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Autore: corvonero83    08/03/2016    0 recensioni
(Dal momento che da Martin non avrò mai il lieto fine che spero per i miei due fanciulli (Arya e Gendry, ovvio!), ho dato vita a questa storia che spero possa interessare a qualcuno. Ho cercato di essere il più fedele possibile ai fatti dei libri, seguendo poi i miei desideri….)
Dal Primo Capitolo:
“Ma io sono sempre qui. Mi risveglio sempre nel mio letto a Grande Inverno. Forse dovrei andare a cercarla, forse dovrei andare alla Barriera...”. Lo pensava spesso Arya, lo pensava e sentiva qualcosa che la spingeva a partire, ma non capiva cosa, cosa avrebbe potuto trovare alla Barriera, o chi. “Non Jon. Jon non è più là. Jon è ad Approdo del Re. Allora chi? Chi mi vuole con lui al nord?”
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Arya Stark, Gendry Waters
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Settimo Capitolo

 

 

In realtà fu Arya a vederli arrivare.

Due sagome a cavallo che si stavano avvicinando a Grande Inverno lungo la Strada del Re.

-Gendry! Vieni presto, Si sta avvicinando qualcuno. Forse sono solo due forestieri che hanno fame, forse no. Tieniti pronto.- Era calma ma determinata a difendersi in caso di pericolo. Quelli erano due sconosciuti e raramente si vedevano sconosciuti in giro.

Anche Nymeria era uscita dalla cucina e si era fermata vicino alla sua padrona.

Il ragazzo annuì non pensando assolutamente al fatto che stava per trovarsi di nuovo davanti agli occhi il suo amico.

Erano due persone avvolte in mantelli dai colori diversi, uno rosso fuoco con bordature nere, l'altro grigio scuro, mantelli pesanti che nascondevano le loro fisionomie.

Quando varcarono la porta d'ingresso, priva dei portoni in legno, e si fermarono nel cortile ci fu un momento di tensione. Nymeria fissava la figura con il mantello nero che cavalcava una puledra bianchissima, la lupa sembrava tranquilla e per niente nervosa.

Arya decise di prendere in mano la situazione -Chi siete? Avete bisogno di qualcosa?-

Gendry non parlò, fissava anche lui il cavallo bianco, la cavalla anzi, perché gli ricordava quella di Jon ma...era davvero lui? Le due figure rimasero in silenzio. Quella nascosta dal mantello rosso voltò la testa verso l'altra ma nessuna delle due rispose.

-Allora?- Arya si stava spazientendo.

Come aveva già pensato succedeva molto raramente di vedere sconosciuti che passavano di lì e ancora più raramente si fermavano alle rovine. Tutti, eccetto le poche persone che abitavano nei dintorni, credevano che Grande Inverno fosse disabitata.

La ragazza sentiva una strana sensazione al cuore.

Improvvisamente la figura nera scese da cavallo e le si avvicinò; Arya indietreggiò d'istinto non perdendola di vista, aveva un piccolo pugnale dentro lo stivaletto, in un attimo avrebbe potuto sgozzare quell'uomo, perché ora lo aveva capito che aveva davanti un uomo. Ma qualcosa dentro di lei le bloccava la mano.

L'uomo appena le fu vicino l'abbracciò senza preavviso, stringendola con tutta la forza che aveva in corpo. Arya si gelò a quel contatto e tentò di divincolarsi da quelle braccia sconosciute ma poi sentì una voce. Anche se non la sentiva da molto, troppo tempo, l'avrebbe riconosciuta tra mille, come fece in quel momento.

-Arya, mia piccola Arya! Sei davvero tu?-

-Jo...Jon?- le tremò la voce. Si staccò da lui e gli abbassò il cappuccio del mantello dal volto. Quel viso le era famigliare, molto famigliare: i capelli ricci e folti, la barba incolta che copriva il mento allungato, occhi grigi, grigio scuri da lupo -Fr..fratello?- si portò la mano alla bocca incredula.

-Arya!- quel nome fu per lei una conferma -Da quanto sei qui? Io, io...non puoi capire quanto io sia felice di averti ritrovata!- il ragazzo la strinse di nuovo a se, questa volta con più dolcezza.

