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Autore: shana8998    19/03/2016    1 recensioni
E se un giorno qualsiasi di una vita qualsiasi, tutto cambiasse?
Se da un momento all'altro ,ogni sorta di regola , patto d'onore , sfumatura di dignità ,venisse infranta e ti ritrovassi nelle mani di un danno tanto grosso quanto stupendo?
Se quel danno così negativo potesse renderti tutta la felicità persa con il tempo?
Se quel danno fosse un uomo persino molto più grande di te?
Tu....Come reagiresti?
Genere: Avventura, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Riuscimmo ad uscire dal bosco senza alcun problema.
Dopo una buona mezz'ora di camminata , eravamo anche riusciti a parlare senza che io schizzassi, isterica, come se fossi nel mio "periodo di donna".

-Quindi tu sei un Hunter, Zwai?-. Scavalcai l'ennesimo cumulo di terra, saltellandovi al di la.
-Esatto!-. Si voltò verso me regalandomi un sorriso smagliante.
Sembrava esserne estremamente fiero.
-Devi conoscerli ,Anastasia! Loro sono fantastici! Non pensavo che al mondo, potessero esistere persone di buon cuore come quelle della Casta della Black-Rose..-.
-Perché quel nome non mi è nuovo?-. Domandai più a me , che a lui.
-Perché la seconda parola, "Rose" è anche il secondo nome dell'arma che utilizziamo per combattere!-. Tirò fuori dalla cinta sul pantalone , una pistola con la canna più lunga di una classica "Beretta", brillante, di un argento sgargiante, che brillava, colpito dalla luce di alcuni lampioni, apparsi a costeggiare una stradina sterrata.
-METTI VIA QUELLA COSA!!-. Gracchiai rabbrividendo.
Sbuffò una risata.
-So usarla, tranquilla..-. La ripose comunque. Tornai a respirare...
-...Ecco bravo...-. Mi portai una mano al petto, tirando un sospiro di sollievo. 
-Mi dicevi che appartieni ad una Casta..-. Tornai sull'argomento subito a seguire.
Mosse veloce il capo mimando un "si".
-Casta e non Casata mi raccomando. Quel termine appartiene solo ai vampiri!-. Proferì saccente con l'indice all'insù.
Arricciai il labbro superiore, fissandolo con uno sguardo che saltellava fra disgusto e nervoso.
"Dio, se ,se la ricrede!".
Alzai gli occhi al cielo, sospirando amareggiata.
-Ok,Ok non mi sbaglierò a distinguerle , tranquillo..-.
Ripresi a camminare senza aspettarlo.
Mi dava così fastidio se qualcuno alludeva anche solo per sbaglio, alla diversità profonda fra vampiri e cacciatori? 
Dopo qualche passo compiuto nel totale ed angosciante silenzio, decisi, rimuginando sulla figura del giovane, di chiedergli di più su questi famigerati Hunter.
-Senti...-. Rallentai appena , attirandomi uno sguardo curioso da parte sua.
-Come sono gli Hunter..?-. Arrossii di colpo rendendomi conto, che mi imbarazzava parlare di loro.
Infondo, fino a qualche ora prima vivevo in un castello stracolmo, di succhia-sangue!
Mi sembrava un "volta faccia" quello che stavo facendo ed al contempo, avevo l'impressione di star imbrogliando quel ragazzo e no, non se lo meritava affatto...
-Beh. Loro...Sono gentili, come ti ho accennato prima. Ma sono anche severi ed estremamente forti...Volevi sapere qualcosa di specifico, ponendo quella domanda?-.
-Mmm...Tipo se hanno poteri particolari..O roba del genere..-.
-Tutti gli Hunter hanno capacità grandiose. Ovvio..Sono lontane anni luce da quelle dei vampiri...Ma per quello che mi riguarda, loro, sanno fare solo giochetti di magia rispetto a quello che siamo in grado di fare noi..-. Prese un ramoscello giocherellandoci con due dita.
Ogni tanto, scrutava il mio viso.
-Non ti seguo...Che vuoi dire con la frase "giochetti di magia"?-. Lo guardai perplessa.
Sogghignò spavaldo.
In un battito di ciglia, improvvisamente sparì come cancellato dall'atmosfera, esattamente davanti ai miei occhi.
-Noi siamo umani, ma siamo estremamente veloci...-. La sua voce adesso proveniva dall'alto.
Guardai il cielo.
Era in aria! Leggermente con il busto inclinato da un lato , pronto per atterrare perfettamente dritto sui piedi.
-E i loro morsi, ci uccidono molto più lentamente di quanto non facciano con gli umani...-. Il suo respiro mi sfiorò la nuca increspandomi la pelle, lasciando che sussultassi debolmente.
La sua voce si era fatta estremamente bassa e profonda..Sembrava essere quella di un'altra persona.
-Non avere poteri, non poter manipolare la mente o volare, sono piccolezze rispetto a quello che un Hunter può fare...-. Aggiunse afferrandomi leggermente il braccio, facendomi girare su me stessa fino a ritrovarci faccia a faccia.
Si, lui era un tipo molto scenico...
-Gli Hunter cara Anastasia, sono in grado di fiutare da chilometri di distanza la presenza di un vampiro...-. Si sporse verso il mio collo esattamente dove sapevo esserci il morso di Alexander. Persi un battito.
La paura che potesse trovarlo mi accapponò la pelle.
-Loro...hanno un odore così vivido e pesante...-. Alzò lentamente le iridi chiarissime a me. Il suo sguardo si era fatto "carnivoro", malizioso, audace nulla a che vedere con gli occhi da cerbiatto di attimi prima.
Indietreggiai di poco, cercando di coprirmi il collo con il bordo della giacca.
Si tirò nuovamente dritto.
-Spero che l'odore di quei due vampiri all'ultimo stadio, sparisca da te il prima possibile..-. Tornò se stesso, parlandomi pacatamente seppur fosse gelidamente serio.
"Era ad un millimetro da me...Ad un passo da Alexander...". 
L'ennesimo pensiero di paura , che provavo, pensando che Alex potesse essere ucciso da uno di loro...
Zwai mi tese una mano , improvvisamente.
-Andiamo...Te li presento...-. Esitai a stringerla, ma alla fine mi affidai a lui.
 
