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Autore: lapoetastra    08/03/2016    1 recensioni
Carla sa che gli occhi di tutti sono puntati su di lei.
Non li vede, eppure li sente.
Vorrebbe scappare via da quelli sguardi, che le trafiggono il cuore come minuscole lame affilate.
Eppure continua a camminare.
Genere: Angst, Drammatico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Carla sa che gli occhi di tutti sono puntati su di lei.
Non li vede, eppure li sente.
Vorrebbe scappare via da quelli sguardi, che le trafiggono il cuore come minuscole lame affilate.
Invece continua a camminare, con la testa bassa, per cercare quei piedi che non si vedono, nascosti dalla mole morbida della pancia.
Carla è molto grossa.
Grassa, una balena, come la chiamano in molti, come la definiscono i suoi stessi amici quando sono convinti che lei non li senta.
Carla sa di essere sovrappeso, e non lo nega.
Quello che però non è vero è il motivo della sua obesità.
Non lo è perché mangia in continuazione, come fosse un vaso senza fondo di calorie.
Ha una disfunzione della tiroide, una malattia dal nome talmente strano che per quanto si sforzi non riesce mai a ricordare.
Non mangia, Carla.
Sa che se lo facesse sarebbe solo peggio, ed allora si astiene dal cibo, tant’è che a volte rischia addirittura di svenire, talmente è debole a causa della mancanza di nutrienti.
È difficile trattenersi quando si ha fame e non si può neanche gustare un semplice, veloce snack.
Eppure, per quanto doloroso e torturante sia, Carla ce la sta facendo, giorno dopo giorno.
Ma la tiroide continua a non funzionare, e lei è sempre più grossa.
E le persone continuano a chiamarla “balena”, “sacco di lardo”, e continuano a gridarle di mangiare di meno, che la gola è un peccato capitale, che è debole perché non riesce a smettere di ingurgitare tutto ciò che le si para davanti.
E Carla, intanto, continua a non mangiare.
Un giorno qualcosa cambia.
Un giorno la disfunzione alla tiroide sparisce.
Il corpo di Carla, come fosse un palloncino, si sgonfia d’improvviso.
Ma non ha più alcun nutrimento, al suo interno, causato dai lunghi giorni di digiuno forzato.
Ed allora la pelle inizia a tirarsi sulle ossa, che mano a mano che passa il tempo sono sempre più visibili.
Eccole lì, le costole.
Carla le può contare una ad una, ora, quando si guarda allo specchio.
Mangia, Carla, allora.
Ingurgita tutto ciò che può, anche quando non ha fame, ed a volte è talmente piena che le viene la nausea.
Aspetta che le passi, e mangia ancora un po’, anche se non vuole, anche se non ce la fa più, solo per mettere su qualche chilo che le dia finalmente un aspetto normale.
Ma non succede.
Il dottore ha detto che la tiroide ancora non funziona, solo che questa volta nel senso opposto.
Brucia tutto ciò che Carla introduce dentro di sé, e la fa dimagrire sempre di più.
Quando cammina per la strada, Carla nota che gli occhi di tutti sono ancora puntati su di lei, occhi indagatori sotto palpebre pesanti, espressioni schifate su volti pasciuti, parole di scherno in bocce sorridenti.
“Grissino”, “scheletro”, “osso per i cani”. Ecco come la definiscono ora.
“Fai paura”, “Prova a mangiare di più, non sai cosa ti perdi dalla vita”, le sussurrano quei ritratti della salute che le si accostano mentre passeggia.
Tra di essi ha individuato i visi dei suoi amici di un tempo.
È difficile vivere, per Carla.
Lo è sempre di più, sempre più al centro di insulti e scherzi di ogni genere da parte di tutti, che non sanno, non capiscono, non ci pensano.
Quando Carla muore, per motivi ignoti, rapidamente come un pensiero, sono proprio quei tutti che vanno al suo funerale, a dirsi dispiaciuti per lei, per la perdita di quella ragazza dolcissima che non avrebbe mai fatto del male ad una mosca.
In realtà, quei tutti sono dispiaciuti per aver perso il loro bersaglio preferito, foriero di risate a crepapelle.
Ma le lacrime si asciugano in fretta sui loro volti incerati.
Hanno già trovato una nuova vittima, verso la quale rivolgere la loro cattiveria e stupidità.
