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Autore: Maty66    05/03/2016    2 recensioni
James Tiberius Kirk. Un eroe, figlio di un eroe. Burattino di tutti anche nella morte.
Genere: Angst, Avventura, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James T. Kirk, Leonard H. Bones McCoy, Romulani, Spock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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EROE

Capitolo 1

Due settimane prima

 

“Ho detto no! Non mi voglio vestire da pinguino!” urlò di nuovo il capitano James Kirk.
“Smettila di fare il bambino, Jim. Sai benissimo che devi andare a quel ricevimento. Quindi devi avere uno smoking” scandì McCoy come se stesse parlando ad un bambino non particolarmente intelligente.
“E perché non posso andarci in alta uniforme?” chiese ancora Jim mettendo la testa fuori dal camerino di prova. “Perché devo spendere la metà del mio stipendio mensile per comprare questo  costume da Halloween?”
McCoy rivolse uno sguardo esasperato a sua madre Eleanor, che aspettava poco distante con Johanna.
“Provateci voi… io non ce la faccio più” disse alle due.
Eleanor McCoy,  dolce ma risoluta mamma del burbero CMO dell’Enterprise, si avvicinò al camerino di prova.
“Jim, tesoro, non è un ricevimento della Flotta. E sull’invito hanno espressamente richiesto l’abito da sera”
“E allora perché Bones non ne sta comprando uno anche lui?” chiese con voce petulante l’eroico capitano. Dall’interno della cabina provenivano muggiti e lamenti come se il ragazzo fosse impegnato in una lotta con i klingon.
“Ti ho già detto che io ho già uno smoking. Ora vieni fuori di lì e facci vedere se  va bene. Così questo strazio finisce” borbottò il medico.
“No, mi vergogno” borbottò in risposta l’uomo all’interno.
“Jim vieni subito fuori di lì!!” ordinò Eleanor McCoy con la sua migliore autorità.
Dopo un secondo la tenda si aprì.
“Oh, ecco. Stai benissimo, caro” esclamò Eleanor, tornata subito dolce e gentile, mentre ammirava la figura del giovane.
 “Wow… zio Jim sei bellissimo. Sembri un attore” esclamò Johanna McCoy avvicinandosi con aria rapita.
Leonard McCoy provò un attimo di rabbia. Doveva ammettere che effettivamente  l’abito sembrava cucito sulla figura atletica del capitano, ma la capacità del suo migliore amico di  far sdilinquire qualsiasi essere di sesso femminile, ivi comprese sua figlia di nove anni e sua madre, lo lasciava a volte sconvolto.
“Bones ti prego… potresti darmi qualcosa per farmi stare male solo per stasera…. ti prego…” fece Jim guardandolo con aria da cucciolo bastonato.
“No mi spiace, sei il capitano e se ci andiamo noi ci devi venire anche tu al ricevimento”
Tutto l’equipaggio di comando era stato invitato al ricevimento presso l’ambasciata vulcaniana di San Francisco, in occasione dell’avvio di colloqui di pace con Romulus.
 La presenza dell’eroico equipaggio della nave ammiraglia della Flotta era altamente simbolica, ma Jim sospettava anche che la stessa dovesse e potesse costituire una distrazione mediatica, mentre i veri colloqui si svolgevano in modo sotterraneo.
“Bene… ora  mancano solo le scarpe” concluse Eleanor mentre  ammirava ancora lo smoking.
“Cosa??? Perché cosa c’è  che non va nelle mie scarpe??”
 
