Anime & Manga > Osomatsu-san
Ricorda la storia  |      
Autore: Princess Kurenai    04/03/2016    1 recensioni
[Osomatsu-san]
Karamatsu non ricordava l'esatto momento in cui lui e i suoi fratelli avevano preso l'abitudine di attendere che Todomatsu si fosse addormentato prima di spegnere la luce, ma gli piaceva pensare che fosse sempre stato così. In fondo era il più piccolo tra loro ed era naturale il volergli riservare quelle piccole attenzioni, visto che con la sua paura del buio Todomatsu aveva sempre avuto difficoltà ad addormentarsi.
Di conseguenza, non era un gran peso spegnere la luce un po’ più tardi, ma per quel che sapeva Karamatsu, i ‘veri problemi’ iniziavano per lo più nel bel mezzo della notte, quando suo fratello si svegliava e andava a cercare l’aiuto di uno di loro per i motivi più disparati: rumori sospetti, incubi o anche semplicemente per andare a prendere dell'acqua.
Todomatsu non era più un bambino, ma le paure andavano ben oltre l’età raggiunta, e anche se Karamatsu si era sempre mostrato più che disponibile ad ergersi in sua difesa - come avrebbe fatto, ovviamente, anche per gli altri suoi fratelli -, il minore non aveva mai avuto bisogno del suo aiuto durante la notte... almeno fino a quel momento.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Karamatsu non ricordava l'esatto momento in cui lui e i suoi fratelli avevano preso l'abitudine di attendere che Todomatsu si fosse addormentato prima di spegnere la luce, ma gli piaceva pensare che fosse sempre stato così. In fondo era il più piccolo tra loro ed era naturale il volergli riservare quelle piccole attenzioni, visto che con la sua paura del buio Todomatsu aveva sempre avuto difficoltà ad addormentarsi.
Di conseguenza, non era un gran peso spegnere la luce un po’ più tardi, ma per quel che sapeva Karamatsu, i ‘veri problemi’ iniziavano per lo più nel bel mezzo della notte, quando suo fratello si svegliava e andava a cercare l’aiuto di uno di loro per i motivi più disparati: rumori sospetti, incubi o anche semplicemente per andare a prendere dell'acqua.
Todomatsu non era più un bambino, ma le paure andavano ben oltre l’età raggiunta, e anche se Karamatsu si era sempre mostrato più che disponibile ad ergersi in sua difesa - come avrebbe fatto, ovviamente, anche per gli altri suoi fratelli -, il minore non aveva mai avuto bisogno del suo aiuto durante la notte... almeno fino a quel momento.
«Karamatsu nii-san...»
Era stata una vocina bassa e familiare a strapparlo dai suoi gloriosi sogni, e ancora confuso per il sonno appena interrotto - e forse anche un po’ seccato -, Karamatsu si era ritrovato a mugugnare, voltandosi istintivamente per scacciare il disturbo.
«Nii-san...», sentì la voce per una seconda volta, accompagnata da una mano fredda sulla sua spalla che lo scosse un poco, costringendolo suo malgrado ad aprire gli occhi.
«Mh...», Karamatsu ci mise qualche momento per riuscire a mettere a fuoco il volto del minore dei gemelli, sussultando addirittura nel vederlo illuminato, quasi sinistramente, dalla luce del display del suo cellulare.
«T... Totty...?», mormorò sorpreso, ma ancor prima che l’altro aprisse bocca per rispondere con un basso e imbarazzato: «Ho... bisogno di andare in bagno», le labbra di Karamatsu si erano già piegate verso l'alto. Gli era bastato poco per intuire il motivo di quel 'disturbo' notturno.
Solitamente, Todomatsu era solito chiedere a Choromatsu o, nel caso più estremo, a Jyushimatsu di aiutarlo in quei casi, e per Karamatsu quella era una piacevole e gradita novità. Si sentì sin da subito sinceramente emozionato: era come se Todomatsu avesse finalmente iniziato ad apprezzare il suo fratellone, come era giusto che fosse.
