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Autore: shana8998    18/03/2016    2 recensioni
E se un giorno qualsiasi di una vita qualsiasi, tutto cambiasse?
Se da un momento all'altro ,ogni sorta di regola , patto d'onore , sfumatura di dignità ,venisse infranta e ti ritrovassi nelle mani di un danno tanto grosso quanto stupendo?
Se quel danno così negativo potesse renderti tutta la felicità persa con il tempo?
Se quel danno fosse un uomo persino molto più grande di te?
Tu....Come reagiresti?
Genere: Avventura, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avevo imboccato, quella che sembrava essere, un'autostrada.
Era buia , leggermente illuminata dai fari di qualche macchina che veloce la percorreva e dal fioco candore della luna sin troppo piena ...Sin troppo spaventosa, quella notte.
Avevo le mani serrate sul volante e lo sguardo umido, rivolto alla strada, incollato alla sua lingua scura, d'asfalto.
Da poco, disperata,finalmente ero riuscita a piangere.
Cercavo di limitarmi solo al silenzio di quel pianto sommesso, coperto dal rumore esterno delle ruote che correvano veloci. Sentivo sin troppo vividamente quel rumore esterno, mi rimbombava nel cervello anche se in realtà, era lontano ed ovattato.
Di tanto in tanto, mi ero asciugata il volto con il dorso della mano anche se pareva inutile, dato che, le lacrime tornavano veloci a rigarlo, dopo attimi.
Accostai alla fine.
E gridai, presa dall'ira, dallo sgomento, da quella verità così troppo difficile da accettare.
Tirai un pugno allo sterzo mentre mille maledizioni verso me e la mia ingenuità, mi rintronavano il cervello.
Come avevo fatto a credergli? Come ero potuta finire così facilmente nelle sue mani, senza aver nemmeno avuto il coraggio di "combatterlo"?
-CRISTO!-. Volò l'ennesimo pugno sul volante.
Vi poggiai , estenuata, sopra la fronte secondi dopo.
Piangere si era rivelata l'unica consolazione a quel dolore lancinante che mi stava divorando.
Nei miei occhi, solo i giorni del mio breve passato...
Mi erano parsi anni, persi dietro quell'uomo. La sua esistenza, aveva divorato la mia ...Totalmente...
-Sciocca!Sciocca! Sei solo una sciocca!-. Fra i singhiozzi , quel rimprovero tuonò metallico.
Mi portai entrambe le mani in volto.
Avrei desiderato sparire. 
Ora che ero sola, senza un posto dove andare , senza nessuno a cui affidarmi...Che ne sarebbe stato di me?
Alzai lo sguardo di colpo, quando una macchina , passandomi accanto a tutta velocità, fece oscillare la mia.
Ero diretta in città. Lo avevo appena rimembrato. Ma perché? Quello non era nemmeno il posto da dove era partita quella, che una volta ero io!
Restai per qualche istante immobile. Il piangere convulso ed i ripetuti singhiozzi mi avevano tolto il fiato.
Dovevo prendere aria..Dovevo calmarmi.
Il primo istinto fu quello di scendere, ma il passare di una seconda vettura e lo scossone del movimento d'aria contro la mia auto, mi fece cambiare idea all'istante.
Così distesi la schiena sul sedile.
Le palpebre chiuse ad impedire la fuga di altre lacrime.
"Lo amavo così tanto...".
"Mi ha distrutta..."
.
Mentre nella mia testa non la finivo di ripetermi quelle frasi dolorose, ripensai al mio vero passato, a quello che ricordavo, a ciò che avevo lasciato.
La mia famiglia...La mia migliore amica.
Di sicuro , loro,per me, non ci sarebbero state ora come ora...Beh, come biasimarle...Ero sparita di punto in bianco senza nemmeno scrivere loro una lettera!

