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Autore: Curleyswife3    06/03/2016    1 recensioni
Quando una serie di efferati omicidi sconvolge il dorato mondo della moda losangelina Patrick Jane e il CBI intraprendono un’indagine difficile che li porterà faccia a faccia col loro più pericoloso avversario.
Crossover comico The Mentalist/Beautiful
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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ATTENZIONE: SPOILER NEL FINALE!
 
Il mio nome è Rosso (1)
 
 
“Lo sapevo!” strillò Rick, in preda al panico “Lo sapevo, è stato il fantasma di nonna Stephanie, non avrei dovuto togliere il suo ritratto!”.
Maya, le mani sui fianchi, lo fissò furente.
“Eeeeeh?!?” sibilò, occhi strabici, guance paonazze, labbra tremanti.
Patrick lanciò uno sguardo profondamente sgomento ai colleghi.
Fece un passo avanti e fissò l’inquietante scarabocchio.
“No, so io chi è stato” ruggì la modella di punta della Forrester Creations puntando il dito contro Caroline Spencer.
“Sei stata tu!”.
“Hai solo finto di accettare il mio rapporto con Rick, ma in realtà sei gelosa di me!”.
 “Ehm…no” disse piano Jane “veramente è stato John il Rosso…”.
“John il Rosso?” ripeterono in coro i Forrester, attoniti.
Il mentalista annuì.
“Sì” continuò “è il serial killer che ha trucidato mia moglie e mia figlia”.
“Oh, poverino” mormorò Taylor “…sua moglie è morta…”.
“… e non è resuscitata nemmeno una volta?” aggiunse, meditabonda “Strano: grazie al caro Omar a me è successo almeno due volte!” (2).
“Basta!” a quel punto il consulente era davvero furioso.
“Insomma, anche se ho i capelli di Shirley Temple e mi vesto come suo nonno, IO SONO UN PERSONAGGIO DRAMMATICO!”.
“Ecchecazzo!” tuonò “John il Rosso mi ha distrutto la famiglia a da allora mi trascino da un episodio all’altro nutrendomi solo di tè e di Bioscalin Retard alla ricerca del mio nemico…”.
Il biondo mentalista ansimava, sconvolto dal dolore e dalla rabbia.
“Giuro che prima o poi lo troverò e lo ucciderò con le mie mani. E non mi importa se per questo finirò in prigione per sempre…”.
“Perché” domandò a quel punto Ridge, perplesso “uccidendo la gente si va in prigione?”.
“Oh, Ridge!” sospirò Brooke. 
“Mah” fece Steffy, incredula “mi pare strano: io ho frantumato la testa a mia cugina e sono diventata uno dei personaggi principali”.
“E io” intervenne Taylor “ho spiaccicato con l’auto mia cognata…ehm…la moglie del fratellastro del mio primo marito, poi diventato mio attuale compagno, e mi son beccata dieci dollari di multa. Ma giusto perché ero ubriaca come un pifferaio”.
“E io” rincarò la dose Ridge “ho gettato giù dal tetto lo stupratore di Brooke e il Cafè Rousse ha dato il mio nome a un sandwich”.
“Oh, Ridge!” sospirò Brooke.
“E io” concluse Thorne “ho sparato in testa a mio fratello, cioè, al mio fratellastro… però forse non vale, perché il proiettile ha mancato il cervello…”.
“Ehi, presto!” la voce di Rigsby interruppe le meditazioni di politica criminale dei Forrester “Vieni, Jane, hanno trovato un altro cadavere!”.
 
DUE GIORNI DOPO
 
Le indagini sul duplice omicidio in casa Forrester - il secondo corpo apparteneva al fotografo Oliver Jones, trovato annegato con la testa in una vaschetta di liquido di sviluppo - si trascinavano stancamente  senza una pista degna di questo nome.
Anche le celebri intuizioni di Patrick Jane parevano languire; ma a sua discolpa va detto che il biondo mentalista subiva parecchie distrazioni…  
 
 
“Che meraviglia!” cinguettò Caroline, avvicinandosi a Patrick.
Lui sorrise, gonfiando il petto lusingato.
Una leggera brezza profumata, esclusiva dei quartieri alti di Los Angeles, faceva stormire teneramente le fronde del lussuoso guardino circostante; nel caminetto ardeva una sempiterna fiamma.  
“Ma chi ti ha fatto i colpi di sole?” domandò la ragazza, estasiata.
Gli si accostò ancora e tese una mano verso di lui.
“Sembrano così… così soffici…” mormorò, gli occhi socchiusi “p-posso toccarli?”.
Prima che il consulente potesse articolare parola, l’intraprendente stilista gli infilò una mano tra i riccioli biondi.
“Ooooooohhhh” genette, estasiata, continuando a muovere le dita sempre più rapidamente.
“I-io credo di avere appena avuto un orgasmo…”.
“Neh, senti, Riccioli d’oro” sbottò Ridge, in preda alla gelosia “la vuoi piantare?”.
“Oh, amore” fece lei, ancora ansimante e stravolta “gli stavo solo chiedendo dei colpi di sole…”.
Si guardò intorno, ancora disorientata e fremente.
“Ragazzi, per caso qualcuno qui ha una sigaretta?”.
 Ridge squadrò il mentalista da capo a piedi.
Poi, con aria disgustata, sentenziò: “Comunque il panciotto è fuori moda dal 1872”.
“Oh, Ridge!” sospirò Brooke.
“Basta così” tuonò Teresa “adesso dobbiamo fare due chiacchiere con ognuno di voi”.
 
