Serie TV > Sherlock (BBC)
Ricorda la storia  |      
Autore: Occhi di nebbia    29/02/2016    15 recensioni
Il dramma che si consuma nell'anima di un "sopravvissuto" è sempre indescrivibile, ma mai impossibile da indagare.
Sii forte John, la tempesta sta per passare.
Genere: Angst, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Empty Heart
 
"I’m burning up, like a fever that rages in the night
Spark me up, I’m a firework I’ll burst into light
For it’s better to burn out than to fade out of sight
That’s what someone told me anyway"
Passenger - Fear of fear
 
 
- Devo chiudere! - il proprietario del locale si parò in tutta la sua altezza davanti all’uomo con la testa abbandonata sul tavolo pieno zeppo di bicchieri vuoti.
- Senta, c’è solo lei qui. Deve andarsene. -
Il poveretto non si mosse, aveva gli occhi spalancati persi a guardare il vuoto di fronte a sé. Il barista lo sollevò per le ascelle senza che quello opponesse resistenza e lo spinse fuori dal locale; raggiunse il vicolino dove sbucava la porta sul retro del suo pub, lo mise seduto, controllò per scrupolo che fosse effettivamente vivo e lo lasciò lì come una marionetta abbandonata dal suo Mangiafuoco. Doveva chiudere e andare a casa, sua moglie lo aspettava; ci mancava solo che dovesse prendersi cura di un ubriacone come tanti. Fece per rientrare, ma il piede gli si fermò a mezz’aria e si voltò a guardare di nuovo quell’uomo. Pareva distrutto, spezzato. Si chiese cosa potesse essergli successo di tanto brutto, ma non riuscì a darsi una risposta; in fondo, non era affar suo.
 
 

Fill my lungs full of smoke
Fill my belly full of beer
Fill my nights with bad jokes
told by folks full of fear
Fill my eyes with a stinging
Fill my time with wishing she was here

 
 
Passarono quasi dieci minuti prima che l’ubriaco sollevasse la testa fino ad incontrare con lo sguardo il cornicione sopra di lui.
Il tanfo della spazzatura abbandonata gli riempì i polmoni appena si decise a respirare più intensamente e sembrò riportare un po’ della lucidità che la birra aveva spazzato via. Aveva bevuto almeno una ventina di bicchieri, dopo i primi dieci si era persino dimenticato come ascoltare il mondo intorno: le persone sedute al tavolo dietro di lui avevano cessato di esistere, con le loro battute urlate a squarciagola.
Per un attimo gli sembrò quasi di vederlo, lassù, sul tetto del palazzo di fronte e poi davanti a lui con il volto spezzato sull’asfalto.
Ma, pur da ubriaco, comprese che non era più lì.

 
 

Fill my wide with the narrow
Fill my safe full of danger
Fill my bed full of shadows
Fill my dreams full of strangers
Fill my ears with a ringing
Fill my heart with a fear of fear
 

 

Non era mai arrivato fino a questo punto, mai. Era un dottore e sapeva bene i rischi del bere troppo. Una volta aveva sentito dire una cosa che si ricordava ancora: “Se ti ubriachi e sei felice, allora sarà una bella sbronza. Ma non farlo mai quando sei triste, perché tutto peggiorerà e sembrerà non avere più fine.”
Se lo ricordò solo ora che tutto gli pareva senza futuro. Quel tizio aveva ragione, era persino peggio. Si sforzò di alzarsi in piedi, ma non ne aveva la forza.
Non avrebbe mai potuto arrivare a casa in quelle condizioni. Una casa vuota che avrebbe riempito di brutti sogni, sogni che non faceva da molto tempo.
Ne valeva la pena?
 

Well fill my cup half empty cause it’s never been half full
Fill me up, paint me over, like a damp patch on the wall
Leave me lying on my stomach on your neighbour’s bathroom floor
I’m only here till tomorrow anyway


 

Non gli restava che starsene lì, fino a che il mondo non avesse smesso di prenderlo in giro. Strisciò accanto al muro e si sdraiò sull’asfalto ancora bagnato dalla pioggia del pomeriggio, incurante del fatto che si sarebbe inzuppato il maglione, i pantaloni e persino la camicia.
Solo fino a domani, si disse. Starò qui solo fino a domani.
Avrebbe tanto voluto dormire, ma la testa gli bruciava troppo e l’asfalto pungeva contro la sua guancia arrossata.
Non aveva il coraggio di chiudere gli occhi per paura di vederlo morire di nuovo. O anche solo di vederlo, per poi realizzare che non era più lì.
Così li tenne spalancati a forza, mentre nel grigio della sua iride si dipingeva un dolore che esplose in mille singhiozzi e lacrime quando la pressione si fece insopportabile.
 