Mi tirai su. Dovevo ripartire,anche perché temevo che qualcuno si avvicinasse all'auto come solitamente si fa, se si scorge un'auto posteggiata nella piazzola di sosta, ferma, senza motore acceso.
 Non avevo mai gradito la presenza di sconosciuti quando mi ritrovavo sola. Preferivo essere sola e basta!
Cercai con la mano la croce d'argento, che pendeva attaccata alla chiave già inserita per l'accensione.
Non trovandola nel buio, mi accucciai.
Fu in quel momento che tutto si stravolse di colpo.

Una forte collisione fece traballare pericolosamente il veicolo spingendolo ad un millimetro dal guardrail.
Artigliai il cambio con una mano, mentre con l'altra tenevo stretta la maniglia dello sportello, cercando di tenermi in equilibrio.
"CHE SUCCEDE?!".
Alzai lo sguardo verso l'esterno. Buio.
Sembrava non esserci nessuno oltre me , lungo la strada.
Mi guardai ripetutamente intorno, spaurita.
Il cuore lo sentivo rimbombarmi in gola. Tutto in me tremava. 
La sensazione nata dentro il mio corpo, era del tutto simile a quella che si ha nel dormi-veglia, quando, anche il minimo rumore riesce a far immaginare cose mostruose al proprio cervello. 
Ma io sapevo, di non essermi immaginata nulla. Qualcosa aveva realmente urtato a tutta forza, la mia auto.
Improvvisamente, un'ombra grigia balzò sul cofano dell'auto. Solo quando, quell'ombra, tirò una craniata al parabrezza ed il suo volto, fu ad un soffio da me, separato solo da quei pochi millimetri di spessore del vetro, riconobbi di cosa si trattasse...
Un END.
Colpiva ferocemente la mia auto, con la fronte , smascellando rumorosamente, ripetutamente, con l'intento di mordere, mentre la sua bava impregnava l'intero vetro di un liquame chiaro, di un grigio vitreo misto al sangue.
Mi attaccai con la schiena al sedile di pelle, incollandocela, cercando di non perdere di vista quell'abominio. 
"Romperà di sicuro il parabrezza a breve!".
Ma quando pensavo che il problema principale fosse solo lui, ecco che, da alcuni alberi poco distanti dall'altro lato della corsia, ne spuntò un secondo, che si schiantò contro il mio sportello ammaccandolo, fino a far rientrare verso l'interno, il ferro della carrozzeria, in una curva marcatissima.
"MALEDIZIONEEE! FARANNO DI QUEST'AUTO LA MIA BARA!". 
La vettura, iniziò ad ondeggiare sino ad inclinarsi precisamente su un lato, per poi ripiombare bruscamente a terra. 
Più e più volte..Incessantemente...
Ogni parte del mio corpo, sbattendo qua e la nell'abitacolo, sembrava sgretolarsi. Avevo dolore ovunque e non facevo in tempo a ferirmi una gamba, che un nuovo scossone mi massacrava le braccia...!
Cercai disperata di reggermi a qualsiasi appiglio di fortuna, finché, nuovamente colpita da loro, l'auto non si inclinò talmente tanto, che riuscii a vedere il vuoto sotto al cavalcavia.
Fu il prato ai piedi di quel ponte, l'ultima cosa che vidi prima che l'auto ruzzolasse giù per la collinetta, , attaccata esattamente sotto la lingua d'asfalto, spinta dai due vampiri. Girava tutto. Non riuscivo a tenermi salda a nulla dentro quel cartoccio di lamiere.
Sbattei ovunque. La schiena, la testa, il dorso...Finché l'auto, non arrestò la sua corsa folle, molto lontano dai piedi della collinetta.

