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Autore: Una_Ragazza_Qualunque    07/03/2016    1 recensioni
[Rintori centric, ma sono presenti anche altre coppie] [AU! Arabian]
"Lo aveva sempre ammirato da lontano, sin da quando erano entrambi dei bambini, senza mai, però, rivolgergli la parola. D'altronde come avrebbe potuto? Lui era solo un soldato e anche se ora era riuscito a diventare una guardia imperiale Nitori era consapevole di rimanere, sempre, un punto minuscolo in confronto a lui."
Sono molto emozionata per questa fan fiction e spero vi piaccia. Amo questa coppia e questo AU quindi dovevo scriverci per forza. L'dea mi frullava in testa già da un pò ma non ho mai avuto il coraggio di iniziarla.
Buona lettura, Enjoy!
Genere: Angst, Avventura, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Gou Matsuoka, Nitori Aiichirou, Rin Matsuoka, Seijuro Mikoshiba, Un po' tutti
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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NdA: Salve e grazie di essere qui.
Sono molto emozionata per questa fan fiction in quanto l'idea
mi frullava in testa già da un bel po'.
Essa è nata da un sogno e spero vi piaccia.
Ho deciso di usare il termine “sultano” sperando che sia il termine corretto per questo AU
ma l'ho deciso per evitare equivoci.
Cercherò, per prossimi capitoli, di informarmi meglio su questa cultura
e storia, spero di riuscirci...
Buona lettura!
PS: se notate errori di qualsiasi tipo, fatemeli notare, soprattutto quelli legati a questo AU.
In fondo le fan fiction si condividono anche per imparare ma siate sempre gentili. ;)
 
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                         L'altra faccia dell'amore
 
            Capitolo 1: L'inizio di una condanna
 
 
 
