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Autore: much_ado_about_nothing    01/03/2016    0 recensioni
Un'archeologa italiana che lavora in Turchia.
Una star hollywoodiana.
Due mondi troppo lontani per incontrarsi?
~~~~~~~
Lei era pentita di aver accettato quel lavoro ancora prima di iniziare.
Lui lo considerava una perdita di tempo.
Non immaginavano che quelle due settimane avrebbero cambiato le loro vite.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono tornato nel mio mondo, fra persone che condividono i miei stessi interessi, alcune le conosco da anni, altre le considero dei cari amici. 
Domani inizieremo a girare e nell'aria si percepisce l'eccitazione della vigilia. 
Ho sempre amato tutto questo. 
Allora perché non sono minimamente interessato a ciò che mi sta attorno? 
Perché rimpiango la mia stanza nell'albergo di Flore, quando qui ho una suite grande quasi quanto la sua sala ristorante? 
Questo è ciò a cui sono abituato, ma in questo momento mi sembra tutto talmente distante.
Ho sempre partecipato più che volentieri alle chiacchiere del dopo cena, ma questa sera me ne sto seduto fingendo di seguire i discorsi, mentre in realtà ho in mente due occhi verdi che mi guardano maliziosi prima che da quelle labbra che sono stato così vicino a baciare esca un commento ironico.
Che mi hai fatto dottoressa Guerra?
Guardo il cellulare con cui sto giocherellando distrattamente, potrei chiamarla per chiacchierare un po', ma forse è già andata a dormire: mi era sembrata stanca quando l'ho lasciata da Flore.
Se non avesse rifiutato così ostinatamente di alloggiare qui, ora sarebbe tutto più semplice.
Mi guardo intorno distrattamente, mentre mi sfugge un sospiro di frustrazione e incrocio lo sguardo di Mel, che è venuto a sedersi accanto a me. 
Naturalmente ha capito subito che ho la testa altrove. 
-Sono sempre più curioso di conoscerla.- dice nascondendo un sorriso.
-A chi ti riferisci?- gli chiedo fingendo di non capire
-Non prendermi per il culo Robert, sai benissimo di chi parlo.- ci conosciamo da troppi anni perché possa tenergli nascosto qualcosa. -Se vuoi possiamo andare avanti con questo giochino, ma io preferirei andare al sodo: quanto è seria questa storia?-
-Non c‘è nessuna storia.-
-Va bene, quanto è seria questa "non storia"?-
Sorrido, mio malgrado.
-Lei mi piace.-
-Mi sembrava ci aver capito che non andaste troppo d'accordo.- 
Ricordo bene la sua telefonata della prima sera. Ma qualcosa è cambiato da allora.
-Siamo diventati amici...
-Solo amici?
-Non siamo andati oltre un bacio di buonanotte sulla guancia.-
Mi guarda sollevando un sopracciglio, scettico.
-Non voglio affrettare le cose.-
-Da quanto sei diventato così saggio?-
-Mi piace, te l'ho detto, e non voglio rischiare di farla scappare proprio ora che mi ha permesso di esserle amico. Per ora posso accontentarmi di questo.-
-Sei sicuro che non sia perché non ti è caduta ai piedi al primo sguardo?
- Non è per la sfida. E quando la conoscerai, lo capirai anche tu. Lei è diversa. Con lei posso essere me stesso, senza bisogno di indossare maschere. E questo mi fa star bene. Come non stavo da mesi.-
-Beh, allora buona fortuna Robert.- mi poggia una mano sulla spalla -Credo ne avrai bisogno.- aggiunge mentre si alza.
-Che vuoi dire?- lo trattengo
-Che sei cotto, ragazzo mio. Decisamente.- 

"Sei cotto." Le parole di Mel continuano a girarmi per la mente, mentre mi aggiro irrequieto per la camera. Due semplici parole che riassumono perfettamente il mio stato. Quindici giorni fa nemmeno sapevo della sua esistenza ed ora starle lontano è una condizione davvero difficile da fronteggiare. Certo, anche con Susan era successo tutto molto in fretta, le avevo chiesto di sposarmi solo tre mesi dopo esserci conosciuti, ma questa volta... Non so, non riesco a spiegarlo bene nemmeno a me stesso. È diverso... 