“Facciamo a chi arriva prima alla gelateria” propose all’improvviso Jim a Johanna, appena uscito dal negozio, mollando i pacchi che aveva in mano a McCoy.
La bambina si mise a correre dietro allo zio.
“Non vale sei partito prima. E hai le gambe più lunghe, uffa” urlò indispettita.
Eleanor McCoy sorrise alla scena.
Era riuscita a strappare a Jocelyn, la sua ex nuora, una intera settimana con Johanna, da trascorrere   a San Francisco dove Leonard era in congedo.
“Ma tu guarda… è come avere due bambini, non uno” borbottò il medico raccogliendo i pacchi che aveva lasciato cadere.
“Ammettilo Leo, il lato fanciullesco di Jim è quello che ti piace di più di lui” rise la madre.
“Sì, se quello stesso lato fanciullesco non lo rendesse totalmente incosciente e quindi per me così difficile tenerlo tutto intero e sano”
Bones sospirò al pensiero delle settimane precedenti e della missione da cui erano rientrati.
Una semplice missione  di esplorazione su di un pianeta classificato  M, ma senza forme di vita intelligenti, si era rivelata invece una trappola mortale.
Spock aveva riportato sull’Enterprise Jim agonizzante per il veleno inoculato da una pianta e il medico aveva passato due giorni nella quasi assoluta certezza che il suo migliore amico stavolta gli sarebbe davvero morto fra le braccia; aveva perso ogni speranza quando il vulcaniano aveva finalmente annunciato di aver sintetizzato l’antidoto.
Per la prima volta da quando lo conosceva McCoy aveva provato l’impulso di abbracciare e baciare il folletto dal sangue verde, ma tutto il suo lato tenero era stato cancellato dalla rabbia contro Jim quando aveva saputo che lo stupido moccioso aveva deliberatamente “annusato” la pianta mortale.
“Crede di essere immortale” sbottò McCoy alla madre.
“Tipico di voi giovani” rispose la donna con sguardo comprensivo.
“Sì, ma io sono solo un medico. E verrà il giorno in cui non sarò in grado di salvarlo” borbottò.
“Non puoi cambiarlo Leo. Jim è fatto così: incosciente, generoso  e coraggioso”
McCoy emise un sospiro di rassegnazione, mentre Johanna e Jim tornavano verso di loro ognuno con un gelato enorme che colava dappertutto.
Subito Eleanor prese un fazzoletto e lo porse a Johanna.
“Zio Jim, ti cola tutto il gelato sul giubbotto” rise la bambina
“Oh cavolo!!” borbottò Jim cercando di porre rimedio con l’unico risultato di far colare il gelato ancora di più.
“Hai detto una parolaccia!!” ridacchiò ancora di più Johanna.
“Sì zio Jim, non si dice” fece con aria dura McCoy porgendogi un fazzoletto.
“Uhm… non si dice? E cosa si dice quando si è arrabbiati o ti succede  una cosa come questa?” rispose il giovane guardando con mestizia il gelato che nel frattempo  gli era scivolato dalle mani e finito in terra.
“Puoi dire  corbezzoli  o perbacco ad esempio” elencò Johanna con aria paziente.
“Corbezzoli? Te l’ha insegnato tuo padre??” rise Jim.
“Pulisciti, ci sono i giornalisti in giro. E dobbiamo tornare a casa per vestirci” ordinò McCoy.
“Corbezzoli, si è fatto tardi. Perbacco” fece Jim con aria assolutamente seria, provocando uno scoppio di risate in Johanna, un sorriso irrefrenabile in Eleanor ed un ringhio in Bones.
 