Ci avvicinammo al bordo di un minuscolo cavalcavia sospeso su un corso d'acqua. Poco lontana una di quelle che io definivo "strumenti della morte"...Una moto...
-Ti piacciono le moto Ana?-. 
Deglutii a vuoto, costretta a montarci sopra.
-No, non molto per la verità...-. Proferii faticosamente cercando di tener fermo quel casco sin troppo grande sulla mia testa.
-Beh, te le dovrai far piacere , perché io mi muovo con questa...-.
Il rombo della vettura spezzò l'aria.
Era un frastuono assordante per le mie orecchie...
Era musica , per le sue...
Accelerò di colpo e feci appena in tempo ad artigliargli l'addome "attaccandomi a ventosa" al suo corpo.
-DIAMINEEE ZWAI RALLENTAAA!!-. Avevo le lacrime agli occhi.
"Non ne posso più! Odio questa vita in perenne movimentoooo!".
Schiacciai il capo sulla sua schiena serrando le palpebre, sperando che quella tortura finisse al più presto.
Dopo un bel po' la moto rallentò, ed io tornai lentamente ad aprire gli occhi..
In un batter d'occhio, ci eravamo ritrovati a percorrere la strada centrale di una città, affollatissima tanto che, finimmo imbottigliati nel traffico.
Ringraziai mentalmente ogni persona al volante della propria vettura, per essersi fermata in coda ed aver costretto anche Zwai a farlo.
 Lo sentivo scalpitare, fremere. Era nervoso.
Ogni tanto dava un colpo secco di acceleratore alla moto che ruggiva pesantemente.
Tremavo ad ogni rombo d'acceleratore.
Il ragazzo si sbilanciò , sporgendosi da un lato guardando qualcosa..
-Reggiti Anastasia!-. Partì a tutto gas, strisciando fra un'auto e l'altra, sfrecciando impazzito.
-CRISTO SANTOOO!-. 
Molto probabilmente avevo avuto meno paura durante lo scontro con gli END, che in quel momento su quella maledettissima moto.
Attraversammo la lingua di spazio fra un Taxi ed un camion , sotto gli occhi sorpresi e spaesati di tutti.
Ad un passo dalla libertà, una pattuglia della polizia.
-ZWAI! DAVANTI A TE!-. 
Non se ne era accorto?! Ma dove stava guardando?! 
Con un "burnout" degno del miglior pilota da cross, riuscì a fermarsi sotto al naso del poliziotto già pronto a scendere e multarci...O forse direttamente ad arrestarci.
Tirai un pugno alla schiena del giovane.
-Zwai , devi fermarti...E' la legge...Devi..-. 
E che ti faceva parlare?!
-Uah!-. Strinsi nei pugni i lembi della sua giacca , un pelo prima di finire con la schiena a terra.
Era già ripartito , pronto a beffeggiare la guardia.
Rise euforico di colpo.
-Tu...SEI UN MALATO!-.

