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Autore: Moon9292    10/03/2016    8 recensioni
Gabriel Martin ha tutto dalla vita.
E' ricco, è bello, è attraente, è intelligente ed ha una bella famiglia. Ha una fidanzata modella bellissima, ed è a capo della sua cerchia di amici. L'università è un gioco da ragazzi per lui. Tutti lo amano, tutti lo desiderano e tutti lo vogliono.
Kyra Smith è una ragazza comune.
E' semplice, non ha a disposizione i soldi di famiglia, e per andare avanti all'università è costretta a dare ripetizioni ai ricchi figli di papà. La sua massima aspirazione, oltre quella di diventare avvocato, è essere invisibile agli occhi di tutti.
Questi due ragazzi conducono vite separate, e l'unica volta in cui si trovano uniti, è solo per prendersi in giro e farsi i dispetti come stupidi adolescenti.
Un giorno, però, le cose cambiano e Gabriel si vede costretto a chiedere aiuto proprio all'ultima persona al mondo alla quale avrebbe chiesto qualcosa. E, come uno scherzo del destino, due anime opposte si troveranno a condividere attimi di eterna felicità.
Che la vita fosse imprevedibile, questo era chiaro, ma poteva davvero diventare così assurda? Evidentemente si...
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Universitario
Capitoli:
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Capitolo 11 - Nuovi sentimenti all'orizzionte

 

 

<< CHE COSA? >>, domandarono con forza contemporaneamente.
Gabriel non riusciva a credere alle sue orecchie. Davvero la madre aveva chiesto loro di baciarsi?
Ma come diamine le veniva in mente. Non aveva senso!
Forse da quando era partito le scorse vacanze di natale, la sua famiglia aveva cominciato di farsi metanfetamine. Già li immaginava, la sera ad organizzare festini pieni di alcool e droga.
E magari i suoi genitori avevano preso anche a fumare il bong.
E forse sua sorella aveva preso l’abitudine di bucarsi, e scambiarsi le siringhe piene di qualche schifezza insieme a un tizio di nome Ramon, pieno di tatuaggi e senza qualche dente.
E Adam sicuramente aveva intrapreso una relazione sadomaso con una ricca signora, che lo chiamava Bobby come un cane, con tanto di frusta e di ululati alla luna piena.
Ecco, il panico era esploso nel suo cervello distorto.
Ci sarebbe voluta solo una seduta dallo psicoterapista per eliminare dalla sua mente le immagini della sua famiglia in attività illegali.
E tutto il caos creatosi nella sua mente era stato provocato da una semplice richiesta.
Un piccolo e minuscolo bacio.
Per la miseria, aveva davvero seri problemi con tutto quello che rientrava nella sfera emotiva.
Se un solo bacio lo mandava in crisi, figurarsi il giorno in cui avrebbe detto per la prima volta le parole “ti amo”. Li si che sarebbe svenuto.
Si voltò lentamente cercando lo sguardo di Kyra. Voleva leggerle negli occhi quali fossero i suoi sentimenti.
Quasi come se si fossero letti nel pensiero, si voltarono contemporaneamente l’uno verso l’altra.
La Smith emanava la stessa aura di panico, mista anche a qualcos’altro che non riusciva bene ad identificare.
<< Allora? Dobbiamo aspettare ancora per molto, ragazzi? >>, li incalzò la madre.
<< Cara, forse sono timidi. Lasciali perdere >>, provò ad intercedere il padre.
<< Timido? Tuo figlio? Ti ricordi com’è realmente nostro figlio? Lui e la parola timidezza non dovrebbero neanche essere accostate, tanto sono diverse >>
<< Ha ragione, amico mio. Ti ho visto fare ben di peggio davanti ad estranei. Andiamo, ho voglia di vedere il tuo lato romantico >>, lo prese in giro Adam.
<< Ma che diavolo vi prende, pervertiti guardoni? >>, sbottò con enfasi Gabriel, girandosi verso la sua famiglia. Doveva trovare una soluzione al problema, e in fretta. << Da quando in qua avete bisogno di assistere a simili spettacoli? Cos’è, siete tutti in crisi d’astinenza? Andate a vedervi un film porno, piuttosto >>.
Bella arringa! Si complimentò con se stesso.
Sicuramente un giorno sarebbe diventato un grande avvocato. Questo lo rendeva fiero, ed anche nostalgico. Maledetti sentimenti.
Poi però guardò la madre, e capì che quella era una battaglia persa. Quella donna era micidiale. Non perdeva mai, neanche se di fronte avesse avuto un Santo.
Se lei decideva qualcosa, non c’era niente da fare. Il mondo sarebbe capitolato al suo cospetto.
