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Autore: _Giulia_R5__    16/03/2016    1 recensioni
In questa FF, gli R5 non avranno i loro soliti ruoli: non saranno fratelli, ma saranno all'interno della storia con ruoli diversi. Solo alcuni di loro saranno legati in qualche modo, ma soltanto Ross sarà protagonista della storia. Ho provato ad immaginare anche lui in un altro modo: niente chitarra o popolarità, non nel mondo dello spettacolo, almeno.
Le parole chiave di questa storia saranno: fama, soldi, gossip, intrighi, segreti, bugie, passione, odio e chissà...forse,amore?
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Poche ore più tardi, mi risvegliai nel mio letto. Sola e completamente nuda, con il profumo di Ross addosso, ovunque. 
Mi alzai controvoglia, ignorando le lenzuola ai piedi del letto, e corsi sotto la doccia.
  Quella mattina non avevo proprio nulla da cantare: era una cosa strana per me, stare in silenzio. Eppure stesi una mezz'ora buona sotto l'acqua, zitta, a fissare il vuoto con sguardo perso e lasciare scorrere le gocce lungo il mio corpo, incurante, senza muovere un dito. Solo poi ricordai di dovermi ancora insaponare, e feci ciò che dovevo velocemente, quasi volessi ora scappare. 
  Usher sarebbe passato nel giro di poco, perciò mi costrinsi a fare in fretta. 
  Non appena fui pronta, solo una cosa mi bloccava: Ross. Conoscendolo, o avrebbe fatto completamente finte di niente, o peggio, avrebbe cominciato con le sue battute.
Non riuscivo a pentirmi della scorsa notte, però. Ma questo lui non avrebbe mai dovuto saperlo; perciò, com'era ovvio, decisi che per me non era mai successo. 
  Arrivata in sala da pranzo, vidi i tre fare colazione. Mia madre mi notò mentre ancora percorrevo il corridoio, e si alzò facendomi posto, mettendosi accanto a Ross.
   «Buongiorno, principessa»
   «Buongiorno» salutò Mark.
Agitai la mano salutando mia madre, e quando mi sedetti diedi un bacio a Mark. Di fronte a me, Ross mormorò qualcosa.
   «Come siamo carine oggi» disse Mark rivolgendomi un sorriso che ricambiai.
   «Sì, ma meno carina è la bolletta dell'acqua» aggiunse mia madre mettendo in bocca mezza fragola è un triangolino di pancake.
   «Già, sorellina. Doccia lunga stamattina, non è che per caso avevi anche altro da purificare?» disse Ross alzando gli occhi dal piatto e rivolgendomi un sorriso beffardo. 
Ora lo ammazzo.
Nella stanza si fece silenzio: Mark e mia madre si fermarono, non si sentivano più rumori di posate.
Lo fulminai con lo sguardo, fissandolo intensamente sperando che facesse effetto, e quando sentii lo sguardo di mia madre su di me, spostai la visuale e le sorrisi con nonchalance. Era perplessa, la sua bocca aperta a formare una piccola "o".
   «Ragazzi, c'è per caso qualcosa che dobbiamo sapere?» chiese mia madre posando la forchetta.
   «Niente!» dicemmo contemporaneamente.
   «Ah, mamma, oggi viene Usher a pranzo, se per te non è un problema» dissi versando un po' di succo nel bicchiere. 
   «Oh, certo che no: è un così bravo ragazzo!»
Le sorrisi.
   «Già, è proprio un bravo ragazzo. Perfetto per te, te lo meriti tutto!» disse Ross con il suo solito tono e il suo solito sorrisetto. 
Di nuovo silenzio.
   «Okay, che sta succedendo?» chiese Mark
   «Ignoratelo, sono i postumi» dissi sorridendo falsamente cercando di evitare una catastrofe. 
I due tornarono a mangiare con un'alzata di spalle, e diedi un calcio da sotto il tavolo a Ross. Il che fu piuttosto rumoroso, e appena capii che Mark e mia madre stavano per sollevare lo sguardo, calai lo sguardo e fissai il piatto tranquillamente, facendo finta di nulla e infilzando rumorosamente pezzetti di frutta con la forchetta.

