Anime & Manga > Puella Magi Madoka Magica
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Autore: Rumyantsev    17/03/2016    0 recensioni
Il mostro aveva ali d’angelo enormi, spiegate ai lati dell’esile corpo, nere come i suoi lunghi capelli, in cui figuravano schizzi colorati che ricordavano l’Universo.
[Tokyo Ghoul!AU]
Genere: Horror, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Homura Akemi, Madoka Kaname | Coppie: Homura/Madoka
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Denn du bist was du isst
 
 
La prima volta che ne aveva visto uno era stato in un vicolo sporco e puzzolente di cibo marcio ed escrementi umani, di notte. Era chinato su qualcosa, qualcosa di disgustosamente insanguinato, qualcosa che Madoka riconobbe essere un braccio umano, e lo stava divorando con gusto.  Il suo volto era livido, sfigurato nell’atto di addentare la carne e masticare forse anche le ossa, mentre la mano morta oscillava a ritmo con il movimento rabbioso della mascella. Non seppe mai se la creatura si fosse accorta o no della sua presenza, perché non perse tempo ad accertarsene prima di scappare lontano, di corsa, fino a non sentirsi più le gambe.
La seconda volta che ne vide uno fu anche l’ultima. La creatura era ben diversa dalla prima che aveva visto, tanto da farle dubitare che appartenessero alla stessa razza. Se ne stava seduta sull’orlo di un balcone senza parapetto di un edificio ancora in costruzione, in uno dei quartieri meno frequentati di Tokyo. Il sole stava tramontando e non c’era neanche una singola anima che sarebbe potuta accorrere in suo aiuto, ma Madoka non ebbe paura.
Il mostro aveva ali d’angelo enormi, spiegate ai lati dell’esile corpo, nere come i suoi lunghi capelli, in cui figuravano schizzi colorati che ricordavano l’Universo. Abbassò il viso per guardare Madoka con i suoi due occhi, rossi come il sangue che grondava quel braccio mozzato, mesi prima. Le fece segno con la mano d’avvicinarsi, e Madoka salì le scale che le separavano con il cuore in gola. Studiò la sua pelle diafana, sottile da lasciar intravedere ogni vena, e l’espressione stanca che aveva il suo viso mentre camminava verso di lei, e si sedette al suo fianco, non tanto da poterla toccare, mossa da attrazione atavica e insopprimibile timore.
Lei le accarezzò la mano con inaspettata gentilezza, e, poco dopo, fece lo stesso con i suoi capelli. Le sussurrò cose dolci e indimenticabili, l’avvolse tra le sue ali senza piume fino a notte fonda.
Madoka lo sapeva, che cos’era, lo sapeva eppure non voleva scappare.
Quella creatura, che era così bella, l’avrebbe divorata.
 
   
 
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