<< Gabriel, io sono davvero sicura che le mie orecchie abbiano avuto un momentaneo scollegamento col cervello, e che abbiano captato affermazioni fasulle. Perché non posso credere che, dopo tutto il tempo speso ad educarti come una persona e non come una piccola scimmia dal sedere rosso, tu abbia potuto dire una cosa simile >>, eccola lì la prima stoccata al cuore di Gabe. Sua madre aveva il potere di farlo sentire un immenso coglione insensibile. << E voglio anche credere che tu non voglia baciare questa bellissima ragazza davanti a noi, solo perché temi di offenderci o offendere lei in qualche modo. Perché altrimenti non si spiegherebbe la tua negazione. State insieme da tre anni, e non ti è mai capitato di baciarla in pubblico? Questo mi da modo di pensare, e che forse c’è qualcosa che ci stai nascondendo >>.
Ed ecco l’ultima scoccata. Si, decisamente quella donna aveva un contatto diretto con satana.
Il suo intuito era troppo forte per poter essere normale. Doveva aver venduto l’anima al diavolo e fatto un patto di eterna giovinezza.
Si, questa era la spiegazione più logica.
Kyra, improvvisamente, gli mollò un calcio sotto al tavolo, facendolo trasalire.
Si voltò nella sua direzione, cercando di capire cosa volesse.
Mosse le labbra in modo impercettibile, ma Gabriel capì perfettamente cosa stesse dicendo.
“Baciami”!
Il suo cuore prese a battere furiosamente. Sentimenti forti gli esplosero in petto, danzandogli poi in tutto il corpo. Era emozionato, spaventato, euforico, confuso e molto altro ancora.
Era una bomba fatta di sensazioni troppo decise e marcata da poter essere capite e contenute.
Le mani gli presero a sudare, manco fosse un’adolescente. Si leccò più volte le labbra, cercando di renderle meno secche. Ma anche la salivazione era a zero.
Decisamente sembrava un adolescente alle prime armi.
Cavolo, aveva fatto sesso con un mucchio di ragazze, e un piccolo bacetto lo spaventava in quel modo?
Il suo cervello gli rispose subito che si, aveva paura di un singolo bacio.
Prese un respiro profondo, neanche stesse per fare un’immersione, e si avvicinò al volto di Kyra.
Da vicino riuscì a notare tanti piccoli dettagli che non aveva mai colto.
Come per esempio che le sue ciglia erano davvero lunghe e chiare.
Che sulla sua guancia destra vi era un piccolo neo sbiadito.
Che le sue labbra sembravano morbide e piene.
E che i suoi occhi erano davvero un pozzo senza fondo di meraviglia.
Notò per la prima volta quanto in realtà quella ragazza fosse bella. E perfetta.
Poi Kyra chiuse gli occhi, avvicinandosi ancora un po’.
A Gabriel venne da sorridere. Quel gesto era dolcissimo. Perché significava che lei si fidava ciecamente.
Poi chiuse gli occhi, e senza pensarci un secondo di più, la baciò.
 
Boom! Il mondo esplose. I pezzi si mescolarono, e tornarono poi insieme in una nuova forma.
Nuova e giusta. Una forma più bella di quanto lo sia mai stata. Capace di rendere quel posto freddo e vuoto chiamato terra, un luogo pieno di calore e luce. Dove l’amore regna sovrano, e il dolore non tocca i cuori di nessuno.
Un luogo al quale una bambina spaventata e ferita nel modo più profondo e disumano, trova finalmente la pace.
Un luogo al quale un bambino piccolo e insicuro, riesce finalmente a trovare la forza di credere in se stesso.
Un luogo dove due anime, dopo tanto patire, finalmente si toccarono.
 
Dapprima il bacio fu lento e superficiale.
Solo un sfregarsi di labbra. Poi divenne più profondo. Kyra avvertì la lingua di Gabriel leccarle timidamente il labbro superiore, quasi a chiederle il permesso di entrare.
Permesso che le fu accordato. Dischiuse la bocca, facendosi che il contatto divenne più intenso.
Il suo cuore non smetteva di martellarle nel petto. Sentiva che finalmente la sua anima si rinsaldava.
Dopo tanto patire, era riuscita finalmente a trovare la serenità che le era sempre mancata.
E la trovò in due labbra gentili, dal sapore dolce e stuzzicante.
Sentì dentro di la nebbia diradarsi.
Quei sentimenti che non riusciva a comprendere, presero sempre di più forma.
Era più facile distinguere quelle forme nella sua mente.
Riusciva a cogliere la gioia.
Riusciva a cogliere la bellezza.
Speranza. Dolcezza. Vita. Felicità.
Tanti sentimenti che in 22 anni di vita non aveva mai provato.
E poi c’era un’ultima forma. La più difficile da capire. Dalla forma sconosciuta e bislacca.
