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Autore: Lady Hamamelis    23/03/2016    0 recensioni
Nel tempo delle dame e dei cavalieri, un salice ridente vive in un bosco del nord, lontano dalla sua terra d'origine e i suoi simili. Pur essendo tanto solo, è sempre contento della sua vita, finché un giorno una bambina dagli occhi azzurri visita il bosco e riempirà quella solitudine. Poi succede qualcosa che cambierà a entrambi le loro vite tranquille...
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nel sentiero lungo il grande e freddo fiume blu, stavano passeggiando nella tiepida giornata di primavera un cavaliere e una dama. 
Il cavaliere aveva intenzione di chiedere la mano della dama prima di andare in guerra, proprio sotto quel salice piangente così bello, dove crescevano dei fiorellini azzurri particolari, adatti al viso della sua amata. 
Il bosco aveva un’atmosfera perfetta per una dichiarazione: dopo lo sfoltimento degli alberi più ingombranti e vecchi, si poteva vedere il vecchio convento e il fiume, mentre i pollini che stavano già svolazzando nel vento avevano più spazio per volteggiare, senza dare fastidio. 
La dama propose di sedersi sotto il bel salice, e il cavaliere si tolse il mantello, distendendolo sul prato. 
Si sedettero entrambi all’ombra dei rami inclinati del salice e si godettero l’aria primaverile. 
Dopo alcune risate, il cavaliere si decise a dichiararsi, ma prima doveva porgerle un dono. 
Non avendo portato con sé nulla, decise di raccogliere i fiori che infestavano i prati. 
Si alzò per cercare i fiori azzurri che sapeva piacevano tanto alla sua dama. 
“Come sono freschi e allegri questi fiorellini!” disse la dama raggiante. “Peccato che siano così delicati che si rovinano subito”. 
Un po’ scoraggiato, il cavaliere cercò di raccoglierne altri, ma nelle vicinanze non ce n’erano più molti. Girò il salice e ne trovò molti proprio lì sotto, persino vicino al margine del fiume. 
Pensando di fare cosa gradita alla dama corteggiata, cominciò a raccoglierne uno dopo l’altro, andando sempre più verso il margine.
All’improvviso mise male il piede su una radice del salice e scivolò nel fiume. 
La forte corrente del fiume non gli permise di aggrapparsi alla riva e iniziò a trascinarlo via. 
Spaventata, la dama si precipitò verso il cavaliere, provando ad aiutarlo, ma non c’era nulla da fare, la corrente era troppo forte. 
Il cavaliere stringeva in mano ancora quel mazzolino di fiorellini azzurri mentre veniva portato via e, quando capì che per lui non ci sarebbe stata speranza, li gettò sulla riva ai piedi dell’amata, urlando: “NON TI SCORDAR DI ME!”. 

La sera stessa, la servitrice della dama entrò in camera della sua signora e vedendo dei fiorellini gettati sul suo letto esclamò: “Bellini questi fiorellini azzurri! Li metto subito a bagno o si sciuperanno. Come si chiamano?”
La dama, seduta davanti allo specchio si stava sciogliendo la lunga treccia, pensando alla gioiosa serata che aveva avuto; guardò i fiorellini tra le mani della servitrice e ricordò le ultime parole di quel giovane che era sparito così presto dalla sua vita. 
“Non-ti-scordar-di-me” ripeté con aria assente. 
La servitrice alzò le spalle, chiedendosi che razza di nome fosse quello per un fiorellino così carino, ed uscì dalla stanza per poi ritornarci con un piccolo vaso contenenti i fiori. 
Li poggiò sotto il davanzale, dove la dama si perse tra i ricordi della giornata. 
“Non-ti-scordar-di-me”, sembrava le sussurrassero quei fiorellini apparentemente innocui. 

“Oh povera me”, pensò il fiorellino, “ora dovrò portarmi dietro questo nome, propio io che sono stata dimenticata da tutti!”. 

  
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