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Autore: Freedom_14    24/03/2016    0 recensioni
Harry e Niall sono due ragazzi di 20 anni studenti di Legge all'UCLA.
Liam e Louis gestiscono il bar di fronte al campus.
I primi due si offrono di aiutare gli altri due nella gestione del bar solo per gentilezza, in un momento difficile, o c'è un doppio fine?
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU, Lime | Avvertimenti: PWP
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HARRY POV

 

LOS ANGELES

 

DRIIIIIIIIN

ORE 7:30

 

A tentoni, con gli occhi ancora chiusi, cercai di spegnere la sveglia.

Qualcuno bussò alla mia porta, sicuramente era quel rompiballe del mio coinquilino, nonché migliore amico, Niall.

 

“Entra.” dissi ancora con la voce impastata.

“Siamo in ritardo, lo sai, vero Hazza.” mi disse Niall entrando e sedendosi sul letto mentre io ancora mi rifiutavo di alzarmi.

“Spiegami perché mi sento come se un camion mi avesse investito più volte.” sussurrai con un mal di testa atroce.

“Non ti ricordi nulla di ieri sera?” mi chiese.

“Se te lo sto chiedendo vuol dire di no. Parla.” dissi deciso.

“Siamo andati alla festa di compleanno di James ed abbiamo decisamente esagerato con gli alcolici. Poi quando verso mezzanotte ti ho detto di tornare qui a casa, tu mi hai risposto di non rompere e che siamo giovani una volta sola ed allora abbiamo continuato a bere e verso le due e mezza abbiamo messo le chiavi nella toppa di casa.” mi disse Niall.

“Oh merda. Siamo due cretini.” gli dissi mettendo le mani sugli occhi.

“Ed ora tra meno di venti minuti dobbiamo essere in facoltà per il test.” affermò afflitto.

“Sì, decisamente siamo due cretini.” risposi cercando di alzarmi da letto.

 

 

Mi presento.

Mi chiamo Harry Styles, ho 20 anni sono originario di Londra, ma finito il liceo ho deciso di trasferirmi a Los Angeles per stare più vicino a mio padre Des, che lavora nella Città degli Angeli da almeno 10 anni dopo che si è divorziato da mamma.

Frequento la facoltà di Legge all'UCLA.

Niall è il mio migliore amico da sempre e quando ho deciso di trasferirmi dall'altra parte dell'Oceano, lui senza battere ciglio, ha deciso di seguirmi e di condividere con me quest'esperienza straordinaria.

Non c'è una cosa che io non so di Niall e viceversa, ci diciamo tutto, condividiamo tutto.

Quando ho fatto coming out con i miei genitori durante Natale di quattro anni fa, lui era lì a sostenermi oppure quando lui ha dovuto dire ai suoi genitori che non avrebbe più giocato a calcio dopo un infortunio molto grave, io ero lì per sostenerlo.

Siamo praticamente fratelli con genitori diversi; anche perché io di fratelli “veri” non ne ho, ho solo una sorella, Gemma, quattro anni più grande di me, con cui ho un rapporto fantastico, che è rimasta a Londra, insieme a mia madre Anne ed il suo nuovo marito Robin.

Lasciare mamma, Robin e Gemma è stato molto difficile ma avevo bisogno di staccare la spina ed andarmene da Londra dopo anni infernali dell'adolescenza.

Quando dissi a Niall della mia decisione lui ne parlò con i suoi genitori e dopo circa dieci giorni eravamo sull'aereo ed appena arrivati a Los Angeles, dopo essere stati per qualche mese a casa di mio padre e della sua nuova compagna, abbiamo deciso di trasferirci in un appartamento un po' fuori dal campus universitario.

 

Verso le 8 riuscì ad alzarmi da letto e farmi una doccia veloce mentre Niall cercava qualcosa dall'armadio da vestirsi.

In una decina di minuti uscimmo di casa e, prima di entrare in facoltà, andammo a fare colazione in un bar poco fuori dal campus.

