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Autore: kasumi    06/03/2016    3 recensioni
Parodia della storia per bambini "Il mostro peloso" di Henriette Bichonnier. Ambientata durante la sesta serie.
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angel, Buffy Anne Summers, William Spike
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il vampiro peloso

 

 

 

Tratto e adattato liberamente dalla fiaba per bambini di Henriette Bichonnier.

La proboscide di Spike è copyright di Pia (ma non le appartiene perché, come tutti sanno, è patrimonio dell'umanità).

 

Rating: Non ci credo nemmeno io! Una PG! Colpa di tutti i libri per bambini che sto leggendo a mio figlio ultimamente U__U

 

Avvertimenti: contenuti altamente idioti. Se cercate qualcosa di più profondo, beh, ci sono montagne di altre storie lì fuori, oppure il tombino fuori casa. Decisamente, uno sguardo a qualcosa di molto più profondo. Oppure gli strati della torta di vostra nonna.

 

Ambientazione: sesta serie.

 

Buona lettura!

 

 

 

 

Così Anya aveva detto che lei non era in grado di fare nuove amicizie? Ma che scherziamo? Certo che poteva farne. Mucchi di nuove amicizie. Anzi, che dico: montagne di nuove amicizie!

Ecco perché quella sera si trovava a casa di Catherine, in piedi in quel salotto sconosciuto, mentre la collega metteva a nanna la piccola e finiva di prepararsi per la loro uscita. Ma la piccola Jamie non voleva saperne. Lei, se ne fregava del suo bisogno di dimostrare ad Anya che non era diventata un completo fallimento. E se ne fregava del suo tentativo disperato di non pensare a Spike, almeno per una sera.

A lavoro era tutto uno. Volta l'hamburger, pensa ai suoi addominali. Immergi le patatine nell'olio da friggere, pensa a che figata sarebbe leccarli o trascinarci le unghie o, no, aspetta. Imposta il timer della friggitrice. E quel sedere, come si può fare a meno di pensarci? Dico, l'avete visto? Cioè, lo so che voi non l'avete mai visto. Era una domanda retorica. Che cosa? Ci sono i 'dietro le quinte' su youtube? Okkei, ma la consistenza? Voi non avete presente la consistenza. Roba da strapparsi le mutande di dosso.

Che vi dicevo? Tentativo disperato di non pensarci.

Catherine non era una cattiva ragazza e non era male come possibile amicizia, se tralasciamo il suo essere strana, il suo modo di vestire completamente fuori moda e i vari tic nervosi, come quello di strabuzzare gli occhi, che... ma che cosa ti aspetti da un posto agghiacciante come il Double Meat Palace? E' l'ultima spiaggia. E lei era proprio lì, all'ultima spiaggia, a prendere il sole fin che poteva, prima che arrivasse il buio ad avvolgerla e a portarla via con sé.

 

Jamie non voleva collaborare. Buffy si sedette sul divano di tessuto blu, esausta suo malgrado dal doppio turno del giorno precedente, e sentì Catherine che iniziava a raccontarle una storia. Tutti quei doppi turni a lavoro e la ronda di notte, iniziavano ad essere davvero troppo, anche per una super donna come lei. Ma quella sera aveva deciso che non poteva rimanere a casa spaparanzata sul divano, con i calzini con i coniglietti e la comoda maglia del pigiama con i pesciolini arancioni, a guardare qualche telenovela con Dawn, col gelato da chilo in una mano e il super cucchiaio nell'altra. No, quella sera doveva dimostrare ad Anya che non era diventata una casalinga disperata! Avrebbe solo chiuso gli occhi per qualche secondo, si promise, fino a che la collega non fosse tornata da lei.

La storia che stava raccontando a Jamie, era qualcosa su un mostro peloso e una bambina furba che lo prendeva in giro perché era, per l'appunto, mooolto peloso. Sembrava avesse il pelo persino sui denti e sul naso, il che le ricordava qualche demone che aveva visto sui libri dalle pagine ingiallite di Giles. Ad ogni modo, il secondo si trasformò in minuto e poi in cinque minuti e poi in un quarto d'ora, mentre Buffy cadeva nel sonno, cullata dalla voce di mamma Catherine. E nella sua fantasia, alimentata dal mondo di creature straordinarie (e ripugnanti) che popolava Sunnydale ed il resto del mondo, all'insaputa dei comuni esseri umani, la favola iniziò a trasformarsi e a prendere forma.... in un incredibile sogno.

