Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
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Autore: Recchan8    09/03/2016    0 recensioni
Padre Enrico Pucci venne fermato prima della creazione del Nuovo Universo. La Fondazione Speedwagon e Jotaro Kujo presero una decisione drastica al fine di eliminare per sempre il seme di Dio Brando dalla terra: Enrico Pucci, Ungaro, Rykiel e Donatello Versus furono uccisi. Per vari motivi, solo Giorno Giovanna venne risparmiato.
Maggio 2012: Finalmente ogni traccia oscura di Dio Brando era stata spazzata via.
O meglio, così si credeva.
"Non ti fidare di Jotaro Kujo. Trova Giorno Giovanna; ne va della tua vita" sono le parole che spingono Celeste a fuggire a Napoli. Ma a chi appartiene la voce suadente che le parla? Perché vuole che trovi Giorno? E perché Jotaro Kujo pare ossessionato dalla voglia a forma di stella che possiede Celeste, così tanto da chiederle un campione di DNA?
Che la stirpe di Dio non si sia estinta?
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Giorno Giovanna, Jotaro Kujo, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Deep Memories'
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-”Signor Kujo, per chi mi ha preso?”- domandò Mista divertito.
-”Dove ti trovi?”- gli chiese Giorno.
-”Sono in Via...”-.
Una suono simile a un una cascata di ghiaia sovrastò le parole di Mista. Bucciarati si portò una mano alla ricetrasmittente e provò a chiamare il compagno un paio di volte, ma non ricevette alcuna risposta. Allarmato, contattò Giorno.
-”L'abbiamo perso”- disse il boss di Passione con voce turbata. -”Si è sicuramente sopravvalutato...”-.
Bucciarati serrò la mascella e si lanciò una rapida occhiata alle proprie spalle. Si trovava costretto a dover interrompere il pattugliamento della Stazione Centrale; non poteva non accorrere in aiuto di un suo caro amico.
-”Signor Kujo, mi descriva nuovamente l'ipotetico percorso di Celeste Giosta. Le consiglio di abbandonare il lungomare e di sostituirmi alla Stazione. Se ci saranno problemi vi contatterò immediatamente. Non possiamo lasciarci le spalle scoperte”-.
Giorno approvò la modifica del piano e Jotaro diede a Bucciarati le informazioni richieste. Il giovane dagli occhi lilla, incurante degli eventuali sguardi dei passanti, evocò Sticky Fingers e materializzò una cerniera lungo il percorso indicatogli dal biologo giapponese. Scivolando su di essa, Bucciarati si apprestò a raggiungere Mista il più velocemente possibile.
Dopo qualche minuto l'apparecchio acustico fece uno strano rumore.
-”Oh...!”- mormorò la voce di Celeste. -”Guarda guarda, una ricetrasmittente!”- esclamò. -”Oh, c'è pure un orecchio! E' per caso tuo?”-. Poco dopo si udì un terribile “crack”.
Merda!”, pensò Bucciarati aumentando la velocità. Sembrava che per Mista le cose si stessero mettendo male. Fortunatamente Dio Brando non era riuscito a tornare dal passato... L'unico pericolo era costituito da Celeste, molto probabilmente entrata nella sua “modalità dhampir”. Jotaro Kujo, prima di partire per la missione, aveva detto che l'unico modo per uccidere un vampiro era ricorrere a una speciale e antica tecnica basata sul respiro e sulla circolazione del sangue, la Tecnica delle Onde Concentriche. Purtroppo tale tecnica non poteva essere appresa da tutti; la sua era una trasmissione genetica. L'ultimo membro della famiglia Joestar in grado di usare le Onde Concentriche era il nonno di Kujo, l'ultranovantenne Joseph Joestar. Apparentemente Celeste Giosta era invincibile.
-”In realtà esiste un modo per ucciderla”- aveva sostenuto il biologo. -”Farla tornare al suo stato umano e ucciderla come si farebbe con un normale essere umano”-.
Bucciarati stava riflettendo sul modo in cui avrebbe potuto far “rinsavire” la ragazza quando un esserino a lui fin troppo familiare gli piombò addosso, tenendosi stretto ai suoi capelli per non volare via.
-”Numero 5!”- esclamò il giovane sorpreso.
Il piccolo Stand, com'era solito fare, scoppiò a piangere, ma Bucciarati vide nelle sue lacrime una disperazione che non aveva mai conosciuto. Lentamente il corpo di Numero 5 divenne sempre più diafano. Bucciarati inorridì e afferrò lo Stand, esortandolo a parlare.