Lei non disse nulla, si limitò a ricambiare quell'abbraccio felice. Piangeva, permise alle lacrime di scenderle lungo il viso silenziose. Poi guardò Gendry.

-Corvi per Porto Bianco? Sei un pessimo compagno, lo sai?- si finse arrabbiata ma alla luce dei fatti non poteva esserlo davvero.

-Perdonami. Ma tu non me lo avresti mai permesso se te lo avessi detto.-

-Vero- lei si addolcì -Grazie Gendry!-

Aveva il cuore in subbuglio, prese la mano del fratello stringendola con forza ma poi si rese conto che c'era anche un'altra persona che stava attendendo in disparte, rispettando l'importanza di quel momento.

-Jon? Chi c'è con te?- la ragazza sapeva che suo fratello non le avrebbe mai fatto del male, ma aveva comunque paura. Non era più abituata a tutto questo.

Jon le sorrise tranquillo poi si voltò verso la figura in rosso e avvicinandosi a lei l'aiutò a scendere dal cavallo. Una donna avvolta in una pesante veste bianca le si avvicinò. Quando abbassò il cappuccio di pelliccia Arya non ebbe bisogno di nomi, sapeva benissimo chi aveva davanti: capelli argentati, occhi violetti, una dea scesa in terra.

-Arya, lei è Daenerys della Casa Targaryen, mia futura sposa.- Jon accompagnò la giovane Regina dei Draghi vicino a sua sorella -Daenerys, questa è la mia amata sorellina Arya, della Casa Stark!-

Le due ragazze si fissarono per secondi che sembrarono eterni a tutti, ma poi sorrisero entrambe. Al violetto piacque quel grigio intenso e al lupo andò a genio l'odore del drago. Si abbracciarono imbarazzate a con semplicità, scambiandosi un bacio sincero sulle guance arrossate per il vento freddo che si era alzato.

Jon nel mentre si era avvicinato a Gendry per salutare l'amico e ringraziarlo di cuore per quel regalo inaspettato.

-Bene! Direi che ci meritiamo qualcosa di caldo e soprattutto dobbiamo raccontarci molte cose, non credi?- si rivolse ad Arya. Lei annuì asciugandosi le guance umide.

-Venite, il fuoco è acceso e la cena è quasi pronta. Gendry ti occupi tu dei cavalli?-

Il giovane annuì e prendendo per le redini i due esemplari li condusse nella stalla, poi rientrò con Nymeria nella cucina dove trovò Arya, Jon e la giovane Targaryen intenti a raccontarsi le loro incredibili storie.

 

 

Per Jon fu semplice raccontare quello che gli era accaduto da quando si erano lasciati moltissimi anni prima.

-Quanto tempo è passato, Arya?- Troppo. Troppo tempo.

Raccontò della Barriera, del servizio come attendente del Vecchio Lord Mormont, della sua esperienza tra i Bruti, la battaglia con gli Estranei, fino al ruolo di Primo Cavaliere e l'incontro con Daenerys.

-Ho provato a cercarti! Non potevo farlo io personalmente ma quando ho saputo che stavano portando Arya Stark a maritarsi con il figlio di Bolton, non potevo stare a guardare. Sapevo che non eri tu, non potevi essere tu! Ma non ne ero sicuro, non avevo prove. Quando ho saputo da Gendry la verità...ho pianto. Ho pianto perché era la mia ultima possibilità di trovarti, ma ero anche sollevato che quel mostro non ti avesse fatto del male.-

-Non glielo avrebbe mai permesso!- Gendry tentò di sdrammatizzare. Jon sorrise e Arya decise di servire la cena perché per lei sarebbe stato molto più difficile raccontare la sua storia.

Non gli disse niente di più e niente di meno di quello che raccontò a Gendry. Ma non riuscì a guardare suo fratello negli occhi. Quando lo fece trovò due sfere grigie, specchio dei suoi che la stavano fissando pieni di amore e ammirazione. E non erano gli unici.

Anche il violetto la stava fissando con intensità.

-Jon! Tua sorella è molto coraggiosa. Sarebbe stata un ottima amica e un'alleata preziosa a Meereen.-

Arya sorrise debolmente a quelle parole.