  Poco più tardi, arrivò Usher.
  Lasciò la macchina nel vialetto, e lo raggiunsi fuori correndogli incontro e baciandolo.
   «Ehiii» salutò lui riempiendomi le labbra di bacini.
   «Ehi» sorrisi contro le sue labbra e risposi ai baci. «Come stai?»
   «Ancora un po' stanco. Mia nonna ancora lì e non si muove, speriamo bene. Tu che mi dici?»
   «Tutto bene. Mi sei mancato in questi giorni»
   «Ah sì? Recuperiamo allora» sorrise furbesco e si avvicinò, cingendomi la vita con un braccio e baciandomi intensamente, succhiandomi il labbro inferiore alla fine.
   «Mmm» cercai di parlare in mezzo al bacio «dovremmo entrare» gli dissi prendendogli la mano.
   «Già, hai ragione. Andiamo»
  Una volta dentro, andammo dritti in sala da pranzo. Ross era di fronte ad Usher, che era accanto a me. Si comportò bene con lui; ma apparentemente. Cominciò a fargli un sacco di domande su di lui, la sua famiglia, i suoi hobby, e, ovviamente, la sua musica preferita. Se lo stava spolpando, ma senza che Usher, ingenuo, se ne accorgesse. Ma a quale scopo?
Tra una portata e un'altra, ecco che Ross giungeva le mani, incrociava le dita e si portava avanti poggiando i gomiti sul tavolo, tutto orecchi per conoscere Usher. E più lo fulminavo, suggerendogli di smetterla di essere così invadente, più continuava, mostrando le ali a lui, e le corna a me.
   «Broncos anche tu?! Non ci credo, dobbiamo organizzarci per la finale di Super Bowl allora!» disse Ross battendo il cinque col mio ragazzo, entusiasta, rovesciando quasi la coppa di gelato sulla tovaglia.
   «Ci sto!» rispose lui.
Mia madre, notando la coppa quasi sul tavolo, la rialzò subito, fulminando Ross.
   «Okay, che dite di spostarci in salotto?» propose, forse per evitare altri danni.
Annuii e ci alzammo.
  In salotto, restammo io, Usher, mia madre e Ross: Mark era uscito per un incontro d'affari.
   «Allora, che piani hai per il college? L'ultima volta eri indeciso» chiese mia madre con un tono dolce: d'altronde le nostre madri erano amiche da sempre, e io ed Usher stavamo insieme da sempre. 
   «Penso che resterò a Los Angeles. Le università qui hanno ottimi corsi di economia e poi potrò cominciare ad affiancare mio padre nelle Industrie Perkins». Sorrise fiero. 
«Beh, è perfetto. Con Amber potreste organizzarvi benissimo per il weekend o trovare una via di mezzo alternativa al campus»
«Intende a metà strada?» chiese e mi guardò, e il suo sorriso si accese «penso che si potrebbe fare» disse annuendo e sfiorando il mio ginocchio con le dita, salendo fino a metà coscia.
  E a quel punto, all'improvviso, Ross di colpo sembrò svegliarsi.
   «Scusatemi, ho bisogno di un bicchiere d'acqua» disse con voce nervosa, e si alzò correndo verso la cucina. 
  Usher mi guardò perplesso. 
   «Ho una certa sete anch'io, torno subito!» dissi sorridendo.
  Mi alzai e, svoltato l'angolo, lo raggiunsi di corsa, e dalla porta vidi che era andato oltre la cucina, stava correndo lungo il corridoio.
   «Ross!»
Si girò di scatto, lo raggiunsi lentamente.
   «Cosa c'è?»
   «La cucina è di là. Che hai?»
   «Nulla. Carino il tuo ragazzo: capitano della squadra di LaCrosse, Mr. Popolarità, ricco, simpatico, affascinante...»
   «Cosa c'è, sei geloso?» lo canzonai sorridendo.
   «Oh, io no. Ma lui dovrebbe. Chissà cosa farebbe se sapesse che la sua cara Amber...»
   «Non oseresti!»
   «Io credo di sì» sfoderò il suo solito sorriso, irritandomi ancora di più.
   «Io credo di no»
   «Mettimi alla prova» disse avvicinandosi pericolosamente a me. Le labbra a pochi millimetri dalle mie, gli occhi che mi tiravano come calamite. Sentii una fitta allo stomaco, e per un secondo la tentazione di farlo mio. Ma non potevo. 
Mi avvicinai ancora di più e lo guardai dritto negli occhi, fredda.
   «Bene. Provaci. A chi vuoi che creda? Alla sua dolce e pure ragazza, o al nuovo arrivato famoso per le tante ragazze che ha avuto a letto e per il passato con alcool e sigarette? Mmmh, io ci penserei su due volte. Anche perché non vuoi che mia madre scopra tutto e ti cacci via, o peggio, lasci tuo padre. O sbaglio?»
Mi guardò con occhi di fuoco, e tornai indietro ridendo. Amber 1, Ross 0.

 
  
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