fai, sai che la gente muore ogni giorno, sai che ogni istante potrebbe essere l'ultimo. E allora, se mi ami ancora, non negarti e non negarci l'ultima occasione di essere felici. Di essere semplicemente noi, Camilla e Gaetano, il periodo principale e non l'inciso. Amore perdonami, ti prego non rubarci altro tempo, non fare il mio stesso errore...”

 

Se non l'avesse già amata più della sua stessa vita, Gaetano si sarebbe innamorato di lei in quel preciso momento.

Non era il solo a ricordarsi tutto ciò che li riguardava, ogni parola che si erano detti, ogni dettaglio che era servito ad approfondire la natura della loro unione. E qualunque ragionamento fatto a livello conscio negli ultimi tre mesi cadeva davanti alla più scontata delle evidenze: il vero motivo per cui era rimasto a Torino era la speranza che, contro tutto e tutti, compresi loro stessi, ciò che li legava avrebbe avuto la meglio. Non poteva avere la certezza che finalmente le cose sarebbero andate nel verso giusto, perché Camilla sarebbe stata per sempre croce e delizia della sua esistenza, ma il cuore aveva già deciso.

Pochi passi, unica via per azzerare la distanza alla ricerca di reciproche conferme.

Ultimi istanti, prima che l'aria che li avvolgeva cambiasse improvvisamente colore.

 

“GAETANO... ATTENTOOOOOO!!!!”

 

Due colpi, due maledetti colpi. E poi solo il sangue e il buio.

 

“CAMILLA?? O MIO DIO, CAMILLA????”

 

Come vi ho detto all'inizio, questo cliffhanger mi ha tormentata per settimane ma alla fine ha avuto la meglio. Cos'è successo a Camilla? E come reagirà Gaetano di fronte alla possibilità di perderla per sempre? Se vi va di scoprirlo e non mi avete già mandata al diavolo, vi do appuntamento al prossimo capitolo!

   
 
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