Film > Kung Fu Panda
Ricorda la storia  |      
Autore: Chio    22/03/2016    2 recensioni
In fin dei conti il vero tosto, colui su cui aveva potuto contare sempre e su cui si sarebbe affidata in ogni occasione, era lui e solo lui.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Po, Tigre
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La notte ormai era calata sulla valle e tutti gli abitanti che durante la giornata avevano riempito le strade con il loro vociare erano finalmente spariti, lasciando il villaggio in una quiete surreale.
La luna rischiarava, con la sua luce fioca e opaca i tetti delle case e il pelo dell’unica tigre che si fosse mai vista nella valle. Seguiva i suoi passi quasi a non volerla abbandonare, privandola di quell’aura misteriosa che le donava una bellezza sottile, sfuggente all’occhio di chi non osservava.
Quasi ogni notte usciva, vagava per le vie deserte e immerse nella pace più assoluta. Voleva allontanarsi il più possibile da quel luogo in cui ormai regnava imperterritamente la confusione. Voleva poter riprovare quella sensazione sul suo pelo, voleva poter rimanere ancora nell’abbraccio del silenzio ascoltando le mille voci che si propagavano nel buio.  
Ogni notte il rifugio della sua meditazione era un albero di pesco ricoperto di bellissimi boccioli in fiore che si erigeva imponente ma allo stesso tempo sinuoso al centro di un piccolo spiazza vicino alla boscaglia. La luce della luna filtrava dolcemente tra i suoi rami illuminando la pelliccia della tigre di un colore chiaro, argenteo. Si sedette sul suolo che circondava le radici e si appoggiò al tronco esile ed armonioso ricoperto da sottili scanalature. Rivolse lo sguardo al cielo, illuminato solo dalle deboli luci delle stelle che, come perle sul fondale marino, risaltavano sul fondo nero. Chiuse gli occhi e subito fu circondata dal buio assoluto. Poteva sentirsi libera, in pace con se stessa e con il mondo, credeva di poter raggiungere la pace interiore ma ogni volta che pensava a ciò le ritornavano alla mente i ricordi che l’avevano marchiata sin da piccola.

-Trattieniti. Non seguire i tuoi istinti da predatore. La via del kung fu è fatta di regole e tu devi seguirle. E’ questa la tua strada.-

Quella voce, la voce del suo maestro tornava sempre. La rilegava a seguire un innumerevole elenco di norme che col tempo avevano iniziato a diventare parte integrante della sua anima cancellando qualsiasi altra cosa che non fosse collegata al kung fu o alla disciplina, senza dare spazio ad inutili sentimenti che ostacolavano solo il suo allenamento. Si era sempre detta che ciò fosse un bene, non avere emozioni aiutava ad essere ciò che Shifu voleva che lei fosse, ad essere forte, impassibile, tosta tosta. Fin da giovane  aveva cercato in ogni suo giorno della sua vita di rendere fiero il suo insegnante ma più faceva più le sembrava di sbagliare e di deluderlo. Dopo l’arrivo di quel panda era tutto cambiato. Lui era diventato più comprensivo verso tutti ma per lei riservava ancora degli sguardi pieni di aspettative.                                        

Quel panda….. aveva portato qualcosa di nuovo al palazzo, a tutti. Compresa lei. Sin dal suo arrivo lo aveva  bistrattato in quanto incarnava tutto ciò che le era stato negato e che aveva sempre evitato: amicizie concrete, risate, svaghi, compresi i sentimenti.
Si ricordava quando sulla nave verso Gongmen quel panda le aveva detto: "Così tosto tosto da non sentire niente." Quanto si sbagliava. Lei invece lo sentiva eccome quel niente. Aveva represso molte emozioni nella sua vita ma sicuramente non le aveva mai  ignorate. Conosceva benissimo, fin troppo la loro esistenza.
 
 

Un rumore improvviso spezzò quel momento di pace, un fruscio dalla boscaglia tutt’ intorno a lei.
Banditi? Ladri? Assassini? Il suo cuore iniziò a correre come una lepre inseguita da un predatore;  batteva forte aspettando che il nemico si rivelasse. Si alzò di scatto, anche se era uscita per meditare il suo dovere rimaneva quello di proteggere la valle sempre e comunque. Iniziò ad inoltrarsi nel bosco, muscoli tesi pronti per affrontare il pericolo. Quando poté finalmente vedere cosa aveva provocato quel frastuono si fermò di scatto ed ogni sua tensione svanì. Non voleva crederci ma sapeva bene che la sua acuta vista felina non le mentiva. Cosa ci faceva lì? Perché si stava nascondendo nella boscaglia?
 
