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Autore: Lelasuprema87    09/03/2016    2 recensioni
Era la prima volta da quando l'avevamo presa al Grady che sorrideva. Non era il suo solito sorriso ma era comunque qualcosa... qualcosa di bello.
E lei era così dannatamente bella.
Volevo baciarla, toccarla… E non dovevo pensare a Beth in quel modo, ma lei mi stava praticamente violentando il cervello.
[MOMENTANEAMENTE INTERROTTA]
[CAPITOLI IN REVISIONE !]
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beth Greene, Daryl Dixon
Note: What if? | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Violenza
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Cap. 2 Lei non è morta




Rick decise di riportare Noah dalla sua famiglia, voleva tornare a casa. Partirono con Glenn, Michonne e Tyreese. Rick, durante il tragitto, avvisava Carol con la ricetrasmittente sulla loro posizione, nel caso in cui servissero soccorsi.
Sono ritornati, la casa di Noah non era più come un tempo, era solo un ricordo, Tyreese per proteggere  Noah  fu morso da un vagante, hanno provato a salvarlo amputatogli un braccio, ma morì sulla strada del ritorno.
Padre Gabriel celebrò quel "teatrino " che chiamava messa. Al diavolo lui e la sua religione, non esisteva nessun Dio.
Eravamo tutti lì, alla sepoltura, c'era anche Beth, ma era indifferente.
Aveva fatto qualche progresso dal giorno dello scambio in ospedale. 
Era migliorata, mangiava, finché non aveva finito il cibo che gli portavo, e se non voleva vedermi non doveva far altro che mangiare, ma continuava però con i lunghi silenzi. Rick e Michonne dopo un lungo pensare, decisero di proseguire comunque verso Washington per capire perché Eugene decise quella città. 
Così dopo qualche settimana partimmo con il camion dei pompieri.


***

 

Eravamo rimasti nuovamente senza benzina. Così ci ritrovammo costretti a camminare. Facevano almeno 30 gradi. Senza cibo, e quella poca acqua che ci era rimasta era più simile a piscio. Ogni tanto m'inoltravo nei boschi per cercare animali o ruscelli ma zero risultati. Avevamo percorso diversi chilometri e in lontananza, dietro di noi, si erano radunati almeno una dozzina di vaganti, ma Rick ci suggerì di pensarci più tardi, dovevamo preservare le ultime energie rimaste.
Lungo la strada assolata come il deserto guardai Beth, camminava in disparte dal resto del gruppo, aveva l‘aria affaticata. 
Lo sapevo cazzo che non si era ripresa del tutto.
Mi avvicinai verso di lei.
<< Ti vuoi fermare? >> le chiesi senza farle trapelare la mia preoccupazione. 
<< Ce la faccio >> rispose senza guardarmi, a malapena le uscì la voce.
<< Bevi un po’ d'acqua >> dissi passandole la bottiglietta.
<< No, sto bene >> continuando a guardare davanti a se.
<< Beth! >> insistetti.
<< Daryl! >> disse voltandosi verso di me. Guardai i suoi occhi, mi fulminò. 
Ma perché fa così?
<< Come vuoi >> conclusi. Allungai il passo e mi allontanai da lei.
Il suo essere così distante mi faceva incazzare. 
Dissi a Rick che andavo a cercare dell'acqua nel bosco. Volevo solamente allontanarmi e restare un po’ da solo ma Carol insistette per venire con me. Sbuffai.


***

 

Ci eravamo inoltrati nei fitti boschi per cercare dell'acqua ma niente. Ero ancora incazzato.
<< Va tutto bene? >> mi chiese la donna alle mie spalle.
<< Si >> mentii senza voltarmi, continuando a cercare acqua nel terreno. 
<< Ti conosco >> disse avvicinandosi davanti a me per guardarmi, la guardai anche io. Rimasi in silenzio. 
<< È per Beth vero? >> affermò.
Mi voltai dall’altra parte e cominciai a mordermi il labbro. 
<< Lo vedo come ti prendi cura di lei >> mi disse dolcemente cercando i miei occhi.
<< Ci provo >> scuotendo le spalle  << Ma lei non vuole essere aiutata >> conclusi con finto menefreghismo. 
<< Perché lo fai? >> continuò dolcemente. 
<< Non lo so.. Forse mi sento responsabile per quello che le è successo >> ero sincero, non lo sapevo.
<< Ho capito >> concluse lei sorridendo, ma io non capii cosa intendesse. Restammo in silenzio, e glie ne fui grato.
Mentre ritornavamo verso il resto del gruppo, cominciai a pensare a quel maledetto giorno che rovinai tutto. 
Dal quando Beth fu rapita, non passò giorno che non mi maledii, che non pensassi a lei. Ogni dannato giorno mi chiedevo se stava bene, se era viva. Avevo giurato a me stesso che se mai l'avessimo ritrovata avrei fatto qualunque cosa per proteggerla.
Qualunque cosa.


