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Autore: shana8998    12/03/2016    2 recensioni
E se un giorno qualsiasi di una vita qualsiasi, tutto cambiasse?
Se da un momento all'altro ,ogni sorta di regola , patto d'onore , sfumatura di dignità ,venisse infranta e ti ritrovassi nelle mani di un danno tanto grosso quanto stupendo?
Se quel danno così negativo potesse renderti tutta la felicità persa con il tempo?
Se quel danno fosse un uomo persino molto più grande di te?
Tu....Come reagiresti?
Genere: Avventura, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nei giorni seguenti cercai di far finta di nulla.
Non parlai con Alexander di quel dubbio che mi frustava la mente.
Mi dissi che lui aveva altro a cui pensare, specie ora che non uscivano più, per cacciare umani , ma per eliminare vampiri in END.
Sarebbe stato del tutto fuori luogo parlargli della mia gelosia, dire lui che lo avevo visto in compagnia di quella vampira, che George mi aveva raccontato tutto e poi che mi aveva baciata..No, era meglio tacere. Per il bene di tutti.

Scesi a pian terreno. Da poco tempo, mi ero concessa la libertà di uscire indisturbata dalla mia camera, sicura del fatto che la maggior parte di "loro", a quell'ora del giorno, stessero dormendo.
Così mi recai in salone, assalita da una fame atroce.
La tavola era imbandita di roba da mangiare.
Dolci,bevande,ed ogni sorta di pietanza appositamente per quell'ora della mattina.
Inspirai aria.
Finalmente ero sola. Ne ero veramente felice.
Per una volta, potevo godermi un momento che fosse per me, senza denti aguzzi ed occhi psichedelici a "divorarmi".
Mi accomodai, stavolta, su una sedia al lato del tavolo, anzi che' a capo.
Davanti ai miei occhi una tazza. Ci versai del the fumante, mentre con la mano libera afferravo un piattino con dei biscotti invitanti.
"Pancia mia fatti capanna!"Pensai gioendo.
Inaspettatamente la porta scorrevole difronte a me , sparì nel muro.
Persi un battito.
La sagoma minuta del bambino, apparve facendomi perdere un battito.
Mi fissava, come se stesse studiando il mio viso.
I miei occhi restarono per attimi interminabili, su di lui.
"Come fa ad essere suo figlio?". Assomigliava sin troppo a George, mentre con Alexander non aveva nulla  a che fare.
Chiuse la porta alle sue spalle e senza proferir parola, si accomodò sulla sedia difronte alla mia, arrampicandosi impacciato.
Prese la brocca del latte e lo versò nella sua tazza. Lo contemplai perplessa. Per lui, era come se io non ci fossi, ma allo stesso tempo, in ogni suo gesto silenzioso, notavo la voglia di farsi osservare.
Era una sensazione particolare quella che provavo. Era nata dal nulla, ma vivida creava quelle idee nella mia testa.
Ogni suo movimento, ogni atteggiamento, era calcolato, mirato a spingermi verso un dialogo.
Afferrò i biscotti dello stesso piattino che tanto bramavo mordendone voracemente uno.
Abbassò lo sguardo alla sua tazza mangiando in silenzio, velocemente.
Aveva qualcosa di strano quel bambino.
Simulai un colpo di tosse, testando se ciò che avevo ipotizzato,potesse risultarmi vero.
Alzò per un secondo lo sguardo poi tornò a mangiare.
Non voleva parlare. Forse mi ero sbagliata. Forse con me non voleva averci niente a che fare.
Mi sentii di troppo, all'istante.
-La mamma mi ha detto che non devo parlare con te...-. Mormorò attimi dopo.
Sussultai.
-Perchè?-. 
-Ha detto, che Alexander si è comportato da sciocco portandoti qui, perchè tu sei diversa da noi...Tu non sei un vampiro?-. Mi guardò intensamente, ma il suo sguardo era del tutto simile a quello di un bambino qualsiasi.
-Emh...Ecco..-.
 Sapevo che loro sentivano l'odore del mio sangue. Sapevo che tutti in quella casa avevano preso consapevolezza della mia natura, ma provai lo stesso a mentire con lui..