Il panda cercò di alzarsi dopo essere inciampato  ed essersi ritrovato la faccia schiacciata al suolo. Si maledisse per aver causato quel rumore e immediatamente sperò che la guerriera non l’avesse scoperto, ma le sue peggiori supposizioni divennero reali appena levò lo sguardo da terra. La felina era lì immobile che lo stava guardando con un espressione stupita. Fu colto da una tremenda paura  non avendo nessuna scusa per fuggire da quella situazione imbarazzante.
"Po che ci fai qui?!" disse la maestra con una punta di rabbia e perplessità nella voce.
"Be… io…" Il panda non sapeva proprio che pesci pigliare quando facendo per spostarsi inciampò ancora tornando ad abbracciare la terra. Alla tigre, davanti a quella scena  scappò un timido sorriso che però fu celato dal buio della notte. Una volta tornato su due zampe il panda cercò di continuare il suo racconto.
"Be sai …ho visto una enorme armata di ninja nascondersi nel fitto del bosco e il mio sesto senso da guerriero dragone mi stava indicando la via per trovarli."disse in fine lui, orgoglioso dell’enorme bugia che aveva appena detto, ma la tigre, non essendo del tutto scema non si fece ingannare.
"Certo certo Po. Come no." Il panda si trovò smascherato e dovette raccontare la verità avendo capito che non sarebbe mai riuscito a trovare una scusa decente in tempo.
"In verità ero venuto a cercare…te." Gli occhi della guerriera si sgranarono, pieni di stupore. "Ero uscito dalla mia stanza per uno spuntino notturno e passando davanti alla tua camera l’ho trovata vuota. Io… ecco .. ho deciso di uscire a cercarti."
Si stava sbagliando ho aveva veramente sentito un lieve tono di preoccupazione nella sue ultime parole?
Ci vollero alcuni secondi di imbarazzante silenzio prima che la curiosità prendesse il sopravvento sul panda. "Invece tu perché sei qui?"
La felina si trovò spiazzata da quella domanda ma in fondo doveva aspettarsela da un tipo curioso come lui.
"Cose personali." La felina però non si rese conto di aver fatto un passo falso. Dire ciò infatti servì solo ad aumentare ancora di più in lui la curiosità.
"Eddai! Non possono essere cose così segrete!"  Lei lo fulminò con lo sguardo,  congelandolo sul posto, ma rassegnata al fatto che alla sua ficcanasaggine non c’era fondo. Lui cercò di convincerla con uno sguardo da cuccioletto e lei fu costretta a parlare.
"Eh va bene! Ero qui a meditare! Contento?"
"Davvero?"Chiese lui aspettandosi magari qualche super mitica missione segreta.
"Si davvero. E ora se non ti dispiace me ne torno a meditare."
La maestra si girò e si avviò verso l’albero poco distante per ritornare alla posizione iniziale. Po le corse vicino e senza che lei potesse ribattere o vietarglielo lui si sedette vicino a lei. La sua espressione era ancora curiosa come quella di un cicciolo il primo giorno di scuola, così innocente e pura…
"Non sarebbe meglio meditare al palazzo? Non sarebbe almeno più comodo?"
Temendo che potesse andare avanti tutto il tempo a fare domande simili cercò di stroncarlo sul nascere.
"Adesso non posso più scegliere neanche il posto dove passare un po’ di tempo da sola?"
"Non volevo dire questo."tentò di scusarsi il panda.
La tigre prese un grande respiro e aggiunse:"Al palazzo ormai la calma non esiste e credo che tutti si siano dimenticati il significato della parola “riservatezza”."
La faccia del panda si fece interrogativa ed esigeva più spiegazioni.
"Da quando sei arrivato te nessuno rispetta più le regole, talvolta neanche Shifu!"ribatté lei  con un tono leggermente irato.
"Ohh " Rispose il guerriero dragone avendo capito cosa intendesse dire la guerriera. "Ma credo che in fondo in fondo questo sia un bene, no?" Il suo tono voleva essere scherzoso ma l’altra non lo percepì del tutto come tale.
"Prima di te c’era disciplina, il vero kung fu! Ora non so più se si può definire tale!" rispose lei ma Po diede per scontato che l’amica stesse scherzando e non gli diede peso.
"Devi ammettere però che prima che arrivassi  io era tutto molto più noioso." Terminò lui rivolgendole uno sguardo di intesa alla quale rispose guardandolo male. Improvvisamente però la mente della tigre tornò ai ricordi del passato, quando lui in effetti non c’era.