***
 

Usciti dal bosco, tornammo sulla strada per riunirci al gruppo. Una volta giunti lì capii che c’era tensione tra Sasha e Michonne, vidi dei corpi di vaganti sulla strada, li avevano fatti fuori. Un problema in meno.
Ci fermammo lungo la strada per la stanchezza, parlando che era rimasto solo dell’alcol da bere, non avrebbe aiutato nessuno se non peggiorato la situazione. Cazzo, dovevamo trovare dell'acqua.
All’improvviso uscirono dai cespugli dei cani, Sasha freddamente gli sparò procurandoci la cena. Eravamo affamati. 
Mangiammo in silenzio, tutti con l'umore a terra. Forse per la situazione o forse perché mangiavamo della carne di cane.
Guardai Beth, per assicurarmi che mangiasse, constatai con sollievo che non stava digiunando.
Dopo quel “gustoso” pasto, decidemmo che era meglio riposare li quella notte. Ci inoltrammo nel bosco con la speranza di trovare un riparo, ma solo cespugli e alberi. Stanchi ci accampammo nel primo punto che sembrava più sicuro, con la speranza che nessun vagante ci avrebbe colto di sorpresa. Per la notte decidemmo di fare turni di guardia, io mi offrì per primo nel rimanere sveglio, non volevo perdere di vista Beth nemmeno per un istante.
Tutti dormivano, anche lei. Mi chiesi se un giorno sarebbe tornata la Beth di un tempo.


***

 

Trascorsero ore tranquille in quella notte stellata, ma all’improvviso Beth si alzò, stava camminando verso i cespugli. Mi avvicinai ad Abraham dandogli una pedata per svegliarlo.
<< È ora del cambio>> gli dissi. La raggiunsi di corsa.


<< Che c’è? >> le chiesi freddamente. 
<< Devo allontanarmi... un momento >> disse sussurrando. Le annui non capendo che tipo di problema avesse. 
<< Ti accompagno >> le dissi con tono fermo. Lei stranamente questa volta non controbatté. Indicò la direzione.   

<< Per favore girati >> mi supplicò con voce tremante. Rimasi sorpreso, ma l'assecondai. Mi voltai. Pensai che forse doveva pisciare.  
Sentì dei lamenti. Merda, stava vomitando. 

Aspettai che finissero i conati e mi girai. La vidi asciugarsi la bocca con il braccio.
<< Tieni >> le dissi porgendole la bottiglietta d'acqua, questa volta accettò. Bevve .
<< Torniamo indietro >> dissi, ma volevo solo capire se potevo aiutarla.
<< Si >> rispose ridandomi la bottiglietta. La fissai. Avrei voluto chiederle come stava, ma non lo feci.
Beth mi fece intendere che potevamo tornare dal resto del gruppo. Annuii.
La guardai distendersi e pensai che volesse solo dormire, il mio turno era finito. Dormii fino al sorgere del sole.


***

 

Ci incamminammo lungo la strada dritta davanti a noi. Faceva ancora molto caldo.
Beth camminava non molto lontano da me, ma stava rallentando, pensai che aveva bisogno di riposare, misi da parte l'orgoglio e mi avvicinai a lei.
<< Vieni con me>> le dissi. 
Feci un fischio per avvisare Abraham, dicendo che io e Beth andavamo a cercare dell'acqua.
Ci allontanammo in silenzio.
Eravamo nel bosco. Attorno a noi solo la natura e un fienile in lontananza, niente acqua.    
Beth fece un passo incerto e la vidi barcollare, la presi tempestivamente tra le braccia inginocchiandomi a terra. Era svenuta, cazzo.
<< Beth! >> la chiamai dandole dei buffetti sulla guancia, cercai di mantenere il mio solito sangue freddo ma mi spaventai lo stesso. Fortunatamente aprì quasi subito gli occhi. 
Ci guardammo per qualche istante, lei supina, sembrava disorientata.
Senza parlare l'aiutai ad alzarsi. Notai che non riusciva a mantenere l’equilibrio. La sostenevo.
<< Siediti qui >> le dissi aiutandola a sedersi ai piedi di un albero che le avrebbe fatto ombra, poggiando la schiena sul tronco. 
Per un po’ rimanemmo in silenzio, lì seduti. Il suo viso stava diventando più roseo. 