“Oh pensavamo di non vedervi stamattina.” affermò uno dei due ragazzi che era dietro al bancone.

“Non urlate che stamattina è stato traumatico.” affermò Niall mentre ci sedevamo al bancone.

“Serataccia?” chiese il barista mentre stava facendo due caffè.

“Una festa di mercoledì sera con il giovedì mattina lezione alle 9. Dico solo questo.” affermai mentre mi toglievo gli occhiali da sole.

“Recepito il messaggio.” rispose il barista, che da quello che mi ricordavo io si chiama Liam.

“Il tuo compare oggi non c'è?” chiesi con guardandomi intorno.

“No, Louis stamattina è dovuto partire per New York.” rispose Liam cambiando, decisamente umore.

“Domanda dolente?” chiese Niall vedendo il cambiamento repentino d'umore.

“Diciamo che non è un argomento facile. E, non vorrei dirvelo, ma siete in ritardissimo.” affermò Liam facendoci vedere l'orologio.

“Cavolo. Muoviti Horan. Ci vediamo più tardi Liam!” urlai mentre uscimmo dal bar.

 

 

Verso l'una tornammo al bar e Liam era incasinato per quanta gente c'era.

“Vuoi che ti diamo una mano?” chiese Niall.

“Siete sicuri?” rispose il castano.

“Dai spostati. Niall tu prendi gli ordini, io faccio cassa e Liam fa la parte del bar. Ok?” affermai deciso.

Non so perché lo stavamo facendo. Niall ed io conoscevamo poco quei due ragazzi del bar, non sapevamo praticamente nulla di loro, se non i loro nomi.

Dal primo giorno che siamo arrivati al campus, dal primo caffè preso, non avevamo mai lasciato quel bar.

Verso le 15 il casino era scemato ed eravamo tranquilli.

“Grazie ragazzi. Non sarei riuscito a fare nulla senza voi.” disse Liam mentre stavamo mangiando qualcosa.

“Scusa la domanda, perché non assumete altri camerieri così quando o Louis o te non ci siete, l'altro non è nei guai.” affermò Niall.

“Il nostro capo non vuole. Louis ed io glielo avremmo detto molte volte soprattutto in questi ultimi mesi, ma lui nulla.” rispose Liam.

Niall mi guardò ed io annuì e sorrisi.

“Allora è deciso. Hai due nuovi camerieri.” affermai.

“State scherzando. Non assumono nessuno, ve l'ho detto.” rispose Liam sorpreso.

“Nessuno lo saprà. Solo noi quattro.” affermò Niall.

“Non verrete pagati, lo sapete.” continuò Liam.

“Lo sappiamo, ma lo facciamo solo perché avete bisogno di qualcuno.” disse Niall mentre io annuì.

“Siete completamente pazzi. Prima devo chiedere a Louis.” rispose Liam prendendo il cellulare e componendo il numero.

 

 

 

 

 

 

 

 

LOUIS POV

 

NEW YORK

 

“Payno, che succede?”

“Ehi. Ascolta. Ti ricordi quei due ragazzi inglesi che vanno alla UCLA?”

“Sì certo. Che è successo?”

“Si sono offerti di lavorare in nero al bar almeno così possiamo dividerci i turni per bene. A te va bene?”

“Liam, se ci beccano?”

“Non ci beccheranno. Faremo i turni da due di giorno e per la sera tutti e quattro. Tu ed io saremo sempre con uno di loro così nel caso arrivasse non sospetterebbe di nulla.”

“Questa è decisamente una pazzia, ma va bene. Io torno domani in mattinata.”

“Perfetto. Va tutto bene?”

“Come sempre Lee. Come sempre. Ora devo andare. Ci vediamo domani.”

“Ciao amico.”

“Ciao amico.”

 

 

Riattaccai e sorrisi.

