XXIV.
Il sole è un globo di fuoco,
la luna è un disco morato.
Una bianca colomba si posa
sull’alto cipresso solitario.
Le aiole di mirti sembrano
di vizzo velluto impolverato.
Il giardino e la tranquilla sera!
L’acqua suona alla fonte di marmo.
Quando cerchi di ricordare la tua venuta nell’universo il tuo unico vero ricordo è di lui.
“Meraviglioso” è stata la prima parola che hai pensato, che hai pronunciato dopo la tua nascita.
Siete distanti, non sai quanto ma non importa o almeno il dolore al petto smette di farti soffrire quando i tuoi occhi si posano su di lui, sulla sua pelle chiara e lucente. Vorresti così tanto toccarlo, abbracciarlo e infondergli il tuo calore ma l’unica cosa che puoi fare per lui, per dimostragli il tuo amore, è risplendere sempre di più. Con più intensità.
Vi vedete per così pochi secondi che per secoli hai maledetto colui che vi tiene separati.
Vorresti ribellarti, smettere di bruciare, di ardere, ma non lo fai.
“Se tu smettessi cosa ne sarebbe di lui”.
Quindi vai avanti conti i minuti, le ore e gli anni che vi dividono e quando riuscite a toccarvi, in quelle poche occasioni ardi e non ti fermi.
§note§
buon pomeriggio a tutti, ecco il penultimo capitolo di questa raccolta.
mi volevo scusare per eventuali errori, e per la storia molto corta ; lo studio mi sta divorando.
lasicatemi un recensione e alla prossima.
bye bye