 
Nitori Aiichirou stava guardando dritto di fronte a sé. Sull'attenti, con la schiena perfettamente dritta e con in mano la sua fedele lancia, rivolgeva lo sguardo verso il giardino reale, all'interno del palazzo. Stava facendo la guardia ad una porta completamente rossa, alta quasi il doppio di lui. Non che fosse particolarmente alto, anzi era minuto per la sua età e nonostante tutti gli estenuanti allenamenti a cui si sottoponeva il suo corpo non sembrava affatto quello di un soldato. Non aveva molta massa muscolare e il suo viso sembrava quello di un dodicenne. Nitori lo odiava. Non veniva mai preso sul serio dai suoi colleghi convinti che, in una situazione di reale pericolo, non sarebbe durato neanche mezzo secondo. In realtà, al contrario da ciò che si poteva pensare, Nitori era bravo nel suo lavoro, molto bravo. Proprio per la sua particolare struttura fisica, Nitori era molto agile e, stranamente, abile con la lancia.
Fortunatamente non tutti pensavano che Nitori fosse un caso perso, Seijuro, suo collega e amico da tempo, era molto fiducioso nelle sue abilità e fu, anche, il primo a credere in lui spronandolo a fare sempre del suo meglio durante gli allenamenti, dandogli consigli utili sia sul campo di battaglia sia sulla vita.
Nitori gli era grato per questo ma spesso si chiedeva cosa, in lui, aveva tanto attirato la sua attenzione. Ogni volta che glielo chiedeva gli rispondeva sempre allo stesso modo: “ La tua determinazione ” Guardandolo dritto negli occhi e rivolgendogli un ampio sorriso.
Nitori, però, non si sentiva lusingato. Nitori era un ragazzo molto insicuro e ogni volta che riceveva un complimento da parte di Seijuro non riusciva, per quanto si sforzasse, ad esserne contento. Era come se una vocina nella sua testa gli stesse dicendo che stava mentendo e che ciò che lo spingeva a farlo era pietà. In fondo Seijuro era molto più bravo di lui. Era il capitano delle guardie imperiali, perché mai dovrebbe abbassarsi al suo livello?
Nitori lo guardò con la coda nell'occhio. Era accanto a lui nella sua stessa posizione ma, Nitori si accorse, aveva un'espressione pensierosa. Questo fece vacillare la poca sicurezza di Nitori che tornò a guardare davanti a sé.
Quello era il gran giorno: Il suo primo turno da guardia imperiale.
Era stato promosso finalmente. Dopo tanti sforzi finalmente una vittoria. Anche se, Nitori, sospettava che ci fosse lo zampino di Seijuro dietro. Ma a rendere Nitori nervoso era l'idea di poter rivedere lui.
Era da tanto che non lo vedeva, a causa dei suoi allenamenti, ma era stata una sua scelta e andava bene così, alla fine ne era valsa la pena.
Era riuscito nel suo intento e in più era riuscito a farsi assegnare nella stessa postazione di Seijuro: A guardia della stanza del Sultano. Il suo amato Sultano.
Lo aveva sempre ammirato da lontano, sin da quando erano entrambi dei bambini, senza mai, però, rivolgergli la parola. D'altronde come avrebbe potuto? Lui era solo un soldato e anche se ora era riuscito a diventare una guardia imperiale Nitori era consapevole di rimanere, sempre, un punto minuscolo in confronto a lui. Sapeva che non lo avrebbe mai guardato come faceva nei suoi sogni ma Nitori non riusciva a staccargli gli occhi di dosso.
Per questo quando suo padre adottivo lo aveva costretto ad unirsi ai soldati del Sultano non si era opposto, a differenza di altri suoi coetanei.
Era riuscito, così, ad assistere al giorno in cui il suo amato Principe divenne il sovrano del regno anche se ad un caro prezzo: La scomparsa di suo padre.
Il precedente Sultano, infatti, era stato assassinato ma non si seppe mai chi fosse il colpevole di tale insano gesto.
Era un bravo Sultano, pensava sinceramente Nitori non che lo avesse conosciuto personalmente, ovviamente, ma nessuno aveva mai osato parlar male di lui. Era un Sultano buono, un Sultano a cui interessavano davvero le condizioni del suo popolo e che prendeva sagge decisioni.
Anche suo padre adottivo la pensava così, raccontandogli, una volta, che il Sultano gli avesse fatto un enorme regalo tempo fa anche se non gli confessò mai quale esso fosse e Nitori non ebbe mai il coraggio di chiederglielo, sembrava una cosa molto delicata e importante.
Nitori non aveva mai conosciuto i suoi veri genitori ma questo non gli era mai pesato fin quando avrebbe avuto suo padre adottivo accanto a lui. Gli voleva bene e non riusciva neanche a immaginare quanto dovesse essere doloroso perderlo.
Nitori poté giurare di aver visto gli occhi del Principe spenti quel giorno nonostante quello fosse sempre stato il suo sogno, seguire le orme di suo padre.
Nitori era certo che qualcosa in lui era morto nello stesso istante in cui si sedette sul trono, morto insieme a suo padre. Per questo urlò, insieme agli altri, con tutte le forze che aveva in corpo sperando che i suoi sentimenti lo potessero raggiungere.
Lunga vita al nostro Sultano, Rin Matsuoka!
Nitori era fiero di lui nonostante tutto.
Dei rumori di passi attirarono la sua attenzione e cercò di ricomporsi in fretta. Accanto a lui Seijuro si fece serio e a Nitori, improvvisamente, si seccò la gola.
Dalla sua posizione riuscì a scorgere, lungo il corridoio, tre figure.
Le prime due erano due anziani che cercavano, invano, di tenere il passo della terza figura che, chiaramente infastidito, cercava di seminarli non prestando attenzione ai due che continuavano a parlare ad alta voce per farsi sentire.
Nitori non aveva idea di cosa stessero dicendo, ancora troppo lontani per distinguere chiaramente le parole, ma non appena mise a fuoco il viso della terza figura il suo cuore perse un battito. Era il Sultano Rin.
Nitori strinse la sua lancia talmente forte da far diventare bianche le nocche delle dita.
Quando Rin arrivò di fronte a loro con un cenno della mano mandò via i due anziani che, con riluttanza, obbedirono ma tutto ciò che Nitori riuscì a sentire fu il tintinnio dei bracciali di Rin.
Spostò leggermente lo sguardo per guardare la mano di Rin tornare, molto lentamente, al suo posto ma esso fu rapito da un altro dettaglio dell'abbigliamento del Sultano.
La camicia, infatti, era quasi del tutto sbottonata sul davanti mettendo in mostra non solo una vistosa collana pienamente in oro ma anche i suoi muscoli scolpiti.
Nitori arrossì alla vista e si morse il labbro inferiore maledicendosi. All'improvviso si sentì osservato e questo, se possibile, lo fece agitare ancora di più.
   << Mio Signore. >> Lo salutò Seijuro da buon capitano, probabilmente per distogliere l'attenzione da Nitori chiaramente in difficoltà.
Ma Rin lo ignorò continuando a guardare la piccola guardia.
Nitori alzò di poco lo sguardo, non capendo tanta insistenza, e rabbrividì nel vedere un sorrisetto soddisfatto sulle labbra del suo Sultano.
Si stava prendendo gioco di lui? Probabilmente si. Rin era consapevole di essere di bell'aspetto e sapeva di far un certo effetto alla gente, considerando anche il suo alto ceto sociale.
Nitori ebbe l'impulso di guardarlo negli occhi e fece molta fatica a trattenersi. Era proibito incrociare il suo sguardo. Anche se la tentazione era tanta.
Fortunatamente, proprio quando Nitori stava per cedere a quel desiderio, Rin decise di porre fine a quel gioco ed entrò nella sua stanza in rigoroso silenzio con di sottofondo solamente il prorompente rumore della enorme porta.
Quando la porta si chiuse alle sue spalle Nitori emise un sospiro di sollievo ma ancora consapevole dello sguardo di Seijuro su di lui.
 
