Crossover
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Autore: Odinforce    14/03/2016    8 recensioni
In un luogo devastato e dominato dal silenzio, Nul, un essere dagli enormi poteri si diverte a giocare con i mondi esterni per suo diletto. Da mondi lontani sono giunti gli eroi più valorosi, pronti a sfidare le loro nemesi che hanno già sconfitto in passato. I vincitori torneranno al loro mondo, siano i buoni o i malvagi. Saranno disposti ad obbedire alla volontà di Nul?
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 44. Ricordati di me
 

Burton Castle.
Gli abitanti del cupo castello in rovina avevano interrotto le loro attività all’improvviso, a causa del nuovo evento che aveva attirato la loro attenzione. Edward, Willy Wonka, Sweeney Todd, Barnabas Collins, Victor Van Dort e il Cappellaio Matto avevano rivolto tutti lo sguardo verso il cielo... dove per la prima volta, da quando avevano messo piede su Oblivion, vedevano spuntare la luce del sole.
Un grande fascio di luce sbucò da un varco tra le nuvole e avvolse l’intero castello, attirando i suoi ospiti come insetti verso una trappola fulminante. I personaggi sembravano più che increduli alla vista di quel fenomeno, e lo furono ancor di più nel constatare l’effetto che faceva su Barnabas. Il vampiro, che in quanto tale avrebbe dovuto prendere fuoco a contatto con la luce solare, non subiva alcuna conseguenza mortale.
« Com’è possibile? » osservò Todd, stupito. « Come mai non sei ancora diventato cenere? »
« Perché quello non è il sole, mio feroce e irritante socio » rispose Barnabas, ancora rivolto al cielo. « Ignoro la sua vera natura, ma ormai essa diventa irrilevante... se paragonata alla consapevolezza di ciò che sta per accadere. »
Nessuno pensò di obiettare alla risposta del vampiro. Percepivano la stessa cosa, in effetti: un’enorme sensazione di pace, di sollievo, ricevuta subito dopo essere stati colpiti da quella luce. Ognuno di loro vedeva e sentiva qualcosa di diverso: persone care, luoghi in cui desideravano tornare, nitidi come se fossero davvero davanti ai loro occhi.
Lo sapevano, dal primo all’ultimo. Stavano tornando a casa.
 
Malebolgia.
I demoni e le creature che popolavano la città infernale videro anch’essi la luce sbucare dalle nuvole. All’inizio ne furono intimoriti, perché molti di loro temevano la luce; ma poi, lentamente, divennero tutti felici in ugual misura, perché la consapevolezza di ciò che rappresentava penetrò nelle loro menti rapida come un fulmine.
John Kramer, Samara, Imhotep, Ghost Rider. Molti di loro erano esseri maledetti, vere piaghe infernali dei mondi da cui provenivano, al punto che non sarebbero mancati a nessuno dopo la sofferenza che avevano provocato. Solo Nicky faceva eccezione, perché lui era un buon diavolo... e aveva una famiglia da cui tornare. Erano felici, perché Oblivion era stato l’inferno peggiore in cui avessero mai pensato di precipitare; ma ora, anche l’ultimo incubo in cui erano finiti stava finalmente giungendo al termine.
 
Foresta di Ghibli.
I Pokémon e i Digimon esultavano di gioia, insieme al loro guardiano Totoro, mentre la luce balenava dalla coltre di nuvole e avvolgeva la foresta intera con il suo calore. Tutti loro, dal più piccolo al più grande, dal più debole al più forte, sapevano fin da subito cosa significava: i giorni della paura e del dolore erano finiti; non dovevano più nascondersi nel timore di essere vittime della guerra. E i loro cari, le persone a cui volevano bene, ora apparivano davanti ai loro occhi come se non li avessero mai abbandonati.
Totoro lanciò un ultimo grido di gioia prima di tirar fuori dal nulla una grossa trottola, sulla quale salì sopra per librarsi nell’aria, andando sempre più in alto. I Pokemon e i Digimon lo seguirono entusiasti, verso la luce... verso il mondo a cui appartenevano.
 
Jurassic Park.
Anche i dinosauri osservarono rapiti la luce, e la gioia riempì le loro menti primitive. Anche se non ne comprendevano il significato, erano certi che fosse qualcosa di buono: stava per succedere qualcosa che avrebbe reso felici tutti, persino loro.