Una forma che non aveva mai visto in vita sua.
Ancora non riusciva a darle un nome, ma sentiva che se si fosse impegnata presto avrebbe capito tutto.
Ed era bastato un semplice bacio per aprirle gli occhi.
Chissà cos’altro la attendeva in quelle due settimane.
Passarono vari secondi, o forse minuti o forse anni. Poi si staccarono con un schicco.
Lentamente aprirono gli occhi, guardandosi forse per la prima volta.
Kyra lesse confusione e tempesta in quei occhi azzurri e profondi.
Come se in realtà non sapesse che stava realmente accadendo. E probabilmente era la sua stessa espressione. Anche lei non capiva perfettamente cosa stava succedendo, ma sicuramente doveva essere qualcosa di bello. Perché niente di brutto poteva farla sentire cosi viva. E lei sapeva cosa si provasse quando si aveva a che fare con l’orrore del mondo.
Poi, improvvisamente, un coro di applausi e fischi partì, distraendoli.
Si voltarono contemporaneamente nella direzione di quel caos. 
Adam fischiava in segno di approvazione, mentre i genitori e la sorella di Gabriel applaudivano felici ed emozionati.
Il rossore si diffuse sulle sue gote, rendendola meno pallida del solito.
<< Oh che carini che siete >>, esclamò dolcemente Eve.
<< Si vede che siete una coppia innamorata >>, commentò Samuel.
<< Amico, cosi però mi fai venire voglia di accasarmi. E sarebbe un vero peccato deludere tutte le donne del mondo >>, scherzò Adam.
E in quel momento la bolla che si era creata intorno a loro, esplose riportandoli alla realtà.
Perché quelle parole erano belle, sicuramente. Ma anche finte.
Perché loro non erano ne carini, né una coppia innamorata.
Erano due persone che il caso, o il destino aveva unito per un tempo relativamente breve. E che sempre per caso si erano trovate a darsi a vicenda una mano.
Erano solo due semplici ragazzi che fingevano di essere fidanzati per motivi personali.
E che tutti quei sentimenti che aveva improvvisamente provato, in realtà non esistevano.
O almeno, erano finti per uno dei due. Come aveva fatto ad essere così stupida e dimenticarsi la realtà dei fatti?
Se Sean fosse stato lì le avrebbe sicuramente tirato un grandissimo schiaffo dietro la nuca, sperando cosi di farla rinsavire.
Almeno quel momento imbarazzante le era servito a qualcosa. Anche se erano passate poche ore dal suo arrivo, aveva già cominciato a sentirsi a casa, quasi come se facesse davvero parte di quel luogo.
Ma in realtà non era niente di simile. Lei era un’estranea, venuta a mentire a delle persone meravigliose, solo per soldi.
Si sentiva quasi come una prostituta. Almeno le prostitute non ferivano i sentimenti di nessuno. Invece lei stava facendo molto peggio. Com’era caduta in basso.
<< Grazie, davvero. Siete un pubblico meraviglioso >>, scherzò Gabriel.
Poi si voltò sorridendole con gratitudine. Non sapeva se per avergli parato il culo, o per qualcos’altro.
Ma quel gesto bastò a scacciare tutti i suoi dubbi e le sue auto recriminazioni.
Anche se fosse stata costretta a ferire un’intera nazione, lo avrebbe fatto pur di vedere ancora una volta quel sorriso luminoso su quel volto.
Questo era poco ma sicuro.
 
Gabriel si stiracchiò lentamente sul letto, grattandosi una guancia con fare pigro.
Il pomeriggio era passato velocemente.
Adam era dovuto scappare poco dopo quel bacio, perché costretto dalla perfida madre a non sapeva quale servizio.
I genitori invece erano rimasti con entrambi a discutere e raccontarsi aneddoti passati.
O per meglio dire, la madre aveva preso a raccontare tutti i momenti più imbarazzanti che gli erano mai capitati.
Non sia mai che quella donna si smentisse dall’essere satana.
Il padre invece aveva affascinato la Smith con i suoi racconti su alcuni casi passati.
Ad un certo punto l’aveva anche presa in giro dicendole di pulirsi la bava dalla bocca.
Da li erano degenerati in una delle loro solite discussioni in cui si prendevano in giro a suo di sarcasmo e ironia.
La sorella li aveva guardati affascinata e anche dolcemente invidiosa.
Invidiosa di cosa, poi, non l’aveva capito.
E cosi le ore erano passate, ed era giunto il momento di andare a letto. E li la situazione si era complicata ulteriormente. La Smith lo aveva spedito a lavarsi e vestirsi per primo, dicendo che poi avrebbe dovuto aspettarla al buio nella loro stanza.
