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Autore: lapoetastra    19/03/2016    3 recensioni
John fissava come ipnotizzato quelle goccioline luccicanti sulle gote pallide dell’investigatore, ed anche se sapeva che quello era un momento intimo e privato, non riusciva a distogliere lo sguardo.
Sherlock, intanto, non sembrava essersi accorto di nulla, e continuava a leggere, ed a piangere, in silenzio.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Stava diventando cieco, non c’era alcuna altra spiegazione.
Non poteva aver visto davvero ciò che gli suggerivano i suoi occhi.
Sicuramente aveva preso un abbaglio.
Guardò meglio.
Loro erano ancora lì.
Lacrime.
Sul volto di Sherlock.
Mentre leggeva un romanzo d’amore che la signorina Hudson aveva dimenticato nel loro appartamento durante la sua ultima visita.
Non poteva essere vero.
Sherlock, così freddo, impassibile ed insensibile, non poteva davvero essersi commosso per una storia fittizia di un banalissimo libello privo di ogni originalità.
Non per una storia d’amore, per lo più, non lui che considerava qualsiasi sentimento come una debolezza dell’animo umano.
Eppure stava piangendo davvero.
John fissava come ipnotizzato quelle goccioline luccicanti sulle gote pallide dell’investigatore, ed anche se sapeva che quello era un momento intimo e privato, non riusciva a distogliere lo sguardo.
Sherlock, intanto, non sembrava essersi accorto di nulla, e continuava a leggere, ed a piangere, in silenzio.
< Ti sei commosso, Sherlock? È una storia così triste? >
Le parole erano venute a galla dal cuore di John in un attimo, in un flusso talmente rapido da non poter essere frenato dal ben più razionale cervello.
Si pentì immediatamente di quella domanda.
Come poteva aver davvero chiesto una cosa del genere?
Probabilmente era ammattito completamente.
E, oltre ad aver fatto la figura dello stolto e del ficcanaso, aveva anche spezzato la magia di quel momento più unico che raro, perché ora Sherlock se ne sarebbe andato a leggere da un’altra parte, imbarazzato per essere stato colto in fallo mentre rivelava inconsapevolmente di essere anche lui un essere umano.
Ma non si alzò, l’investigatore, e nemmeno si asciugò gli occhi ancora umidi.
Rise, semplicemente.
Rise, e John pensò che forse non era il solo ad essere impazzito, in quell’appartamento.
< Oh, no, non è affatto una storia triste, mio caro dottore. Al contrario, è bellissima >, rispose poi Sherlock, e la sua voce tremava un po’, e non era facile capire se a causa del pianto o del riso, di cui entrambi gli spettri aleggiavano ancora sul suo viso.
John non capiva. < E allora perché…? >
Comprese.
Comprese tutto nell’esatto momento in cui Sherlock abbassò il romanzo d’amore che costituiva solo una copertura fittizia, rivelando ciò che invece aveva realmente letto fino a quel momento.
Watson riconobbe immediatamente quella copertina ruvida e scura e le pagine ingiallite.
Era il suo diario.
Sherlock aveva appena letto il suo diario, lo scrigno a cui affidava i suoi segreti, l’amico fedele e silenzioso a cui confessava i suoi pensieri più intimi e torbidi.
E per tutto quel tempo lui stesso non si era accorto di nulla.
Ma c’erano ancora lacrime, lacrime vere, sul volto di Sherlock, mentre reggeva tra le mani appena un po’ tremanti il piccolo quadernetto.
E John d’improvviso arrossì, nel ricordare ciò che aveva scritto decine di centinaia di volte tra quelle pagine.
E Holmes sorrise, un arcobaleno tra la pioggia, nel constatare che finalmente John aveva capito tutto.
< Anche io ti amo, dottore >, mormorò semplicemente.
E fu il turno di Watson, questa volta, di commuoversi.
 
   
 
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