Gettai il casco a terra.
-Sei un pazzo! Ho rischiato di morire!-. 
-Ahahaha , ma non dire cavolate! Ti avrei ripresa!-.
-Non dire tu STRONZATE! Se guidavi come cazzarola mi avresti ripresa è?! Sentiamo?!-. Ero su tutte le furie , mentre, a lui, sembrava non passare nemmeno per l'anticamera del cervello di preoccuparsi o chiedermi delle sacro-santissime scuse, che tanto poi , NON AVREI NEMMENO, MAI E POI MAI, ACCETTATO.
Prese il suo casco e lo allacciò sotto il sedile della moto.
-Mi passi il tuo?-.
"Si...CERTO".
Sferrai un calcio ben assestato alla protezione per il capo, che si schiantò contro un fianco della sua Harley sanguigna.
Non proferì "a". Non si alzò urlandomi contro, ne tanto meno , mi offese.
Per lui una reazione del genere sembrava essere normale, quasi scontata.
Restai allibita e del tutto insoddisfatta.
Dopo averlo raccolto e riposto tornò dritto, sgranchendosi le gambe e mi raggiunse.
-Andiamo?-. Mormorò appena porgendomi nuovamente la mano.
Mi stava prendendo in giro?!
Sbuffai voltando lo sguardo e precedendolo verso quella che sembrava una montagnetta sommersa dal terriccio.
Eravamo in un parco giochi abbandonato. Non c'erano più ne altalene ne scivoli, solo lamiere che fungevano da cancellata e quel cumulo di terra ampio ed alto almeno tre o quattro metri. Attorno, la strada di periferia che portava al centro cittadino.
Che posto di merda era quello? E poi, dov'era casa sua o la sua Casta?
Mi arrampicai sulla piccola montagnetta , guardandomi attorno con una mano a farmi da "visiera" di cappello.
-Allora?! Dov'è casa tua?-. Domandai nervosamente.
-Ci sei sopra...-. Proferì appena , con tono di rassegnazione.
"Che vuol dire ci sono sopra?"
 Guardai i miei piedi coperti qua e la, da fili d'erba.
-Scendi e seguimi...-. Ordinò sospirando le parole.
Mi portai nuovamente ai piedi della collinetta. In silenzio , guardando attentamente ciò che stava facendo il giovane.
Dalla terra sollevò un'anta. Una vera porta in ferro, sepolta da dita erte di terriccio ed erbetta.
Un passaggio.
Mi invitò riverenziale, con la mossa della mano.
-Prima le donne..-. Sorrise.
Guardai quel buco scuro, con disgusto e preoccupazione.
-Io...In quel "coso" non ci entro.-. Indietreggiai.
Inarcò un sopracciglio.
-Ok..-. Stavo quasi per sospirare dalla contentezza , quando, con uno spintone, mi fece piombare su quello che, al tatto, sembrava essere uno scivolo.
-ZWAIIIIII!-.