Come se non l’avesse mai vista dormire prima. Certo, se considerava la situazione in cui erano stati costretti a dormire sotto lo stesso tetto, le cose cambiavano.
Ma non era quello il momento di pensare a Freddie o gli altri idioti che le avevano fatto del male.
Guardò l’orologio che aveva al polso domandandosi la Smith che fine avesse fatto.
Era andata in bagno più di mezz’ora fa! Diamine, se non l’avesse conosciuta, avrebbe potuto dire che stava perdendo tempo in vari trattamenti di bellezza. Come quelli che faceva Amelie prima di andare a letto.
Strano. Era da un po’ che non pensava all’ex.
Chissà come se la stava cavando a fare la modella a tempo pieno.
Pensarla non lo rendeva più nervoso e irritato da tutto. Ormai la ragazza aveva smesso si suscitare in lui qualche tipo di sentimento. E ci era voluto sorprendentemente poco per dimenticarla.
Si chiese perché erano rimasti insieme per tutto quel tempo. Non avevano molto in comune, tranne la bellezza.
E il fatto che la ragazza corrispondesse perfettamente al modello di donna che aveva sempre immaginato di dover avere accanto. Perché l’apparenza era tutto. E perché non avrebbe mai voluto deludere la sua famiglia.
E probabilmente avrebbe sempre agito cosi. Perché la sua famiglia e la loro felicità veniva prima di tutto. Lo aveva capito sin da quando era bambino, quando andava ai party insieme ai suoi genitori e loro si mostravano tanto fieri di lui.
Spostò lo sguardo lentamente verso la libreria della sua stanza.
Fissò intensamente gli oggetti la sopra posti, e una piccola fitta al cuore partì.
La sopra, sull’ultima mensola, erano stati riposti i suoi sogni e i suoi desideri. Perché certe cose erano destinate a rimanere tali: solo sogni che ogni mattina si scontravano con la realtà della vita.
Sospirò lentamente, pensando che nonostante tutto, era fortunato.
Kyra, Adam… loro potevano fare ciò che più amavano, inseguivano con forza e costanza il loro destino.
Ma non avevano nessuna famiglia su cui fare affidamento. Nessuna persona che li amava più di ogni altra cosa. Non avevano una casa a cui tornare, quando le notti e i giorni diventavano troppo difficili e pesanti.
Lui invece aveva tutto quello. Sapeva che, in ogni caso, avrebbe sempre avuto una famiglia alle spalle.
E proprio per questo, sacrificava il suo cuore. Per ripagare i suoi genitori di tutto.
Doveva andare fiero di se stesso.
Fu riportato alla realtà improvvisamente, quando sentì la porta aprirsi.
Si voltò e nella penombra vide una figura. Una figura che ormai aveva imparato a conoscere.
Le sorrise, nonostante sapesse che forse poteva non vederla. Era troppo buffa. Si muoveva a scatti, nervosa come non mai. Le mani non stavano ferme un minuto.
Un momento prima andavano a toccare le braccia scoperte, un attimo dopo toccavano l’orlo della maglietta del pigiama.
Sembrava essere indecisa sul da farsi, visto che non accennava a muoversi e mettersi sotto le coperte.
<< Vuoi restare li tutta la notte, stile Edward Cullen, e guardarmi dormire? Fai pure, lo so che sono un gran bello spettacolo >>, la prese in giro non riuscendo a trattenersi.
<< Punto primo, non so se essere stupita o altro dal fatto che tu conosca il famoso vampiro. Punto secondo, credo tu ti stia dando troppe arie. Un gran bello spettacolo? Ma fai sul serio? >>, rispose piccata.
<< Il famoso vampiro lo conoscono tutti. Sfido io a non sapere chi sia quando sei letteralmente circondato da poster della sua faccia e ragazzine urlanti che decantano amore verso una cosa morta >>, affermò portando le mani dietro la testa e guardandola più attentamente. << E si, sono serio. Ormai dovresti averlo capito che la mia bellezza non ha confini >>
<< Attento alla tua coda, pavone idiota. Potresti cavare un occhio con le te penne >>
<< Sul serio Smith. Che diavolo ci fai ancora in piedi. Vieni a letto >>, con un gesto scostò le lenzuola invitando la ragazza ad entrare.
<< Va bene. Altra piccola confessione dell’ultimo momento, Martin. E questa non deve essere né discussa ne ridicolizzata, perché altrimenti stanotte mentre dormi, prendo il rasoio dalla mia borsa e ti depilo la testa e le sopracciglia >>, dichiarò bruscamente Kyra.
<< Parola di scout. Ci tengo alla mia chioma fluente e al mio sguardo seducente >>.
Gabriel la sentì prendere un profondo sospiro. Vide le sue mani torcersi e lasciarsi andare senza sosta. Camminò avanti e indietro per qualche minuto, poi si fermò voltandosi nella sua direzione. Gabriel non sapeva perché, ma era certo che quella sarebbe stata una confessione importante.