 
Il Mooby.
Jay e Silent Bob stazionavano come al solito nei pressi del fast food, intenti a fumarsi l’ennesima canna della loro vita, quando la videro. La luce, sbucata fuori dal cupo cielo grigio che ricopriva Oblivion, attirò la loro attenzione, anche se all’inizio furono incerti del suo significato. Poi, lentamente, cominciarono a rendersi conto della realtà: i palazzi e gli edifici che li circondavano si stavano letteralmente sciogliendo, come neve al sole.
« Cazzo » commentò Jay, fissando la sua canna. « Questa roba ha già fatto effetto! »
Silent Bob si limitò ad alzare le spalle, poco convinto. Per loro due, il ritorno a casa non sarebbe stato un gran cambiamento.
 
L’ospedale.
Una folla intera si era precipitata fuori dall’edificio per assistere all’improvviso fenomeno con i propri occhi. Un raggio di luce era sbucato dal cielo per illuminare anche l’ospedale, e tutti coloro che lo occupavano in quel momento. Il dottor House, Rina, Dylan Dog, Tonto, Big Boss e molti altri restarono in piedi a guardare meravigliati la luce che si faceva lentamente largo tra le nuvole, disperdendole.
Le sorprese, tuttavia, non erano ancora finite. Tutti i pazienti dell’ospedale guarirono completamente all’improvviso: ogni ferita sparì nel giro di un attimo, e non solo quelle fisiche; i personaggi caduti in coma si risvegliarono, e quelli che avevano perduto la ragione recuperarono di colpo la lucidità, liberi di lasciare il reparto psichiatrico in cui erano rinchiusi.
Seiya, il cavaliere di Pegasus, riaprì gli occhi, guardandosi intorno con aria confusa.
« Che succede? Dove... dove mi trovo? »
Jeremy Belpois fece lo stesso, e accanto a sé trovò la persona più importante della sua vita.
« Aelita! »
La ragazza dai capelli rosa gli sorrise, e lo abbracciò subito scoppiando in lacrime. Lei stessa non sapeva spiegarsi come fosse venuta fuori dalla chiavetta usb all’improvviso, ma in quel momento non aveva alcuna importanza. Tutto stava ritornando alla normalità.
Grazie, Sora...
Altri personaggi, ancora increduli di ciò che stava succedendo, lasciarono l’edificio in cerca di risposte. Tra questi c’erano John Connor, Lady Death e Shrek, osservando con i loro occhi gli edifici e le strade che si “scioglievano” come ulteriore conseguenza. Ognuno di loro era ugualmente pervaso da un enorme sollievo: erano consapevoli, nonostante tutto, che la guerra era finita.
 
Il Cimitero dei Mondi.
I Valorosi erano ancora laggiù, al termine dello scontro finale con Nul. Come tutti gli altri ignari spettatori su Oblivion, anche loro furono increduli mentre osservavano l’improvviso mutamento degli eventi: la luce sbucata dalle nuvole che illuminava ogni cosa, annullando il caos nel giro di un istante. Gli otto eroi rimasero immobili al loro posto, gettando lunghe occhiate nel frattempo in ogni direzione. La luce stava modificando in qualche modo il paesaggio: i palazzi e le rovine si scioglievano rapidamente, fino all’ultimo resto abbandonato nel Cimitero.
« Che sta succedendo? » domandò Harry Potter, stupito come tutti gli altri.
« Non ne ho idea » affermò Jake Sully, continuando a guardarsi intorno. « Eppure sento che... va tutto bene. Mi sento così in pace... »
Gli altri compagni annuirono, dimostrando di provare la stessa cosa. In quel momento la loro attenzione fu attirata da Nul, che lo videro alzarsi in piedi. Anakin Skywalker fu spinto da parte mentre il ragazzo alato, ancora malconcio per i colpi subiti, alzava gli occhi e le braccia al cielo. Cominciò a sussurrare qualcosa, come se fosse in trance.
« Padre... » ripeteva, alzando sempre di più la voce. « Grazie... padre mio, grazie! »
Nel frattempo la luce continuava ad espandersi, dissolvendo le nuvole che ricopriva il cielo di Oblivion. Si assottigliavano sempre di più fino a svanire del tutto, finché non rimasero solo una distesa infinita di azzurro limpido e il sole splendente.