-Certo che sono come voi..!-. Mentalmente mi tirai un ceffone in pieno viso.
E se anche lui sentiva quell'odore? Se avessi compiuto un passo azzardato?
Corrucciò leggermente la fronte.
-Allora perchè la mamma non vuole che gioco con te?-. Fu più una domanda posta a se stesso, che a me.
-...Non saprei..-. Mormorai appena, sperando che finisse li quella conversazione.
-Ho un'idea! Giocherò con te di nascosto!-. Esclamò, euforicamente alzando il cucchiaino stretto nel pugno, al cielo.
Sorrideva.
Mi fece quasi tenerezza.
-E se ci scoprisse?-. Cercai di farlo tornare sui suoi passi.
-No. Lei di giorno, dorme sempre...-. 
"E ci credo sta fuori tutta la notte a sbranare la gente!". 
Mi tese un braccio liberando solo il mignolo dal pugno.
-Promesso?-. Proferì un secondo dopo.
Esitai a stringere il suo mignolo.
Infondo, avevo paura.
-Promesso...-. Mormorai quasi in un filo di voce.
Rise, poi scese velocemente ,scese dalla sedia correndo fuori dal salone.
Avevo fatto la cosa giusta?
Mentire a quell'esserino, era veramente ciò che avrei dovuto fare? E lui, realmente non si era accorto del mio sangue?

Terminai la colazione. Alle undici del mattino ero ancora sola.
Salendo i gradoni dell'ampia scalinata, mi persi a pensare.
Dov'era Alexander? In quale stanza dormiva?
Nel mio petto accrebbe la voglia di vederlo.
Così, invece di imboccare il pezzo di corridoio che raggiungeva la mia camera, svoltai dal lato opposto, avventurandomi in quel susseguirsi di quadri, tavolini, lampade e porte di legno..
Alcune erano aperte,altre erano semi-chiuse. Mi dissi che ero stata veramente fortunata a non doverle aprire e quindi fare rumore.
Furtiva, con lo sguardo spiai il loro interno, uno per volta di ogni stanza.
Ammetto che fu imbarazzante guardare sconosciuti dormire, sperando di imbattermi di Alexander.
Passai una decina di porte. Di lui , nessuna traccia. 
"Forse c'è un'altra ala nel palazzo, e lui si trova li.."Riflettei. 
Poteva essere vero, al fin dei conti io non sapevo quanto spaziasse il cuore di quel castello.
Poteva finire li, o continuare ancora.
Avevo raggiunto un ampio finestrone, che a quell'ora del giorno era l'unica fonte di luce in quel corridoio.
Finiva li, non c'erano altre porte, non c'era un secondo corridoio. Avevo fatto un buco nell'acqua.
-Che stai cercando?-. Una voce femminile mi fece salire i brividi sino alla nuca.
Mi irrigidii, voltandomi lentamente.
Era lei. Allison.
-Ecco...-.
-Spero che tu, ti sia persa e stavi cercando solo la strada di camera tua..-. Proferì antipaticamente.
"E se non fosse così?".
-Già...Mi sono persa..-. Ringhiai debolmente.
-Bhe, la tua stanza è sul lato opposto.-. Sentenziò fredda.
Il cuore mi batteva sin troppo velocemente e non era affatto per paura, adesso.
-In realtà la sai una cosa...So perfettamente dove si trova la mia stanza.-. Un ghigno dispettoso colorò di ribellione il mio viso.
-Ma avevo voglia di vedere Alexander. E' da ieri sera che non lo sento..-.
Sorrise con ovvietà, allontanando lo sguardo da me, come se fosse stato tutto sin troppo scontato..
-A proposito, tu non dovresti stare rintanata nella tua stanza?-. Aggiunsi avvicinandomi a lei , fino a che , reciprocamente, le nostre spalle non si toccarono.
-Sei stata a caccia tutta la notte...Devi riposare..-. Le sussurrai sfottente.
Poi mi allontanai di qualche passo.
Potevo captare nell'aria, l'odio che stava provando per me, in quel preciso istante.
-Ragazzina!-. 
Mi arrestai.