<< Perché t'importa?  >> mi chiese rompendo il silenzio,  il tono di voce era molto basso, quasi non la sentì.
<< Eh? >> 
<< Hai capito >> 
<< Non dovrebbe? >> grugnii nel dirlo. Beth fece un lungo sospiro prima di continuare.
<< Quando mi hai preso il coltello, lo hai fatto perché pensavi che avrei voluto uccidermi..>> fece una pausa << Ammetto di averlo pensato.. ma non l'avrei mai fatto >> 
Mentre parlava, non mi rendevo conto, ma stavo strappando violentemente l'erba da sotto le mie mani.
<< Perché? >> Me ne pentii subito.
Che domanda del cazzo. Chiederle perché non si è suicidata?. Cominciai a mordermi nervosamente l'interno del labbro. Lei fece un altro sospiro. 
<< Al Grady... >> 
Rabbrividii a sentire il nome dell'ospedale.
<< Sono successe delle cose, delle cose che mi hanno fatto desiderare di morire.. di essere morta.. >> dopo un lungo silenzio continuò  
<< Non avrei mai usato il coltello per tagliarmi le vene o per ferirmi.. Solo perché mi sono resa conto che sono già morta >> concluse. 
Le sue parole mi provocarono un’inaspettata stretta al cuore. Avrei voluto stringerla forte a me, giuro. Ma non lo feci, non ne ero capace.
<< Perché mi dici queste cose? >> chiesi come uno stupido. Lei scosse le spalle. 
<< Perché t'importa troppo >> disse quasi rassegnata.
Interpretai quella risposta come un "non c’è nessuna Beth da salvare, mettiti l'anima in pace Dixon ", e forse era vero, non rimaneva più niente da salvare. Feci una smorfia al pensiero.
<< Dovremmo tornare dagli altri >> chiusi l'argomento, non sopportavo tutto questo. Lei annuì alzandosi.


***

 

Quando ci riunimmo al resto del gruppo, Rick mi fece leggere un foglio trovato accanto a dei bidoni e delle bottigliette d'acqua "Da un amico " diceva il messaggio. Che diavolo significava?.
Nessuno di noi si fidò, e come ci ricordò Rick eravamo già caduti in questo tipo di trappola.
Terminus ne era la prova. 
Quello stupido di Eugene fu l'unico a prendere in mano una bottiglietta e ad aprirla. Disse assetato " controllo qualità".
Coglione.
Abraham lo fermò facendo cadere in malo modo la bottiglietta dalle mani del finto scienziato. Non potevamo bere quell’acqua.
Qualche istante dopo sentii una goccia sul mio viso, stava cominciando a piovere, finalmente.
Eravamo talmente contenti che non ci sembrava vero. 
Rick disse di prendere tutti i contenitori che avevamo per riempirli. 
Cercai Beth per vedere se ne era grata, ma la vidi solo che alzò il viso rivolgendolo al cielo, non un sorriso, non vedevo emozioni in lei.
Raggelai.
Cominciarono i tuoni, stava per arrivare una tempesta. Serviva un riparo alla svelta, e mi ricordai di quel fienile che vidi prima con Beth. 
Feci strada, arrivati al fienile entrammo lentamente  per ispezionarlo, trovammo solo un vagante innocuo, lo eliminammo.
Accendemmo un piccolo fuoco per scaldarci, eravamo fradici. Alcuni di noi si sedettero li mentre gli altri dormivano.
Rick, guardando il figlio che dormiva, iniziò a parlare del mondo la fuori, e di come era cambiato da come se lo ricordava.
Io ero accanto a lui, sentivo ma non ascoltavo, i miei pensieri vagavano altrove, pensavo a Beth.
Rick ci raccontò una storia riguardante il nonno durante la guerra, associando quell'esempio con noi e il mondo la fuori. Concluse dicendo che siamo come loro, i vaganti, siamo morti che camminano. Guardai Beth dormire in disparte e mi tornarono alla mente quelle parole che mi disse nel pomeriggio, che era come se fosse già morta. 
<< No! Non lo siamo, non siamo come loro >> dissi.
LEI NON LO ERA.
Rick annuì, ripetendo le mie parole. Mi alzai, avvicinandomi alle porte del fienile per fare la guardia.
Camminavo su e giù, avanti indietro, ero nervoso, incazzato, non ci stavo capendo un cazzo.
Sentii dei strani rumori provenienti da fuori le porte del fienile. Mi avvicinai e guardai attraverso una fessura e vidi una mandria di vaganti che cercavano di entrare sotto la pioggia battente del temporale. Mi buttai di peso sulla porta, cercando di sostenerla. Maggie si svegliò, vide che ero in difficoltà, corse verso la porta, cercava di bloccarla con me, poi Sasha e tutti gli altri, anche Beth. Tutti con il peso dei nostri corpi, nonostante il fango ci facesse scivolare, siamo riusciti a non farli entrare.
Passò un po’ prima che tornò la calma, decisi di non dormire, continuando a rimanere di guardia per quelle poche ore che rimanevano della notte.
Per sentirmi più tranquillo, mi sedetti con la schiena appoggiata alle porte. 
Sentì dei passi venire verso me, alzai lo sguardo.  Beth, si sedette accanto a me come se volesse dirmi qualcosa, ma non disse nulla.
<< Dovresti dormire >> le dissi mantenendo un tono neutro guardando davanti a me.
<< Anche tu >> disse usando il mio stesso tono. Lei era così, riusciva sempre a controbattere, a tenermi testa. E mi piaceva dannatamente questo suo lato.
<< Come ti senti? >> le chiesi guardandola. Lei rispose solo scrollando le spalle.
<< Cazzo Beth tu non sei questa >> dissi avvicinando la mia mano alla sua, stringendola. Al contatto, i nostri sguardi s'incrociarono.
<< Non sei morta!  >> affermai, cercando di autoconvincermi. Lei in un primo momento esito, poi strinse forte la mia mano, le nostre dita s'intrecciarono.