-Perché non mi hai cercato?- per Jon quello era l'unico interrogativo da capire ma Arya non sapeva cosa rispondergli e rimase in silenzio. Allora lui la mise su un altro piano -Potreste venire con noi, adesso. Potreste venire ad approdo del re e vivere la, sposarvi. Lo so cosa vi lega, e ora ne sono ancora più convito. Sono stati gli Antichi Dei a farvi incontrare.- A Jon era ben chiaro che Gendry amava sua sorella e ora vedendoli vicini sapeva che la ragazza provava gli stessi sentimenti.

-Jon io…- le tremò la voce -Non fraintendere, io sono felice di averti rivisto, ma io sto bene qui. Non voglio la città, non voglio nobili intorno, non voglio il passato. Non voglio che si sappia che sono viva! Arya Stark è morta.- alzò un po' la voce ma non per rabbia -Il mio mondo è qui! Io voglio stare qui!-

-Arya, ma c'è anche Sansa. Anche lei vorrebbe rivederti, ne sono sicuro. Io…-

-Non credo, sai? Siete felici, tutti e due, vi siete rifatti una vita dopo tutto l'orrore del passato. Ci sto provando anche io. Siete stati bene senza di me e …-

-No!- stavolta fu Jon a interromperla -Io ho sempre avuto un buco nel cuore, Arya. In realtà molti di più. Ora posso riempirne uno.- Jon le strinse la mano.

-So cosa vuoi dire- Arya aveva capito le parole del fratello. Sapeva bene cosa erano quei “buchi” nel cuore e il male che facevano. Anche lei ne aveva appena riempito uno, ma non se la sentiva ancora di incontrare Sansa.

-Jon! Io sono sempre la solita, la vita di corte non fa per me. Io sto bene qui, nella nostra Grande Inverno. Non potrei mai accettare ordini da Stannis Baratheon o da chi altri. Io sono stata molte persone, ho finto molte vite, ora sono stanca. Voglio essere solo Arya e vorrei vivere qui a casa nostra, se tu me lo permetti.- Si ricordò che per diritto quel posto ora era di suo fratello. Ma Jon di quel particolare no ne voleva sapere.

-Perché dovrei negartelo? Arya non sono il vero erede di Grande Inverno, non sono il vero erede di nostro padre, lo sai. Se ho accettato di essere riconosciuto come Stark è perché volevo Approdo del Re, volevo il ruolo di Primo Cavaliere per aiutare Stannis a mantenere la pace e perché ora voglio Daenerys…- nel dirlo guardò fugacemente la giovane regina dell'Est.

-Tuo fratello è nobile, Arya. E con nobile intendo nobile d'animo e di cuore. Tu non vuoi venire a corte e posso capirti. Le corti sono luoghi pieni di serpi e traditori, e anche se ora c'è la pace, gli intrighi non mancano, come non manca la sete di potere di molti. Io potrei però chiederti un favore. Un aiuto che non ti porterebbe ad Approdo del Re ma ti porterebbe di nuovo in Oriente, molto molto lontano.- Daenerys guardò Jon come se aspettasse un cenno di consenso per andare avanti a parlare; Jon non aveva subito capito cosa volesse dire la ragazza ma poi si illuminò e sgranò gli occhi -Sei Sicura?-

-Io vorrei proporglielo. Se per te va bene?- gli occhi violetti si imposero su quelli del ragazzo che esitò un attimo. Aveva capito quello che Daenerys voleva chiedere ad Arya ma non ne era sicuro. L'aveva appena ritrovata, voleva davvero staccarsi da lei così presto?

Ma era comunque una decisione che spettava alla sorella perciò decise di fare quella proposta.

-Ascolta piccola- Jon non avrebbe mai perso il vizio di chiamarla “piccola” -Non potrai rimanere qui a lungo. Stannis vuole salire al Nord, ha ancora alcune questioni da sistemare con i Bruti e con i Guardiani della Notte. In più sta arrivando l'Inverno e con lui sta tornando la minaccia che popola l'altra parte della Barriera, gli Estranei. Stannis vuole fare sosta qui, a Grande Inverno.-

Arya sbiancò. Non aveva mai preso in considerazione il fatto che Grande Inverno potesse interessare al Re in qualche modo.

