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Autore: cryleshton    11/03/2016    0 recensioni
dal testo:
Il più piccolo annuisce con il sorriso sulle labbra e gli occhi più azzurri del cielo. "Dimmelo che mi ami ancora."
"Dimmelo che saremo liberi."
CrissColfer.
Genere: Angst, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Un grazie speciale a Paola, il Blaine del mio Kurt.
Se non fosse stato per lei, questa bimba non sarebbe mai nata.
Quindi, ti voglio bene.





Skinny love, what happened here?

 

 

 
 

“Non puoi venire con me.” aveva detto Chris senza pensarci neanche un secondo. Era stato categorico e Darren era rimasto impietrito – neanche il diaframma a muoversi. Non aveva mai sentito tanta decisione nella voce dell’altro; una doccia d’acqua fredda. Aveva subito pensato di non essere abbastanza, di avere qualcosa di sbagliato, di essere diventato motivo di imbarazzo. Ma poi la delusione gli si era sciolta in bocca, amara come il carbone, e non era riuscito a trattenere una smorfia di disgusto. Era già pronto ad ascoltare la cruda e dolorosa verità, si era abbracciato mentalmente e stava aspettando in religioso silenzio; se solo si fosse disintegrato in miliardi di coriandoli minuscoli, Chris l’avrebbe sentito. Non lo guardava, continuava a sciacquare forchette e coltelli come se niente stesse succedendo, come se lui non esistesse. Imperterrito. Impassibile. Distante. E, forse, Darren avrebbe dovuto capire, avrebbe dovuto riflettere, ma la rabbia stava prendendo il sopravvento e non riusciva a controllarsi.
“E’ per Will, non è vero?” la voce ridotta ad un soffio di fiato. Non pronunciava mai quel nome, il petto gli doleva solamente a pensarlo. A Chris scivolò un piatto dalle mani e, quando toccò il fondo del lavabo, il rumore fu assordante. La porcellana accarezzata dall’acqua sembrava il ritratto del suo viso. Duro. Freddo. Senza imperfezioni.
“Will c’entra, ma non è l’unico problema.” non una parola di più. Calma nella voce.
“Quindi è colpa mia.”
“Darren.”
“E’ sempre colpa mia, lo so. Colpa mia la prima volta che siamo usciti, colpa mia quando ti ho baciato, colpa mia quando mi sono innamorato, colpa mia anche per aver fatto quel cazzo di provino!” le urla riempivano la cucina mentre cercava di attirare la sua attenzione, di farsi giurare che di colpe non ne aveva nemmeno una. Voleva essere rassicurato. E magari anche abbracciato; gli abbracci di Chris erano come medicina, curavano ogni male.
“Dimmi che non stai davvero pensando queste cose.” il ragazzo di porcellana aveva chiuso gli occhi e sospirato e, quando si era girato, il suo sguardo era come ghiaccio. Bruciava sulla pelle olivastra dell’altro. “Dimmi che non credi di essere un problema.” un passo avanti. “Dimmelo o, giuro, non proverò neanche più a farti cambiare idea.”
“Non posso, Chris. Non posso. E’ solo colpa mia se siamo costretti a fingere di stare con due persone che detestiamo. E’ solo mia.”
“E’ solo colpa tua se stiamo discutendo per un cazzo di tour. Non puoi venire. Punto. Se qualcuno ci vede insieme? Ci pensi mai alle conseguenze? Non potremmo neanche più vivere sotto lo stesso tetto. Che testa hai? Ragiona, santo cielo.” parlava con tono tranquillo, leggermente tremolante, ma le guance rosse lo tradivano come sempre. Avrebbe voluto prenderlo a schiaffi, Darren lo sapeva.
“Scusa se non siamo tutti forti come te. Scusa se vorrei essere presente quando l’amore della mia vita – sì, hai capito benissimo: amore della mia vita – avrà il volto dipinto d’orgoglio e il sorriso stampato sulle labbra. Scusami davvero tanto.” aveva alzato le mani e, con loro, anche le barriere. Era stanco di stare male, era stufo di correre dietro a una libertà che faceva fatica ad arrivare. Gli sembrava di chiedere l’universo, quando invece gli sarebbe bastato anche solo un granello di sabbia. Voleva amarlo senza paura, davanti al mondo intero. Non era una pretesa troppo grande, no?
“Scusami tu se voglio solo evitare ulteriori casini, che non ho creato di certo io, e far durare questa tortura il meno possibile. Scusami se penso a renderla più dolce e indolore.” un altro passo in avanti, il fiato ormai sulle guance. “Non te ne rendi proprio conto, eh? Credi di essere l’unico a soffrire, credi che a me non interessi, che possa sopportarlo senza problemi. Non sai niente. Sei sicuro di conoscermi bene quanto dici?” e quell’ultima frase era stata un colpo basso, gli aveva quasi fatto cedere le gambe. Gli mancava l’aria. Le lacrime gli erano salite in gola e il sapore salato contro il palato gli dava il voltastomaco. Era corso via, aveva sbattuto la porta della stanza e si era lasciato cadere in ginocchio davanti al letto; i pezzi chi li avrebbe raccolti stavolta? Era solo.