Il cielo. Qualcosa di semplice agli occhi della gente, per non dire scontato. Lo stesso potevano dire gli eroi al riguardo, ma non quel giorno. Dopo tutto quello che avevano passato, quel cielo azzurro diventava ora ai loro occhi la cosa più bella del mondo... qualcosa di meraviglioso che avevano sempre avuto ma che non sapevano nemmeno di avere, finché non gli era stato portato via.
« Oh... guardate! »
La voce di Sora attirò l’attenzione di tutti. Il Custode del Keyblade aveva distolto per primo lo sguardo dal cielo, e lo aveva rivolto ai suoi piedi, notando qualcosa che lo fece stupire ancora di più. Le rovine del Cimitero dei Mondi erano sparite del tutto, lasciando il posto a una grande distesa di erba e fiori freschi; tutte le macerie, i corpi, i resti di armi e armature giacenti al suolo si erano dissolti fino a rivelare ciò che c’era stato di sotto per tutto il tempo. Così Nul e i Valorosi si ritrovarono all’improvviso su una collina circondata da un magnifico prato multicolore, che avanzava inesorabilmente in ogni direzione.
Anche Nul subì nel frattempo una trasformazione. Un raggio di sole brillò più forte sul suo corpo, e quando svanì era diverso: le ferite erano sparite insieme alle ali; i vestiti, dapprima laceri, tornarono integri e puliti; il suo volto si era riempito di gioia e sollievo. Non sembrava più un folle angelo distruttore, ma solo un semplice ragazzo. Lui stesso apparve incredulo mentre ammirava il cambiamento sul suo stesso corpo.
« Ma che succede? » intervenne Anakin, rivolgendosi a lui. Il Jedi sembrava ancora sospettoso, nonostante tutto. « Questa è opera tua? Rispondimi. »
Nul si voltò a guardarlo, continuando a sorridere.
« No... questa è opera di mio padre » disse. « Lui... sta rimettendo le cose ha posto. Heh... ancora stento a crederci, ma è così. Non potrebbe essere altrimenti. »
« Che vuoi dire? » chiese Lara Croft, dubbiosa. « In che senso starebbe rimettendo le cose a posto? »
« Potete vederlo voi stessi. Guardatevi intorno... Oblivion non esiste più. Mio padre sta cancellando ogni traccia dei cicli di guerra che abbiamo scatenato qui, riportando ogni cosa alla normalità. Sta riportando alla luce ciò che c’era prima... il mio mondo. Lo sta ripristinando. »
I Valorosi si guardarono intorno ancora una volta. La città era ormai sparita del tutto, lasciando il posto a quella grande distesa di verde su cui poggiavano i piedi.
« Questo è il tuo vero mondo, allora? » commentò Po, impressionato. « Mitico... sembra davvero un bel posto! »
Nul ridacchiò lusingato.
« Sì, lo è davvero. Mio padre me lo sta restituendo... insieme alla mia vera identità. Guardatemi... non sono più il distruttore di mondi che avete conosciuto. Sono di nuovo Eidan, l’eroe dell’avventura fantasticata da Lui. »
Anakin ed Hellboy lo scrutarono a fondo, ancora sospettosi. 
« Ma... se sta succedendo tutto questo » intervenne Edward Elric, « allora significa che... »
« Che mio padre ha cambiato idea » completò Eidan. « Ha deciso di rimettersi al lavoro sulla mia storia, per riportarla alla luce. Ha deciso di farmi nascere, finalmente... e un giorno accadrà sul serio, quando la storia sarà pubblicata. »
Il giovane sembrava pazzo di gioia. Continuava a guardare il cielo sgombro con occhi colmi di lacrime, lasciandosi alle spalle in un attimo tutto il male dilagato su quella stessa terra. Ciò che aveva atteso per tutta la vita, finalmente si stava concretizzando intorno a lui: Eidan sarebbe nato. Avrebbe avuto la sua avventura, come aveva sognato fin dall’inizio.