Quei due ragazzi erano completamente pazzi ma stavano dando una grande mano a me ed a Liam, il mio migliore amico, il mio fratello da aggiungere alla schiera di fratelli ma soprattutto sorelle che ho.

Mi chiamo Louis Tomlinson. Ho 21 anni e vengo da Los Angeles. Mia madre, Jay è originaria di Londra, ma si è trasferita circa 25 anni fa.

Ho cinque sorelle ed un fratello nati da due matrimoni diversi di mia madre. Le mie sorelle Lottie, Fizzy e le gemelle Daisy e Phoebe nate dal matrimonio di mia madre con Mark mentre i gemellini Doris e Ernest nati dal matrimonio con il suo attuale marito Dan.

Siamo una famiglia numerosa ma siamo molti uniti.

Ora la mia famiglia non vive più a Los Angeles ma a San Francisco per il lavoro di Dan.

Li vedo praticamente un weekend si ed uno no, ma comunque ci sentiamo tutti i giorni.

Liam ed io abbiamo deciso di lavorare nel bar davanti alla UCLA perché ci sembrava un'idea molto buona per gli affari ed allora abbiamo trovato un appartamento proprio sopra al bar che condividiamo da ormai un anno e mezzo.

Liam ed io ci siamo conosciuti alle superiori ma non andavamo molto d'accordo, poi durante l'estate dopo il primo anno, abbiamo lavorato insieme come bagnini in una spiaggia di Venice Beach e d'allora non ci siamo più separati. Siamo uno l'opposto dell'altro ma insieme siamo molto forti, condividiamo tutto, litighiamo praticamente tutti i giorni ma poi subito facciamo pace.

Liam è l'unico a sapere il mio più grande segreto: io sono gay. Della mia famiglia non lo sa nessuno, non riesco a dirlo ad anima viva, mi vergogno.

Liam è l'unico a saperlo e so che il mio segreto è al sicuro.

“Posso sapere a che pensi?” chiese Briana entrando in salotto.

“Nulla di importante. Il piccolo dorme?” chiesi.

“Sì, come un angioletto. Non serviva che prendevi un volo così presto solo per essere presente alla visita dal pediatria.” mi disse mentre si sedeva sul divano.

“È figlio mio quanto tuo, quindi ci dovevo essere.” risposi deciso.

“Già. Sai non pensavo che ce l'avremmo fatta.” affermò Briana.

“Anche se non stiamo assieme, non vuol dire che io non ci sono per questo bambino. Te l'ho detto da subito. È stata una notte dove eravamo completamente ubriachi e questo è il risultato. Un bellissimo risultato, direi comunque.” risposi sorridendo mentre il cellulare di Briana squillò.

 

Sì sono padre di un bambino di quasi tre mesi. E sì, sono gay, ma una notte di circa un anno fa ero completamente ubriaco dopo una lite furibonda con il ragazzo con cui mi vedevo ai tempi e mi sono sfogato con l'alcool e beh, l'alcool mi ha portato a scopare in uno squallido bagno con una che manco conoscevo, appunto Briana.

Quando un giorno venne al bar e mi disse che era incinta ho avuto qualche giorno di blocco ma poi, parlandone anche con mia madre e Liam, capì che cosa era giusto.

Scoprì che Briana lavorava come giornalista per una rivista di moda a New York e quando potevo le sono stato vicino; quando è nato Freddie abbiamo deciso che almeno due volte al mese, salvo visite mediche o altre cose mediche, sarei volato da Los Angeles a New York per stare vicino al bambino.

Briana non sa che io sono gay ma questa visita a New York per la visita dal pediatria del bambino mi ha convinto di volerglielo dire.

 

“Eccomi, scusa, ma era il mio ufficio.” mi disse mentre tornò in salotto.

“Briana devo dirti una cosa molto importante.” le dissi deciso.

“Ehi che faccia. Che succede?” mi rispose sedendosi vicino a me.

“È una cosa che non ho mai detto a nessuno, se non a Liam da ubriaco.” affermai.

