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Autore: Rachel_Daae    01/03/2016    1 recensioni
G-Dragon, Taeyang, Seungri, T.O.P e Daesung sono più di cinque semplici ragazzi. Sono anche più di semplici cantanti o super star. Ho immaginato un mondo in cui i cinque amici devono la loro celebrità ad un passato oscuro e ad un contratto che li lega indissolubilmente ad un'entità che li controlla e che dona loro ciò di cui hanno bisogno e anche di più. ||
"Un'anima entro la mezzanotte di sabato prossimo. Sei giorni di tempo, non potete tardare." || Monster AU.
Genere: Dark, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Cursed and Damned
BigBang’s Monster AU
 

 
The saints can't help me now, the ropes have been unbound
I hunt for you with bloody feet across the hallow'd ground.

Like some child possessed, the beast howls in my veins
I want to find you tear out all your tenderness.

 (“Howl”, Florence + The Machine)
 
Persino un uomo puro di cuore, che dice le sue preghiere ogni sera, può diventare un lupo, quando l'erba luparia è in fiore e la luna splende leggera. O bramare il sangue di un altro quando il sole scende e il suo corpo il volo prende.
(Van Helsing, 2004)
 
Don’t get too close
It’s dark inside
It’s where my demons hide.

(“Demons”, Imagine Dragons)
 
In sleep he sang to me, in dreams he came
That voice which calls to me and speaks my name.
And do I dream again? For now I found
The Phantom of the Opera is here inside my mind.

(“The Phantom of the Opera”, Andrew Lloyd Webber)
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Prologo
G-Dragon
 
Quel lunedì mattina G-Dragon si svegliò con una strana sensazione alla bocca dello stomaco. Negli anni aveva imparato fin troppo bene a riconoscere i segnali che il suo corpo gli mandava e sapeva che quella stretta violenta e persistente non gli avrebbe portato nulla di buono.

Si mise a sedere sul suo letto, stropicciandosi gli occhi per qualche secondo prima di stiracchiarsi e scoprire che non solo lo stomaco, ma tutto il petto gli doleva, stretto come se fosse sul punto di scoppiare. Comunque G-Dragon non se ne preoccupò. O almeno, non lo fece come una persona normale avrebbe fatto. Sapeva di essere perfettamente sano, non temeva sventure come infarti o colpi apoplettici. Un po’ perché davvero credeva che il suo corpo non lo avrebbe mai tradito e un po’ perché nella sua condizione tutto ciò non sarebbe mai stato possibile.

Pensò e ripensò alla sera precedente, ma ricordava perfettamente di essersi messo a letto dopo aver bevuto una birra con i suoi coinquilini ed amici, e una sola birra, da che mondo è mondo, non lo aveva mai fatto ubriacare. Si ritrovò perciò con grande rammarico ad escludere la possibilità di essersi sbronzato a dovere e purtroppo per lui, e per tutti gli altri, non gli venne in mente nulla che potesse spiegare umanamente il suo disagio fisico.

Dopo essersi arrovellato per un po’ si arrese: poteva esserci un solo motivo per cui G-Dragon, il grande GD, si sentiva così. Lo avrebbe affrontato quella mattina stessa, anche se non gli faceva piacere.

Sbuffò sonoramente e si trascinò fino in cucina. La casa era completamente vuota, gli altri dovevano essere già usciti per andare al lavoro o chissà dove a fare chissà cosa. G-Dragon se ne accorse non tanto per la mancanza di un famigliare odore di caffè per tutto l’appartamento e nemmeno per il fatto che nessuno era andato a svegliarlo, ma perché se ci fosse stato qualcuno a quell’ora sarebbe stato costretto a sorbirsi la voce di Rì che si faceva sgridare da Taeyang, o di Top e Daesung che si facevano dispetti a vicenda come due bambini troppo cresciuti.

Vivevano tutti e cinque in quell’appartamento da quando si erano conosciuti, ormai troppi anni prima, in quei giorni fatidici che avevano decretato la loro unione come gruppo musicale e come amici. Più e più volte i BigBang, così si chiamavano, avevano dichiarato davanti alle telecamere la loro devozione al gruppo, ai fans, al mondo dello spettacolo e della cultura, ma G-Dragon sapeva, in quanto leader, che c’era molto di più dietro a tutti quei sorrisi, dietro a quelle giornate di allenamento intenso per imparare le coreografie, dietro alle sue nottate insonni trascorse con la testa immersa nei fogli da riempire di parole.

C’era molto di più in quei cinque ragazzi, e G-Dragon quella mattina lo sentiva proprio nella morsa che gli stritolava lo stomaco e in quello che essa annunciava, anche se lui continuava a cercare di ignorarne i segnali.

Si fece un caffè molto lungo, si obbligò persino a masticare due biscotti, ma non aveva alcuna fame. Non che ne avesse mai avuta negli ultimi anni, ma di tanto in tanto si sforzava di mandare giù qualcosa che non fossero i sentimenti altrui. Per Daesung, Seungri e Taeyang era diverso, loro avevano ancora delle necessità corporali come quella di riempiersi la pancia di tanto in tanto. Top era l’unico a condividere con G-Dragon questo fardello. Il cibo, così come le donne e altre tentazioni terrene, su loro due non avevano alcun effetto, non l’avevano mai avuto a dire il vero, perché entrambi, ma G-Dragon in particolare, non avevano avuto il tempo di crescere e sviluppare certi interessi. La loro essenza era rimasta la stessa dei ragazzini che erano quando successe tutto.