<< Non ho mai dormito con un uomo >>, confessò in un solo respiro.
Gabe la fissò, incerto. Non era sicuro di aver capito bene il significato di quelle parole.
<< Cioè…? >>, domandò con fare idiota.
<< Cioè che, oltre a quello stronzo del mio patrigno, non ho mai avuto nel letto un altro uomo. Escluso Sean. Ma lui non vale. Non è uomo. Certo non è neanche donna, ma sospetto che sia un mix delle due cose. Però io lo considero asessuato, cioè so che fa sesso e anche tanto ma… >>, continuò a sparlare come se non ci fosse un domani.
Gabriel pensò che fosse giusto fermarla prima che il suo cervello evaporasse.
<< Aspetta che? Davvero? >>, domandò incredulo.
<< Si, davvero >>, confermò la ragazza.
<< Wow. Cioè è una confessione davvero… wow >>, commentò sbigottito. << Perché? >>
<< Beh, sai non è che ho avuto un primo approccio con il sesso molto positivo. Insomma, sono abbastanza certa di essere rimasta traumatizzata da questa cosa. E poi perché non ho mai avuto l’occasione, e quell’unica volta in cui c’è stato qualcuno interessato, non mi sono fidata abbastanza >>.
Gabriel pesò con calma quelle parole, considerandole una alla volta. Erano parole importanti, che lasciavano intravedere un passato pieno di sofferenza e di solitudine.
Sapeva che Kyra non era stata la persona più felice della terra, ma solo in quel momento si rese conto quanto profonda era la spaccatura nel suo cuore. Non sapeva che dire. Era troppo sconcertato. Poi gli venne in mente una di quelle frasi. Forse la più importante tra tutte.
<< Di me puoi fidarti >>, disse dolcemente. << Anche se sei stata ferita, e il tuo cuore è pieno di cicatrici, io non ti farei mai del male >>.
Kyra rimase in silenzio. Non si avvicinò.
Gabriel avrebbe dato qualunque cosa per poterle vedere il volto. Per poterle leggere in viso, e carpire i suoi sentimenti. Ma l’oscurità della camera non glielo permetteva.
<< Lo so >>, sussurrò improvvisamente la ragazza.
E quell’affermazione riempì di un profondo calore il cuore di Gabe. Si sentì pervadere da una gioia immensa.
Sapere di avere la fiducia di una ragazza simile, fece sì che il suo animo si riempì di orgoglio e di forza. Quelle parole lo spinsero ad affermare con certezza una cosa nella sua mente: l’avrebbe protetta con tutte le sue energie da ogni male del mondo. Sempre! Indipendentemente da come sarebbero andate le cose, lui non l’avrebbe abbandonata. Era una promessa!
Poi la ragazza, lentamente, si mosse andando verso le coperte. Le scoprì e in pochi attimi si mise a letto.
Gabriel si voltò, mettendosi su di un fianco e guardandola dolcemente.
Kyra si portò le lenzuola fin sotto il mento, lasciando scoperto solo il volto. Poi lentamente girò il capo guardandolo.
L’oscurità non permetteva di capire tutte le emozioni che la ragazza stava provando, ma era abbastanza sicuro che ci fosse un miscuglio di sentimenti: imbarazzo, timore, dolcezza e anche un sentimento che ancora non riusciva ad identificare. Sembrava qualcosa di profondo, di forte e di spaventoso.
Ma non riusciva a comprendere appieno che significasse.
<< Ciao >>, sussurrò nel buio.
<< Ciao >>, rispose Kyra.
<< Ce l’hai fatta finalmente >>
<< Sai com’è, ognuno ha bisogno dei propri tempi per andare a letto con un altro. Tu, per esempio, scommetto che ti basta il tempo di una grattata ai genitali >>
<< Oh tesoro. Anche molto meno. Mi basta ammiccare che le ragazze mi cascano ai piedi >>, rispose Gabriel con spavalderia.
<< Hai mai pensato che quelle povere ragazze che ti cadono davanti soffrono di qualche malattia neurologica, che le porta ad avere episodi multipli di sincope? >>, domandò sarcastica lei.
<< HA Ha molto spiritosa! Fidati Smith, le ragazze mi adorano >>
<< Se lo dici tu. Parlando di cose serie, ho bisogno di mettere in chiaro alcune regole per questi strani pigiama party >>
<< Spara. Sono tutto orecchi >>, rispose divertito Gabriel.
Chissà cosa si stava per inventare. Da quella mente poteva uscire fuori di tutto.
<< Regola numero uno: non si scorreggia sotto le lenzuola >>, dichiarò con fermezza.