Barbara, nonostante i suoi occhi e il suo corpo dicano il contrario, non mi vuole altro che come amico, ed io, pur di starle vicino, sono disposto ad accontentarmi. 
Perché in queste due settimane sono stato bene come non mi capitava da tanto. 
Negli ultimi anni, non ho fatto altro che recitare, anche quando ero fuori dal set, perché il più delle volte non vedevano me, ma Tony Stark, o Sherlock Holmes, ed io semplicemente stavo al gioco, ero come gli altri si aspettavano che fossi. 
E mi è andato anche bene per un po', era divertente. 
Ma ormai non mi diverto più da tempo. 
Quando sono con lei invece non devo fingere, per lei sono solo Robert, ed è quello che voglio: essere solo Robert. 
Per lei. Con lei. 
Così decido. Prendo la valigia, che non ho ancora disfatto, e torno da Flore, sperando che la mia vecchia stanza sia ancora libera. 
Perché qui, nella camera accanto alla mia non c'è lei, e la cosa non mi piace per niente.
Mentre aspetto il taxi che ho chiesto alla reception, scrivo un biglietto a Mel per avvertirlo del mio cambio di alloggio, anche se probabilmente lui lo immagina già: è sempre stato così, è un po' come la voce della mia coscienza, uno di quegli amici che capiscono ciò che farai ancora prima di te.

Flore è indubbiamente sorpresa quando le compaio davanti chiedendole se ha una camera libera, ma non fa nessun commento, anche se non può nascondere un sorriso mentre mi consegna la chiave della mia vecchia stanza.
Mi chiudo la porta alle spalle, poggio la valigia e mi sdraio sul letto senza nemmeno spogliarmi. Dalla camera accanto, la sua, vengono dei lievi rumori. Sono finalmente dove volevo essere.

Mi sveglia la luce che filtra dalla finestra che ieri sera ho dimenticato di chiudere. È presto, forse nemmeno le sette, ma dalla sua stanza mi arriva il rumore dell'acqua che scorre nella doccia, anche lei è già sveglia. Se mi sbrigo, posso scendere prima di lei ed aspettarla al nostro solito tavolo.
L'incontro sul set è fissato per le nove, abbiamo tutto il tempo per fare colazione. 
Durante la giornata non avremo molte occasioni di star insieme da soli, quindi voglio approfittare di ogni minuto.
L'aspetto bevendo un caffè, chiedendomi se Flore l'abbia avvisata del fatto che sono qui, quando la sua voce mi apostrofa:-Che ci fai qui?-
Ok, Flore non gliel'ha detto.
Mi giro e ignorando il suo tono aspro che attribuisco alla sorpresa di trovarmi lì, le rispondo sorridendo:-Faccio colazione.-
Pessima mossa, Robert: la sua risposta è un sibilo raggelante.
-Mi prendi in giro? Hai capito benissimo cosa volevo dire.-
I suoi occhi mandano lampi mentre aggiunge:-Idiota.- poi mi volta le spalle e se ne va, quasi travolgendo Flore che resta sulla porta a guardarla attonita e confusa.
Non quanto me, che non mi ero aspettato certo quella reazione. 
Che ho fatto per farla infuriare così? 
Stare qui seduto non mi aiuterà di certo a capirlo, così, dopo un attimo di sconcerto, mi riscuoto e la seguo. 
Esco dall'albergo nel momento in cui imbocca la strada che porta al set. La chiamo, ma lei mi ignora. La raggiungo e cerco di fermarla trattenendola per una mano, ma si divincola e continua a camminare. Poi all'improvviso svolta e torna indietro. 
Adesso basta. 
La supero e mi fermo davanti a lei a sbarrarle la strada. 
-Fammi passare, Robert.- mi intima, il suo tono, se possibile, è ancora più gelido. Ma non mi faccio impressionare, non ho intenzione di muovermi finché non mi avrà spiegato perché è così arrabbiata.