 

 

Nel bel mezzo di un cimitero fitto fitto di tombe e mausolei, in una cripta umida e buia, viveva un mostro peloso. Era assolutamente ripugnante e non la smetteva mai di parlare e infastidire i viandanti. In poche parole, era un gran rompicoglioni. Si diceva che la sua testa era enorme e platinata, e che da essa uscissero direttamente due piedini piccolissimi. Per questo motivo non riusciva quasi a camminare e se ne stava sempre chiuso nella sua cripta.

Aveva una bocca molto grande e due grandi canini da vampiro, due occhietti azzurrognoli e due braccia lunghissime e sottili che uscivano dalle orecchie, con le quali catturava facilmente i topi.

Aveva peli dappertutto: sul naso, sui piedi, sulla schiena, sui denti, sugli occhi, e anche in altri posti.

Il suo sogno era, semplicemente, quello di mangiare degli esseri umani. Tutti i giorni si appostava all'entrata della sua cripta, nascosto nell'ombra per evitare i nocivi raggi solari e, con un ghigno sinistro, pensava: «Il primo che passa, me lo mangio.»

Ma di là non passava mai nessuno, grazie alle leggende che circolavano sulla sua presenza e sulla sua innata dote di scassare le balle, così continuava ad aspettare pazientemente.

 

Finché un bel giorno capitò che Angel, il nostro vampiro senza macchia e senza paura, che stava attraversando il cimitero per andare a trovare la sua amata, si distrasse e senza accorgersi si avvicinò alla cripta del nostro mostro peloso.

Improvvisamente, due braccia lunghissime uscirono dal buio e lo trascinarono verso la cripta.

«A-ha!» gridò l'orrenda bestiaccia, «finalmente si mangia qualcosa di meglio dei soliti topi!»

E già il mostro stava spalancando la sua bocca enorme, quando...

«Aspetta, aspetta!» gridò Angel, «se vuoi mangiare qualcosa di saporito, c'è in giro della roba molto più gustosa di un povero vampiro morto, magro e puzzone!» Il vampiro moro mise su un grande show di annusarsi l'ascella e assumere una faccia altamente disgustata, per scoraggiare i suoi intenti.

«Per esempio?» domandò il mostro.

«Qualche bel umano morbido e cicciottello,» rispose Angel.

«Ah sì?» disse il mostro, incuriosito.

Legò alla gamba di Angel una corda lunghissima, e disse che lo avrebbe lasciato andare a patto che tornasse indietro con un bel umano da mangiare.

Angel acconsentì lì sul momento, pur di scampargli, e gli disse che gli avrebbe portato il primo umano che incontrava.

 

Mentre le minacce del mostro riecheggiavano nel cimitero, su quello che sarebbe capitato ad Angel se non avesse mantenuto la parola data, con tanto di dettagli coloriti e molto sanguinosi, il vampiro si malediceva per la propria disattenzione e pensava al modo per uscire da quella brutta situazione.

Pensava e pensava, rimuginò per quello che gli sembravano giorni sull'argomento, ma non riusciva proprio a trovare una soluzione. Provò anche a tagliare la corda con un paio di grosse forbici, ma il mostrò lo ragguagliò da lontano: «Ahahah, sì! Prova a fare il furbo! Poi ci penso io a te!»

Quindi Angel rinunciò al suo piano di sfuggirgli, per il momento, e s'incamminò verso la casa della sua amata. Lei di certo avrebbe saputo aiutarlo.

Quando le disse quello che era successo, Buffy si offrì immediatamente di andare a sistemare quello stronzo e irriverente, nonché rompicoglioni, del mostro peloso.

«Non piangere Angel, io vado volentieri dal mostro che mi vuole mangiare,» disse la Cacciatrice, offrendogli la sua spalla per consolarlo.

«Ah, sventurata!» Singhiozzava il suo amato.

Prese Buffy per mano e si diresse verso la cripta del mostro, dove questi lo guidava tirando la corda.

 

Giunti che furono, il mostro slegò la corda e ordinò ad Angel di andarsene immediatamente. Il vampiro non se lo fece ripetere due volte e partì come un razzo nella direzione dal quale erano arrivati. Se c'era qualcuno che poteva mettere il mostro in difficoltà, questo qualcuno era sicuramente la sua Buffy, quindi non c'era assolutamente il più piccolo motivo di preoccuparsi della sua salute.

 

Il mostro si volse verso la ragazza, che aspettava educatamente con le mani dietro la schiena.

«Ecco quel che fa per me,» disse a voce alta, sfregandosi le mani. Ma quale non fu la sorpresa, non appena la adocchiò meglio, nel vedere che la ragazza altri non era che la Cacciatrice.