« Be’, buon per te, allora » commentò Jake, decisamente meno estasiato di lui. « E adesso cosa ne sarà di noi? Cosa ci succederà? »
« Non temere, Jake » gli rispose Eidan dopo una pausa. « Non temete, miei fratelli. La guerra è finita; mio padre sta rimettendo le cose a posto. Il che significa che voi ritornerete presto a casa... tutti quanti. Tornerete nei mondi a cui appartenete. »
Sora, Harry, Ed e Po si scambiarono un’occhiata stupefatta.
« Dici davvero? » chiese Lara. « Dopo tutto quello che è successo... siamo liberi di andare? »
« Sì. Mio padre ha capito, alla fine. Ha capito di stare rinunciando a una parte troppo grossa di sé mentre ci metteva da parte. Voi, eroi delle più fantastiche avventure mai immaginate dalla mente dell’uomo, avete arricchito per anni la memoria e la creatività di mio padre... gli avete fatto provare mille emozioni, spingendolo a percorrere la stessa strada dei vostri autori. Gli avete permesso di creare me, ed altri personaggi che ancora attendono di vedere la luce. Anche se ha pensato di sacrificare tutto questo, ha capito che questo avrebbe comportato la perdita di se stesso... lo ha capito da solo, per fortuna, prima che io provassi a farglielo capire nel modo peggiore. Devo ringraziare voi, per questo... e anche mio padre deve farlo. »
« In che senso, scusa? » domandò Sora.
« La vostra volontà » rispose Eidan. « La vostra determinazione. La vostra scelta di non voler sparire, per nessuna ragione al mondo. Il vostro desiderio di tornare a casa. Tutto questo vi ha spinti ad affrontare tutto ciò che vi ho scagliato contro, senza mai mollare... la vostra lotta ha infine attirato l’attenzione di mio padre; si è ricordato di voi, e di conseguenza ha deciso di tornare sui suoi passi. Ha deciso di tenervi nel suo cuore, e di non distruggervi più.
« Sam aveva ragione. Mio fratello Sam V. Raptor, prima creazione di mio padre... non ha mai perso la speranza che tutto si sarebbe risolto. Ci ha creduto fino alla fine: noi non saremo mai dimenticati... e così è stato. Per questo... ora Egli vi riporterà ai vostri mondi. »
Tacque di nuovo, e nessuno pensò di riprendere la parola. I Valorosi non sapevano cosa dire. Dopo tutto quello che avevano passato, non era per niente facile cambiare opinione su qualcuno che fino a poco prima voleva distruggerli. Ma Eidan si dimostrò comprensivo: non pretese ringraziamenti né altro, e si limitò a restare in silenzio.
« Dunque... è finita? » chiese Po, emozionato. « Stiamo per tornare a casa? »
« Sembra proprio di sì » osservò Lara, che tuttavia non condivise l’entusiasmo. « Ma che ne sarà di quelli che nel frattempo sono morti? Mi riferisco a Luke, ovviamente... e tutti quelli che hanno perso la vita in questa guerra. La loro morte avrà delle conseguenze sui loro mondi? »
Eidan scosse la testa, continuando a sorridere.
« Non preoccuparti » rispose. « Loro sono già tornati a casa. La morte ha reso meno traumatico il ritorno al loro mondo di origine. Luke sta bene, posso assicurartelo... anzi, puoi vederlo tu stessa. »
Il ragazzo puntò una mano in avanti, e un raggio di sole illuminò il punto di fronte a lui. Lara, Anakin e tutti gli altri ebbero così una visione del loro alleato, ma con un aspetto ben diverso da come lo ricordavano: videro un Luke Skywalker invecchiato, con barba e capelli grigi in piedi sulla cima di una montagna. Si era appena voltato, come se qualcuno si fosse avvicinato a lui per parlargli. L’immagine svanì pochi secondi dopo, ma per i Valorosi fu sufficiente. Lara aveva persino le lacrime agli occhi.
« Luke... »
« È andato avanti per la sua strada » spiegò Eidan. « È diventato un Maestro Jedi, ritirandosi dalle scene per un po’... ma presto la Galassia avrà di nuovo bisogno di lui. Sembra che le avventure non siano finite per lui... e nuove guerre stellari scoppieranno, o si combatterà per impedirle. »
Anakin annuì, visibilmente fiero di ciò che aveva visto e sentito.