Dopo l'impatto,quando riuscii ad aprire gli occhi, confusa, davanti a me c'erano solo i sedili sospesi al contrario sulla mia testa. 
Istantaneamente ricordai cosa fosse accaduto.
Ma ora non c'era solo questo problema. Avevo paura della benzina che sarebbe potuta fuoriuscire dal serbatoio distrutto della vettura..
Così veloce, ruotai su me stessa ,come potevo, cercando di trascinarmi all'esterno, carponi. 
Il silenzio, era rotto solo dallo sgretolarsi dei pezzi di vetro del parabrezza e dei finestrini che, erano esplosi con l'impatto.
 La botta che l'auto aveva fatto al suolo, aveva reso , lo spazio vuoto lasciato da parabrezza e finestrini, una piccola fessura stretta che a malapena riusciva a far uscire il mio busto.
Non sapevo nemmeno se sarei riuscita a passarvi in mezzo.
Strisciai fra i detriti ed i vetri taglienti. L'auto ondeggiò leggermente..
Il rumore che proveniva da essa, sembrava un ululato di dolore, come se quella vettura meccanica, stesse soffrendo immensamente.
Mi portai ad un millimetro dalla fessura, creatasi al posto del finestrino, osservai lo spiazzo attorno a me.
Li cercavo. 
C'era silenzio, pensavo fossero fuggiti.
-Cerca...Di...U-sci-re..-. Con un enorme sforzo riuscii a liberarmi da quella gabbia di lamiere.
Respirai di nuovo, incamerando a pieni polmoni l'aria, lo sguardo rivolto verso il blu infinito di quel cielo stellato, a ricordarmi che ero ancora viva. Mi ritrovai ricoperta di tagli , ed il sangue grondava a goccioloni dappertutto...Loro, avrebbero di sicuro sentito il suo odore...

Nuovamente, qualcosa balzò sulla pancia della vettura , inclinando rumorosamente quello che ne restava di poche lamiere accartocciate. La sagoma terrificante dell'END, glabro e con le fauci spalancate apparve in tutta la sua ferocia , sopra me.
Ringhiava, ruggiva, erano striduli e del tutto disumani i suoi versi.
Non erano andati via! Mi avevano seguita giù per la collina, prendendomi per un criceto chiuso in quelle odiose palle trasparenti. Stavano giocando con me!
Mi sollevai di scatto cercando di fuggire.
Il vampiro artigliò il ferro e dandosi una spinta, balzó agilmente a terra , riprendendo subito a correre, una volta che i suoi piedi la toccarono.
Era veloce..Troppo veloce.
"Corri Ana!Corri!".
Accelerai il più possibile. 
I miei piedi sembravano correre sul vuoto per quanto cercavo di essere rapida.
Volevo raggiungere la collina, tornare sulla strada e chiedere aiuto...
Ad un passo da ella però , l'altro END.
Veniva verso di me , stridendo grida sulle corde vocali.
Svoltai velocemente , correndo verso quello che mi sembrava essere un bosco. L'unica via di fuga..
Rapita dal terrore e dal profondo bisogno di mettermi in salvo, non ripensai al fatto che loro vivessero esattamente li.
Venni risucchiata dal buio delle fronde.
Non smisi nemmeno un momento di correre. Talvolta, inciampavo con ciò che si opponeva al mio passaggio.
Odiose, erano le grandi radici che sbucavano dal terriccio umido, che avevano imbrogliato i miei piedi più volte. Nemmeno loro mi fermarono.
"Non puoi fermarti ora...Non puoi". Sentivo il fiato venirmi meno. Stavo per cedere.
Mi guardai indietro.
Li sentivo. Erano sin troppo vicini. Sentivo i loro versi, le fronde degli alberi lacerate dal loro passaggio tagliente..Avevo il loro fiato sul collo.
Acuendo l'udito leggermente di più, mi parve di scorgere in quegli urli e nei ruggiti, delle risa malate.
Uccidere...Era un gioco.
Cacciare....Era un diletto.

Quegli esseri senza apparente coscienza, avevano conservato in loro esclusivamente, quel macabro culto, custodendolo gelosamente...