Certo, bisognava pure pensare al fatto che Choromatsu stesse poco bene sin da quel pomeriggio - e sicuramente, nei giorni successivi, anche tutti loro si sarebbero sentiti male -, e che, come notò nel mettersi seduto sul futon, Jyushimatsu stava dormendo con un’espressione beata, stretto come un polpo a Ichimatsu - sarebbe stato impossibile cercare di svegliarlo senza destare anche l'altro. Di conseguenza a Karamatsu non restava altro se non dedurre di essere stato scelto solo come riserva, ma in fin dei conti Todomatsu poteva chiamare Osomatsu, disturbare Choromatsu o rischiare di svegliare Ichimatsu e Jyushimatsu, ma non l'aveva fatto.
Doveva pur significare qualcosa, si disse.
«Certo! Andiamo!», dichiarò con sicurezza.
Si mise in piedi in un lampo, e afferrando la piccola torcia che Choromatsu utilizzava in quelle situazioni, lasciarono la camera. Todomatsu non parlò durante quel breve tragitto, ma si guardava attorno sospettoso come se aspettasse di veder spuntare fuori un mostro da un momento all’altro, e Karamatsu non poté non sentirsi quasi un eroe nell’ergersi come uno scudo tra il suo fratellino e la paura.
«Eccoci qui!», esclamò, fermandosi davanti al bagno con il petto gonfio d’orgoglio. Todomatsu, al contrario, assunse subito un’espressione palesemente imbarazzata, che tuttavia non gli impedì di borbottare un minaccioso: «Guai a te se te ne vai e mi lasci qui da solo, nii-san».
«Non preoccuparti! Non potrei mai abbandonarti, my brother~! Resterò qui fuori ad attenderti! Ti difend-», rispose prontamente, venendo però interrotto dalla porta chiusa a un palmo dalla sua faccia. Rimase per un momento immobile poi, sospirando, decise di sedersi per terra, appoggiando la schiena contro il muro per attendere che Todomatsu finisse con i suoi bisogni.
Nonostante l’orario improponibile, Karamatsu, si rese conto di non aver più sonno e, come era ovvio, continuava a non riuscire a smettere di sorridere all'idea di essere 'stato notato dal suo fratellino'. Quel pensiero, a dirla tutta, era un po' imbarazzante oltre che penoso, ma era sinceramente troppo felice per pensarci. Lui era sempre stato gentile con i suoi fratelli, ma il più delle volte gli sforzi fatti non venivano neanche recepiti dagli altri. Non che Karamatsu pretendesse chissà cosa, non si comportava in quel modo con l’intenzione di riceve qualcosa in cambio da parte dei suoi fratelli, ma... era ugualmente una bella sensazione il potersi sentire utile anche per una piccolezza come quella.
Continuò quindi a sorridere tra sé e sé, ascoltando quasi distrattamente i rumori provenienti dal bagno, come per assicurarsi che fosse tutto a posto. La casa era avvolta nel silenzio e in lontananza poteva quasi sentire il lento russare di Jyushimatsu. Fece quasi in tempo a pensare un: "È tutto così calmo", che solo un momento dopo si ritrovò a scattare in piedi quando sentì un urlo e un tonfo provenire dall'interno del bagno.
«Totty!», esclamò, e senza pensarci due volte spalancò la porta, pronto a difendere suo fratello da qualsiasi cosa. La scena che tuttavia gli si presentò davanti si rivelò essere per lo più comica, e neanche lontanamente pericolosa, tant'è che le sue labbra si piegarono per l'ennesima volta verso l'alto senza poterle fermare.
Todomatsu era caduto con il sedere per terra. Aveva i pantaloni del pigiama leggermente calati e sul suo viso faceva bella mostra un'espressione tra lo stupore e l'odio. Un leggero miagolio lo costrinse a sollevare lo sguardo, seguendo in quel modo anche gli occhi di Todomatsu che fissavano un gatto fermo sulla finestra - dalla quale si affrettò poi a uscire, forse spaventato.
