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Autore: Panny_    12/03/2016    0 recensioni
Al dolce Amoris mancano quasi 100 giorni all'esame di maturità e la preside per allietare i ragazzi indice una festa... e che festa! Piena di sorprese
DAL TESTO:
L’ultima cosa che vide prima di varcare la porta del sottoscala fu Castiel che baciava Lynn e in quel momento il suo animo gli disse che qualcosa di magico sarebbe accaduto anche a lui.
Salirono su e uscirono in cortile, la musica si sentiva lontana, ma comunque la si poteva ascoltare perfettamente anche da lì.
«Ti va di ballare?» chiese Kentin, porgendogli la mano e facendo un lieve inchino.
Alexy rimase stupito e cominciò a ridere nervosamente, non capiva, si sentiva preso in giro.
«Kentin, perché fai così?» chiese il ragazzo dai capelli azzurri, abbassando lo sguardo.
«Perché mi va di ballare con te, stasera»
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alexy, Armin, Kentin, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Al liceo Dolce Amoris mancano cento giorni all’esame. L’ansia tra i banchi di scuola si fa sentire, ma per allietare lo stato d’animo di ogni alunno la preside, insieme al biondissimo delegato Nathaniel decidono di promuovere una festa.
Ogni ragazzo della scuola è chiamato a sistemare la sala, dove un tempo si era tenuto il concerto per raccogliere fondi, con qualche tavolo e qualche sedia posti in maniera tale da lasciare libero spazio di movimento a chi avesse voluto ballare.
Le ragazze intanto erano state lasciate libere di comprare tutto il necessario anche se chi possedeva i fondi raccolti era Kim.
Le cose sembravano procedere bene, tutto stava prendendo forma: il sottoscala senza polvere e ragnatele era un ottimo posticino per organizzare una festicciola tra studenti e le decorazioni che Iris, Violet, Rosalya e perfino la compagnia di quella streghetta di Ambra avevano preso e cominciato a portare rendevano l’atmosfera accogliente.
Intanto i ragazzi, a pochi giorni dall’evento, notando che la maggior parte delle cose era stata fatta, si prendevano diverse pause.
 
«Avete deciso quale ragazza invitare alla festa?» chiese d’un tratto Lysandro mentre scarabocchiava qualcosa sul proprio quaderno delle poesie.
«Penso di chiederlo a Lynn*, è una ragazzina simpatica» rispose Castiel con nonchalance.
«Io avevo intenzione di chiedere a Melody…» rispose Nathaniel, guadagnandosi l’attenzione della maggior parte dei presenti. Tutti sapevano che anche la ragazza era segretamente innamorata di lui. Molti, un po’ per prenderlo in giro, un po’ per la sorpresa, cominciarono a fischiettare e riderci su, accrescendo lo stato di imbarazzo del povero delegato.
«Smettetela! » urlò il ragazzo, arrivato all’estremo della sopportazione.
Dopo aver riso un altro po’, Lysandro continuò a chiedere.
«Alexy, Armin, Kentin?» chiese.
Alexy sentì improvvisamente un sussulto al cuore e preferì non rispondere alzandosi e dirigendosi in bagno. Non avrebbe invitato nessuna ragazza perché lui non era portato per le relazioni etero, lui amava troppo Kentin, soprattutto in quel periodo, soprattutto nell’ultimo periodo in cui lo avrebbe visto, prima di separarsi da lui dopo gli esami.
Quella cosa lo fece sentire a disagio e… vuoto.
«Io pensavo di proporre di ballare a qualcuna lì per lì… ma che è successo a Alexy?» chiese Kentin, vedendo il ragazzo dai capelli azzurri sfrecciare via come una saetta
«Vado a vedere io» si mobilitò Armin, fratello gemello del ragazzo.
 