Dopo quelli che mi parvero chilometri, finalmente , la luce.
Era lontana da me, fioca quasi che si vedeva a mala pena. La dovevo raggiungere a tutti i costi.
Balzai su un tronco sepolto dal terriccio, dandomi una spinta con le gambe. Forse quel salto mi avrebbe salvato la vita.
Ruzzolai violentemente a terra.
Quando riuscii a fermarmi, mi resi conto che il peggio non era ancora arrivato.
Ero piombata in un ennesimo spiazzo nel nulla, attorniato solo ed esclusivamente da alberi.
Sconfortata, realizzai, che la luce in cui avevo riposto tutte le speranze attimi prima, non era altro che la differenza di buio fra l'interno e l'esterno del bosco.
-N-No...No....-. Il pianto mi assalì violento. Gridai isterica.

Attimi dopo mi raggiunsero. Persi un battito.
Camminavano lenti, girandomi intorno, sibilando suoni gutturali della gola.
Si stavano dannatamente divertendo!
Vedevo dei ghigni mostruosi, curvare le grandi fauci ed i loro occhi rossi penetrare la mia carne.
Loro, in parte, già mi avevano divorata con le iridi..
Mi sollevai da terra. Ad un tratto, un lampo di genio, mi rincuorò. 
Forse non era tutto perduto....Forse ...Avevo ancora una carta da giocare....La mia spada...
Strinsi un pugno sulla sua custodia e l'altro sul manico, pronta per sfoderalarla.
Li fissai.
Credevo di potercela fare. Li sfidai beffarda.
Inaspettatamente, alzarono lo sguardo al cielo. Dalla loro gola un sibilo acuto, assordante, collise con i miei timpani stridendo al loro interno, fino alla nausea.
Mi piegai rintronata, con le mani sulle orecchie.
Quando passò, non ce n'erano più solo due...Ma decine.
Erano sbucati dagli alberi, come se si fossero appena svegliati da un sonno profondo.
Si muovevano scomposti, non avevano nulla a che fare con i primi due, che sembravano aver cacciato tutta la notte. 
Le loro ossa scricchiolavano e le schiene si piegavano in tutte le direzioni meccanicamente , a scatti.
La paura mi divorò.
"E' finita...". Una lacrima mi scivolò sulla guancia. Sarei quindi morta così? Divorata da esseri ripugnanti...Senza essere ritrovata in seguito.
Senza nessuno che mi avrebbe "pianto"...

Allentai la presa sull'impugnatura della spada, la stavo per lasciar cadere a terra, ormai rassegnata all'idea che di li a poco di me non sarebbero  rimasti che resti irriconoscibili, quando, un colpo di pistola, forò il cranio di uno di quei vampiri, all'improvviso.
Sussultai.
A breve, uno ad uno , li vidi cadere a terra come birilli.
-Non stasera!-. Una voce , sconosciuta tuonò come eco.
Non vedevo nessuno li intorno, armeggiare con una pistola.
Guardai davanti a me. 
Si...Qualcuno c'era. 
Un'ombra scattava come una molla in ogni direzione, lasciando dietro se, solo cadaveri.
Indietreggiai spaventata, con lo sguardo fisso a loro, del tutto sgomento.
All'improvviso me ne ritrovai uno ,spuntato dal nulla, ad una spanna dal viso.
Respirai appena, mentre con gli artigli al cielo si preparava a colpire.
L'ennesimo sparo. 
Ora potevo vedere dal foro nelle sue cervella, una sagoma ben definita.
-Non-Questa-Sera..-. Sottolineò ancora la voce, marcando le parole.
Il vampiro cadde al suolo come gelatina lasciando che davanti ai miei occhi , la figura di un ragazzo biondo, dai capelli lunghi fino all'orecchio, sbarazzini, con due enormi occhi verdi smeraldo, apparisse fiera.
-Tutto bene?-. Sorrise spavaldo.
Guardai alle sue spalle.
"Uno..Due...Dieci..Cento..Li ha uccisi tutti!!". 
Chi diavolo era quel ragazzo?! Non sembrava affatto un vampiro..
Cercò i miei occhi curvandosi leggermente verso la loro direzione, con le mani appoggiate alla sua vita. 
Aveva un'espressione strana. Sembrava incredulo, ma allo stesso tempo curioso e ...Allegro..Era buffa.
Sussultai quando me lo ritrovai ad un millimetro dalla faccia.
-HH! S-Sto bene!-. Esclamai con voce tremante, facendomi leggermente indietro con la schiena.
-Ti sei spaventata molto immagino..-. Si tirò dritto con un buffo broncio sulle labbra, mantenendo quell'insolita e direi alquanto scenica, posizione con le braccia.
-...Effettivamente...MA CERTO! STAVO PER MORIRE!-. Gli strillai isterica.
Restò di stucco, in silenzio per un po', poi di getto, scoppiò a ridere.
Ma rideva di cuore! ...Non ci credevo!
-Ahahaha. Che ragazzina buffa!-.
"Io vero?". Sbuffai acida in me, guardandolo per traverso, innervosita.
-Dai avanti, seguimi...-. Mi passò, non prima di raggiungermi spalla a spalla e tirarmi uno "schicchero" con due dita, sul naso.
Trasalii per il dolore secco, portandomi di riflesso le mani su quello stesso punto.
-Ma ti ha dato di volta il cervello!? Idiota!-.
Rise ancora girandosi appena all'indietro.
-Sono sicuro che tu...Mi farai divertire parecchio!-. Sembrava così ingenuo, spensierato.
Non avrei mai detto che un ragazzo sereno e raggiante come lui potesse essere stato in grado, di sterminare un centinaio di quei cosi...