Lei non rispose e si limitò a guardare in lontananza, verso qualcosa che probabilmente solo lei poteva vedere. Lui cercò di incrociare i suoi occhi, cercò almeno di rivedere il bagliore dei suoi occhi che ogni volta gli illuminavano il viso. Fin dal primo istante  in cui l’aveva incontrata aveva notato qualcosa di speciale nel color fuoco dei suoi occhi e più li guardava più si convinceva che non sarebbe mai riuscito a capire cosa. Ma quello che lui riuscì a scorgere in quel momento  nei suoi occhi  fu una pellicola che annebbiava la solita vivacità del vermiglio dell’iride. Aveva capito che la sua mente era altrove. Era come se lei non fosse vicino a lui ma chissà dove al di là della sua vista e della sua immaginazione. Cercò di  trattenersi ma non riusciva a sopportare quella visione così dolorosa.
"Cosa ti turba?" La voce del panda la risvegliò dai suoi pensieri e tutto quello che fino a un secondo prima aveva affollato la sua mente svanì improvvisamente appena posò gli occhi sul suo vicino.
Non poteva rivelarle i suoi veri sentimenti, lui la credeva una dura e così doveva rimanere ma quel mare informe di pensieri richiedeva un massimo sforzo per essere contenuto.
"Niente di cui preoccuparsi seriamente."
Il panda non era soddisfatto della risposta, era sicuro che gli stesse mentendo, come tutte le volte in cui aveva cercato di fingersi forte davanti ciò che
"Non è vero e tu lo sai benissimo!" Il suo tono trapelava chiaramente un sentimento confuso, in bilico tra rabbia e preoccupazione. Lei voleva ribattere o almeno non rispondergli ma ormai era stanca di nascondere  la verità e più si sforzava di reprimerla più tutto tornava a galla.  Lo sguardo del panda non tramutò per nessuno dei secondi in cui lei rimaneva in silenzio, anzi. In ogni momento cercò anche solo con il linguaggio degli occhi di rompere le catene che la circondavano finche qualcosa non si mosse dentro di lei.
"Non sono mai riuscita ad essere ciò che volevo." iniziò lei spinta dalle suppliche che le mandava il cuore di ascoltare ciò che le aveva detto Po. "Ad essere almeno degna di essere chiamata allieva o amica. Ogni sforzo diventava inutile. Ogni volta che provavo a metterci più impegno per gli altri non bastava, sin da molto piccola non ero accettata per ciò che ero. Ho provato a cambiare, a rendermi più simile agli altri ma ero comunque una tigre, una tigre pericolosa per chi stava intorno. Anche dopo l’aiuto di Shifu e la sua adozione non mi sentivo ancora completa. Qualcosa mancava. Ho provato ad essere un allieva perfetta per ricambiarlo di ciò che aveva fatto per me ma mi resi conto presto di non essere neanche degna delle sue attenzioni. Dovevo controllarmi ma i miei istinti prendevano il sopravvento la maggior parte delle volte. “Questa è la via del kung fu” mi ripeteva sempre Shifu quando mi rimproverava prima di farmi ripetere tutto daccapo."
Non credeva di averlo appena fatto, aver rivelato così tanto di se stessa. Aveva rovinato il duro sforzo di tutta la sua vita per dominare le proprie emozioni e per di più proprio davanti a Po. Sentiva i suoi occhi diventare lucidi, bagnarsi di lacrime che non sarebbero mai dovute esistere. Stava per peggiorare la situazione ancora di più. Stava per essere sopraffatta dalle emozioni senza poterne uscire, sentiva qualcosa che la spingeva irrimediabilmente a sfogarsi. Sentiva di non poter più aspettare.
 
Improvvisamente qualcosa le toccò il braccio. Qualcosa di caldo e confortante, qualcosa che  in quel momento desiderava più di ogn’altra cosa. Si girò e vide la zampa del panda poggiata sulla sua.  Non riusciva ancora a guardarlo in faccia dopo tutto quello che aveva detto. Ma ci fu qualcos’altro che la riscosse dalle sue preoccupazioni. Si era avvicinato e le aveva dato un bacio sulla guancia. Un gesto piccolo, breve e apparentemente irrilevante ma che riuscì a risvegliarla dal suo sconforto. Per un intero minuto rimase immobile, sconvolta dal gesto del panda ma poi riuscì a  trovare la forza per parlare.
"Forse hai ragione dopotutto"disse lei girandosi verso il panda e concentrando i suoi occhi in quelli verde smeraldo dell’amico. "Sicuramente senza di te non avrei mai potuto sopportare tutto questo."
Po, preso alla sprovvista da quella risposta non poté fare a meno di fissare lo sguardo sulla tigre che gli sedeva accanto. La sua mente era confusa, persa negli abissi di quei due diamanti scarlatti, ma uno solo fu il pensiero che si distinse dalla confusione che regnava nella sua testa.
"Neanch’io avrei potuto immaginare di arrivare ad essere quello che sono adesso senza di te."
I loro sguardi si incrociarono per un momento breve ma intenso, intenso come lo era un amore durato 100 anni, come il calore che riscalda il cuore dal gelo, come la paura di cadere ma la voglia di volare, come un sentimento nascosto che poteva venire alla luce dopo anni di smarrimento, come la forza vitale che attraversa l’universo e che in quel momento li univa in un legame invisibile, impercettibile ai sensi ma indissolubile, e solo loro potevano sentirlo.
Così lei si convinse che in fin dei conti il vero tosto, colui su cui aveva potuto contare sempre e su cui si sarebbe affidata in ogni occasione, era lui e solo lui.
 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Kung Fu Panda / Vai alla pagina dell'autore: Chio