-Ma qui è un rudere, cosa vuole farsene?-

-Rimetterlo in piedi, credo. Grande Inverno è il simbolo del Nord. Vuole farne una nuova reggia. Tu puoi venire con noi al Sud oppure puoi valutare la proposta di Daenerys.-

Arya guardò Jon e la sua giovane fidanzata, poi si perse negli occhi di Gendry. Il giovane Baratheon era stato in silenzio fino ad ora. Non capiva cosa volesse proporre Daenerys ad Arya ma era curioso.

-Arya- la voce della regina la mise sull'attenti -Tu sai che io ho tre figli, i miei tre figli alati.-

-I draghi?- gli occhi di Arya divennero sognanti e Daenerys se ne accorse subito, erano occhi di bambina, quella bambina che aveva sempre sognato di cavalcare un drago come la principessa Nymeria.

-Sono ad Oriente, l'Oriente più estremo. Affidati ad un caro amico, Bem Plum il Marrone. Amico che ho creduto un traditore mentre invece è stato uno dei pochi che mi ha voluto bene davvero. Lui ha qualche goccia di sangue di drago, dicono, e io ho voluto credere in questa diceria. I miei draghi gli vogliono bene e io mi fido di quello che sentono i miei figli. Non ho potuto portarli qui con me subito. Ma ora servono qui.-

Arya la stava ad ascoltare attenta -Cosa dovrei fare?-

-Andare a riprenderli e portarli qui con Bem Plum e Ser Barristan Selmy che è con loro.- La voce della regina era tranquilla, come se quella fosse la richiesta più semplice del mondo. In realtà era una richiesta di un certo peso.

Arya guardò suo fratello.

-Arya- Jon si intromise nel discorso -So che è una richiesta importante. Stannis sta male, è malato e naturalmente lo sanno solo poche persone. Dopo la morte di sua figlia per mano del morbo grigio ha perso ogni fede, si è dedicato anima e corpo al regno, a governare con giustizia e pace. Ma ci sono avvoltoi pronti ad attaccare al primo segno di debolezza. Non ha eredi diretti e dato che ormai ha rinunciato al fattore del lignaggio sta seriamente pensando di ridare il trono alla legittima erede.-

-Intendi Daenerys?- Gendry sapeva di avere un ruolo in quel discorso.

-Tu dovresti salire al trono dopo tuo zio!- Jon rimbeccò l'amico -E Stannis lo vorrebbe. Tu sei l'unico figlio di Robert ancora in vita e Daenerys sarebbe felice di vederti sul Trono perché ti reputa una persona buona e giusta. Ma senza di te, si rischia una nuova guerra.-

-Io non voglio quel trono e lo sai! Daenerys, quello è tuo per diritto. Non sono nato nobile, lo sono diventato senza desiderarlo davvero. Io ora voglio solo una cosa…- ebbe un'incertezza ma poi proseguì -Voglio tua sorella. Voglio stare con Arya per sempre…-

Arya arrossì violentemente a quelle parole ma ne fu felice. Jon sorrise a sua vola -E tu credimi che non c'è persona migliore a cui potrei affidarla! Ma ci sono ancora nemici in giro. Cersei Lannistar è scomparsa.-

-Cersei…- sussurrò Arya piena di veleno.

-Si. Castel Granito è in mano al Folletto e..-

-Non chiamarlo così! È stato molto importante per me!- Daenerys lo riprese subito.

-Scusa!- Jon si corresse -Tyron Lannistar ha Castel Granito ed è l'ultimo posto dove Cerc

sei andrebbe a cercare rifugio e appoggio. Lo Sterminatore di Re è morto, ma nessuno ne ha visto il cadavere. I Greyjoy sono in pace per ora mentre Alto Giardino chiede ancora vendetta per la sorte toccata ai giovani Tyrell. Ma soprattutto l'Inverno sta arrivando e con lui torneranno gli Estranei. L'unico modo che abbiamo per estinguerli è il fuoco dei draghi.- La voce del ragazzo si fece seria.