« Per me è abbastanza » disse il Jedi, chinando il capo. « Il mio compito, qui, è terminato. Non ho potuto salvare Luke, ma mi conforta sapere che è tornato a casa sano e salvo. Perciò... è tempo che anche io ritorni da dove sono venuto. »
I Valorosi si voltarono a guardarlo, e una buona dose di amarezza riempì i loro volti. Solo Eidan rimase sorridente, come se avesse sentito una risposta corretta.
« Ben detto » gli disse. « E giusto in tempo, a quanto pare... infatti è appena arrivato il tuo passaggio. »
Indicò un punto alle sue spalle. Anakin si voltò, sorpreso: Padmé era apparsa dal nulla, illuminata da un altro raggio di sole... bella e splendida come sempre, guardava il marito con enorme orgoglio. Lui non riuscì a parlare per l’emozione, ma non fu necessario. Padmé si avvicinò a lui e lo prese per mano, invitandolo a seguirla. Anakin, incoraggiato, si strinse dunque a lei, ma prima si rivolse ai suoi compagni per l’ultima volta.
« Grazie... grazie di tutto. Che la Forza sia con voi. »
I Valorosi salutarono con qualche piccolo cenno, nel silenzio più totale, mentre Anakin e Padmé svanivano nel nulla, come spazzati via dal vento.
Non era ancora finita. Altri raggi di sole brillarono sul prato intorno agli eroi rimasti, e con loro sommo stupore videro una gran folla avvicinarsi alle loro spalle: Dylan Dog, Tonto, Rina, il dottor House, Lady Death, Taiga, Riuji e tutta la gente dell’ospedale, apparsi come dal nulla ma consapevoli di ciò che stava succedendo. Si avvicinavano con calma, tutti con un sorriso fiero stampato sulla faccia.
« Nessuno resterà indietro » dichiarò Eidan, osservandoli. « Torneranno tutti a casa. »
« Edward! »
L’Alchimista d’Acciaio alzò lo sguardo. Catherine Elle Armstrong era sbucata fuori dalla folla, e dopo una breve corsa si era gettata tra le sue braccia.
« Oh... Catherine! » esclamò Ed, sollevato. « Grazie a Dio, stai bene? »
« Sì... sì! » rispose lei. « Stiamo tutti bene... e credo... credo che stiamo per tornare a casa! »
« Pika-pika!! »
Pikachu si era fatto avanti, insieme ad Agumon ed Entei, sopravvissuti anch’essi alla battaglia. Altri personaggi, nel frattempo, si avvicinarono al gruppo, scambiando qualche parola con ognuno di loro prima di andare avanti.
« Complimenti, Harry » commentò Rina, strizzandogli l’occhio. « Ho visto la potenza del tuo Dragon Slave, poco fa... davvero niente male! Ti ho insegnato bene, eh? »
« Heh... sembra proprio di sì » ammise il ragazzo con un sorriso. « Mi sei stata di grande aiuto, e te ne sarò sempre grato. »
Jake incontrò John Connor, in compagnia del suo inseparabile guardiano Arnie.
« È finita, allora » disse Connor con un sospiro. « Questa guerra si è conclusa per sempre. »
« Così pare » rispose il Na’vi, alzando le spalle. « È stato un bel casino, e dubito che lo capirò fino in fondo... ma mi sta bene così. L’importante, ora, è andare avanti. »
Hellboy si ricongiunse a Lady Death, che gli scoccò una delle sue solite occhiate maliziose.
« Lieta di rivederti, fratello » disse la demone. « Ero certa che avresti ottenuto la vittoria... sei un degno Figlio del Caduto. »
« Non ce l’ho fatta grazie alle mie origini » ribatté Hellboy con un sorriso, « ma grazie a ciò che ho scelto di diventare. »
Uno dopo l’altro, dopo aver salutato e ringraziato i Valorosi, tutti quei personaggi svanirono nella luce, proprio com’era accaduto ad Anakin poco prima. Tutti tranne Catherine, decisa più che mai a ritornare a casa insieme a Ed; tutto questo durò per alcuni minuti, finché i Valorosi, Catherine e Eidan non rimasero nuovamente soli sulla collina.
« È finita » dichiarò il ragazzo dai capelli argentati. « Sono tornati ai loro mondi. Per loro sarà come risvegliarsi da un brutto sogno e dimenticarlo immediatamente... come se non fosse mai accaduto nulla. Lo stesso, ovviamente, accadrà a voi. »
Non fu sorpreso di vedere i volti dei Valorosi riempirsi di stupore.