-”Stiamo morendo! Stiamo morendo!”- gridò Numero 5. -”La ragazza ci ammazzerà!”-.
-”Dov'è Mista?!”-.
-”Di qua!”- mugulò l'esserino indicando con insistenza una via sulla destra di Bucciarati.
Il ragazzo dagli occhi lilla non se lo fece ripetere due volte: deviò il suo percorso sulla cerniera e si fiondò verso la direzione indicata da Numero 5. Il piccolo Stand, adagiato sulla mano di Bucciarati, si accasciò pian piano e chiuse gli occhi. L'ex capo abbassò per un attimo lo sguardo sulla propria mano e un grido disperato uscì dalle sue labbra. Aveva già vissuto una scena del genere su quel maledetto treno per Roma, quando Mista stava per morire e aveva mandato Numero 5 ad avvertire i suoi amici. Non poteva permettere che la storia si ripetesse, non poteva permettere che anche lui morisse.
Quando vide la ragazza sollevare Mista per il collo non ragionò più. Sfruttando la spinta datagli dalle cerniere di Sticky Fingers, Bucciarati si lanciò contro Celeste e la colpì sulla guancia con un pugno. La giovane dagli occhi scarlatti mollò la presa su Mista, volteggiò per aria e atterrò elegantemente qualche metro più in là. Bucciarati afferrò al volo l'amico e sparì dentro una cerniera aperta sotto i suoi piedi, riemergendo dal terreno a una decina di metri di distanza dalla dhampir. Con la disperazione negli occhi guardò il viso sofferente di Mista. Il suo corpo aveva visibilmente perso troppo sangue: la pelle era rugosa e grigiastra, come incartapecorita, e i movimenti del suo addome erano appena percettibili. I Sex Pistols erano spariti.
Celeste si leccò la punta delle dita che fino a qualche attimo prima stavano conficcate nel collo di Mista. Guardò Bucciarati con uno sguardo a metà tra lo scocciato e il curioso. Le macchie di sangue sui suoi abiti e sui suoi capelli mettevano in risalto i suoi occhi rossi dalla pupilla affilata.
-”E così ci rivediamo, Raffaella!”- trillò. -”Noto con pacere che indossi ancora la felpa che ti abbiamo comprato”-.
Bucciarati adagiò Mista per terra e si alzò in piedi, parandosi di fronte a lui come a volerlo proteggere col proprio corpo. Celeste recepì il messaggio e si coprì la bocca col dorso della mano, ridendo e socchiudendo gli occhi.
-”Oh...! Ma cosa hai capito? Ne ho avuto abbastanza di lui. Il suo è il sangue di un perdente”- disse la dhampir calcando l'ultima parola. -”Mi hai sentita, Mista? Sei debole, debole!”- gli gridò contro.
Una nuova cerniera appena apparsa sulla strada fece scivolare velocemente Bucciarati verso Celeste. La ragazza schivò elegantemente l'offensiva frontale ma venne colta in pieno dalla raffica di pugni scagliatale contro da Sticky Fingers, strategicamente apparso alle sue spalle. Un suono secco riecheggiò nell'aria e Bucciarati capì che la forza del proprio Stand era riuscito a spezzarle una costola. Celeste, dopo aver compreso la meccanicità dei colpi subiti, afferrò il braccio di Sticky Fingers e lo sfruttò come leva per balzare in aria e raggiungere il tetto del palazzo sul quale Mista si era appostato per tenderle la trappola. La giovane incrociò le braccia al petto e alzò il mento, guardando Bucciarati dall'alto in basso.
-”Che seccatura...”- sbottò premendo il pollice sul costato e sistemandosi la costola spezzata. Sotto lo sguardo stupito del ragazzo dai capelli neri, Celeste alzò un dito e inclinò il busto verso destra. Un altro suono inquietante si propagò nell'ambiente attorno a loro. -”Sì è aggiustata!”- esclamò spalancando gli occhi e sorridendo, mettendo in bella vista i canini.
Bucciarati la guardò scendere dal tetto con un salto e atterrare graziosamente e leggermente, come se il suo corpo fosse fatto di piume. All'improvviso capì cos'era successo a Mista e non poté fare a meno di comprenderlo: si era sopravvalutato, certo, ma si era anche reso conto che contro un essere del genere lottare in singolo era inutile. Celeste Giosta non era umana; avrebbe potuto mozzarle un arto o aprirle un buco nella pancia, ma lei non sarebbe mai caduta in ginocchio.
Con gli occhi lilla puntati su di lei, Bucciarati contattò Giorno e Jotaro.