 
Il ricevimento era affollato, ma non caotico, in tipico stile vulcaniano.
Appena entrato nella  grande sala Jim, alla testa del suo equipaggio di comando, cercò con gli occhi Spock.
 Non lo vedeva da quando erano scesi sulla Terra per il congedo, anche se il vulcaniano lo aveva chiamato spesso per informarlo degli sviluppi nella preparazione dei colloqui di pace da parte di suo padre, l’ambasciatore Sarek.
 Ed infatti il primo ufficiale dell’Enterprise stava accanto a suo padre, rigido ma elegante nell’abito cerimoniale vulcan, impegnato in una conversazione fitta con altri delegati delle varie ambasciate.  
Jim rivolse un sorriso ironico a Uhura che era entrata accanto a lui.
La donna era assolutamente splendida nell’abito da sera grigio chiaro che le lasciava le spalle scoperte.
“Non vai a salutare tuo suocero?”
“Spiritoso” si limitò a rispondere a donna con aria truce.
 “Dov’è il bar?” chiese invece Scotty fregandosi le mani.
“Ragazzi mi raccomando non esageriamo. E tu Pavel ricordati che sei troppo giovane, non puoi bere” esortò il capitano, guardando il giovane guardiamarina russo arrossire all’inverosimile.
“Kirk, finalmente”
L’espressione del capitano mutò improvvisamente mentre si voltava per fronteggiare la donna che l’aveva chiamato.
“Signora Presidente” salutò con deferenza, anche se sul suo viso era chiaro il disprezzo.
Mary Marlentes era stata nominata da circa un anno Presidente della Federazione dei Pianeti Uniti, prima donna nella storia.
Considerata un politico di spessore, era abile, sfrontata e soprattutto sleale e priva di scrupoli quanto basta per ottenere quasi sempre quello che voleva. Il che la poneva immediatamente nella zona “antipatia a pelle” di Jim Kirk.
“Pronto a fare la tua solita parte per la stampa e per la gioia del pubblico?” chiese con un finto sorriso la donna.
Kirk vinse a stento l’impulso di insultare la donna, anche perché McCoy si era avvicinato e  di nascosto gli aveva stretto il gomito.
“Sono un soldato signora, eseguo gli ordini, nei limiti della lealtà e legittimità” si limitò a rispondere.
“Bene allora facciamo il nostro dovere mediatico. Metti su il tuo famoso sorriso ed invitami a ballare”
A McCoy venne quasi da ridere nel vedere la rigidità con cui il capitano conduceva la donna sulla pista da ballo.
Kirk flirtava naturalmente con  qualsiasi essere femminile, di qualsiasi età o razza  gli si avvicinasse; faceva parte della sua  natura, anche se il medico sapeva bene che la fama di donnaiolo impenitente era più che altro una esagerazione che si trascinava dai tempi dell’Accademia.
 Mary Marlentes poteva vantarsi  di essere forse l’unica donna che non provocava in Jim Kirk l’istinto da seduttore.
 
 "Dottore” salutò Spock avvicinandosi a McCoy,  che fermo al lato della sala  ancora osservava Jim e la Marlentes che volteggiavano sulla pista. Molti invitati si soffermavano a guardare la coppia, bersagliata dai giornalisti  che ai margini della posta scattavano holophoto.
“Spock” salutò di rimando McCoy.
“Non balli con la tua ragazza?” chiese accennando a Uhura che stava  danzando con Sulu.
“Devo ammettere che la danza non rientra nelle mie abilità” rispose il vulcaniano con la solita aria stoica.
“Piuttosto il capitano stasera sembra particolarmente versato” continuò guardando con leggero scetticismo verso la pista.
In effetti Jim sembrava perfettamente a suo agio mentre faceva volteggiare la Marlentes sulla pista, ma McCoy aveva colto la leggera ironia nelle parole del vulcaniano, perfettamente a conoscenza della antipatia del capitano per la donna.
“Speriamo solo non la strozzi prima di scendere dalla pista” ridacchiò McCoy.
“Sarebbe una azione altamente illogica, ma non improbabile trattandosi del capitano”
McCoy ridacchiò di nuovo.
“Alla fine della danza se non dovesse essere necessario un trasferimento al locale carcere, può dirgli che mio padre ed io lo aspettiamo?


Star Trek non mi appartiene.
Come al solito mi farebbe piacere  sapere cosa ne pensate della storia.
E grazie a Cladda e alla mia beta che non fanno mai mancare il loro ( peraltro immotivato) apprezzamento. 
A presto.



Spoiler per il prossimo capitolo


“Chi era la bellezza romulana?” fece divertito McCoy avvicinandosi con un bicchiere di champagne in mano.
“La figlia del Proconsole Merrick di Romulus”
“Notevole” ridacchiò il medico.
“Pericolosa, visto  che sicuramente è un membro del Tal'Shiar” rispose Jim serio.

 
  
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