***

 

Stava albeggiando. I primi raggi del sole entravano attraverso le fessure illuminando il fienile. 
Maggie che si era svegliata ci raggiunse.
<< Stai bene? >> chiese alla sorella con un sorriso. 
<< Si... Vado a dormire un po’ >> disse Beth senza guardarla. La vidi alzarsi dal mio fianco e andare a sdraiarsi in fondo alla stanza. Sbuffai. Maggie prese il suo posto sedendosi accanto a me.
<< Non so come comportarmi con lei >> mi confidò amaramente. 
Nemmeno io.
<< Ha solo bisogno di tempo >> dissi con poca convinzione scrollando le spalle. 
<< Forse è come dici tu... è solo che mi manca la mia Bethy >> disse con tono triste.
Anche a me. 
Non risposi, lei mi consigliò di andare a riposare e che avrebbero fatto la guardia lei e Sasha. Le annuì e mi stesi un po' sul pavimento.


***

 

Mentre sistemavo la mia balestra, Maggie e Sasha rientrarono al fienile dicendo di aver trovato un uomo. Si chiamava Aaron. Diceva di provenire da una comunità non lontano da qui, Alexandria.
Rimanemmo sulla difensiva anche dopo averlo disarmato. Ci spiegò in grandi linee come era la sua comunità, come erano fortificate le mura, dei rifornimenti, era venuto a “reclutarci“. 
<< Non ce ne frega un cazzo >> dissi, parlava troppo.
Lui continuò ancora a parlare e Rick gli sferrò un pugno. Per maggiori precauzioni lo legammo ad un palo del fienile e quando si svegliò continuammo a interrogarlo. Ci disse di averci lasciato lui l'acqua sulla strada.
Chissà da quanto tempo ci stava seguendo.
Aaron riuscì a convincere tutti, o quasi. Rick, continuava a non fidarsi, chiese comunque il nostro parere, senza rendermene conto guardai Beth.
Alcuni di noi andarono a perlustrare la zona, credendo di trovare gli uomini di Aaron, tornarono invece con un camper e del cibo in scatola. 
Michonne insistette nell'andare a vedere questo posto, così decidemmo di partire ma avremmo fatto una strada diversa da quella suggerita da Aaron.
Saremmo partiti di notte anche se era più rischioso. Ci dividemmo così in due gruppi.  Glenn avrebbe guidato la macchina con Rick, Michonne e Aaron. Io e il resto del gruppo li avremmo seguiti con il camper.


