Una leggera brezza marina si scontrò più volte contro un corpo solido, ma non curante continuò il suo tragitto verso zone ignote. Il sole, all’orizzonte, stava abbandonando la vista dell’emisfero augurando a tutti coloro che lo guardavano tramontare una buona notte.
Al limite della scogliera giaceva un ragazzo, immobile, rapito dal tramonto. Almeno così poteva sembrare.
La barba incolta, lo sguardo vacuo, gli occhi gonfi, il viso segnato dalle lacrime, il naso arrossato, i pugni chiusi che lasciavano in libera caduta delle gocce di sangue. La sua zona in lontananza nascondeva tutto ciò, per i passanti era un semplice pescatore che si stava attardando.

“Hinata…” Sibilo il giovane, con la voce rotta dal precedente pianto.

Si portò la mano destra al collo prendendo la collana che la ragazza le aveva regalato anni prima, osservandola in un sommo silenzio, pieno di rimorso. La strinse nel pugno, tornando a guardare l’orizzonte.

“Quanto mi hai dato, in questi anni. Mi sei stata vicino, a tuo modo, ogni giorno. Quando persi il mio migliore amico, tu eri lì. A sorridermi, ma non me ne resi nemmeno conto. Quando persi il mio maestro facesti lo stesso, anzi… lo facesti con più sentimento, ma nemmeno quella volta mi accorsi di nulla. Quando ho raggiunto il mio sogno mi hai elogiato, eri davvero contenta per me. E mi regalasti questa” Strinse nuovamente la mano nella quale la collana riposava “Nonostante la mia infanzia burrascosa, mi sei stata vicino, mi hai sempre accettato. Sei stata la prima a farlo, prima anche di me stesso. Come sempre, non me ne resi conto. Per me eri un’amica, un membro della combriccola con la quale passavo le serate.”

Il volto di Naruto si bagnò ancora di calde e amare lacrime, i ricordi lo tormentavano.

“Tutte le attenzioni da te ricevute non vennero mai ricambiate, non come meritavi almeno… Quando partii per il mio viaggio ti salutai velocemente, con un semplice bacio sulla guancia e qualche frase convenzionale. Al tempo non provavo che amicizia per te, non ti avevo mai vista sotto altri punti di vista. Verso la via del ritorno, incontrai un cartomante, aveva dei tratti da volpe, ma non ci feci caso quando mi chiese se ero interessato a conoscere la vera felicità."

Pensai fosse una bufala, uno dei tanti cialtroni che girano al giorno d’oggi…” Rise amaramente

“Mi fece cadere in un sonno, un sonno che ripercorreva la mia vita, ma vista da te. Vedere tutti quei frammenti mi fece capire quanto tu fossi importante per me. Capii di amarti, dal profondo del cuore.”

Naruto si alzò, le gambe erano indolenzite a causa delle troppe ore d’inattività, prese il cellulare osservando una foto raffigurante lei.

“Non ne abbiamo fatta nemmeno una assieme…” borbottò con rammarico.

Tornò a guardare nella zone dove poco prima il sole faceva capolino, notando che l’unica traccia lasciata dalla stella era la luce, la quale stava sbiadendo pian piano.

“Il cartomante, Kurama, non volle essere pagato in monete. Mi disse che la sua parte l’aveva già presa, che avrebbe pregustato a breve ciò che gli spettava.”

Pensando a Kurama, il biondo pensò alla scritta in kanji che portava in grande sul mantello; “Disperazione”. Chissà perché, si chiese mentalmente.

“Quando tornai, ti vidi fare compre e ti corsi incontro. Eri sicuramente sorpresa, non l’avevo mai fatto. Senza peli sulla lingua ne timore ti chiesi di uscire, ero felicissimo di averlo fatto e soprattutto ero felice di veder che ti eri imbarazzata, ma…”

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Hinata sorrise imbarazza alla richiesta del suo vecchio amico, non se la sarebbe mai aspettata. Lo guardò negli occhi per qualche secondo.

“Mi spiace, Naruto…” Fece una piccola pausa notando la faccia perplessa di suo interlocutore “Mi sono sposata qualche mese fa, non penso sia il caso di uscire come intendi tu… Ma ti invito a casa mia per cena, se vuoi!”

Sorrise ignara di ciò che aveva involontariamente causato dentro Naruto

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Le lacrime continuarono a sgorgare dai suoi occhi, iniziò anche a singhiozzare.
“Che stupido, dopo tre anni che non mi facevo vivo data la mi assenza non ho pensato che tu ti fossi trovato qualcuno che ti meritasse, più di uno stupido come me. Che ricambiasse e ti facesse sentire molto importante per lui…”
Chiuse gli occhi, confermando la scelta che dentro di lui aveva già preso. Poggiò la collana di fianco a lui e prese nuovamente il telefono per rivederla.
“A quanto pare, smetterò di ferirti. Chissà, forse potrei avere una seconda occasione, quando mi raggiungerai. Ti aspetterò, come tu hai fatto con me. Avrò tutta l’eternità per me, quindi prenditela con comodo!”
Prese una pausa, appoggiando il telefono vicino alla collana e spingendosi al limite degli scogli. Prese un grande boccata d’aria, e si lasciò cadere, sorridendo.
“Ti amo, Hinata.”

************************Angolo pirla Dell'autore**************************

Heylà!
Ho scritto questa... roba di getto, dopo una delusione. Ammetto che nella testa sembrava più interessante, ma ahimè eccola qui. Palesemente ooc, vi chiedo solo, chiunque legga, se son riuscito a trasmettere un po' di tristezza/malinconia/sentimenti negativi (Salvo odio per me uhahah)
E nulla, grazie per il tempo che mi avete dedicato!