Ruzzolai violentemente fuori dal tunnel sbattendo contro qualcosa di estremamente duro.
-Ai ai ai aih!-. Mi massaggiai la testa portandomi seduta , ancora rintronata.
Dal basso della mia posizione , vedevo solo le gambe di un tavolaccio di legno.
"D...Dove".
All'improvviso Zwai sbucò fuori dalla voragine nel muro con un balzo atletico.
-Piaciuto il viaggetto?-. Mi fece la linguaccia.
Ringhiai e lui lo sentì perfettamente.
-Stronzo...Pezzo di...-. Biascicai incazzata nera, fra i denti.
-Zwai! Ben tornato!-. 
Una donna esuberante , tozza, con un vestito che forse, si era usato un centinaio di anni fa nelle campagne, uscì da una porticina non lontana da noi.
Raggiunse il giovane quasi caracollandosi, abbracciandolo calorosamente chiedendogli almeno per una ventina di volte se stesse bene.
Era sua madre? Era così buffa e rozza.
-Eh! Sisi sto bene..-. Cercò di proferire lui strozzato dall'imponenza del corpo di lei, mentre lo stritolava in un ennesimo abbraccio "a tenaglia".
Poi il suo volto cambiò, quando gli occhi verdi ancora più chiari di quelli del ragazzo, raggiunsero me.
Si era fatta seria, manco avesse visto la morte.
La sua fronte si increspò di rughe nervose.
-Hai portato...Un...VAMPIRO!-. Gridò isterica con un vocione degno di quello di un uomo, che mi lasciò di stucco.
In un attimo la stanza si gremì di persone. Uomini, donne , ragazzi e ragazze sbucate dal nulla, con le pistole spianate, puntate contro me.
Mi alzai di scatto rasentando il muro, le mani alte sulla testa in segno d'arresa, mentre i miei occhi li guardavano "spritati", uno ad uno.
-No! Fermi! Lei non è un vampiro!-. Si mise fra me e loro , lui, a braccia spalancate.
-L'ho trovata che stava combattendo con due di loro..-. Aggiunse abbassando il tono della voce sin troppo agitata.
Un uomo, grassoccio, vecchio, dallo stesso color carota di capelli, come la precedente donna, ed un cappello verde a coprirgli i ricci ribelli, si avvicinò di poco a me.
Trattenni il respiro.
-Ha lo stesso odore di Diuk..-. Proferì scrutandomi minuziosamente , mentre si massaggiava la folta barba aranciata. Mi sollevò il mento con la sua Death- Rose..
-Nono...Lei non è come Diuk..-. Zwai si avvicinò repentinamente all'anziano, appoggiando entrambe le mani al suo braccio, lo stesso dove teneva salda l'arma.
Finalmente il giovane lo convinse ad abbassarla.
-Vi assicuro che questa ragazza non ha niente a che fare con i vampiri è solo una malcapitata che stava per essere uccisa da due di loro!-. Si voltò verso il resto della massa.
-Forse è meglio che me ne vada , Zwai...-. Dissi lui a bassa voce.
-Forse lo farai. Ma non prima che sia stato io a deciderlo..-. La porta si spalancò nuovamente richiudendosi all'istante come una molla.
Un uomo, con il viso semi-coperto da un cappellaccio , ed uno stuzzicadenti che faceva capolino dalle sue labbra sommerse da una crespa barba nera corta quasi a pelle, sbatté violentemente uno stivale con tanto di sperone al seguito , su una delle sedie che attorniavano il tavolo, poi, appoggiò sul suo ginocchio, il gomito e con un dito si sollevò il cappello dal naso tanto quanto bastasse perché i suoi occhi azzurri fluorescenti si scorgessero sotto l'ombra della stoffa.
-Capo!-. Il ragazzo sbiancò.
-E così, Zwai, ci hai portato una ragazzina...Che puzza di quelle bestie...-. Sputò lo stuzzicadenti portandosi alla bocca un sigaro estratto dalla tasca del suo soprabito nocciola scuro. Lo accese.
Sogghignò.
-Sei proprio uno sprovveduto...-. Sospirò con beffa.
-Vede capo, anche se lei sa di vampiro, è una ragazza come tutte le altre...L'ho trovata che cercava di uccidere due END...-.
Vidi le palpebre dell'uomo sollevarsi di pochissimo.
-Uccidere due END?...-.Rise.
-Coraggiosa la ragazzina...-. Tirò un calcio alla sedia facendola schiantare precisa al suo posto.
Tutti i presenti trasalirono per il rumore. Credo che di lui fossero terrorizzati a morte..
Si avvicinò.
-Direi che di vampiro....Ha ben poco...-. Mi sollevò il mento con forza.
-A parte gli occhi...-. Aggiunse poi, facendomi piombare nell'angoscia.
-Gli occhi? Che hanno che non va?-. Chiesi indispettita , con un velo d'agitazione.
-OhOh..Hai anche la voce!-. Si accomodò a sedere .
-Comunque...-. Tirò una boccata di sigaro.
-I tuoi occhi sono esattamente come i loro. Dorati.-. Persi un battito.
Forse avrei dovuto dirgli che i miei genitori erano degli Hunter...
Ma se fossero risaliti ad Alex?
E forse avrei dovuto anche , informarli che non tutti i vampiri possedevano gli occhi dorati.. George non li aveva..
-Non ho alcun tipo di potere...Ne tanto meno mi nutro di sangue...-. Proferii arida distogliendo lo sguardo da lui.
-Questo lo so perfettamente. Il tuo odore...Non è forte come il loro.-.
Le miei iridi tornarono a rimbalzare nuovamente ,su di lui.
Quell'uomo pensava veramente che io potessi essere un vampiro?
Restai in silenzio. Mi scrutò.
Poi si strofinò gli occhi con due dita.
-Per ora ...-. Guardò in un secondo momento Zwai. -Puoi restare...-.
Mi lasciò del tutto sorpresa.
Un polverone di voci di sottofondo chiaramente contrarie , per pochi attimi, riempì la stanza.
L'uomo, con un'occhiataccia fece placare i presenti.
-Melinda..-. Si rivolse ad una ragazza poco lontano dalla porta incastrata nel muro.
-Offrigli delle coperte, degli asciugamani e preparale un bagno caldo.Sono certo che ne ha bisogno-. Proferì guardandomi quasi sfottente.
-Si Signore..-. Esclamò,  immediata, sgattaiolando nella stanza adiacente la giovane.
Zwai, mi prese la mano. Non riuscivo a muovermi. Avevo gli arti intorpiditi dalla paura ed il respiro pesante, che faticava ad uscire.
-Seguimi..-. Mormorò sorridendomi appena. Lo feci.
Attraversammo la stanza sotto lo sguardo disgustato e preoccupato di tutti.
Quegli occhi inquisitori mi diedero il mal di stomaco.