Lo raggiunse in bagno vedendolo appoggiato, contro la ribalta della finestra, che guardava fuori.
«Armin?» chiese il ragazzo vedendo entrare il fratello.
«Come mai sei scappato?» chiese lui ma non ebbe alcuna risposta.
Rimase lì, prendendo la propria console e cominciando a giocare «Non mi muovo di qui fin quando non mi dirai perché sei scappato improvvisamente.»
«…lo sai perché» si fece sfuggire, continuando a guardare dalla finestra. Armin posò  la console e si avvicinò al fratello.
«Immaginavo. Alexy, non puoi continuare in questo modo. Kentin è eter,  non puoi continuare a sognare che possa amarti. Mi dispiace ma lo dico solo per il tuo bene.»
Dopo quelle parole Alexy si pietrificò tentando di non piangere, era diventato un uomo, non poteva farlo. Il fratello sentendo il silenzio costruire un muro tra i due dopo quello che aveva detto, decise di avvicinarsi e dargli una pacca sulla spalla.
«Fidati, meriti di meglio di un ex secchione mangiatore di biscotti al cioccolato.»
Lo disse con una tale serietà che a Alexy fece sorridere. Si girò verso il fratello e annuì.
«Andiamo a finire di preparare la sala, domani dobbiamo fare furore… e tu non permetterti di stare appiccicato a quel coso, oggi vieni con me a fare shopping!» disse Alexy, ritrovando la sua energia e vitalità.
 
Con l’aiuto delle ragazze attaccarono gli ultimi decori, sistemando anche le bevande su una tavola insieme ai bicchieri ancora sigillati, tovaglioli ancora in busta e posate di plastica incartate. Tutto ciò che non avrebbe acquistato germi o polvere rimase in quel posto mentre tutti, passando dal cortile della scuola, si avviarono a casa dopo essersi salutati a vicenda.
 
Come promesso, Alexy si preparò per andare a cercare qualcosa da indossare la sera della festa trasportando con sé suo fratello gemello dopo mille piagnistei. Non era possibile, quel ragazzo era davvero troppo trasandato, non avrebbe accolto nessuna scusa. Non poteva farlo venire alla festa con quella maledetta camicia nera a pois bianchi e jeans verde militare che usava per ogni festa, era un colpo all’occhio.
Entrati nel negozio trovarono Castiel e Lynn in cerca di qualcosa da indossare, non si unirono a noi perché ormai avevano già fatto.
Alexy cominciò a controllare un po’ le camicie, le felpe, le cravatte, i jeans e i pantaloni mentre Armin continuava a giocare con la console.
Gliela tolse dalle mani e gli riempì le braccia di vestiti.
«Non te la restituisco fin quando non provi tutto!»
«È una cosa orribile da parte tua! Dai non fare lo stupido e dammi nuovamente la mia console!»affannò, senza successo, Armin, il quale si sottomise a quella tortura.
Andò in camerino e cominciò a provare i vari abiti, rimanendo con un pesante broncio sul viso mentre il fratello lo aiutava.
«Ma come stiamo bene…» lo squadrò Alexy non appena, dopo quattro cambi, lo vide uscire con un pantalone nero un po’ lucido e una camicia azzurra con papillon nero lucido
«Ora basta Alexy, dai, piace anche a me, prendiamo questo, facciamola finita e ridammi la console!» lo pregò il gemello, arrivato all’estremo della sopportazione.
«Va bene, va a vestirti nuovamente che poi tocca a me…» promise donando nuovamente la voglia di vivere al fratello e, mentre si cambiava prese tutto ciò che gli sembrava bello da indossare per l’avvento del party.
Dopo aver ricevuto la console, Armin si sedette su un puff e rimase a giocare quasi tutto il tempo, recuperando quello perso a cambiarsi in camerino.
Intanto Alexy cominciò a dare libero sfogo al suo essere cominciando a provare vari abiti.
Dopo diverse indecisioni, uscì fuori con un paio di jeans stretti che fasciavano le gambe magre e esaltavano le forme asciutte, un paio di converse a collo alto, una maglietta attillata completamente nera e una felpa bianca. Infine le sue immancabili cuffie a completare l’opera d’arte. Rimase a specchiarsi nel corridoio centrale dei camerini.
«Come sto?» chiese concentrato sull’immagine riflessa allo specchio.
«Benissimo Alexy… veramente bene, dovresti vestirti così alla festa.» disse una voce nuova che avrebbe riconosciuto tra mille.
Si girò e, accanto al fratello, ci trovò Kentin che lo squadrava con quei suoi magnetici occhi verdi.
«K…Kentin, ciao, che ci fai qui?»
Egli alzò una shopping bag con qualche capo. «Sono nella tua stessa situazione, anche se sono più imbranato in caso di outfit  e roba del genere.»
«Pensa che voleva chiedere a me di dargli una mano…» rispose Armin, provocando ilarità tra i due. «Perché invece di ridere non gliela dai te una mano?» chiese lui continuando ad avere gli occhi incollati allo schermo.
«Si, penso che saprai scegliere bene anche per me» disse il ragazzo dall’aria gentile e capelli castani.
Dopo un attimo di esitazione, Alexy cominciò a mettersi all’opera, bocciando categoricamente quasi tutti i vestiti presi da Kentin.
Scelse per lui un jeans nero , un po’ strappato, una camicia bianca che dietro la schiena portava come un tatuaggio di un drago cinese e una cravatta sottile nera e verde. Era davvero il top.
«Sei… bellissimo» ammise Alexy vedendolo uscire dal camerino con quei vestiti addosso. Era stato imbambolato dalla sua bellezza.
«Oh, ti ringrazio…» ammise Ken, trovando che stesse davvero bene con quegli abiti.
«Diamine però mi sa che devo abbandonare qualcosa, non riesco con il mio budg-»
«No, ti do una mano»
«Eh? No No! Uhm, semmai per ora me li presti perché mi mancano cinquanta dollari…»
Alexy sorrise e gli ordinò di andarsi a cambiare. Amava fare shopping, ancor di più se ci fosse stato Kentin con lui.
Si divertirono come matti, un po’ meno Armin che rimase pacato sul puff a giocare alla console.
Alexy, oltre a quel completo, ne prese anche altri due, a detta sua, nel caso si sporcasse uno.
Si salutarono lungo il tragitto per casa, il ragazzo dai capelli azzurri era così felice che arrivato a casa non volle saperne di mangiare.
 