***
 
“Allora” domandò l’agente Cho “come sono andati gli interrogatori?”.
“Boh” Jane era stranamente scoraggiato “la dottoressa Hayes si è rivelata un osso duro: in pratica, non ha più micro-espressioni facciali che io possa leggere, perché tutti i muscoli del suo viso sono paralizzati dal botulino”.
“Sono abbastanza sicuro” aggiunse “che anche il suo inconscio sia fatto di materiale plastico non biodegradabile”.
“Io” intervenne a quel punto il tenente Baker, rimasto fino ad allora in silenzio “sono anni che ci provo a cavargli fuori una risposta di senso compiuto… se non ci sei riuscito nemmeno tu che sei un sensitivo…”.
“I sensitivi non esistono” sbottò Patrick, piccato.
“E comunque per sentire i loro pensieri ci vorrebbe una TAC al cervello”.
Rimase in silenzio per un istante, pensieroso.
“Invece” disse piano dopo un momento “quella Brooke Logan credo che dovrò sentirla di nuovo…”
 
Brooke Logan sedeva, le lunghe gambe accavallate con aria sensuale, esattamente di fronte a Patrick.
A un tratto, aveva allungato le gambe sotto la scrivania e poi si era sporta verso di lui, sul bel viso un’espressione indecifrabile.
“Allora” aveva sussurrato, con una voce che avrebbe sedotto anche un sordo “cosa le dicono adesso le mie micro-espressioni facciali?”.
Nel frattempo, con le dita dei piedi - è noto a tutti che Brooke Logan possiede le dita dei piedi prensili - armeggiava con la patta dei suoi pantaloni.
“Mi dicono che lei è una gran baldracca…” replicò Jane, il cui respiro si faceva però via via più affannoso.
“Aaaahh” sospirò la bionda, chinandosi su di lui.
 “….allora è vero che il linguaggio del corpo non mente mai…” mormorò, infilandogli la lingua in un orecchio.
 
***
 
 “Basta” sbottò Patrick, sull’orlo di una crisi di nervi “Mi sono scocciato: adesso mollo tutto e me ne torno a fare l’opinionista a Quarto Grado!”.
“No, non fare così, dai” lo blandì Teresa “siamo nelle tue mani, solo tu puoi aiutarci a risolvere il caso…magari pescando nel loro inconscio troverai un indizio…”.
Il mentalista scosse la testa, sconsolato.
“Credimi: quelli non ce l’hanno l’inconscio”.
“E invece leggendo i loro gesti?” intervenne Van Pelt.
Jane sbuffò.
“Non lo so” esitò “ecco, prendi ad esempio quella Ivy Forrester…se dovessi giudicare dal linguaggio dei suoi gesti…” (3).
“…ecco, dovrei dire che ha ucciso lei JFK”.
Ci pensò su un istante.
“E anche Marylin”.
 
Ma nella mente di Patrick si stavano lentamente ricomponendo le tessere di un complesso mosaico che alla fine l’avrebbe condotto alla verità.  
 
“Uno di voi è John il Rosso” disse lentamente il mentalista, scandendo bene le parole e con aria grave.
Si mosse piano, guardandoli uno per uno in faccia.
La tensione era palpabile.
In quell’istante, dalla porta principale lasciata (come al solito) aperta entrò Deacon Sharp con un’espressione vagamente allucinata.
Tutti lo fissarono con aria interrogativa.
“Io sono Jane” esclamò il mentalista, presentandosi.
“Ah sì” fece l’ex alcolista, versandosi un drink “e Tarzan dove l’hai lasciato?”.
Il suo fiato sapeva di distilleria clandestina.
“Basta!” ruggì il consulente “Qui c’è un’indagine federale in corso, se ne vada subito!”.
“Va bene, va bene amico…”  ciancicò lui “ma prima…”.
Afferrò l’elegante bottiglia di cristallo che faceva bella mostra di sé a favor di telecamera.
“Vuoi un goccetto, tessssoro?” biascicò all’indirizzo di Brooke.
“Se ne vada immediatamente!” Patrick lo sospinse senza riguardo verso la porta, strappandogli la bottiglia dalle mani.
“Allora quello che dicono di te è vero…” disse lui, sull’orlo delle lacrime, fissando mogio mogio il liquore “sei proprio un mago, eh?”.
“Perché?”.
“Beh… mi hai rotto le palle senza nemmeno toccarle…”.
 