 
 
I’m burning up, like a fever that rages in the night
Spark me up, I’m a firework I’ll burst into light
For it’s better to burn out than to fade out of sight
That’s what someone told me anyway

 
 
 
Sembrava che dentro di lui tutto avesse preso fuoco e nulla avrebbe potuto spegnere l’incendio; ogni cosa sapeva solo alimentarlo.
Dalla sua casa senza nessun coinquilino con cui dividerla, a ogni pezzo di arredamento non scelto da lui.
Tutto gli ricordava ciò che aveva perso. Pareva quasi che qualcuno si divertisse a giocare a dadi con la sua vita.
Pensò alla lettera abbandonata a metà, sul tavolo ora vuoto. Che sciocchezza pensare di scrivergli, come se potesse anche solo raggiungerlo con qualche parola.
E tutto in un momento si ricordò perché era entrato in quel bar. Sapeva che avrebbe dovuto scoppiare per smettere di soffrire e poi tutto sarebbe andato per il verso giusto. Meglio esplodere in un momento, che lasciare che il dolore strisciasse dentro di lui e lo consumasse fino a far si che il dottor John Watson non fosse mai neppure esistito. Ecco come si chiamava, ora si ricordava anche quello.
 

 

so fill my lungs full of smoke
fill my belly full of beer
fill my nose full of cocaine
fill my eyes full of tears
fill my short with a longing
fill my time with wishing I wasn’t here

 

 
Pensò che bere per dimenticare fosse una vera sciocchezza perché aveva scordato tutto tranne il motivo per cui aveva deciso di ubriacarsi, che stava lì nella sua testa in fiamme, senza bruciare.
Aveva bevuto venti birre, dodici shots di rum e due vodka alla pesca per dimenticare almeno un po’. Aveva scordato il suo nome, ma quello di Sherlock no.
Il dolore che ardeva in lui aveva consumato tutto e ora stava a lui riempire di nuovo la sua vita.
Riempire di cosa? Birra? Cocaina? Senso di colpa? Voglia di morire?
Nessuna prospettiva sembrava allettante, eppure John pensò che era tutto ciò che aveva davanti, ora che il suo migliore amico era morto lasciandogli ricordi di momenti che rimpiangeva di aver vissuto.
Perché sarebbe stato tutto più facile se non fosse esistito.
Se non fosse mai tornato vivo dalla guerra.
Se non avesse accettato di vivere con lui.
Se non si fosse innamorato.
Se lui non l’avesse abbandonato, prima ancora che potessero iniziare a camminare insieme.
 

 
 

Oh fill my past with regret
Wrap my present in brown paper



 
Ora aveva un cuore che pulsava e che gli ricordava ogni giorno cosa volesse dire vivere avendo perso tutto.
Poteva solo avvolgerlo nella carta da pacco e riporlo in un cassetto fino a che i suoi occhi sarebbero stati di nuovo in grado di aprirsi senza riempirsi di lacrime. 
John portò le mani giunte tra la sua guancia e l’asfalto e chiuse gli occhi come un bambino. Aveva paura, paura di cosa sarebbe successo ora.
Non sapeva come andare avanti da solo e aveva persino paura di avere paura. Un soldato non è mai impaurito. Ma lui non era più un soldato.
Era un uomo ubriaco, addormentato all’angolo di una strada, con la pancia piena di birra, gli occhi pieni di lacrime, la casa piena di fantasmi, la vita piena di rimpianti e il cuore pieno zeppo di paura.
 
 
Fill my future with promises that promise to come later
Fill my heart with a stinging
Fill my heart with a fear of fear
 
 
 
Non si accorse neppure che due uomini lo guardavano da lontano, nell’ombra.
- Devi dirglielo, fratellino. Non puoi lasciare che vada avanti così. -
- Quando sarà il momento, sarà il primo a saperlo. Te lo prometto. -
 
 

 
   
 
Leggi le 15 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Occhi di nebbia