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Autore: Claudia    27/03/2009    16 recensioni
E' proprio nei momenti in cui si crede di perdere tutto, che si diventa improvvisamente più sinceri.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Love is coming from above

 

 

"We are now approaching Ibiza Airport, as you can see the sky is blue…"

(We're going to Ibiza – Vengaboys)

 

 

 

Un grido estasiato destò ogni viaggiatore sopito, dalla prima alla seconda classe, indistintamente.

Una donna di mezza età si sporse dal proprio sedile, con sguardo corrucciato, mentre con una mano teneva sollevata la benda oscurante degli occhi. Un bambino, imprigionato dalla cintura che lo legava alla poltrona, tentò di sbirciare con sguardo curioso. Risa Koizumi aveva il naso plasmato contro l'oblò dell'aereo, mentre estasiata osservava le soffici nuvole che si estendevano sotto di loro. Al suo fianco, pressando per potersi guadagnare un poco di visuale, Atsushi Otani aveva assunto la tipica espressione di un bambino, durante la sua prima esperienza di volo.

«Si ricorda ai gentili viaggiatori, che l'aereo è in fase di atterraggio, pertanto si prega di allacciare le cinture di sicurezza.» La voce dell'assistente di volo risuonò dolce come il miele, riuscendo a distogliere l'attenzione dei due dalla coltre di nuvole che l'aereo si apprestava a perforare. «In caso di necessità, le maschere ad ossigeno...»

"Ci pensi, Otani?" La voce di Risa fu un mero sussurro.

"Sì, tutto quel mare, quel sole..." Gli occhi di Atsushi risplendevano di vita propria.

"E' fantastico!" Gridarono all'unisono.

"Scusate signori," Una donna elegantemente vestita si affiancò ai loro posti, facendo risplendere il tesserino che aveva appuntato al petto. "L'aereo sta per atterrare, vi prego di allacciare le cinture ed attendere l'arresto del velivolo." Concluse, sorridendo per etichetta e dirigendosi verso alla testa dell'aeroplano.

"Ecco, lo vedi? Dobbiamo sempre essere ripresi, Otani!" Sbottò Risa, incrociando le braccia al petto.

"Ehi, fino a prova contraria anche tu stavi starnazzando." Sbottò l'uomo, di rimando. Risa aprì la bocca per ribattere, ma un sussulto dell'aereo glielo impedì, bloccandole il respiro in gola. Otani, sentendo lo stomaco tornare al proprio posto, fissò il vuoto davanti a sé. "Co-cosa è stato?" Balbettò Risa, mentre un colorito biancastro prese a decorarle il volto.

"No-non lo so..." Sussurrò Otani, osservando le espressioni tranquille dei passeggeri oltre a loro.

"Nessuno sembra essersene accorto," Osservò Risa, afferrando con forza i braccioli dei sedili. "Eppure, io l'ho sentito."

Otani annuì con vigore, ma un secondo sussulto si presentò, leggermente più insistente del primo. Senza riflettere, l'uomo afferrò una mano di Risa nella propria.

"O-Otani, credi che stiamo per mo-rire?" L'espressione della donna era riconducibile a quella di uno spettro. Il mondo al di fuori dell'oblò aveva perso qualsiasi interesse. In quel momento, i suoi sensi erano concentrati sulla mano di Otani e, benché si trovasse in circostanze poco adatte, non poté fare a meno di pensare quanto fosse splendida quella sensazione.

"Stupida! Certo che no, andrà tutto bene!" Esclamò Otani, con enfasi.

Risa gli rivolse uno sguardo colmo d'acqua. "Otani, volevo solo dirti che ti amo. Davvero, è stato bello finché è durata!" Esclamò, afferrando le mani di Otani e portandosele all'altezza degli occhi.

"Ma che dici stupida?!"

"Otani, sono gli ultimi attimi che trascorreremo insieme, perché ti ostini a chiamarmi stupida?!" Sbottò Risa, singhiozzando per lo sforzo.

"Ha ragione lei," Sia Risa che Otani si voltarono verso i sedili di fianco ai propri, dove una donna dai capelli grigi aveva preso ad osservarli. "Giovanotto, dovrebbe trattare quella ragazza con più riguardo."

"Già, già." Aggiunse un signore, sporgendosi oltre la figura dell'anziana e sorridendo ad entrambi. "Le donne vanno rassicurate, Signor..." Disse, afferrando una mano grinzosa della propria compagna.

"Otani. Atsushi Otani."

"O caro," Disse la vecchietta, guardando il marito. "Si chiama come nostro nipote A-chan!"

Otani si voltò verso Risa con uno slancio inaudito. "Voglio scendere!"

La donna gli diede un leggero schiaffo sul dorso della mano, assumendo un'espressione imbronciata. "Hanno ragione, non mi rispetti abbastanza."

"Ma-ma!" Otani si voltò a destra, poi a sinistra, cercando uno sguardo comprensivo. "Non è ve-!" L'aereo sussultò e con esso lo stesso Otani.

"RISA!" Sentendo gridare il proprio nome, Koizumi si voltò a guardare Otani, sconvolta anch'essa dai tremori che andarono via via aumentando. "Ho sbagliato, Risa! Non è vero che non ho rispetto per te, no! Volevo che questo viaggio di nozze fosse indimenticabile per te, per noi!" Afferrò con veemenza il braccio della donna, strattonandolo a sè e tentando di mantenere la presa. "Ti amo Risa Koizumi! Anche se stiamo per morire, ti amo!"

Con un ultimo sobbalzo, l'aereo atterrò sul suolo della pista, mentre le ruote dei carrelli stridettero per l'attrito dell'asfalto.

Bianchi in volto, Risa ed Otani si afflosciarono contro i propri sedili, ansimando. La mano dell'uomo rimase stretta attorno al braccio della moglie. La coppia di anziani li osservò, rivolgendo loro ampi sorrisi. "Sono così carini, tesoro, ricordano molto noi alla loro età."

L'anziano ridacchiò. "E' sempre così quando si prende un aereo per la prima volta."

"Ri-risa?" Otani cercò a tentoni la mano della consorte.

"S-sì, sono viva." O almeno, Koizumi lo credeva. Non riusciva, tuttavia, a comprendere se a sconvolgere le sue viscere era stato l'aereo o suo marito.

La voce dell'assistente di volo risuonò nell'abitacolo del velivolo, suadente come sempre. «Si prega i gentili viaggiatori di attendere il completo arresto dell'aereo. Grazie per aver scelto la Japan Airways. Stiamo raggiungendo l'Ibiza Airport in questo momento. Come potete vedere il cielo è blu e le spiagge vi stanno aspettando."

 

FINE

 

A/N: Questa storia è stata scritta in occasione dell'iniziativa indetta da Criticoni @ Temporal-mente, ed utilizza la celeberrima canzone dei Vengaboys, We're going to Ibiza (che mi stupisco anche solo di aver usato)! Ho sempre desiderato scrivere una fan fiction su Lovely Complex e, benché questa storia conti solo di 820 parole (il titolo, ad esempio, rischia di essere più lungo della storia stessa), è stata una scrittura piacevole, leggera, senza tante pretese xD

Probabilmente, è la primavera che si avvicina (o che piuttosto sfugge)! Vi ringrazio per il tempo concesso a questo piccolo parto e per l'eventuale tempo che impiegherete (qualora lo vogliate) per commentarlo!

Claudia

 

 

  
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