***
 
“Allora” Patrick sbuffò “Che stavo dicendo?”.
Trasse un respiro profondo e riprese da capo.
“Uno di voi è John il Rosso…“.
“Io non posso essere” disse a un tratto Ridge “il rosso è terribilmente cheap e non è in linea con l’eleganza classica della Forrester Creations”.
“Oh, Ridge!” sospirò Brooke.
“Non sono di certo io” protestò Taylor, guardando la bionda “il rosso è da zoccole”.
“Mbè?” s’inalberò la Logan “Io non sono mai stata rossa…” poi ci pensò un attimo e aggiunse “Oddio, tranne quando feci quelle foto, ma… ero giovane, avevo bisogno di soldi!”.
“Taylor, cos’hai da guardare?”.
“Io non posso essere” esclamò Rick, braccia conserte “sono solo un personaggio secondario”.
“E io nemmeno” aggiunse Thorne “Non so manco tenere una penna in mano, figurarsi se riesco a disegnare uno smile col sangue!”.
Eric, nel frattempo, aveva nervosamente scarabocchiato qualcosa su un foglio da disegno e poi era rimasto in silenzio sul fondo della sala.
Patrick gli si avvicinò, in preda a uno strano presentimento.
“E lei cos’ha da dire?” gli chiese, inquisitorio.
Il patriarca dei Forrester tacque.
“Allora?” insisté il mentalista, col cuore in gola.
A un tratto, Eric mostrò l’album che teneva tra le mani: uno smile rosso Valentino occhieggiava tetramente, subito sotto il modello di punta della prossima stagione.
Il vegliardo fece un balzo verso la porta-finestra e nello stesso istante si tolse la parrucca argentea, rivelando un’improbabile chioma arancione stile Davide Mengacci.
I presenti lo fissarono inorriditi.
Jane scattò in avanti.
Poi, Eric tirò fuori dalla tasca una pistola e, tenendo il consulente sotto tiro, indietreggiò verso l’uscita.
“Così sei tu?!” mormorò il mentalista, incredulo.
“Sì” fece l’altro “Sono io John il Rosso!”.
“Ma-ma” intervenne Taylor, perplessa “non ti chiami Eric?!”.
Il killer scosse la testa, indietreggiando ancora.
“Però John è un nome fantastico” rispose (4).
“E comunque Erik il Rosso aveva già una pagina su wikipedia tutta sua…” (5).
Lesto come un gatto, il patriarca s’infilò nella porta finestra svanendo alla vista degli astanti.
Patrick si lanciò all’inseguimento, ma il serial killer in due balzi raggiunse l’auto parcheggiata lungo il vialetto e mise in moto, sgommando via a tutta velocità.
“No!” Jane era sull’orlo del pianto “Non è possibile!”.
Il suo mortale nemico gli era sfuggito una volta di più.
Fissò sgomento il dolce tramonto losangelino, tinto di delicate sfumature arancioni, e tirò su col naso.
In quel momento, una mano leggiadra si posò sulla sua spalla.
“Avanti, non fare così” la voce di Brooke Logan era come velluto.
I suoi occhi verdi parevano poterselo bere in un sorso solo.
 “Vieni in casa…”
E le sue labbra erano dischiuse.
“Ti ho preparato un Martini”.
La brezza stormiva tra le fronde e lei sorrideva dolcemente.
“Ormai Eric è andato, Thorne giace a Parigi, Ridge ha fatto la vasectomia… perché non resti con noi?”.
 
FINE
 
Note&credits:
  1. il titolo cita l’omonimo romanzo del (beato lui) Premio Nobel Orhan Pamuk;
  2. sia lode al mitico Kabir Bedi/Principe Omar Rashid del Marocco che, ben prima dell’11 settembre e dell’ISIS, salvò Taylor/Leila dal regno dei morti almeno due volte;
  3. Ivy è taaaaaanto caruccia, ma gesticola peggio di uno scaricatore di porto;
  4.  come i fans sanno bene, l’attore si chiama John McCook;
  5. Erik il Rosso (Norvegia940 circa-Groenlandia1010 circa) detto anche Orc o Org il Rosso,  condottiero e navigatore normanno, raggiunse la Groenlandia e vi fondò un insediamento nordico secondo l'omonima saga. Il soprannome "il Rosso" si riferisce al colore rosso dei capelli (fonte:wikipedia).
Spero si sia capito che quello in corsivo era un flashback di Patrick.
Come avrete immaginato dal finale, secondo me Jane avrebbe decisamente avuto le physique du role adatto per far parte del cast di Beautiful… chissà, in fondo The Mentalist è finito, mentre la nostra soap preferita terminerà solo quando suoneranno le sette Trombe dell’Apocalisse, quindi c’è ancora speranza!  
Grazie a chi ha letto e a chi ha commentato questa sciocca, sciocca storiella.
Alla prossima. 
   
 
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