 
                                                            - - -  
 
 
   Papà, papà dove sei?!
   E tutto così buio qui, ho paura!
   Non andare via, non lasciarmi qui da solo!
 
 
Nitori si svegliò di soprassalto.
Con ancora il fiatone si mise a sedere e si asciugò la fronte impregnata di sudore. Si alzò alla ricerca di un po' d'acqua, ancora confuso da quello strano sogno.
Era la prima volta che ne faceva uno simile e non era neanche tanto sicuro di cosa avesse visto in quel sogno, o meglio incubo.
Nitori si sentì una morsa alla bocca dello stomaco e decise di tornare a letto e di non pensarci.
 
 
                                                             - - -
 
 
   << Hey, Nitori sei sicuro di stare bene? Sei piuttosto pallido. >> Chiese preoccupato Seijuro, una volta iniziato il turno.
Nitori lo guardò spaesato e ancora un po' assonato. << Si, ho solo avuto una nottata difficile. >>
   << Incubi? >>
   << Si, direi di si. >> Spiegò titubante Nitori.
   << Direi?! >> Chiese confuso  e un po' divertito Seijuro. << Come fai a non esserne sicuro? >> Continuò.
   << E solo che... Non sono sicuro di essere io quello del mio sogno. >>
   << Come? >> Chiese Seijuro incuriosito.
Ma Nitori non riuscì più a raccontare nulla, interrotto dal rumore della porta che si apriva.
Nitori sobbalzò e nel corridoio calò il silenzio. Entrambe le guardie si irrigidirono sorprese.
Il Sultano Rin si affacciò dalla sua stanza e guardò con aria minacciosa l'ignaro Nitori.
   << Tu! >> Nitori ingoiò rumorosamente ma non si mosse. << Vieni dentro. >> E senza aspettare oltre rientrò nella sua camera.
Nitori sentiva il cuore battergli forte in petto, tanto che temeva potesse uscirgli fuori. Rin sembrava arrabbiato, quasi furioso e non aveva idea di cosa potesse volere da lui. Ancora immobile Seijuro lo richiamò.
   << Oi, Nitori. >> Lo guardò serio per vedere gli occhi color cielo dell'altro pieni di timore. << Non farlo aspettare! >>
Nitori rispose emettendo un mugolio incomprensibile e cominciò a muoversi un po' impacciato.
Quando mise una mano nella maniglia della porta, Seijuro lo chiamò di nuovo.
   << Nitori. >> Si guardarono. << Non fare niente di stupido. >> E Nitori non poté far altro che annuire.
Una volta dentro Nitori si sentì a disagio in quella immensa stanza.
Di fronte all'entrata, in fondo alla camera, vi era un maestoso letto ricoperto di cuscini mentre sulla destra vari mobili con decorazioni in oro.
A sinistra, invece, c'era un tavolino con sopra un vassoio pieno di frutta, un divanetto lì accanto e un'enorme specchio attaccato al muro.
Nitori vide, anche, una porta che, probabilmente, doveva portare al bagno e proprio da lì uscì Rin. Non sembrava più arrabbiato ma annoiato e istintivamente Nitori abbassò lo sguardo guardandosi i piedi.
   << Non startene lì impalato. >> Disse Rin infastidito dal suo comportamento.
Ma Nitori proprio non riusciva a capire. Che cosa si aspettava che facesse?!
Nitori fece un passo in avanti, notando di star camminando su un morbidissimo tappeto, ma si fermò non appena sentì Rin muoversi.
Il Sultano, infatti, si sedette sul letto proprio di fronte a lui studiando ogni suo singolo movimento.
Nitori si sentì nudo sotto il suo sguardo e sentì il sangue imporporagli leggermente le guance.
   << Guardami. >> Udì all'improvviso.
Nitori non obbedì.
   << Non te lo sto chiedendo. >> Insistette e Nitori dovette eseguire l'ordine.
Alzando lentamente lo sguardo Nitori incrociò quello di Rin, vedendo, finalmente, i suoi occhi. Quegli occhi che aveva sempre sognato, quegli occhi di un meraviglioso color rosso rubino fissi su di lui.