« Cosa? » fece Sora. « Vuoi dire che non ricorderemo nulla di tutto questo? Che ci dimenticheremo persino l’uno dell’altro? »
« Proprio così. Mi dispiace, ma non dipende da me... né da mio padre. Lui vi sta restituendo ai mondi a cui appartenete, dove la vostra esistenza prosegue solo per volontà dei vostri autori. Laggiù non potrete conservare i ricordi relativi a questa esperienza, perché i vostri autori non l’hanno mai immaginata. Anch’io dimenticherò tutto, quando la mia avventura comincerà... e tutto questo vivrà solo nella memoria di mio padre e di coloro a cui deciderà di raccontarlo. »
I Valorosi si scambiarono un’altra occhiata, visibilmente dispiaciuti. Dopo tutto quello che avevano fatto insieme, era ovvio che si fossero affezionati l’uno all’altro. Tra loro erano sorti un gran numero di sentimenti: amicizia, rispetto, fiducia, fratellanza... e amore, nel caso di Lara; era ingiusto che da lì a pochi istanti avrebbero dimenticato tutto questo, come se non si fossero mai incontrati.
« Il prezzo da pagare per ritornare alla mia vita... sacrificare alcuni ricordi » aggiunse Sora, con un sospiro. « Non è una novità, per me... mi è già accaduto, e ancora una volta non ho altra scelta che accettarlo. »
Eidan annuì, comprensivo. Restò al suo posto, per dare il tempo ai Valorosi di scambiarsi un ultimo, meritato saluto; anche Catherine si fece da parte, sapendo di essere un’estranea per la maggior parte di loro. Il gruppo si dispose quindi a cerchio, scambiandosi varie occhiate per decidere cosa dirsi.
« È davvero strano » ammise Jake. « Doversi salutare come se potessimo rivederci... pur sapendo che non accadrà. Di solito si dice “è stato bello”, anche se onestamente non si può dire nel nostro caso... »
« Già » borbottò Hellboy. « Abbiamo vagato per una città in rovina, siamo affondati insieme a un transatlantico, abbiamo affrontato i nostri peggiori nemici e rischiato di morire per mano del ragazzino alle nostre spalle... non si può certo paragonare a una gita di piacere. »
« Ma ne siamo usciti » aggiunse Harry. « Non senza lottare, e non senza sacrifici, certo... ma siamo arrivati fino alla fine. Non ce l’avremmo mai fatta senza credere l’uno nell’altro: questo, almeno, è stato bello. Un bel sentimento da condividere. »
« È vero » disse Lara. « Nonostante tutto... anche se tra poco non mi ricorderò più niente, voglio che sappiate che sono felice di avervi conosciuto. »
« Anch’io » intervenne Ed. « È stato un grande onore combattere insieme a voi. Vorrei poterlo ricordare, ma se proprio non è possibile... sono comunque lieto di sapere che sia accaduto. »
Po borbottò qualcosa di incomprensibile prima di prendere la parola.
« Ehm... io non sono molto bravo in certi discorsi. A dire il vero non sono molto bravo in un sacco di cose. Però... insomma, spero che ciò che ho fatto finora al vostro fianco sia servito a qualcosa. Sì, ecco, spero di essere stato... »
« Sei stato bravissimo, Po » gli rispose Lara con un sorriso. « Anzi, di più... sei stato mitico! »
« È vero » aggiunse Harry. « Sei il Panda Che è Sopravvissuto, ricordi? »
Il sorriso di Po si allargò enormemente, commosso per tutto questo. Questo parve contagiare l’intero gruppo, e alla fine si ritrovarono tutti a sorridere orgogliosi. Jake, Lara, Hellboy, Po, Harry, Ed... e Sora. Quest’ultimo, che non aveva ancora detto nulla, si fece avanti e tese la mano, in un gesto che i suoi compagni riconobbero subito.
Lo stesso gesto in cui avevano giurato unità e rispetto il giorno in cui si erano incontrati, dando inizio all’avventura.
« Uno per tutti » dichiarò Sora, e nel frattempo i suoi compagni si fecero avanti, posando le mani sopra la sua.
« Tutti per uno » concluse Jake con orgoglio.
