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Autore: shana8998    11/03/2016    1 recensioni
E se un giorno qualsiasi di una vita qualsiasi, tutto cambiasse?
Se da un momento all'altro ,ogni sorta di regola , patto d'onore , sfumatura di dignità ,venisse infranta e ti ritrovassi nelle mani di un danno tanto grosso quanto stupendo?
Se quel danno così negativo potesse renderti tutta la felicità persa con il tempo?
Se quel danno fosse un uomo persino molto più grande di te?
Tu....Come reagiresti?
Genere: Avventura, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Varcato l'enorme ingresso, i loro volti.
Mi scrutavano. Sembravano monitorarmi sin dentro le viscere.
Deglutii, questa volta ingoiando a vuoto.
Li fissai tutti, uno per volta.
C'erano donne, uomini, persino bambini. Sorridevano, ma io sapevo che quel sorriso era più falso di Giuda.
Avevano i canini sporgenti, avevano fame ed io ero il loro spuntino.
-Ma che bella ragazzina...-. Trasalii al soffio delicato di una voce femminile alle mie spalle.
Brividi mi pervasero la schiena.
-Allison...-. Il tono cupo della voce di Alexander le fece togliere le dita affilate dalla mia spalla.
Era veramente stupenda.
Un miscuglio di bellezza ed eleganza. Non ricordava affatto un vampiro bensì, se non avessi saputo che lo fosse, avrei giurato che fosse una modella.
Alta, snella, due gambe perfette, longilinee.
I capelli biondi e leggermente mossi, mi fecero immaginare lei , alle prese con una sfilata di abiti da sposa.
Per un secondo le nostre iridi si incrociarono.
Mi folgorò con lo sguardo, come se in quel preciso istante , mi avesse lanciato il "guanto di sfida".
Sentii quegli occhi castani trafiggermi il petto.
Non mi lasciai intimorire. La guardai storto, e non mi vergognai di farle intendere che l'antipatia fosse reciproca.
Magari sbagliavo. Magari lei si sarebbe rivelata simpatica, affabile. Ma quello sguardo, quell'aggressività negli occhi che le trasudavano astio, proprio non la tollerai..
-Alexander...Immaginavo che ci fosse il tuo "zampino" sotto la presenza di un'umana in questo posto..-. Proferì quasi sfottente al vampiro.
-Dimmi, allora così è lei, la tua nuova fiamma?-. Aggiunse spudorata fissandolo negli occhi.
Vidi l'espressione di Alexander rabbuiarsi ed incattivirsi di colpo.
Quindi nemmeno a lui ,quella donna, stava a genio?!
George simulò due colpi di tosse forzati interrompendo quel discorso antipatico fra i due.
-Suvvia, invece di stare qui a perdere tempo, perchè non mi seguite in salone...Così la piccola Ana potrà mandar giù qualche boccone di cibo..-. 
Era evidentemente imbarazzato anche lui , e la sua espressione sul volto lo fece intendere perfettamente.
-Hai ragione.-. Rispose a lui, il vampiro, poi guardò me:
-Hai fame Ana?..-. Aggiunse calmandosi di colpo, seppur il tono della sua voce fosse profondo come l'oceano.
Avvampai senza motivo.
-Ecco..N...-. Involontariamente il mio stomacò brontolò.
-Ahaha...Si ha fame..-. Sghignazzò divertito l'altro, facendomi piombare nell'imbarazzo più totale.
Se attimi prima fossi leggermente arrossita, quello dopo dovevo essere diventata rossa come un pomodoro!!
Mi sarei voluta scavare un fossa e seppellirmici dentro..
-Avanti. Non vi vegognate...-. Ci fece strada scomparendo nella bocca di un'ampia porta a vetri opacizzati.
Quando anche noi, fummo al cospetto di quella stanza...Restai del tutto spiazzata.
A parte che era gigantesca, della serie che il salone della villa di Alexander era un quarto di quella, ma poi , l'arredamento, il suo stesso colore era qualcosa di inimmaginabilmente stupendo.
Un tavolo in legno massello lungo almeno una quindicina di metri, era al centro del salone, imbandito con ogni sorta di ben di Dio.
Tra una portata e l'altra , candelabri ardevano, seppur la luce spigionata dall'immenso lampadario sul soffitto ce ne regalasse abbastanza.
Sui muri rigorosamente in velluto bordeaux, soggiornavano quadri. Dipinti, forse, di qualche migliaio di anni prima , che ritraevano scene di guerra, o volti stessi di quei personaggi dell'antichità.
In fondo alla stanza, nell'angolo più remoto, un salottino.
Un divano bordato di legno intarsiato , foderato di rosso e due poltoncine per fianco , rivolte verso il caminetto (Che non era affatto "Etto"), rigorosamente acceso.
Non so quanto potesse costagli quel posto, il lusso che giaceva nel cuore di quel castello non era umanamente  stimabile.