 
 
Arrivò il giorno della tanto attesa festa al Dolce Amoris, tutti erano emozionati e contavano i minuti che mancavano alle otto e mezza, orario in cui sarebbe cominciato tutto.
Alle tre tutti si avviarono verso le rispettive case per cominciare a farsi belli.
Alle otto e un quarto cominciarono ad arrivare i primi invitati: Castiel, che indossava un chiodo chiuso che gli delineava le spalle grosse e il fisico stretto, un pantalone nero con le tasche posteriori rosse e un paio di anfibi. Lynn invece era vestita con un grazioso vestitino rosso, scollato con moderazione e un paio di tacchi non molto vertiginosi.
Castiel la teneva per mano con la scusa che potesse cadere, ma chi avrebbe mai creduto a una scusa così?
Nathaniel era riuscito a farsi dire sì da Melody ed erano arrivati entrambi nello stesso momento: il delegato biondo indossava uno smanicato azzurro su una camicia bianca, un paio di jeans stretti e strappati sul ginocchio e un paio di Vans al piede. Melody invece indossava un vestito verde Tiffany con sandali dorati.
Le altre ragazze, fatta eccezione di Kim, erano tutte vestite con abitini con scarpe con tacco mentre Kim indossava una blusa lunga, pantalone bianco e un paio di zeppe abbastanza alte.
La festa cominciava  a riscaldare le pareti del sottoscala. I ragazzi erano riusciti a ingaggiare un dj per un po’ di musica mentre alcuni ragazzi e ragazze rimasti liberi facevano da cameriere servendo pietanze di qua e di là.
Verso le nove meno venti arrivarono anche Alexy e Armin, vestiti di tutto punto con gli abiti presi qualche giorno prima al negozio di abbigliamento. Alle nove meno dieci fece il suo ingresso Kentin, seguito da Iris e Violet. Erano presenti anche Jade e Dajan, quest’ultimo era l’accompagnatore di Kim… sembravano una coppia esplosiva.
La musica era buona e cominciò a far sciogliere i presenti. Come in ogni festa da liceali che si rispetti, qualcuno corresse il ponce con dell’alcool nonostante fosse già abbastanza forte.
Gli effetti del trambusto e dell’alcool non tardarono a verificarsi: tutti ballavano come matti, ridevano, alcuni si erano seduti sul pavimento e mantenevano il bicchiere in mano come un trofeo, altri invece si limitavano a dirigersi nei bagni sopra per vomitare o chissà cosa.
La prima che non si vide più era stata Ambra, insieme a qualche ragazzo che si era  imbucato a quella festa e sembravano non tornare più. Alcuni erano usciti fuori e arrotolavano canne.
La festa era diventata più che altro uno sballo di gruppo.
Armin, stufo di quell’atmosfera, salì in un’aula vuota concentrandosi a finire un videogioco mentre Alexy rimaneva seduto, solo, a un tavolino mentre guardava i ragazzi darsi da fare, quegli ultimi che erano rimasti apparentemente “sani”
Stranamente tra questi rientrava Castiel una vera sorpresa: ballava con Lynn abbracciandola a sé e il massimo che si permise di fare era poggiarle entrambe le mani sui fianchi per guidarla durante il ballo.
Il biondo delegato invece sembrava piuttosto impacciato alle prese con Melody che sembrava soffrire ogni volta che Nathaniel le pestava un piede “ballando”.
Mentre beveva un altro goccio di quel ponce alcolico, Alexy fu distratto da Kentin, il quale gli si era seduto a fianco, osservando la pista insieme a lui.