Perché esisteranno sempre, questi tutti.
Ed esisterà sempre una Carla, buona e dolce, eppure sfortunata.
È così che va il mondo.
Purtroppo.
Carla sa che gli occhi di tutti sono puntati su di lei.
Non li vede, eppure li sente.
Vorrebbe scappare via da quelli sguardi, che le trafiggono il cuore come minuscole lame affilate.
Invece continua a camminare, con la testa bassa, per cercare quei piedi che non si vedono, nascosti dalla mole morbida della pancia.
Carla è molto grossa.
Grassa, una balena, come la chiamano in molti, come la definiscono i suoi stessi amici quando sono convinti che lei non li senta.
Carla sa di essere sovrappeso, e non lo nega.
Quello che però non è vero è il motivo della sua obesità.
Non lo è perché mangia in continuazione, come fosse un vaso senza fondo di calorie.
Ha una disfunzione della tiroide, una malattia dal nome talmente strano che per quanto si sforzi non riesce mai a ricordare.
Non mangia, Carla.
Sa che se lo facesse sarebbe solo peggio, ed allora si astiene dal cibo, tant’è che a volte rischia addirittura di svenire, talmente è debole a causa della mancanza di nutrienti.
È difficile trattenersi quando si ha fame e non si può neanche gustare un semplice, veloce snack.
Eppure, per quanto doloroso e torturante sia, Carla ce la sta facendo, giorno dopo giorno.
Ma la tiroide continua a non funzionare, e lei è sempre più grossa.
E le persone continuano a chiamarla “balena”, “sacco di lardo”, e continuano a gridarle di mangiare di meno, che la gola è un peccato capitale, che è debole perché non riesce a smettere di ingurgitare tutto ciò che le si para davanti.
E Carla, intanto, continua a non mangiare.
Un giorno qualcosa cambia.
Un giorno la disfunzione alla tiroide sparisce.
Il corpo di Carla, come fosse un palloncino, si sgonfia d’improvviso.
Ma non ha più alcun nutrimento, al suo interno, causato dai lunghi giorni di digiuno forzato.
Ed allora la pelle inizia a tirarsi sulle ossa, che mano a mano che passa il tempo sono sempre più visibili.
Eccole lì, le costole.
Carla le può contare una ad una, ora, quando si guarda allo specchio.
Mangia, Carla, allora.
Ingurgita tutto ciò che può, anche quando non ha fame, ed a volte è talmente piena che le viene la nausea.
Aspetta che le passi, e mangia ancora un po’, anche se non vuole, anche se non ce la fa più, solo per mettere su qualche chilo che le dia finalmente un aspetto normale.
Ma non succede.
Il dottore ha detto che la tiroide ancora non funziona, solo che questa volta nel senso opposto.
Brucia tutto ciò che Carla introduce dentro di sé, e la fa dimagrire sempre di più.
Quando cammina per la strada, Carla nota che gli occhi di tutti sono ancora puntati su di lei, occhi indagatori sotto palpebre pesanti, espressioni schifate su volti pasciuti, parole di scherno in bocce sorridenti.
“Grissino”, “scheletro”, “osso per i cani”. Ecco come la definiscono ora.
“Fai paura”, “Prova a mangiare di più, non sai cosa ti perdi dalla vita”, le sussurrano quei ritratti della salute che le si accostano mentre passeggia.
Tra di essi ha individuato i visi dei suoi amici di un tempo.
È difficile vivere, per Carla.
Lo è sempre di più, sempre più al centro di insulti e scherzi di ogni genere da parte di tutti, che non sanno, non capiscono, non ci pensano.
Quando Carla muore, per motivi ignoti, rapidamente come un pensiero, sono proprio quei tutti che vanno al suo funerale, a dirsi dispiaciuti per lei, per la perdita di quella ragazza dolcissima che non avrebbe mai fatto del male ad una mosca.
In realtà, quei tutti sono dispiaciuti per aver perso il loro bersaglio preferito, foriero di risate a crepapelle.
Ma le lacrime si asciugano in fretta sui loro volti incerati.
Hanno già trovato una nuova vittima, verso la quale rivolgere la loro cattiveria e stupidità.
Perché esisteranno sempre, questi tutti.
Ed esisterà sempre una Carla, buona e dolce, eppure sfortunata.
È così che va il mondo.
Purtroppo.
   
 
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