-Se credi che la tua spavalderia, la tua giovinezza o qualsiasi bella qualità da te posseduta, possa aver fatto innamorare Alexander...Ti sbagli..Lo sanno tutti cosa vogliono i vampiri da voi umani..-. Fu tagliente.
Ammetto che quella frase fu un colpo basso.
Voltai leggermente il capo indietro, verso lei.
-Semmai accadrà che lui vorrà bere il mio sangue, sarò anche disposta a cederglielo...-. La schernii con gli occhi un attimo prima, finalmente, che riuscissi a decidermi di abbandonare quel corridoio.

Era odiosa quella donna.
Le sue parole erano rimaste incollate alla mia testa per tutto il giorno fino a sera.
Anche quando Alexander mi raggiunse in camera, seppur avessi potuto godermi quel momento assieme a lui, la mia testa era li, alla mattina, a quella serpe.
-Che hai Ana?-. 
Eravamo entrambi sdraiati, e lui mi teneva stretta al suo fianco, mentre io, avevo delicatamente appoggiato il capo al suo petto.
-Ti vedo strana..-. Aggiunse debolmente in un sospiro.
-Nulla..-. Che gli dovevo dire? La tua presunta "Ex moglie" mi sta sulle palle?!
Ruotò di pochissimo, tanto quanto bastasse ai nostri occhi per "toccarsi".
-Non mi mentire, Anastasia. Sono giorni che sei angosciata. Lo leggo nei tuoi occhi...-.
"E allora non  leggere!".
-Sono..Stanca.-.
Mi accarezzò una guancia.
-Presto, ti porterò via da questo posto. Gli altri, stanno già facendo ricerche approfondite sugli END...-.
Per un istante il cuore ballonzolò nel mio petto speranzoso.
-Dici sul serio?!-.
-Si. Sterminato il branco della "regina", tutti gli altri, come funziona negli alveari, saranno "persi"...Per noi sarà semplice ucciderli tutti...-.
Mi sollevai con le braccia.
-Dimmi una cosa...Chi li ha creati?..-.
Mi scrutò perplesso. Cercai di spiegarmi meglio:
-Intendo dire, chi è che li ha fatti diventare così?-.
Il suo sguardo si rabbuiò.
-Noi..-. Persi un battito.
-...Voi?..-.
-Si. Loro sono sottoposti che dopo essere stati morsi, invece di diventare vampiri sono diventati quei mostri.Sai non tutti hanno un corpo abbastanza forte, per reggere il nostro morso...-.
-Quindi loro da principio non erano altro che umani?! Erano come Gregory?!-.
-Esatto. Ma la moltitudine che hai visto tu, non è composta solo da sottoposti. Loro si riproducono velocemente, non ho idea di come facciano..Ma lo stanno facendo e sono aumentati a dismisura nelle ultime notti..-.
Ora che sapevo, dovevo stare zitta assolutamente, su tutto.
Alexander aveva sin troppi problemi.
Bastonai lo sguardo. Purtroppo quei problemi non erano del tutto lontani da me.
-Ehy. Non ti far venire quel broncio. Queste sono cose che non sono di tua competenza...Devi stare tranquilla e vivere qui in serenità..-. 
-E se loro ti prendessero?-.
Rise sguaiatamente.
-Secondo te, sono un vampiro che si fa prendere così facilmente?-.
Sorrisi. Mi fidavo di quelle parole. Non lo avrei perso.
Mi gettai fra le sue braccia, nascondendo il viso nell'incavo della sua clavicola, coperta dal tessuto sottile della camicia.
-NO. Ma io ho paura di perderti-. 
Mi strinse.
-Non devi averne..-.
"Se lei ti portasse via da me?".
-Alexander..-. Dovevo chiederglielo?
-Io devo confessarti una cosa..-. Mi allontanai da lui.
 Che reazione avrebbe avuto?
-Ho visto te ed Allison dalla finestra..-. Dissi tutto d'un fiato.
-Dimmi..C'è  qualcosa fra voi due?-. Aggiunsi quasi non respirando.
Avevo fretta di togliermi quel peso dal petto.
Mi scrutò. Rise di nuovo.
