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Autore: P h o b i a    15/03/2016    2 recensioni
{Rating arancione/ Pg: Hayato Matatagi (Narratore), Hiroto Kiyama, Tenma Matsukaze, Kyousuke Tsurugi, Hakuryuu, Shuu, Taiyou Anemiya, Midorikawa Ryuuji, Afuro Terumi, Hikaru Kageyama, Masaki Kariya, Tsunami Jousuke, Namikawa Rensuke, Shirou Fubuki, Nagumo Haruya, Suzuno Fuusuke/ Sovrannaturale/ Generale/ Shonen-ai }
#1 - Questo è il mio diario di bordo. La mia vita da dio delle città poco popolate ha iniziato ad essere difficile dal 1986 ed oggi continua a complicarsi.
Genere: Generale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Questo è il mio diario di bordo. La mia vita da dio delle città poco popolate ha iniziato ad essere difficile dal 1986 ed oggi continua a complicarsi.



Day 001 - Faded (Chernobyl and Prypjat)



Avete presente le città in procinto di essere abbandonate? Per fare qualche esempio, sono state Hashima, isola mineraria del Giappone, ora completamente abbandonata; le Isole Pitcairn, quattro isole vulcaniche che oggi presentano 56 abitanti complessivamente e sono state le prime ad adottare il diritto di voto per le donne, datato 1838; Plymouth, ex capitale dello stato di Montserrat, oggi abbandonata dopo l'eruzione disastrosa del vulcano "Soufrière Hills"; Brades, la nuova capitale di Montserrat, che oggi conta soltanto mille abitanti, numero che continua a diminuire ancora oggi.
Ora vi chiederete da dove è scoppiato questo fenomeno delle città abbandonate, e non si fa soltanto riferimento ai tempi del Medioevo, delle due guerre mondiali o di altri fattori riguardo alle battaglie in Jugoslavia o da altre parti del pianeta Terra. Semplicemente esistono altre motivazioni dietro questo abbandono: terremoti, esplosioni nucleari, maremoti.
Un esempio lampante? Chernobyl e Prypjat, situate nell'Oblast di Kiev nel nord dell'Ucraina.
Il 1986 sembrava essere un anno tranquillo, io ero a controllare tutte le città poco popolate nel mondo. Chernobyl e Prypjat erano tra queste, ma si viveva in un modo straordinario. Ci ero affezionato, erano le migliori città che potessi avere in quel momento. All'inizio non ero neanche un dio di un tipo di città o di natura, ma dati i litigi tra il dio dell'intero Pianeta Terra, Afuro Terumi - un tipo molto vendicativo riguardo certi fattori che l'uomo crea, però riesce ad essere buono molte volte - e il precedente dio delle città abbandonate, sono riuscito a farmi spazio ed a controllare gli spazi a me assegnati.
Ero lì da poco, ero felice del mio lavoro, mostravo un sorriso smagliante nel cielo, non c'era un giorno in cui piovesse qualcosa di triste tra quelle città... a differenza degli altri dei, come Kyousuke, che per stare tranquillo per qualche giorno doveva far piovere per le città sovraffollate. Questo tipo è molto confusionario, fa cose a caso molto spesso, però le fa anche bene quando si tratta di confusione tra le città.
Però quel giorno, l'uomo ha fatto il suo primo passo falso nella storia del nucleare.


26 aprile 1986, la città di Chernobyl viene colpita da un esplosione nucleare nel reattore n. 4 e contamina altre città ed altri Stati, quali gli Stati dell'Europa orientale, la Scandinavia, la Finlandia, l'Italia, la Francia, la Germania, i Balcani, l'Austria e la Svizzera. Le nubi radioattive toccano anche porzioni dell'America Settentrionale.


Non potete capire ancora quanto ho sofferto quel giorno.
Ero da solo in un piano sotterraneo di un edificio abbandonato di Prypjat, il posto più vicino alla centrale di Chernobyl. Lì ci abitavano tante persone, fino a quando quel disastro non le fece scomparire tutte. La città era così buia e la nebbia dovuta alle radiazioni era sempre più fitta. Il piano era mezzo distrutto, si vedevano i mattoni delle pareti.L'edificio sembrava crollare, ma avrebbe retto per tanto tempo.
Mi ricordo cos'avevo fatto in quel giorno, così brutto da farmi passare un'intera notte insonne. 
Quel giorno c'era una riunione d'urgenza, convocata da Afuro, dopo quello che era successo. Non ci andai per un semplice motivo: paura e tristezza.
Shuu mi aveva rimproverato un po' quella notte, però non era mai così cattivo quel dio del cielo notturno, anzi, mi faceva capire quello che avevo sbagliato - anche se lui capì la mia situazione fin dal primo momento in cui mi sentii tanto triste per quello che era successo. 
È così comprensivo ma allo stesso tempo sa spronare le persone. È di una bontà tale da farti capire che anche tu sei di un'innocenza pari a mille.
Non sapendo cosa fare quella notte per calmarmi ed addormentarmi un po', feci comparire un pianoforte.
"I poteri da dio allora sono capaci pure di mettere strumenti di calma per lo stesso? Bravo Afuro, mi sei piaciuto questa volta.", pensai tra me e me ed iniziai a suonare qualche musica capace di tranquillizzarmi dopo tante disfatte.
Tutto ad un tratto sentii dei passi, ma erano troppo prevedibili per essere di una persona sconosciuta.
«Ciao Hiroto, sapevo che saresti venuto qui per vedermi.»
«Hey Hayato, finalmente ti ho trovato dopo la tua assenza alla riunione.» mi dice contento.
«Afuro è tanto incazzato con me, ci scommetto.»
«No, in realtà ha compreso la tua debolezza e ha deciso di non prendere nessuna iniziativa sul tuo conto.»
Non sapevo cosa dire davanti a lui, non ero capace di esprimermi dopo tutto quello che era successo.
«So di quanto soffri quando succedono queste cose, però devi capire che la vita da dio è così. Dovresti prenderla sul serio.»
«Ma non mi piace vedere tutta quella gente soffrire in un modo così atroce...» dico a voce bassa e rotta, volevo soltanto essere più felice in quel momento, però le morti continuavano ad esserci col passare dei secondi e continuavo a soffrire su questo.
«Ci conosciamo da tempo ormai, sono stato il primo a venirti incontro dopo la tua venuta, ma anche prima, quando eri una normale entità superterrena che governava solo poche città o pochi fattori della natura.»
Sapevo che non dovevo stare così con lui, era tra i pochi che riusciva a capirmi oltre un altro dio, che però non c'entra nulla con i posti abitati. È solo un dio dei laghi, dove sorgono la maggior parte delle mie città. Un tipo molto comprensivo e felice nonostante i fattacci, riesce sempre a viverla con serenità la sua vita oltre al suo lavoro.
«Tenma come sta ora?»
«È tanto preoccupato per te, sai quanto ci tiene a te e non solo come amico, forse anche per qualcosa di più tra voi due.»
«È strano vederlo preoccupato però, lui è così felice nonostante le giornate un po' di merda.»
«Significa che ci tiene tanto a te.»
«Hai ragione, Hiroto.»
Il silenzio fu presente per qualche secondo, fino a quando l'altro non prese la parola al posto mio.
«Ora dovresti passare la città al sottoscritto.»
«Lo faccio subito.»




Gli presi la mano, una cinta di nebbia di alzò. Un nuovo simbolo di passaggio è stato messo come tributo a quell'avvenimento.







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