«Kentin…»
«Ciao Alexy, niente compagnia?» chiese il ragazzo dagli occhi verdi. Appariva calmo, non ubriaco come i due terzi dei presenti in sala.
«No…» disse Alexy, finendo la bevanda nel bicchiere.
«Dai vieni.» Kentin si alzò in piedi e gli porse la mano. Alexy lo guardò accigliato, perché quella proposta? Fece spallucce, vedendo che in sala non sarebbero stati gli unici due maschi a ballare: molti cavalieri senza donzella, infatti, preferivano ballare tra loro come degli stupidi. In fin dei conti era una festa e bisognava divertirsi.
Kentin fece per dirigersi in mezzo la sala da ballo, per poi cambiare direzione e dirigersi verso le scale, scavalcando alcune coppie che limonavano qua e là.
L’ultima cosa che vide prima di varcare la porta del sottoscala fu Castiel che baciava Lynn e in quel momento il suo animo gli disse che qualcosa di magico sarebbe accaduto anche a lui.
Salirono su e uscirono in cortile, la musica si sentiva lontana, ma comunque la si poteva ascoltare perfettamente anche da lì.
«Ti va di ballare?» chiese Kentin, porgendogli la mano e facendo un lieve inchino.
Alexy rimase stupito e cominciò a ridere nervosamente, non capiva, si sentiva preso in giro.
«Kentin, perché fai così?» chiese il ragazzo dai capelli azzurri, abbassando lo sguardo.
«Perché mi va di ballare con te, stasera»
«Potevamo farlo giù, insieme agli altri…» riferì Alexy, alzando lo sguardo per cercare una risposta.
«Ma non sarebbe stato adatto.»
Alexy aggrottò le sopracciglia in cerca di qualcosa di plausibile che potesse giustificare meglio quel gesto.
«Kentin…»
«Alexy, penso che tu debba saperlo. Penso che tu mi piaccia. Lo so che sei maschio, che è una cosa strana e che io fino all’anno scorso sbavavo per Lynn, ma ora non più. È da un po’ che provo qualcosa di strano per te… e quando siamo andati a fare shopping insieme mi sono sentito così bene… volevo dirtelo in quel momento ma non mi sembrava opportuno»
Alexy lo fissò per tutto il tempo, impassibile. Alla fine cominciò a ridere.
«Kentin, se è uno scherzo lasciami stare per favore. Mi piaci, tanto, troppo, non è possibile che io piaccia a t-»
Il ragazzo dai capelli castani lo afferrò per un polso e con l’altra mano prese il suo mento, baciando le sue labbra.
Alexy era stralunato, cercava una spiegazione, ma alla fine cedette a quel bacio, avvicinando la mano libera al viso dell’altro, ricambiando timidamente il bacio con qualche lacrima che, leggera, solcava il suo viso pallido, reso luminoso al chiaro di luna.
«Adesso ci credi che mi piaci, Alexy?» chiese Kentin, vedendolo sconvolto. Il ragazzo dai capelli azzurri lo fissò per attimi indeterminati per poi annuire con un gesto.
Kentin gli porse una mano, imitando lo stesso inchino di prima, invitandolo a ballare. La luna era giusto al centro del cielo, valeva a dire che l’orario si aggirava attorno alla mezzanotte. Cominciarono a ballare un lento, nonostante dal sottoscala in lontananza si poteva ben udire altro genere di musica.
Alexy lo abbracciava, timoroso che fosse soltanto un sogno mentre Kentin, col cuore in pace, lo accompagnava sulle note di una musica immaginaria, un valzer sotto il chiaro di luna.
 