-”Chiedo rinforzi”- si limitò a dire con voce ferma. -”Via Geronimo Carafa”-.
Celeste lo osservò incuriosita. Socchiuse le labbra e da esse fece capolino la punta della sua lingua. Il suo comportamento era simile a quello di un predatore: lo sguardo, minaccioso e divertito al tempo stesso, non faceva presagire nulla di buono.
A un tratto Celeste spostò il peso sulla gamba sinistra e si portò una mano sul fianco.
-”Bucciarati”- ruppe il silenzio. -”E' giunto il momento di tornare da dove provieni”-.
Il suono dell'ultima parola raggiunse le orecchie di Bucciarati nello stesso momento in cui la dhampir si era scagliata contro di lui. Gli trinciò la giacchetta con le unghie affilate di entrambe le mani, lo spinse all'indietro con una ginocchiata nel petto, ruotò su se stessa e lo colpì alle caviglie con un pestone. Bucciarati cadde a terra, ma Celeste lo fece rialzare conficcandogli tre dita nella giugulare.
Il giovane dagli occhi lilla urlò dal dolore e strinse con forza la mano di Celeste, pur ben sapendo che se lei l'avesse estratta per lui sarebbe stata la fine.
-”Dimmi, Carrà, perché volete uccidermi?”- gli domandò.
Bucciarati dimenò i piedi per aria e strinse i denti. Lanciò un'occhiata a Mista e sperò con tutto se stesso che fosse ancora vivo e che per lui ci fosse anche una sola piccola speranza di sopravvivenza.
-”S-sei un... mostro...”- mormorò Bucciarati a fatica.
-”Oh... Non vuoi dirmelo? Pazienza”- si strinse nelle spalle Celeste. -”Vorrà dire che farò fuori tutti finché qualcuno non mi spiegherà la situazione. Ah, Bucciarati, lascia che ti sveli un segreto: io non vedo più gli Stand”-.
Nei pochi secondi che precedettero l'azione spregevole e tremenda di Celeste, Bucciarati si vide nuovamente passare davanti agli occhi tutta la vita. La sua gang occupò gran parte della sua mente, ma il viso sorridente di Trish era il ricordo che splendeva più degli altri. Aveva avuto una seconda possibilità e non era riuscito a sfruttarla al meglio. Il destino, a volte, sapeva essere davvero perfido: la persona che gli aveva donato una seconda chance era quella che lo stava per uccidere una seconda volta.
Celeste aprì di scatto le tre dita piantate nel collo del giovane. La giugulare venne trinciata di netto, così come il collo stesso. La testa di Bucciarati cadde a terra e rotolò finché non incontrò i piedi di Giorno. Il giovane biondo, appena arrivato in loco assieme a Jotaro, con volto impassibile si chinò a raccogliere la testa del migliore amico, ma questa, così come il suo corpo accasciato ai piedi di Celeste, tornò a essere pura pittura per dipinti. La dhampir si guardò disgustata le dita sporche di tinta e le scosse con ribrezzo.
-”Celeste...”- mormorò Giorno. Il suo sguardo incappò in Mista e il suo viso di indurì un poco. Sentì la pesante mano di Jotaro sulla spalla che gli chiedeva di farsi da parte e di lasciare a lui la questione, ma Giorno rifiutò. Avanzò con decisione e sicurezza verso la sorellastra, finché questa non ridusse gli occhi felini a due fessure e non scoprì i denti minacciosamente.
-”Celeste, in quanto figlia di Dio Brando, dhampir e potenziale assassina, mi trovo costretto a... eliminarti”-.
-”Haruno, in quanto figlia di nessuno, essere umano e giovane innocente, mi trovo costretta a... eliminarvi”- ribatté Celeste.
Prontamente Jotaro fermò il tempo e si apprestò a spostare Giorno dalla traiettoria del fendente della ragazza bionda. Purtroppo in due secondi non era possibile fare altro. Non appena il tempo tornò a scorrere, Celeste portò a termine il colpo e si sbilanciò in avanti a causa dell'assenza del bersaglio. Star Platinum la afferrò per un braccio, ma la giovane, dotata di una forza straordinaria, si disarticolò volontariamente la spalla e riuscì a liberarsi dalla presa dello Stand. Si allontanò da Giorno e Jotaro e lanciò loro un'occhiata in cagnesco mentre si sistemava la spalla.
-”Nipote, mi sembra giusto tu sappia che non ho alcuna intenzione di ricorrere a Gold Experience Requiem”- disse Giorno senza distogliere gli occhi dalla sorellastra.
Jotaro fece schioccare la lingua e spinse il giovane da parte.