<< Approvato! >>
<< Regola numero due: se uno russa l’altro è autorizzato a prenderlo a calci >>
<< Puoi andare tranquilla con me, baby. Io non russo. Dobbiamo vedere se la cosa vale anche per te >>
<< Finiscila con questi nomignoli. Mi basta Sean. Regola numero tre: non si invadono gli spazi altrui, a meno che non si debba intervenire come citato nella regola due >>, continuò la Smith.
<< Decisamente tu da grande diventerai un grande avvocato. Altre regole? >>, domandò divertito Gabriel.
<< No credo di no >>, rispose Kyra.
<< Quindi che facciamo? Dormiamo? >>
<< Beh, di solito questo si fa in un letto, soprattutto alle undici di sera dopo una giornata lunga come questa >>
<< Uhm io conosco altri utilizzi per un letto >>, ironizzò divertito Gabriel.
<< Martin tu hai seri problemi. Davvero, dovresti farti curare. Ora dormi >>, esclamò la ragazza.
Detto questo, si voltò dando le spalle al ragazzo.
Gabe sorrise divertito.
Non sapeva perché, ma era certo che dormire con la Smith sarebbe stata l’esperienza più strana ed elettrizzante della sua vita.
 
Kyra girò un po’ per la casa vuota.
Si era svegliata alle dieci e un quarto dopo che quel deficiente di Gabriel aveva un casino immenso per prepararsi.
Doveva andare a correre con Adam, e per prepararsi aveva messo sottosopra l’intera stanza.
Ovviamente la ragazza si era svegliata, cominciando a sbraitargli contro da subito.
E, ovviamente, l’idiota l’aveva ignorata, tolto le coperte e buttata di forza giù dal letto.
<< Smith, pretendo che tu alzi quel culo rinsecchito che ti ritrovi, e ti dia da fare per rendere produttiva questa tua mattinata. Mia madre e mia sorella sono uscite entrambe. E se il fatto che satana sia andata a lavoro, e stia lontano da te fino all’ora di pranzo mi rende felice, questo non può dirsi lo stesso per Eve. Sto seriamente distruggendomi per scoprire con chi diamine è uscita, ma qui nessuno sa niente, esclusa satana ovviamente. Per questo voglio che tu soffra con me. Alzati e sorgi. ORA >>, esclamò con foga, avviandosi verso la porta. << Torno verso mezzogiorno con Adam. Ha detto che mangia qua, e che poi vuole stare un po’ con te per conoscerti, quindi fatti trovare presentabile >>.
Detto ciò uscì dalla camera, non dandole neanche il tempo di lanciargli contro un cuscino.
O un corpo contundente.
Ma quelli erano dettagli.
Così, costretta da forse altrui, si era alzata e preparata. Aveva indossato una delle mille magliette che Gabriel l’aveva costretta a comprare.
Certo, le stava bene e le piaceva, ma non gli avrebbe mai dato la soddisfazione di farglielo sapere.
Vagava da un po’ in quella casa silenziosa.
La sua missione, se all’inizio era stata incerto, poi le divenne chiara.
Nel salotto aveva notato una cornice con una delle foto più belle che avesse mai visto.
Era una foto in bianco e nero del ponte di Brooklyn scattata durante una tempesta in piena regola.
Dal cielo cadeva un fulmine, immortalato per sempre sulla carta.
Ero uno spettacolo imponente.
Il ponte, fonte dei suoi peggiori ricordi, sembrava cosi vulnerabile in confronto a quello spettacolo della natura. Le dava una certa sicurezza.
Sapere che quell’ammasso di ferraglia, che le aveva portato via suo padre, non era indistruttibile.
Notò, poi, un’altra foto ritraente due amiche al parco ridere felici. Dai loro occhi poteva vedere tutta la gioia che provavano. Erano bellissime.
Si spostò in cucina dove trovò altre tre foto fatte in sequenza di un bambino sull’altalena insieme al fratello maggiore.
Nella prima il bambino saliva felice, mentre il fratello dietro lo incitava.
Nella seconda il bambino scendeva, un po’ spaventato, ma consapevole che il fratello maggiore lo avrebbe salvato.
Nella terza il bambino risaliva felice, ma a differenza della prima il suo volto era girato a guardare con amore il fratello maggiore.
Erano spettacolari.
Si domandò come le erano potute sfuggire tutte quelle foto il giorno prima.
Come aveva potuto ignorare simili opere d’arte.
Forse perché erra troppo concentrata nel piacere alla famiglia di Gabriel, o presa dal nervosismo. O qualsiasi delle mille emozioni che aveva provato il giorno precedente.
Ma sola, in quella casa grandissima, poteva rilassarsi ed indagare.