-Mi dici che ti succede?- 
- E tu, mi spieghi perché non sei rimasto nel tuo bell'hotel a 5 stelle?- fa lei di rimando, puntandomi l'indice contro il petto.
Per un attimo quel contatto mi distrae, ma poi il cervello registra il significato delle sue parole: è arrabbiata perché ho lasciato l'hotel? Perché? Sono decisamente disorientato.
-Qual'è il problema?-
-Il problema sei tu. Qui. Nel. Mio. Stesso. Albergo.- scandisce -Mi dici cosa ti sei messo in testa?-
Ora capisco, ha paura. Paura di ciò che c'è fra noi. Sa che stiamo diventando più che amici, anche se non vuole ammetterlo nemmeno con sé stessa, e questo la terrorizza.
Devo trovare il modo per rassicurarla, o perderò anche la sua amicizia.
-Se credi che sia qui per te, ti sbagli...- avanti, Robert, pensa, trova una scusa plausibile.-C'è stato un malinteso con le prenotazioni: qualcuno della produzione ha annullato per sbaglio la camera di Noomi, così le ho offerto la mia.- 
Si, certo, succede sempre che si dimentichino della coprotagonista! Decisamente potevo fare di meglio.
-Quello che credo io non conta.- forse mi ha creduto, ma comunque non demorde, -Conta quello che penseranno gli altri. Abbiamo passato due settimane insieme, soli, ora tu lasci il tuo bell'hotel di lusso per venire a stare in un semplice albergo a conduzione familiare, dove, guarda caso, alloggio anch'io. Quali conclusioni credi che ne trarranno? Potevi andare in un altro albergo... Non è che qui ne manchino...-
Ma davvero sta evocando dei presunti pettegolezzi? Tutta questa storia sta diventando ridicola.
-Era tardi, venire qui da Flore mi è sembrata la soluzione più logica. E poi mi piace qui.-
-Ma non pensi a tua moglie?-
Tirare in ballo Susan è davvero un colpo basso.
-Scusa, ma che c'entra Susan in tutto questo? Sai che stiamo divorziando.-
-Appunto, non credi che chiacchiere del genere, anche se false, potrebbero influire sulla causa?-
-Susan ha già firmato i documenti, io lo farò appena tornerò negli Stati Uniti. Non ha nessun interesse a tirare le cose per le lunghe, visto che lei e il suo compagno stanno già organizzando il matrimonio.-
-Oh... non lo sapevo.- all'improvviso tutta la sua furia sembra svanita, si morde un labbro imbarazzata.
-Capita anche agli attori sexy e famosi di essere sostituiti con qualcun'altro.- provo a scherzare, ma non devo essere molto convincente, perché non convinco nemmeno me stesso.
-È stata lei a...?- il suo imbarazzo è sempre più palese -Scusa, credevo che...- 
-Che fossi stato io a lasciarla?- concludo per lei -Beh, ti sbagliavi.- so di aver usato un tono troppo brusco, ma anche se da tempo ormai il nostro matrimonio si trascinava stancamente, Susan ed io siamo pur sempre stati insieme più di 10 anni, abbiamo due figli, tutto questo ha un peso, e un divorzio, anche se consensuale, non è mai una cosa facile da affrontare. E lei dovrebbe saperlo più di chiunque altro, visto che a quanto pare non ha ancora superato il suo e per questo ha una paura fottuta di innamorarsi di nuovo.
-Comunque, se il fatto che io stia qui ti mette a disagio, oggi cercherò una stanza in un altro posto. Credevo non ti importasse di ciò che pensa la gente... a quanto pare mi sbagliavo anch'io.-
Le volto le spalle e me ne vado, arrabbiato più con me stesso che con lei. 
Sono stato uno stupido. Aveva iniziato a fidarsi, quel maledetto muro dietro il quale si nasconde aveva iniziato a sgretolarsi ed ora venendo qui, ho probabilmente rovinato tutto facendola allontanare di nuovo.
Ha ragione: sono un vero idiota. Stasera tornerò all'hotel.
   
 
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