-”Lo avevo intuito”- borbottò seccato. Evocò Star Platinum e si lanciò contro Celeste. La ragazza era certamente veloce, ma non quanto i pugni dello Stand. Era strano: la giovane incassava i colpi con sguardo assente, come se...
...Come se non fosse in grado di vedere Star Platinum”.
Jotaro colpì Celeste con un calcio inaspettato e osservò la ragazza rotolare a terra e rialzarsi lentamente. Fece muovere Star Platinum alle proprie spalle e notò che Celeste non lo degnava nemmeno di uno sguardo. Allora era proprio come aveva intuito...
Giorno, mentre Jotaro era impegnato nel combattimento con Celeste, corse da Mista. Sospirò di sollievo quando si rese conto che l'amico stava ancora respirando. Le sue condizioni non erano delle migliori, ma molto probabilmente se la sarebbe cavata. Si voltò verso la lotta che si stava svolgendo alle proprie spalle e strinse i pugni, rassegnato. Aveva giurato a se stesso che, se ce ne fosse stato davvero bisogno, avrebbe eliminato Celeste con le sue stesse mani, ma adesso... Non ce la faceva. Il solo pensiero di ammazzarla lo faceva star male. Aveva ucciso Bucciarati, certo, ma lui in realtà era già morto; aveva quasi fatto fuori Mista, ma lo aveva fatto per legittima difesa. Guardò Jotaro tentare di sfruttare al meglio le potenzialità di Star Platinum per tenere testa alla dhampir e si sentì un ignavo.
Alla fine il suo senso della giustizia ebbe la meglio sui sentimenti. Evocò Golden Experience e questo intrappolò Celeste in un solido intreccio di piante rampicanti. La ragazza si voltò di scatto verso Giorno e urlò con rabbia il suo nome. Jotaro approfittò dell'occasione creata dal boss di Passione per riempire Celeste di pugni potenti. Il grido di battaglia di Star Platinum risuonava nelle orecchie dei presenti. Il sinistro rumore delle ossa di Celeste che si frantumavano sotto i colpi violenti dello Stand del giapponese sembrava voler sovrastare la voce del guerriero maya.
Dopo un ultimo e potente “Hora!”, Celeste venne scaraventata contro un palo della luce. La ragazza inarcò la schiena e prese a tossire, sputando una discreta quantità di sangue. Jotaro serrò la mascella quando si accorse che le fratture della giovane erano già guarite, ma un lieve sorriso fece capolino dalle sue labbra quando Celeste alzò il viso e lo guardò: i suoi occhi erano ambrati; era riuscito a farla tornare umana. Giorno lo affiancò e con estrema riluttanza legò Celeste al palo con un trancio di vite spuntato dal terreno. I due le si avvicinarono, uno con grandi falcate, l'altro con passi esitanti.
-”Mi dispiace, ma non ci sono alternative”- fu tutto quello che Giorno riuscì a dire. Si rivolse a Jotaro e lo guardò con uno sguardo quasi supplichevole. -”Fa' che sia rapido e indolore”-.
Jotaro si sistemò il cappello e annuì. Evocò Star Platinum: The World. Avrebbe fermato il tempo e colpito mortalmente Celeste alla testa in quel lasso di tempo; era l'unica cosa che poteva fare per venire un minimo incontro alla richiesta del ragazzo biondo. Stava per ordinare a Star Platinum di fermare il tempo quando una figura prima opalescente poi sempre più nitida apparve di fronte alla ragazza. Il suo smoking trinciato e dalle varie tonalità di blu era inconfondibile.
-”Deeper Deeper...!”- mormorò Celeste sorpresa.
Lo Stand spalancò le braccia nello stesso istante in cui una nube di fumo si condensò di fronte a lui, frapponendo un'altra figura tra Celeste e Jotaro. Un Mercuzio trafelato fece la sua comparsa. Giorno notò immediatamente ciò che il ragazzo stava stringendo nella mano destra.
-”Mercuzio, no!”- gridò, facendo per scagliarsi contro di lui.
Il giovane Zeppeli non gli diede ascolto. Rapidamente si voltò e conficcò la punta della Freccia nel petto di Deeper Deeper. Immediatamente, l'ambiente circostante venne inondato da una fortissima luce bianca proveniente dallo Stand dall'elmo rinascimentale.






NOTE DELL'AUTRICE
E' con rammarico che vi annuncio che il prossimo capitolo di Deep Memories sarà l'ultimo. Ebbene sì, ormai è tutto finito...
Alla prossima :(

 

   
 
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