 
Chris entra in camera e lo trova addormentato contro il cuscino, il suo preferito, quello che avevano diviso talmente tante volte da aver perso il conto.
E’ un bambino, pensa e un mezzo sorriso gli spunta sul viso. Lo sa che gli basta qualche carezza e un po’ di moine per togliere il broncio e il cuore diventa più sereno. Gli si avvicina piano, posando la cena sul comodino, attento a non fare troppo rumore. E’ tutto il pomeriggio che non si parlano e il pensiero di non dormire insieme lo fa tremare visibilmente. Non chiude occhio quando discutono e nessuno dei due mette da parte l’orgoglio prima che faccia buio. Ha sempre quella paura di perderlo incastrata nel petto, come un sassolino minuscolo che ad ogni passo ti consuma la pazienza e non ti lascia il tempo di rilassarti. Perché Darren è sfuggevole, lo è probabilmente da quando è nato. Sembra volerci un secondo per farlo scappare. Poi, però, te lo trovi costantemente tra i piedi e non puoi che esserne felice. E Chris non ringrazierà mai abbastanza il destino per avergli regalato quel piccolo raggio di sole, neanche dopo dozzine e dozzine di discussioni e sofferenze. Non rimpiangerà niente. Mai.
Si siede sul bordo del letto e, con delicatezza, gli sfiora la schiena. Spera, però, in una risposta che non arriva. L’altro rimane immobile, anche se il respiro cambia – si fa più rapido e pesante.
“Lo so che sei sveglio, amore.” calca su quelle ultime due sillabe e aspetta. Aspetta di vederlo voltarsi e sorridere; gli manca la luce che emana.
Passano minuti interminabili, ma niente sembra cambiare. Chris non sa che fare, il silenzio gli sta corrodendo i pensieri e vorrebbe solo promettergli che andrà tutto bene. Vorrebbe abbracciarlo forte e rassicurarlo, ma non risolverebbe la loro situazione. Rimarrebbero comunque legati ad una vita che non gli appartiene, costretti a fingere una felicità che fuori da quella casa non hanno. Eppure si amano. Non è questa l’unica cosa di cui hanno bisogno?
Si sdraia accanto a lui e inizia a baciargli le spalle minuscole, le braccia muscolose, le mani da musicista. Poi passa al collo e alle guance, ai capelli e alle orecchie. Lo bacia tutto, non lascia libero neanche un centimetro di pelle. E Darren spalanca gli occhi, all’improvviso.
“Non mi compri con due coccole, lo sai, amore?” gli fa il verso e Chris può solo scoppiargli a ridere contro il petto.
“Mi stai parlando, è già un passo avanti.”
“Sì, ma...” un sospiro tra un bacio e l’altro. “...sono arrabbiato.”
Il più piccolo annuisce con il sorriso sulle labbra e gli occhi più azzurri del cielo. “Dimmelo che mi ami ancora.”
“Dimmelo che saremo liberi.”
“Lo saremo. Però tu devi avere pazienza.”
“Ti amo. Però tu non devi più dirmi che non ti conosco.”
“Affare fatto, ora abbracciami che mi sei mancato.”
Darren lo stringe forte e prega di non perderlo mai.
Chris lo guarda di sfuggita, prima di rannicchiarsi contro di lui, e giura a se stesso di non aver mai visto niente di più bello.
 
Finché si ameranno, supereranno ogni difficoltà. Niente è difficile, se sono insieme.
 
Who will love you?
Who will fight?
And who will fall far behind?
Come on, skinny love.
   
 
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