Nitori si ritrovò senza fiato, inebriato da così tanta bellezza e, adesso, sentì le guance andargli a fuoco.
Rin si alzò e si avvicinò a lui fermandosi solo a pochi centimetri dal suo viso. Era così vicino che a Nitori sarebbe bastato alzarsi leggermente sulle punte per baciarlo.
Nitori si vergognò di quel pensiero e distolse lo sguardo.
   << Faresti qualsiasi cosa per me? >>
Nitori tornò a guardarlo sorpreso da quella domanda. Era una guardia imperiale, certo che avrebbe fatto qualsiasi cosa per il suo Signore.
Nitori annuì.
   << Voglio sentirtelo dire. Fammi sentire la tua voce. >> Lo incoraggiò con voce suadente e, per un attimo, Nitori ebbe il timore di potergli svenire, lì, ai suoi piedi.
Prese un respiro profondo e cominciò a parlare. << S-si... Farei qualsiasi cosa per voi, mio Signore. >>
   << Davvero? >> Chiese con tono di scherno. << Sei qui da poco, vero? Non ti ho mai visto. >>
Non ti ho mai visto. Nitori non poté negare che quella frase lo avesse ferito ma in fondo cosa si aspettava? Era lui che lo guardava sempre di nascosto, non il contrario.
   << Si, sono stato appen- >>
   << Non ti ho chiesto la storia della tua vita. >> Lo interruppe allontanandosi.
Nitori si morse il labbro. Aveva sbagliato, di nuovo ma ciò che lo disorientava di più era che sentiva la mancanza della sua presenza di fronte a lui.
Rin si avvicinò al tavolino e prese un chicco d'uva mettendoselo in bocca, non mostrando un reale interesse.
   << Spogliati. >>
   << Mio Signore? >> Chiese Nitori credendo di aver sentito male.
   << Hai detto che avresti fatto qualsiasi cosa per me. Che c'è, ti stai tirando indietro? >>
Di nuovo quel sorriso. Si stava prendendo gioco di lui di nuovo.
   << Io ti piaccio, non è vero? >>
Nitori impallidì.
   << Lo vedo sai? Il modo in cui mi guardi. >> Disse Rin, stavolta chiaramente divertito.
Nitori strinse i denti cercando di trattenere le lacrime. Sicuramente pensava che fosse patetico, e forse aveva ragione ma Nitori non voleva dargliela vinta così facilmente.
Si voltò e appoggiò la lancia sul muro per poi guardarlo di nuovo. Rin non stava sorridendo più ma continuava a fissarlo serio.
Nitori portò le sue mani alla camicia della sua divisa e cominciò a sbottonarsela. Faceva molta fatica, le sue mani tremavano e dovette combattere con ogni bottone per riuscirci ma quando arrivò all'ultimo di essi Rin gli afferrò il polso.
Nitori si lasciò sfuggire un squittio, sorpreso dall'improvviso gesto. Rin non lo stava guardando ma aveva gli occhi fissi sulla mano.
Lentamente si avvicinò al viso di Nitori, che si sentì morire da quella vicinanza, per poi avvicinarsi al suo orecchio sussurrandogli:
   << Quelli come te io non li sopporto proprio. >>
Nitori spalancò gli occhi esterrefatto mentre Rin si allontanava.
   << Ricomponiti e vattene. >> Gli ordinò ma Nitori era come pietrificato.
Perché lo stava trattando così? Cosa aveva fatto di male? Chi era questa persona? Non era il Sultano di cui Nitori si era innamorato. Cosa gli era successo per ridurlo così?!
   << Sei diventato sordo? >>
Nitori fu riportato alla realtà da quella domanda piena d'astio e cercò, il più velocemente possibile, di rivestirsi.
Si fiondò sulla lancia, ancora appoggiata al muro, vedendola sbiadita per via delle lacrime che minacciavano di cadere.
Una volta recuperata fece un leggero inchino a un Sultano che gli dava le spalle e si dileguò.
Quel giorno, per la prima volta, Nitori mentì a Seijuro.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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