 
La festa finì verso l’una, alcuni rimasero per aiutare a pulire e mettere almeno un po’ di ordine, altri si offrirono di dare una mano per accompagnare chi era troppo ubriaco a casa.
Armin cercò il fratello per tutta la scuola, trovandolo in cortile insieme a Kentin. Gli avrebbe chiesto qualche spiegazione più tardi ma ora non voleva rovinargli il momento.
Rimase a dare una mano per pulire e quando si affacciò sul cortile notò che le due figure non ci fossero più.
 
«Andiamo a prendere un gelato, ti va?» chiese Kentin improvvisamente, guadagnandosi l’accettazione da parte di Alexy, il quale pareva rinato da quello che era successo.
«Ma ora… stiamo insieme?» chiese quest’ultimo, concentrandosi sul viso dell’altro per giustificare qualsiasi movimento.
«Penso di sì, ma vorrei solo che tenessi all’oscuro la relazione per un po’, non amo che gli altri spettegolino troppo su noi due»
Alexy, seppur un po’ contrario, annuì, tenendo la mano del suo nuovo fidanzato.
«Lo dirò solo a Lynn e Armin»
Kentin lo guardò, sospirando. Fece spallucce: alla fine, conoscendolo, anche se gli avrebbe detto di no non avrebbe resistito.
Passarono il mattino insieme fino alle sette, poi lo accompagnò a casa. Armin già lo aspettava all’interno.
Quando il ragazzo dai capelli azzurri entrò in casa trascinò il fratello nella loro stanza, raccontandogli tutto per filo e per segno.
Era troppo contento che per un secondo, mentre parlava, credette di stargli raccontando uno dei suoi strani sogni. Armin non batté ciglio per tutto il tempo, sorridendo al fratello.
«Beh ora manca solo che Jinx si innamori di me, ma sarà piuttosto difficile…»
«Con tutto l’amore fraterno che ho, ma non penso che un personaggio di un videogioco si possa innamorare di te»
«Mai smettere di sognare…»
 
 
 
 
 
 
 
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*Lynn: è il nome della dolcetta nel manga
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Angolino: mi scuso con tutti per non aggiornare da un bel po’ la storia su Sasuke e Naruto ma ho avuto nuovamente il pc tutto per me solo da una settimana, quest’ultima sono stata malata e sono rimasta bloccata in casa… e la chiavetta dove avevo salvato il capitolo nuovo non è qui con me :c
Dai, vogliatemi bene comunque, io vi amooo (dà di matto)
Beh detto questo, mi sono trovata anche in un altro fandom, spero vi piaccia come storia un bacione!

  
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