«Haha!» Gridò il mostro, «ora ti faccio la festa!»

«Peli sulla testa,» disse Buffy.

«Come?» Domandò il mostro, sorpreso.

La tattica intrapresa da Buffy, consisteva nello sfinire il mostro proprio nel suo campo: la testardaggine e il rompimento delle balle. «Ho detto “Peli sulla testa” perché tu hai i peli sulla testa,» rispose la ragazza, sicura di sé.

Se c'era qualcuno che poteva batterlo in queste due qualità, lei era la persona giusta.

«Mi prendi in giro, piccola insolente?» tuonò il mostro, indignato.

«Peli sul dente.»

Il mostro chiuse subito la bocca perché, anche se era un mostro orgoglioso di essere peloso, un po' si vergognava di avere i peli perfino sui denti.

Ma si riprese subito: «Ora basta, facciamola finita!»

«Peli sulle dita.»

«Grrrr, smettila. Cosa credi?»

«Peli sui piedi.»

E andarono avanti così per un pezzo. Il mostro iniziò ad agitarsi e a sbattere per terra, a destra e a sinistra, una strana e lunga proboscide che usciva dal suo corpo.

«Io li mangio, i marmocchi!»

«Peli sugli occhi.»

«Se credi di farmi pena...»

«Peli sulla schiena.»

«Ma guarda che ragazzaccia!»

«Peli sulle braccia.»

Il mostro, fuori di sé, a quel punto si rotolava per terra in preda a una collera furiosa. Da vedere era anche carino, poverino.

«Bada, non avrò pietà!»

«Peli a volontà!»

«Lo giuro, ti mangerò!»

«Peli sul popò!»

La Cacciatrice gli diede la schiena e si piegò in avanti, calandosi contemporaneamente i pantaloni e mostrargli il sedere, per farlo infuriare ancora di più.

La strana proboscide che il mostro continuava a far sbattere per terra per la rabbia, a quel punto si allungò considerevolmente. Buffy la adocchiò curiosamente e ci pensò su per un attimo, dopodiché urlò trionfante: «Peli sul pisello!»

Era troppo.

Il mostro, pieno di rabbia, cominciò a gonfiarsi, a gonfiarsi, a gonfiarsi... finché esplose in tanti piccolissimi pezzetti che volarono di qua e di là.

Buffy si coprì il viso con le mani e dopo un po' ebbe il coraggio di guardare che cosa gli era successo e che cosa ne era rimasto, ma al posto dell'orrendo mostro peloso c'era adesso un vampiro biondo molto attraente che lei conosceva piuttosto bene. Un vampiro che di solito era vestito tutto di nero e girava con un lungo impermeabile in pelle, ma adesso era rimasto tutto nudo.

«Vieni qui che altrimenti prendi freddo!» disse Buffy, lanciandosi sul corpo del vampiro, ignorando il fatto che era morto e quindi non sentiva il freddo. «Lasciati scaldare! Ma che cosa ti è successo? Dovevo capire subito che eri te, quando ho visto gli occhi azzurri e quella strana proboscide.»

«Io sono un giovane principe,» stava dicendo Spike, con un sorriso affascinante e dolcissimo allo stesso tempo. «Mi hai liberato da una terribile maledizione. Ora che sono libero, vuoi prendermi per marito? Così vivremo felici e contenti.»

 

« ...la proposta era molto interessante. Lucilla accettò immediatamente e i due giovani volarono via in groppa a una farfalla gigante.

Da quel giorno, non si sentì mai e poi mai più parlare del mostro peloso.»

Catherine chiuse il libro e sorrise dolcemente alla sua bambina che ormai aveva chiuso gli occhi e se ne stava rilassata sul suo bel lettino. Si alzò lentamente da questo e uscì dalla stanza, dopo aver spento la luce.

Quando tornò nel soggiorno alla ricerca della sua nuova amica, la trovò distesa sul divano a dormire, abbracciando stretto uno dei cuscini.

Le poggiò una mano sulla schiena, tentando di svegliarla. La spinse delicatamente un paio di volte, sentendola mugugnare qualcosa di incomprensibile tipo “Sssschpaik, laschiati sscaldareeee”.

La ragazza sospirò, scuotendo la testa, e si diresse in cucina. Tornò poco dopo con un biglietto scritto, che lasciò per lei sul tavolino davanti al divano.

Le sorrise dolcemente e si diresse in camera sua per guardare un poca di tv e dormire. Non aveva avuto il cuore di svegliarla.

 

 

 

Fine

 

 

  
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