Riprese a camminare con ambedue le braccia allacciate dietro la nuca. Strafottente, indolente..
-Ehy! Aspettami almeno!-. Afferrai i lembi del mio abito cercando di rincorrerlo come potevo, evitando accuratamente tutti quei piccoli rialzi nella terra che mi avrebbero fatto finire di faccia a terra, sicuramente.
-Daiii...Sei lenta!-. Ebbe persino il coraggio di lamentarsi prendendomi in giro.
-OH...Basta! Chi ha detto che voglio venire con te! Io voglio tornare a casa mia!-. Mi fermai di colpo. Ero troppo arrabbiata ma sinceramente, non sapevo nemmeno se fosse per colpa sua.
Si voltò , guardandomi con una strana smorfia di superiorità mista alla beffa, incisa sul viso.
-Oh, beh, fa come vuoi.-. Fece spallucce.
-Che significa "fa come vuoi"?!-.
-Se ci tieni tanto ad essere divorata da loro questa notte, fa pure..-. Aggiunse pacato.
Mi zittii di colpo. Quel ragazzo non aveva detto una stupidaggine. Se fossi rimasta li, se avessi scelto di cavarmela da sola, non sarei riuscita a fare nemmeno dieci metri senza essere nuovamente attaccata...
Sospirai sconsolata.
Lentamente , con lo sguardo bastonato, lo raggiunsi.
-...Andiamo...-. Mormorai appena in un ringhio sordo, urtandogli una spalla con la mia.
Sogghignò divertito.
-Brava ragazza!-. Mi diede una pacca sulle scapole facendomi barcollare pericolosamente.
Tossii.
"Se va avanti così , ben presto mi renderà un quadro di Picasso per tutti i lividi che mi farà comparire!"
-FINISCILA!!-.

Rise ancora di gusto.
"GRRR! Lo odioo!!".
Ingoiai un pugno di rabbia senza aggiungere altro, riprendendo a muovermi.
Da quel momento , camminò al mio fianco, in silenzio. Il suo viso non mutò nemmeno un secondo coperto da un velo d'estrema calma.
Era sin troppo misterioso quel ragazzo...

Chi era quel giovane di non più di vent'anni d'età , che mi aveva salvata con tanta audacia? 
Perché mi aveva offerto protezione, senza nemmeno chiedersi chi potessi essere?
Ma soprattutto...Dove mi avrebbe portata?
   
 
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