Attimi dopo , finalmente , sparimmo dietro la porticina mi sentii salva.

-Il capo delle volte è un po' rude..-. Disse all'improvviso con un filo di voce, lui , mentre attraversavamo l'ennesima stanzetta.
-Non dovrei essere qui. Io li capisco sai...-. Il tono della mia voce si bastonò.
-No. Tu dovevi arrivare fin qui. Io lo sento molto più di loro l'odore odioso di vampiro che hai addosso, ma sento anche quello dell'argento che ti scorre nelle vene...-.
Sussultai internamente. 
Mi fermai.
-E' per questo che mi hai salvato?-.
Mi guardò dritto negli occhi, curvando quasi impercettibilmente un sopracciglio.
-Ti avrei salvata comunque. Ma se tu fossi stata una comune mortale, forse a quest'ora non saresti qui...-.
Sorrisi tristemente.
-Già...-. Sussurrai un attimo dopo.
In quel preciso istante , mi sentii capita.
Anche se il resto dei suoi compagni era del tutto contrario alla mia presenza, Zwai, era riuscito comunque a tranquillizzarmi..

Varcammo l'ennesima scalinata che nasceva verso il basso.
-Qui sotto ci sono delle stanzette. Noi usiamo questo posto solo come "base", perciò non ti meravigliare se troverai la tua stanza umida e piena di mobili logori...-. Proferì placido.
Raggiunse la porta in legno, nascosta dal buio e l'aprì.
Mi ritrovai dentro una piccola stanzetta color nocciola spento. A terra, legno, fuori, dall'oblò che c'era per finestra , il colore scuro forse della terra.
Una piccola luce su un comodino di legno illuminava il baldacchino semi-stracciato ,la piccola scrivania rigata e punzecchiata forse da punte di coltelli, ed una cassapanca pesante dello stesso marrone scuro.
Ovunque l'odore di terra e pioggia.
Deglutii pesantemente.
-Emh...Grazie...-. Cercai comunque di essere carina per l'ospitalità.
-Scusate?-. Una vocina mi fece sobbalzare leggermente.
-Questi sono gli asciugamani, la vasca è pronta...-. La stessa ragazzina di attimi prima , era apparsa alle nostre spalle e mi porgeva ciò che stringeva fra le mani.
-Ti ringrazio.-. Presi i panni di spugna.
Scappò veloce . Restai di stucco. Anzi, ci restai proprio male! Mica ero un'appestata!
-Non ci fare caso, Melinda è timida..-. 
-Tranquillo...-. Proferii in un sospiro.
-Il bagno corrisponde alla porta dopo questa...-. Disse poi come se volesse cambiare discorso o riempire quel silenzio che era sceso subito dopo la mia frase.
-Grazie. Adesso vado...-.

Quel posto non mi piaceva affatto. Gli Hunter erano persone burbere , scontrose...E poi quell'uomo...Il Capo..Mi dava sin troppo sui nervi e non solo perché ne avevo estremamente paura.
Veramente sarei dovuta rimanere li?



 

   
 
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