Anche senza avere una vera conoscenza in materia, si disse che tutte le foto erano state fatte dalla stessa mano. Quindi doveva esserci un nome, ma in nessuna di quelle già viste riportava anche un singolo riferimento. Ne un nome né dove erano esposte.
Così decise che la sua missione era trovare altre foto, e scoprire che fosse il fotografo.
Per tutta casa trovò foto disseminate. Ritraevano qualunque cosa.
Dai paesaggi, alle persone, o anche animali.
Ed ognuna di quelle foto trasmetteva emozioni forti e profonde. Erano incantevoli.
Kyra trovava difficile staccare lo sguardo.
Al piano superiore, decise di entrare solo nello studio. Non voleva invadere la privacy altrui, neanche nelle camere da letto per gli ospiti.
Quando spalancò la porta, di fronte a se trovò la foto più bella che avesse mai visto.
Era una gigantografia in bianco e nero di una coppia. Si guardavano intensamente negli occhi, abbracciandosi dolcemente. Sullo sfondo si vedeva solo quello che sembrava cielo, quasi come se fosse stata scattata dal basso verso l’alto.
Una parola per descrivere quell’immagine: amore.
Non solo la coppia trasmetteva tale sentimento, ma anche il fotografo. Come se fosse stato davvero emozionato nel scattare un simile momento.
<< Ti piace? >>, domandò una voce maschile alle sue spalle.
<< AHHHHHH! >>, urlò la ragazza voltandosi di scatto.
Il momento di contemplazione era finito, quasi come se fosse esplosa una bolla portandola alla realtà.
Alle sue spalle trovò Samuel seduto su una poltrona dall’aspetto comodo. Sulle gambe un fascicolo spesso.
<< O cazzo >>, sussurrò portandosi una mano sul cuore. Poi portò di scatto la mano sulla bocca coprendola ed arrossendo per la parolaccia appena pronunciata. << Oh cazzo. Ho detto una parolaccia. Cazzo ne ho detta un’altra. Merda! Devo restare zitta >>.
Ormai era fuori controllo. Ogni volta che provava a censurarsi, le usciva fuori un altro brutto termine.
Era senza speranza.
Samuel la guardò dapprima confuso, poi sorrise lentamente. Sembrava molto divertito.
<< Non ti preoccupare. Conosco anche io le parolacce. E ogni tanto capita pure a me di dirle >>.
Chiuse il fascicolo poggiandolo sulla poltrona, poi si alzò avvicinandosi alla ragazza.
Kyra si voltò nuovamente verso la foto, troppo ammirata dallo scatto.
Non badò a nulla della stanza. Non vide la grandissima quantità di libri stipati nei vari scaffali delle librerie, né la scrivania posta proprio davanti alla foto.
Non era capace di notare nulla se non quella meraviglia.
<< Allora ti piace? >>, domandò nuovamente Samuel.
<< Si. È stupenda >>, confermò dolcemente la ragazza. << Ho visto anche le altre foto, giù in salone e in cucina, ma non ho trovato da nessuna parte il nome del fotografo >>
<< Certo, perché non sono state scattate da un fotografo professionista >>, rispose divertito il padre di Gabe.
<< Davvero? Ma allora chi le ha fatte? >>, chiese incredula Kyra.
<< Queste, mia cara, le ha fatte Gabriel >>.
Kyra rimase scioccata. Spalancò bocca e occhi, tanto lo stupore.
Non poteva crederci. Quelle meraviglie, tutte quelle emozioni racchiuse su una pellicola e immortalate per sempre, erano state fatte da Gabriel Martin?
Lo stesso Gabriel Martin che aveva odiato in passato, e che col passare del tempo le aveva risvegliato sentimenti sopiti?
Era incredibile. Quelle foto erano state scattate da una persona sensibile, vulnerabile, che prova sentimenti e non si vergogna nel dimostrarli.
E non era esattamente la descrizione che avrebbe dato al ragazzo.
<< Mi sta prendendo in giro? >>
<< No, assolutamente. Vedi, quei due siamo io e Anne >>, e indicò la foto appesa. Solo in quel momento Kyra si rese conto di conoscere quei volti. E capì realmente la portata dell’amore che univa quelle due persone. << Gabe l’ha scattata cinque anni fa, in vacanza. Avevamo appena superato un periodo difficile. Non era stato semplice, e quella vacanza ha permesso a tutti noi di ricaricarci. Io e mia moglie ci siamo riscoperti più innamorati di prima. E Gabriel ha voluto immortalare un momento di intimità tra noi. Diceva che il vero amore va tramandato di generazione in generazione, e in quale modo migliore piò essere fatto se non attraverso una foto? >>.
Kyra si scoprì ancora più emozionata di prima. Era senza parole. Ed inoltre i sentimenti nati il giorno precedente erano nuovamente esplosi nel suo cuore.