Calò il silenzio. Nymeria si era accoccolata ai piedi di Gendry e si lasciava accarezzare, Arya fissò il fratello e poi posò i suoi occhi sulla bellissima regina dai capelli argentati.

-Ma come potrei riuscirci? Non sono mai andata oltre Braavos. Io, non so neanche dove sono…- era insicura.

-Li troverai. Perché ho ancora amici in Oriente che aspettano solo un mio segnale per riportare i draghi qui.- sospirò -Devi solo fidarti di me. So che è difficile fidarsi delle persone. Io per prima ormai faccio fatica essendo stata tradita molte volte, avendo perso persone che amavo e dovendomi poi ricredere. Quindi lo so che è difficile Arya. Ma di me tu puoi fidarti!- le prese una mano -Perché io di te mi fido. Ti conosco poco, ma sei la sorella di Jon e sei una Stark. Io ho odiato gli Stark, sono incera, li ho disprezzati come tutti quelli che hanno appoggiato l'Usurpatore. Ma ho scoperto molte cose che riguardano quei fatti, ho capito perché sono successe certe cose e soprattutto so che tuo padre ha cercato di proteggermi da qui quando stavo aspettando il mio vero bambino, mai nato.-

-Ma perché io?-

-Per quello che tu hai appena detto. Per quello che tu vuoi! Tu sei morta, tutti ti credono morta.- si rese conto di quello che stava dicendo -Scusami se dico queste parole. Scusami anche tu Jon! Ma è la verità. So che puoi muoverti liberamente e che ne hai le possibilità e le abilità. E so che i miei draghi ti piaceranno e tu piacerai a loro!-

-Arya!- Gendry spezzò quel monologo -Io verrei con te! Non ti lascio sola dopo averti ritrovata! Ricordatelo! Voglio essere la tua famiglia, sempre che tu lo voglia ancora!-

Arya si alzò e lo baciò sulla fronte -Io ti voglio con me, ovunque io sarò. Ma credo sia meglio che ci pensi su una notte. Siamo tutti stanchi e provati, dormiamo un po' e domattina saprò darvi una risposta.-

-Certo, non devi sentirti obbligata.-

Arya sistemò i due giovani nella camera superiore, dove li lasciò stanchi ma felici. Aveva notato il modo in cui si guardavano, il modo in cui rabbrividivano di piacere quando si sfioravano. Erano belli assieme e lei ne era felice. Lesse anche delle ombre nei loro occhi, ombre di legami passati che si portavano nel cuore e di cui aveva saputo i nomi.

 

Ygritte, baciata dal fuoco”

Khal Drogo, il mio sole e stelle”

 

Anche lei si sentì felice quando entrando nella sua stanza trovò Gendry ad aspettarla.

-Non devi accettare per forza, Arya. Anche se Stannis verrà qui noi potremmo trovare un altro posto dove stare.- La baciò dolcemente sulle labbra.

-Lo so! Ho solo bisogno di dormire, troppe emozioni in un solo giorno!- lui annuì.

Quando furono sotto le coperte, al caldo e stretti l'uno all'altra Arya non si trattenne -Ma se decidessi di andare, tu verresti davvero con me?- non lo guardò in volto ma sentì le braccia del ragazzo stringerla.

Non le rispose subito. Si spostò sopra di lei continuando a baciarla ovunque, divorandola con una fame tale da lasciarle segni rossi sulla pelle. Quando sentì le gambe della ragazza avvolgergli i fianchi e fu dentro di lei, si lasciò andare.

-Ti amo Arya Strak. Come ti ho già detto altre volte. E come ti ho già detto morirei per te! Quindi si, verrei con te in Oriente, in Occidente, ovunque tu mi chiederai di andare io ti seguirò.-

Arya gemette di piacere e non solo per quelle parole.

-Non permetterò mai a nessuno di farti del male. Mai più!- Gendry era serio e la ragazza lo strinse con le sue braccia esili ma muscolose.

E stettero così per un po', abbracciati, l'uno dentro l'altra, immobili.

Una cosa sola.

Felici e sicuri di non perdersi più.

 

 

 

  
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