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Autore: Lucash99    07/03/2016    0 recensioni
Erano passati circa tre mesi da quel giorno speciale nel quale i ragazzi avevano salvato la loro amicizia finita sull'orlo di un precipizio, tutto era tornato alla normalità nel gruppo, che si era poi diviso durante le vacanze estive per ritrovarsi successivamente all'inizio dell'anno scolastico, Neiv non aveva più ripensato a quelle voci nella sua testa e si era lasciato quell'istante di malessere alle spalle, anche se in quel periodo non ne aveva compreso il significato. Dalla parte opposta c'era Dortmund, impegnato in tribunale per difendersi dalle accuse di corruzione, l'esito del processo era atteso impazientemente dai giovani giocatori di Cuballs di tutto il mondo, sarebbe stato un gran sollievo quello di sapere che colui che aveva cercato di bruciare Giv non avrebbe più messo piede ad alcun torneo.
Dopo 6 mesi arriva il continuo di "Cuballs", mi impegnerò al massimo con l'intento di soddisfarvi, emozionarvi e divertirvi anche in questa seconda storia della serie, buona lettura!
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Cuballs'
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Ore 22:00: nel piccolo monolocale si respira un aria fin troppo fredda per essere un inizio di settembre; solo le fioche luci dei lampioni provenienti dall'esterno rendono l'area della stanzetta percettibile, che altrimenti sarebbe illuminata soltanto dall'intensa e concentrata luce del laptop; le pupille stanche continuano a fare su e giù, come la rotella del mouse, in cerca di qualche altra informazione utile; gli archivi sono affollati e confusi, prima o poi toccherà riordinarli, magari la mattina dopo.

«L'affare Cuballs è stato già preparato sottobanco, anche se ufficialmente non se ne sa ancora nulla. Sono anni che lavorano in questa maniera, tutti i miei dati lo confermano. Immischiarsi nei loro imbrogli non conviene a nessuno, ma non posso lasciare che anche quest'altra operazione vada in porto. Tutto questo schifo non posso più sopportarlo, e se la polizia non si mobiliterà... allora vorrà dire che porterò avanti questa battaglia da sola.»

Batte il pugno sul tavolo con molto autocontrollo; nell'espressione rimane impassibile, ma nella testa già suona un'intera orchestra di nervi; il busto e le gambe sono estenuati, gli occhi e la testa pure, ma sono solo i frutti di un lavoro infame. Eppure lei non è una che ci pensa su, da quando si è messa in testa quella pazza idea non è più tornata indietro, nonostante i consigli.

Distende tutti gli arti per trovare un po' di sollievo, mentre la sua lunga treccia si libera al di dietro della sedia; si concede un sorso d'acqua, poi si arrotola i capelli attorno all'indice destro, al letto non dà nemmeno uno sguardo, e allora torna subito a lavorare. Il suo lavoro sarà pure infame, ma lo ha scelto in piena libertà senza mai lamentarsene; dice di esserne innamorata, nonostante contempli solo il dare e non l'avere. Forse la definivano pazza per una buona ragione.

«Pare che siano attivi anche sull'International Cuballs Tournament, ma chissà se cercano qualcosa di preciso oppure se stanno soltanto sondando il campo.»

Apre una pagina Internet e scorre in fretta tra un enormità di voci: luoghi, date, partecipanti, numero di spettatori. Rimane sempre imperturbabile, non le trema neppure un dito, e si limita a ripetere una sequenza di azioni: consulta, leggi, scrivi, consulta, leggi, scrivi. Chissà se si rivelerà davvero utile quell'ammasso di dati, ma intanto lei continua ad appuntare consapevole di saper fare il proprio lavoro. Il ciclo va avanti, nonostante la stanchezza; gli occhi restano aperti, ignorando il peso delle innumerevoli fatiche; il cervello non va un attimo in stand by, rimane sempre attivo. Tutto gira perfettamente, nulla può fermarla.

"Mino, Neiv..."

La pagina rallenta per qualche secondo.

«Dai, scendiamo un po' più giu.»

"e Oster."

«Oster?»

Balza dalla sedia provocando un forte rumore.

«Oster!»

Ma subito riesce a riconquistare la calma, ragionando:

"Boh, magari è solo un omonimo."

Clic sul nome per aprire la scheda del profilo.

«Cavolo, è inconfondibilmente lei! Però è rimasta proprio identica a come era da bambina, ha un volto che riconoscerei tra mille.»