Quella forma indistinta che ancora non riusciva a comprendere, risultò più chiara e dai contorni leggermente definiti. Forse stava cominciando a capire. Ma quello che stava comprendendo non la rendeva felice.
Anzi. Solo molto più nervosa!
<< Sai, posso confessarti un piccolo segreto? >>, domandò Samuel, riportandola alla realtà.
<< Certo. Può fidarsi di me >>, confermò Kyra.
<< Quando Gabriel era molto piccolo, forse aveva cominciato da poco a camminare e parlare, volle per il suo compleanno una macchina fotografica giocattolo. Poi a sei anni, si fece comprare la sua prima polaroid. Non la smetteva un secondo di fare foto. Anche mentre eravamo in bagno. Fu lui a scattare la prima foto a sua sorella. So che la conserva ancora in un suo album di foto personale, a cui nessuno ha accesso. Ed è andato avanti a fare foto nei successivi anni. Ero convinto che volesse intraprendere questa professione. Avevo già raccolto diverse notizie sulle migliori scuole di fotografia. Anne sperava che, un giorno, potesse assumerlo come fotografo per le sue sfilate >>, Samuel sorrise al ricordo. Kyra, invece, si trovò completamente spiazzata. Era piuttosto certa di non aver visto né una foto né una macchina fotografica nella casa del ragazzo, a Palo Alto. << Poi un giorno, l’ultimo anno di liceo, ci comunicò che aveva fatto richiesta per entrare a Stanford, e che da grande sarebbe diventato avvocato come me. Quella notizia ci spiazzò completamente. Eravamo convinti che avrebbe scelto di diventare fotografo, insieme ad Adam. Eravamo disposti anche a comprare uno studio per loro. Volevamo dargli tutto l’appoggio necessario, e sostenerlo come abbiamo sempre fatto. Ma lui aveva già deciso. Quando partì, non portò neanche una delle sue macchine fotografiche, dalle quali non si era mai separato. Da allora non ha fatto più foto. Non so perché, ma ho come l’impressione di avere un ruolo in questa sua decisione. Come sono abbastanza convinto che io ed Anne abbiamo un ruolo in qualsiasi altra decisione Gabriel abbia mai preso. Tu per caso sai qualcosa? >>.
Kyra lo guardò confusa. Poi gli venne in mente il motivo per cui era li, in quella casa a parlare con quell’uomo.
Gabriel l’aveva ingaggiata come finta fidanzata, perché Amelie l’aveva lasciato e lui non poteva presentarsi a casa senza una donna.
Aveva detto che non aveva scelta.
Ma, dopo aver conosciuto i genitori del ragazzo, si domandò perché non poteva dire di essere stato lasciato.
Come non si spiegava la ragione per cui avesse intrapreso una carriera diversa da quella che, palesemente, amava.
Come non si spiegava il reale motivo del suo atteggiamento da stronzo durante tutti quegli anni, e l’improvviso cambiamento avuto nei suoi confronti.
Le domande non facevano che vorticarle nella testa.
Solo una, però, riecheggiò più forte delle altre: chi era realmente Gabriel Martin? E quali segreti nascondeva nel suo cuore?





 
buonasera, gente...
innanzitutto volevo ringraziare tutte le persone che hanno recensito il capitolo precedente, e tutte le persone che, anche se silenziose, hanno messo la storia tra le preferite/seguite/ricordate...grazie di cuore...
ora passiamo al capitolo U.U
come promesso, eccolo qui!!!!

Evviva, non vi ho fatto aspettare mesi...

allora piccole info, giusto per spiegarvi un po' di cose.
è vero, il capitolo è il più corto tra tutti, ma ha in se moltissime domande. non so se ci avete fatto caso, ma nella prima parte, ovvero le prime due settimane in cui gabriel e kyra si conoscono, noi veniamo a conoscenza di tutto il passato della ragazza.
ma di gabriel no, tranne per qualche piccola confessione fatta un po' li e un po' qui...
questa seconda parte, invece, svelerà tutti i segreti di questo personaggio ambiguo...
a cominciare dal suo volere diventare avvocato quando palesemente desidera fare altro...perchè? come mai secondo voi?
beh, sicuramente lo scoprirete in futuro, ma non un futuro prossimo...
nel prossimo capitolo avremo un momento intimo tra adam e kyra...finalmente i due si conosceranno un po'...
che altro dire? spero che la scena del bacio vi sia piaciuta...
ho cercato di trasmettere tutte le emozioni che due personaggi come loro potevano provare in quel momento...
ora vi lascio, promettendovi un aggiornamento entro la settimana prossima (probabilmente sempre tra mercoledi e giovedi)
un bacio 
Moon9292

 
   
 
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