-Accomodatevi pure..- Ci invitò a sederci ed intanto delle sagome in tajer nero e papillon al collo uscivano dalle svariate porte disparate sul muro, con ogni sorta di bevanda fra le mani.
-Dovete aver viaggiato molto, sarete distrutti...A proposito Alexander, dov'è che ti sei nascosto questa volta?..-. Proferì il giovane vampiro , calando in gola un sorso di vino rosso.
-Belsburgh.-. Rispose glaciale l'altro.
"Ah è così che si chiama quel posto...".
-Ah quel paesino squallido ai confini del paese...Che posto orribile..-. Sghignazzò in risposta il secondo.
Alexander si portò una mano ai capelli lisciandoli indietro.
-Si effettivamente era un posto pessimo...-. Proferì sospirando. Infondo, penso che a lui non interessasse nulla di quel discorso.
Improvvisamente la stessa porta a vetri da dove eravamo entrati noi, tornò a scorrere. Sussultai debolmente..
Tutti i volti che ci avevano atteso all'ingresso erano apparsi nel salone.
-Possiamo unirci alla cena?..-. Chiese una seconda vampira,sorridendo.
George le fece cenno di accomodarsi con la mano.
Il boccone di carne che stavo ingoiando,di getto mi sembrò cemento.
Ero circondata. 
Da una parte, Allison, quella ragazza dai capelli sin troppo appariscenti, Fucsia e l'abbigliamento tipico dei cantanti metal e Alexander.
Dall'altra,altri vampiri, di cui persino un bambino.
Credo che avesse otto o nove anni. Una creaturina indifesa a vederlo...A vederlo appunto.
Io ero a capo-tavola, nascosta dalle foglie di una pianta d'abbellimento posta sul tavolo.
Ringraziai Dio per non essere totalmente esposta ai loro sguardi..E maledissi quel posto che avevo scelto, allo stesso tempo, perchè mi impediva, ora che tutti si erano seduti, di poter cercare con lo sguardo quello di Alexander.
Poggiai la forchetta nel piatto. La fame era svanita.
"Riuscirò a vivere qui dentro..." Alzai lo sguardo ai loro volti.
"...Con loro?".
Avevo preso consapevolezza solo allora delle parole di Alexander. "Nulla sarà come l'hai vissuto tu".
Forse quando mi aveva avvertita, avevo preso troppo sottogamba le sue parole.
Non avevo nemmeno provato ad immaginarmi quel posto. Sbagliando.

Qualche ora dopo a cena terminata, tutti si alzarono in massa.
-Per noi si è fatto tardi..-. Proferì la stessa Allison, sfoggiando un sorriso smagliante.
-Già..-. Rispose un vampiro che le stava di fronte.
Sapevo quel "Si è fatto tardi" cosa significasse...
Buttai un'occhiata al mio orologio da polso.
"Mezzanotte"...
Dovevano andare a caccia.
Avrebbero ucciso decine di donne quella notte...
Rabbrividii.
-Anastasia..-. La voce di George mi strappò da quei pensieri macabri.
Mi voltai verso lui.
-Ti accompagno nella tua stanza..Alexander questa notte ha da fare...-. Distolsi lo sguardo bastonandolo. 
Anche lui sarebbe andato con loro. 
Avrebbe ucciso ancora , forse con molta più crudeltà del passato. Infondo in branco sono tutti più forti, più spietati.
-Va bene..-. Abbandonai il salone assieme al giovane e ci dirigemmo verso la gigantesca scalinata che si ergeva all'ingresso.
Brillava il suo colore candido, panna, colpito dalla luce. Sapeva di pulito, nulla a che fare con quanto ripugnanti fossero i piedi che la calpestavano.
-Due cameriere hanno già appeso i tuoi panni , e riposto le tue valigie, perciò non ti preoccupare, ti basterà frugare negli armadi per ritrovare tutto.-.
Camminavo un passo dopo di lui, guardando le sue spalle, sentendo ma non ascoltando le sue parole.
La mia testa era altrove.
Era a lui, al mio Alexander che quella notte avrebbe rievocato la bestia che giaceva sepolta nelle sue viscere.
Pensai ai vampiri in END. Se li avesse incontrati di nuovo?
-Eccoci..-. Frenai appena in tempo, prima che la mia faccia piombasse fra le sue scapole.
Eravamo arrivati difronte ad una porta in legno scuro alta, altissima!
Il vampiro liberò l'ingresso aprendovi un anta.
-Non credete che sia troppo grande per me?-.
La testata del letto era appoggiata alla parete di destra, al centro della stanza, poco distanti su entrambi i lati un comodino , di fronte, l'armadio, poi il vuoto.
Parlo di metri di distanza fra il letto ed il mobile! Che me ne potevo fare io?!
Rise.
-Tutte le stanze di questa casa sono così...A parte una, ora che ci penso...-. Si portò due dita al mento solleticandolo debolmente.
-Vieni con me!-. Mi afferrò un polso avanzando a grandi passi lungo il corridoio dalle pareti cobalto.