-Allison è una mia cara amica. Ammetto, in passato siamo stati amanti, ma tra me e lei non c'è nulla..Poi ha quel fratello così insopportabile..-.
-Fratello?-.
-Si, George. Lui è suo fratello..-.
Aspetta.Aspetta.Aspetta! Quindi lui mi aveva ammesso, che lei era una sua "ex" e George suo fratello?!
Scossi il capo.
-Dici sul serio?!-. Proferii incredula.
Rise ancora.
-Ma certo!-.
Sospirai.
-Sono stata una sciocca...-.Sorrisi timidamente.
Mi portò verso se tenendomi delicatamente per le braccia.
-Non ti tradirei mai...-. Mi fissò nelle iridi.
Volevo piangere. Ma non perchè fossi rallegrata per quelle parole...
Io lo avevo tradito. George mi aveva baciata e da quel momento, non avevo mai smesso di sentirmi una miserabile.
-Lo so...Perdonami se ho dubitato..-. Alla fine le lacrime scesero.
-Adesso perchè piangi?-.
Mi separai da lui asciugandomi in fretta il viso.
-Niente. E'...Tutta questa storia che mi sta facendo crollare. Ho dubitato di te, della persona che amo...E'riprovevole...-.
Sorrise appena.
-E' normale. Non so cosa tu abbia visto, ma l'amore crea anche queste sensazioni. Sei gelosa...Ed io ne sono più che onorato.-.
Avvampai.
Lo baciai all'improvviso, lasciandolo di stucco.
-Ti amo così tanto..-. Sussurrai con le lacrime agli occhi.

Quella notte non dormii.
L'idea che tutto ciò che mi aveva detto George non fosse la verità, che avessi dubitato dell'unica persona di cui non dovevo, che mi ero lasciata ingannare da un perfetto sconosciuto, tutto mi frustrò.
"Che idiota che sono..". Mi offesi ripetutamente dentro.
Sospirai alzandomi.
Forse una doccia calda mi avrebbe fatto bene.
Così uscii dalla camera da letto e percorsi a stenti nel buio, il corridoio dirigendomi dove sapevo esserci la stanza da bagno.
Ad un tratto, alle mie orecchie arrivò un sibilo acuto ma lontano, proveniente da una delle stanze lungo il corridoio opposto.
All'improvviso, una fitta dolorosa al collo mi irrigidì ogni muscolo. Mi piegai sulle ginocchia leggermente.
Gelosia. Nuovamente quella sensazione di star assistendo ad un tradimento.
Perchè?
Avevo potuto sperimentare che si trattasse di Alexander, perchè ogni volta che mordeva una donna avvertivo lo stesso impulso. Ma lui doveva essere lontano dal castello, non potevo sentirmi in quel modo.
Mi alzai a fatica accendendo l'interruttore di una lampada poco distante da me.
Non illuminava tutti e due i corridoi, ma emanava abbastanza luce da potermi permettere di camminare senza urtare nulla.
Seguii quei soffi lontani, di ansimi.
Ogni passo era un "Ti prego torna indietro" della mia testa.
Non mi fermai.
Finalmente quando raggiunsi la porta scura da dove provenivano quei suoni quasi imbarazzanti, mi decisi a spiare il suo interno.
Scostai leggermente l'anta, quanto bastasse per farmi intravedere l'interno.
Da quell'istante tutto si fermò.
Lei, Allison, spoglia, stesa sul letto. 
Lui, Alexander, non del tutto vestito, sopra di lei che le azzannava il collo.
Indietreggiai pericolosamente, sconvolta, trattenendo con i palmi della mani un grido.
Sentii crescere nella mia gola un pianto straziante, che soppressi con tutte le mie forze.
George aveva ragione. Alexander mi tradiva. Mi aveva mentito..
Corsi via, a perdi fiato, verso la mia stanza.
Finalmente potei liberare "dalle catene", le lacrime.
Scivolai seduta affianco al letto, a terra. Non potevo crederci.
"E' tutto vero...Tutto...".

Delle volte, forse, sono proprio le persone che ci stanno maggiormente vicino, ad essere il nostro peggior nemico.
   
 
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