Distolto lo sguardo dalla foto, passa ad un veloce giro panoramico tra le sue generalità, di cui una in particolare risveglia il suo senso dell'umorismo:

«E anche in altezza non è che sia lievitata.»

Ma messe da parte le spiritosaggini, immediatamente scatta un meccanismo nostalgico:

«Ah, che bei tempi però...»

Allunga il corpo sulla sedia quasi come se si trovasse su una sdraio da mare, dimenticandosi di quanto può essere rigido uno schienale di ferro; alza il capo verso il soffitto, fissandolo come se fosse un bel cielo accesso d'estate, quando in realtà è a malapena visibile; finalmente dona un po' di pace al suo sistema nervoso, che aveva un grande bisogno di spezzare il ritmo; i pensieri che circolano nella sua mente adesso sono più frivoli, ma di certo non meno importanti.

«Sembravo la paladina della giustizia, soprattutto quando la difendevo dai bulli. Passavo ore ed ore a parlarle del coraggio, della fiducia in se stessi... e lei mi ascoltava in silenzio come se fossi la bocca della verità, quando in realtà ero solo una povera pazza. Quante volte mi sono messa nei guai e le ho prese di santa ragione per difendere lei, per difendere le mie idee e la mia dignità... già, quante volte.»

Si alza nuovamente in piedi e, tra la morbidezza del pigiama in cotone che le accarezza la pelle e il lieve rumore delle pantofole che incontrano il suolo, comincia a girare per tutto l'appartamento.

«Sarà stato pure un periodo bizzarro, ma sembra quasi che mi manchi. Non avevo ancora bisogno di studiare come oggi, anzi... lo studio lo evitavo in ogni maniera possibile, ed ero proprio una frana se si parlava di voti. Sarà per questo che poi l'ho abbandonata la scuola, non mi andava a genio l'idea di studiare qualcosa che non avevo scelto io. Se ci penso intensamente riesco ancora a sentire la ruvidità del terreno fangoso su cui ruzzolai, mi avevano spinto per vendetta e, caspita, avevo anche i calzoncini a tre quarti. Però, alla fin fine credo di aver pareggiato tutti i conti in sospeso, qualche questione credo di averla chiusa addirittura in attivo.»

Entra in cucina e schiaccia con l'indice l'interruttore della luce, mentre le memorie passate continuano a scorrere nella mente come l'acqua nel bicchiere. Il suo sguardo dubbioso è puntato verso l'alto, lentamente allontana il bicchiere dalle labbra e poi con un solo scatto lo fa picchiare con vigore contro la tavola.

«No, non ho pareggiato tutti i conti, con lui proprio no.»


«Prof, non credo che andremo molto d'accordo.»

«Giovane, mi stai minacciando?»

«È una questione di punti di vista.»

«Scherza poco con me, non sono per nulla indulgente.»

«È intimorita da me per caso?»

«Ha! Ma senti questa. Cosa mi farai? Non ho paura dei maschi che potrebbero fare a botte con me, figurati se ho paura di una femmina.»

«Si figuri se io ne devo avere di un maschio come lei.»

«La penna ce l'ho in mano io, e decido io cosa scriverà.»

«Non ho mai avuto paura delle penne.»

«Faccio finta di non averti sentito per oggi, non ti considero nemmeno. Queste ragazzate le conosco bene, giusto il tempo di sentirsi più grandi e poi tutto cessa. Non durerà troppo questa sensazione, alla fine tornate piccoli piccoli come pecore, subito vi sgonfiate.»

«Credo invece che dalla pazzia non si guarisca.»

«Tutti pazzi, super fighi e ribelli a questa età, vero?»

Prese bene la mira con gli occhi e la avvisò:

«Femmina, è meglio che capisci come girano le cose prima che è troppo tardi e cominci a girare altro.»

«La sua raffinatezza mi fa venire i brividi, lei sì che è un vero maschio.»

Poi gli voltò le spalle.

«Ci vedremo quando, come dice lei, la mia sfrontatezza sarà terminata. Nel frattempo si faccia un ripasso del congiuntivo, non le farebbe male.»

 

Riprende in mano il suo bicchiere e per qualche secondo fissa le bollicine al suo interno.

«Domani tornerò a vivere finalmente...»

Beve un sorso.

«… qualcosa di frizzante.»

 

  
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