-Dove andiamo?!-. Chiesi del tutto spaesata e leggermente preoccupata.
-Hai detto che vuoi una camera piccola no? E di certo, non posso non accontentare una ragazza bella come te..-. Mi sorrise strizzando l'occhiolino.
In quel momento il mio cuore perse un battito. Non sapevo se provare terrore, oppure lasciarmi andare ad una sensazione più normale, quale fosse l'imbarazzo che velato arrossava le mie guance.
Raggiungemmo una rampa di scale e poco dopo fummo di nuovo al centro di un corridoio , questa volta molto più breve.
-Mi hai fatto correre fin qui solo per un capriccio?-. Dissi a fatica cercando di sopprimere il fiatone, appoggiata con le mani sulle ginocchia.
-A me piace soddisfare nell'immediatezza i desideri altrui..-. Pronunciò con estrema malizia nel timbro di voce.
Perchè mi increspava la pelle il suo modo di parlarmi?
-Ah si? Anche se ti chiedessi di sparire?-. Mi avvicinai a lui, voltandomi di colpo verso la porta poco distante dalla sua sagoma.
-Solo se vedessi te, volerlo veramente..-.
Mi stava provocando. Mi irritava a morte.
Ruotai la maniglia per aprire l'anta della porta, ma lui l'afferrò in simultanea serrandola di colpo.
Sussultai.
-Non ho ancora sentito dirti "Voglio che te ne vada"...-. Mi fissò negli occhi.
Era estremamente penetrante il suo sguardo e non nego che di occhi come i suoi non se ne vedevano spesso.
Lo guardai storto, in cagnesco.
-Va via..-. Ringhiai alla fine mantenendo il pugno sulla maniglia dell'anta di legno.
Rise divertito,alzando entrambe le mani mo'di "arresa".
-Come vuoi...-. Si allontanò dall'ingresso della stanza, permettendomi l'accesso.
Finalmente fui "salva". Mi chiusi in camera a chiave. Non mi rendevo conto di ciò che era successo attimi prima.
C'era George, mi parlava tranquillamente, poi era cambiato.
I suoi occhi si erano fatti predatori.
Non me ne ero resa conto all'istante.
Tirai un gran sospiro.
"Se sono tutti come lui, io qui dentro,non duro nemmeno una settimana..". Pensai sconsolata.

Erano le prime luci dell'alba, quando il cortile del castello si riempì di voci.
Mi alzai velocemente dal materasso, correndo verso l'ampio finestrone che illuminava la stanza.
Mi affacciai cercando di non farmi vedere.
"Loro", erano appena tornati.
Sembravano amici di una compagnia di liceali che erano di rientro da una notte passata in discoteca.
Ridevano, scherzavano, lo si vedeva dal botta e risposta dei loro labiali.
Cercai Alexander con gli occhi.
Lo vidi.
Teneva con entrambe le mani , quelle del bambino che avevo visto a cena, mentre sorrideva alla bionda.
Qualcosa di pesante piombò nel mio petto.
Non ero mai stata gelosa di quell'uomo.
Mi ero sin da subito fidata di lui, non avevo dubitato nemmeno per un momento.
Ma quando i miei occhi si erano imbattuti in quella scena, non so per quale motivo, ma dentro  me, era nato un istinto primordiale...L'omicidio.
Serrai la mascella per il nervoso.
"Sta lontana da lui...". Mi ero ripetuta mentre li seguivo con gli occhi.
Poi, tutte le sagome sparirono, escluse le loro.
Sembrava stessero parlando amichevolmente, lei ogni tanto ammiccava una breve risata e lui...Lui la ricambiava con un sorriso...
Perchè a lei si, mentre a me quel sorriso lo aveva regalato si e no due o tre volte?!
Lo sconforto si prese gioco di me.
Una lacrima si intersecò alle ciglia, nonostante stessi facendo di tutto per non piangere.
D'istinto aprii un'anta di vetro e legno. Volevo sentire cosa si stessero dicendo. Cos'era che lo faceva tanto sorridere e come lei ci riusciva.
Provai ad acuire l'udito, ma sembrava inutile. Ero troppo in alto per sentirli.
Così lasciai incamerare agli occhi quelle immagini.
Li osservai per tutto il tempo e quasi mi vergognai. Sembravo una stalker. Infondo lei , faceva parte della sua Casata..
"Insomma Ana. Tu non hai mai avuto un gruppo di amici?Lei è solo un'amica..!".
Di punto in bianco , sembrava si fossero detti qualcosa a bassa voce...Lui la fissò sorridendole teneramente, finchè ,non la strinse a se..
Incominciai a tremare vertiginosamente.
"Finiscila. Smettila di essere così morbosa".
Provai a calmarmi.
Poco dopo , lui, le regalò un bacio sulla guancia sparendo nell'androne del palazzo.
Mi distrusse quella scena.
Mi aveva spiazzata.
 Chi era quella donna per Alexander? 
Perchè lui era così affettuoso con lei?
   
 
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