Abbassarono la mano dopo pochi attimi, lunghi come ore. Tornarono dunque a guardare Eidan, che sorrise compiaciuto.
« Pronti ad andare? » domandò.
« Sì » ammise Ed per primo. « Mi auguro davvero che tutto torni come prima... compreso il mio braccio. »
« Tranquillo, ti sarà restituito tutto ciò che hai perduto... compreso il tuo futuro. »
« Uhm? Che vuoi dire? »
« Lo scoprirai da solo. Inoltre, non vorrei fare spoiler inopportuni. »
L’alchimista non sembrò capire, perciò si limitò ad alzare le spalle e prese Catherine per mano. Era giusto che tornassero a casa insieme.
Eidan fece dunque un passo indietro, e un nuovo raggio di sole illuminò l’intero gruppo. All’improvviso apparvero tutti meravigliati, perché videro qualcuno davanti ai loro occhi; ognuno vedeva una persona diversa, qualcuno d’importante che li aspettava dall’altra parte. Le loro compagne, i loro amici, la famiglia... tutti che tendevano la mano verso quegli eroi, impazienti di riaverli al loro fianco.
« Neytiri! » esclamò Jake.
« Liz... » mormorò Hellboy.
« Al... Winry! » disse Edward.
« Olivier! Alex! » disse Catherine, emozionata.
« Papà... maestro Shifu! » gridò Po.
« Winston...? » fece Lara, sorpresa.
« Ron, Hermione... Ginny! » esclamò Harry, commosso.
« Kairi... » sussurrò Sora.
Eidan li osservò, felice per loro, mentre svanivano lentamente nella luce. L’ultima cosa che riuscì a vedere fu il sorriso di Sora, mentre gli rivolgeva un’ultima occhiata e diceva qualcosa di cui non udì il suono, ma ne comprese ugualmente il senso.
« Grazie. »
Incredibile, pensò il ragazzo dai capelli d’argento. Anche dopo tutto quello che gli aveva fatto passare, Sora aveva avuto il coraggio di perdonarlo e ringraziarlo. Ormai i Valorosi erano svaniti del tutto, tornati ai loro mondi come se nulla fosse, ma lo disse ugualmente... era la cosa giusta.
« Grazie a voi. »
Detto questo, Eidan si stiracchiò soddisfatto. Il sole splendeva sul mondo e quella distesa di verde e fiori ardeva di vita e di luce. Il ragazzo rimase a contemplarla ancora per un po’, poi si voltò e cominciò a scendere giù per la collina, ora battuta da un tiepido vento; provava uno straordinario sollievo e una gran voglia di dormire. Davanti a sé ora poteva ammirare ciò che gli avrebbe fornito riparo e riposo: una splendida e fiorente città che sorgeva a poca distanza, con un grande castello che dominava su di essa. La Capitale, cuore pulsante del regno in cui il ragazzo era nato... il luogo in cui, un giorno, avrebbe avuto inizio la sua avventura. Avrebbe dormito fino ad allora, si disse, in attesa di vedere la luce per mano di suo padre.
Un giorno. Non oggi, non domani, ma presto. Si trattava solo di avere un po’ di pazienza.
 
FINE
 
 
 
 
Spazio autore:
Ciao a tutti, miei cari! Con queste ultime righe dichiaro conclusa la mia fanfiction... ammetto che non sarei mai riuscito a portarla a termine senza questo fantastico sito. Per questo voglio ringraziare tutti coloro che mi hanno seguito con passione e recensito: Farkas, Onyx Crysus, Fedeplano, The Author99, Neon Genesis Kurama, DanieldervUniverse, Trisha_Elric e Mangastyle... spero di aver nominato tutti. Ringrazio inoltre quelli che sono rimasti in silenzio ma che avranno ugualmente apprezzato il mio operato, e tutti quelli che in futuro continueranno a seguirlo.
Grazie.
Spero proprio che tutto ciò vi sia piaciuto. Per un po’ non scriverò altre ff perché devo rimettermi al lavoro con il mio progetto principale: il romanzo di cui il mio Eidan è protagonista, per l’appunto. Ora sono deciso più che mai a finirlo e a fargli vedere la luce. Non mancherò tuttavia di essere presente, di leggere e commentare... perciò vi lascio e vi dico, per il momento, alla prossima!
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