***

 

La strada sembrava tranquilla.
Mi ero seduto nella parte posteriore del camper, accanto a me c’erano Carol e Carl che teneva in braccio la piccola "spaccaculi".
Proprio lì davanti a me c'era Beth immersa a guardare fuori dal finestrino, chissà cosa. Non riuscivo a smettere di guardala. Non capivo il perché. 
Sentimmo Abraham imprecare alla guida del camper e in seguito ci fu una brusca frenata.
Scattai verso lui.
<< Che succede? >> chiesi cercando di vedere la strada. 
<< Vaganti >> disse Abraham. Davanti a noi c'erano almeno un centinaio.
<< Merda, dobbiamo cambiare strada >> dissi nervosamente, avevamo anche perso la macchina di Rick. Abraham svoltò a destra imboccando un'altra strada. In lontananza vedemmo la luce di un razzo di segnalazione.
<< Segui quella luce, forse sono Rick e gli altri >> dissi speranzoso. 
Giunti sul luogo abbiamo visto che c’era un viale stretto che portava ad un’officina. Io e Abraham scendemmo per primi, dovevamo ispezionare la zona. Sentimmo un urlo, ci affrettammo a raggiungerlo. Svoltando un angolo trovammo un ragazzo a terra con la gamba schiacciata da un bidone, era circondato da sei vaganti. Uno zombi stava per morderlo ma sparai una freccia con la mia balestra trapassandogli il cranio. Abraham si fece strada con il pugnale infilzando la testa di un altro vagante, ne colpii un altro con la balestra. Li eliminammo tutti.
Mi avvicinai al ragazzo, diceva di chiamarsi Eric e ci ringraziò, ci disse di essere un amico di Aaron.
Io e Abraham dopo averlo liberato lo abbiamo aiutato a camminare sostenendolo con il nostro corpo. Tornammo al camper, gli altri avevano controllato l'edificio, era sicuro. Entrammo dentro, Maggie cercò di fasciare Eric con quello che riuscì a trovare in giro, aveva la caviglia rotta.  
Andai di guardia fuori sulla porta, sperando che anche gli altri avessero visto il razzo. Cominciai a fischiare in modo tale che se gli altri erano nei paraggi, sentendomi, si sarebbero avvicinati. Dopo qualche minuto fortunatamente arrivarono. 
Decidemmo di passare li quella notte, avevamo bisogno di riposare. Rick era di guardia e tutti noi ci sdraiammo sul pavimento per dormire. Mi sdraiai non molto lontano da Beth, dormiva in disparte.

Mi svegliai sentendo dei gemiti, cercai la provenienza e mi accorsi che era Beth. Stava avendo un incubo.  Mi avvicinai di più a lei. Vidi che continuava ad agitarsi. 
< Beth > le chiamai a bassa voce scuotendole la spalla. Dopo qualche istante si svegliò sbarrando gli occhi. Era completamente buio ma riuscì a notare nella penombra terrore nel suo volto. 
<< Avevi un incubo >> le dissi, ma lei rimase in silenzio. << Beth? >> la richiamai. 
<< Ci sono >> rispose assente. 
<< Ne vuoi parlare? >>
<< No >>
<< Ok >> feci un sospiro sdraiandomi vicino a lei.
<< Una volta da bambino, avevo circa otto anni, entrai in una libreria. C'era un fumetto che andava forte in quel periodo, e a me piaceva tanto. Ovviamente non avevo un soldo, così, senza farmi vedere, lo nascosi sotto la maglietta, lo rubai. Quando arrivai a casa mi misi seduto sulla poltrona per poterlo leggerlo. Poco dopo arrivò mio padre, ubriaco come sempre, mi guardò inorridito per quello che stavo facendo. Me lo strappò via dalle mani buttandolo nel fuoco del caminetto. Mi disse che ero grande per quelle cazzate e... mi picchiò con la sua cintura come promemoria >> 
<< Daryl.. >>
<< Non l'ho mai raccontato a nessuno >>
<< Perché lo hai raccontato a me? >>
<< Non lo so, forse ti serviva una storia per addormentarti >> 
<< Seriamente >>
<< Volevo solo che lo sapessi >>
<< Sei furbo signor Dixon >> Mi sfottò.
Quando lei mi chiamò signor Dixon ebbi un tremito al cuore. Non riuscivo a spiegarmi il perché, proprio come quando eravamo sul camper non riuscivo a smettere di guardarla.
Gli raccontai quella storia su di me e quel bastardo di mio padre con la speranza che confidandogli i miei di demoni, un giorno mi avrebbe raccontato i suoi. Era intelligente Beth, aveva capito tutto.



 

   
 
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