G-Dragon sorrise continuando a tenere lo sguardo fisso e vacuo. Si era perso nei suoi ricordi e questo lo sfamava più di qualsiasi colazione. Lo ubriacava più di qualsiasi birra, lo svegliava e lo teneva vigile più di qualsiasi caffè.

Ancora fortemente svogliato, ma decisamente più attento, si arrese finalmente alla realtà dei fatti. Quello che il suo stomaco tentava di dirgli da qualche minuto era che era arrivato quel momento dell’anno in cui lui e gli altri ragazzi avrebbero dovuto fare i conti con il loro Capo e con quella mostruosa realtà che era il Contratto che li teneva tutti appesi a quel filo glorioso e pericoloso che era la loro carriera.

Se il Capo fosse stato più favorevole alle moderne tecnologie, GD avrebbe semplicemente acceso il pc e controllato la propria mail per leggere il messaggio annuale che questi gli mandava, ma purtroppo il Capo era ancora particolarmente affezionato ai metodi tradizionali, oltre che amante della teatralità che c’è nell’atto dello spedire una lettera. GD si era spesso sorpreso che non gli venissero recapitati biglietti tramite volatili o tramite metodi di spedizione talmente arcaici che nemmeno lui poteva conoscere. Perciò non gli restava che ringraziare (o maledire, dipende dai punti di vista) il servizio postale di Seul per essere ancora perfettamente efficiente.

Si vestì in fretta e distrattamente. Indossò un paio di pantaloni di tuta e si tirò la zip della felpa fin sopra il naso. Uscì di casa in ciabatte e andò fino alla cassetta della posta dentro alla quale giaceva immancabilmente il biglietto del capo, ironicamente imbustato con carta nera e sigillato con ceralacca rossa. GD sorrise da sotto il collo della felpa. Il Capo aveva davvero un gran senso dell’umorismo.
Non perse altro tempo e tornò in casa. Avrebbe anche potuto evitare di aprire la lettera, sapeva perfettamente quale era il contenuto del messaggio, ma se non l’avesse letta il Capo l’avrebbe saputo e si sarebbe fatto vedere. GD lo avrebbe volentieri evitato, così come avrebbe evitato l’intera faccenda, così aprì la busta e lesse:
 
Anime mie devote,
Sapete già cosa sto per chiedervi. Un’anima entro la mezzanotte di sabato prossimo. Sei giorni di tempo, non potete tardare.
Sempre vostro.
 
Davvero il Capo aveva un gran senso dell’umorismo. Si divertiva sadicamente a chiamarli “Anime mie devote”. Come se avessero altra scelta oltre ad essere ai suoi ordini, come se fossero lì per servirlo e ringraziarlo del regalo che avevano ricevuto.

Loro erano lì perché erano stati così innamorati della vita da rinunciarvi con una firma fatta col sangue. Tutti loro tranne GD, che invece una scelta l’aveva avuta e che aveva deciso da sé del proprio destino, condannandosi eternamente a questo.

E ogni volta che la lettera arrivava tutti loro si ricordavano del prezzo che dovevano pagare per quel dono. I luccichii della fama per i Big Bang avevano un amaro retrogusto di eterna dannazione e questo era la causa della strana sensazione allo stomaco di GD, responsabile in parte di quello che stavano passando tutti i membri del gruppo.

Era diventato il loro leader perché il caso li aveva uniti e perché era lui a doverli guidare e proteggere. Perché lui era l’erede del Capo e presto o tardi avrebbe preso il suo posto. E allora chissà cosa ne sarebbe stato degli altri, le loro anime gli sarebbero appartenute e sarebbe toccato a lui decidere del loro destino.

GD a questo non voleva pensare. Non adesso che la scadenza era imminente, così prese semplicemente il suo cellulare e tramite uno di quegli strumenti di messaggistica che tanto andavano di moda, e che i ragazzi dovevano sforzarsi di usare per apparire normali, inviò un messaggio a ogni membro del gruppo:

 
È arrivata la lettera questa mattina. Mettetevi al lavoro non appena potete. Questa sera riunione a casa per discuterne.
GD.
 
 
***
 
E divenne un involucro inutile di emozioni. Quando la sua anima si staccò dal suo corpo e il suo sangue andò a rigare la pergamena del Diavolo.
Kwon Ji-yong, si chiamava. Ji-yong vendette l’anima al demonio e diventò G-Dragon.
 
 


Buongiorno a tutti! Non sono solita fare queste cose, ma ho in mente questa fanfic da quando ho iniziato ad ascoltare i BIGBANG e voglio provare a pubblicarla.
Di solito pubblico solo cose revisionate miliardi di volte e soprattutto solo se già concluse. Non so ancora dove andrò a parare, ho ancora molte riserve sullo spessore dei capitoli, sul titolo, sugli sviluppi, sui caratteri del personaggi e questi primi capitoli sono stati scritti mesi fa e sono ancora qui bloccata. In realtà spero tanto che la pubblicazione mi spinga a continuare a scrivere perché tengo moltissimo a finire questa ff (l'ho già ripresa in mano, non temete).
Per quanto riguarda la storia, è da quando mi sono innamorata di Monster e del suo MV che l'ho in mente. Quindi, che vita sarebbe per i ragazzi se in realtà non fossero proriamente esseri umani?
Questo primo capitolo non può ancora dirvi molto, in realtà è solo un assaggio, una misera introduzione, ma vi lascio con questi indizi che verranno chiariti più avanti.
Spero tanto sia di vostro gradimento. Per me è importante conoscere ogni parere, anche quelli negativi, soprattutto perché con questa ff sto facendo un cambio di abitudini non indifferente.
Grazie a chi legge e a che lascerà una traccia del proprio passaggio!
Un abbraccio a tutti i VIP.

Rachel
  
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