Probabilmente, pensò Karamatsu, era entrato proprio da lì, cogliendo di sorpresa suo fratello.
Rivolse ancora le sue attenzioni su Todomatsu, giudicandone lo stato. Sembrava tutto intero, a parte lo spavento e la caduta, ma doveva esserne sicuro.
«Stai bene?», gli domandò infatti, tendendogli la mano per farlo alzare. Todomatsu sussultò nel sentire la sua voce e, imbronciandosi, si voltò come per nascondersi.
«Certo!», rispose piano, orgoglioso e con il viso ancora arrossato, «Era solo un gatto! Niente di che!», aggiunse, accettando però l'aiuto del fratello.
«Allora perché hai gridato in quel modo?», insinuò Karamatsu, e il volto di Todomatsu assunse una nuova tonalità di rosso. Non voleva prenderlo in giro, non troppo almeno, ma era stato più forte di lui.
«Mi... ha solo preso alla sprovvista», si difese il minore, sistemandosi i pantaloni del pigiama.
«Okay», ridacchiò Karamatsu, attendendo con pazienza che l'altro sembrasse pronto a muoversi.
«Andiamo», annunciò Todomatsu, e dopo aver recuperato la piccola torcia, ripercorsero entrambi il corridoio fino a tornare nella stanza che dividevano con i fratelli.
Ripresero posto sul futon e il minore si dimostrò ancora ben poco incline a parlare o commentare quanto fosse appena accaduto, tant'è che diede subito le spalle a Karamatsu, nascondendosi sotto le coperte. L'imbarazzo non sarebbe svanito tanto facilmente e, come ben sapeva il maggiore, si era anche spaventato per davvero poco prima.
L'oscurità rendeva tutto più macabro, facendo apparire anche un innocuo gattino come un pericolo... e per uno come Todomatsu, che aveva paura del buio, doveva essere stato un brutto colpo.
«Ehi, Totty», lo chiamò qualche attimo dopo, «Stai tranquillo, okay?», proseguì per rassicurarlo, mantenendo un tono di voce basso per non svegliare gli altri. Todomatsu non si mosse dalla sua posizione, ma Karamatsu non demorse.
«Il tuo nii-san non esiterà ad accorrere in tua difesa se dovesse succederti qualcosa! Ora vuoi che ti canti una ninna nanna?», propose, venendo però messo a tacere dalla pronta risposta dell'altro.
«Buonanotte!»
«Uh?»
Karamatsu fissò per qualche momento le spalle del fratello disteso accanto a lui poi, scuotendo le spalle, si sistemò a sua volta sotto le coperte del futon. Conosceva Todomatsu fin troppo bene e sapeva che il minore non gli avrebbe mai dato la soddisfazione di ringraziarlo, non dopo essersi imbarazzato in quel modo davanti ai suoi occhi! Ma non era un problema, si disse con leggerezza. Chiuse gli occhi senza nascondere un sorrisetto ancora soddisfatto ed emozionato per quella piccola 'avventura notturna'.
Dopo qualche minuto di pace sentì Todomatsu iniziare a muoversi lentamente vicino al suo fianco, come alla ricerca di una posizione più comoda. Rimase fermo ad ascoltarlo, incerto se intervenire o meno - forse era ancora agitato -, e quando i suoi movimenti cessarono, Karamatsu fu certo di aver sentito, leggere come una carezza, delle labbra contro la sua guancia, seguite poi da un basso e sincero: «Grazie, Karamatsu nii-san».
Spiazzato, riaprì gli occhi scatto, accettando senza potersi ribellare il corpo di Todomatsu contro il suo - anche volendo, ovviamente, non lo avrebbe mai allontanato. Si concesse solo un momento per riprendersi dallo stupore e, sorridendo di nuovo, allungò il braccio per stringere a sé il suo fratellino, permettendogli di usare il suo petto come cuscino.
«Dormi bene, Todomatsu».

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Osomatsu-san / Vai alla pagina dell'autore: Princess Kurenai