“Tu da ubriaco dai il meglio di te, quindi ho paura di cosa possa essere.” affermò scherzando.

“Briana qualche tempo fa mi hai detto che una tua grande paura e che io possa farmi una famiglia con una donna che amo e dimenticarmi di Freddie. Ti ricordi?” le chiesi cercando di stare calmo.

“Sì, oddio hai messo incinta un'altra da ubriaco?” chiese quasi spaventata.

“No Briana, io sono.... cioè io... oddio non ci riesco a dirtelo.” farfugliai.

“Ehi. Stai calmo e parla con calma.” mi disse prendendomi la mano.

“Briana io non posso farmi una famiglia mia, non posso avere figli da una donna che amo perché semplicemente non amo le donne. Sono gay e quando io e te ci siamo incontrati in discoteca, io avevo appena smesso di litigare con il ragazzo con cui mi vedevo, Josh. Oddio te l'ho detto.” affermai tutto d'un fiato.

Briana sorrise e mi abbracciò.

“Sono fiera di te Louis.” rispose stringendomi.

“Non ti da fastidio?” chiesi ingenuamente.

“Louis lo sappiamo tutti e due che quello che è successo in quel bagno è stato frutto di un eccessivo uso di alcool. Il fatto che Freddie sia nato, sia qui e che noi lo cresciamo non vuol dire che mi devi giurare amore eterno. Non mi importa chi ami, vorrà dire che quando incontrerai l'uomo che capirà la situazione in cui ti trovi ed amerà Freddie metà di quanto già lo ami tu, sarà l'uomo giusto per te e un secondo papà anche per il nostro bambino.” rispose staccandosi da me.

“E se tu incontrerai un ragazzo?” chiesi curioso.

“Se io incontrerò un ragazzo che mi sopporta anche se ho un figlio, beh sarà un compagno giusto per me ed un terzo papà per il bambino.” rispose.

“Un bambino fortunato con tanti papà.” affermai sorridendo.

“Sì. Ed ora vai a riposarti mentre io preparo il pranzo.” affermò la ragazza mentre io andai nella camera dove dormiva Freddie.

 

 

 

 

 

HARRY POV

 

 

“Papà sei a casa?” chiesi mentre entravo in casa.

“Sono in cucina Hazza.” urlò mio padre.

Andai in cucina e lo trovai mentre stava preparando un dolce.

“È il tuo compleanno e me lo sono dimenticato?” chiesi sedendomi sul bancone dietro a lui.

“No sciocco. È il compleanno della sorella di Grace e stasera si festeggia. Rimani?” mi chiese continuando a guarnire il dolce.

“No, già ieri sera ho fatto tardi e ho una faccia stanca e poi ho lavorato prima.” affermai mentre rubai una banana dal portafrutta.

Mio padre si voltò e mi fissò.

“Che c'è?” chiesi non capendo perché mi stava guardando in un modo così curioso.

“Sbaglio o mi hai appena detto che hai lavorato?” chiese.

“Sì ma non sono pagato. Aiuto degli amici.” risposi tranquillamente.

“In uno strip club?” chiese ironicamente.

“Ahahahah spiritoso. No in un bar davanti alla facoltà. Sono solo in due e quanto c'è molta gente non riescono a gestirlo così Niall ed io ci siamo offerti volontari. Sono solo venuto a salutarti perché non so quando posso passare nei prossimi giorni. Tra università e lavoro avrò dei giorni di fuoco.” affermai.

“Stai diventando un ragazzo responsabile? L'America ti fa male.” affermò continuandomi a schernirmi.

“Quanto sei cretino. Tu comunque per qualunque cosa mi chiami, vero?” domandai preoccupato.

“Sì stai tranquillo. Il male al petto mi è passato.” mi rispose avvicinandosi a me.

“Papà non voglio che ricapiti come qualche mese fa...” cominciai ma mio padre mi fermò abbracciandomi.

“Sto bene figliolo. Ora basta preoccupazioni e fila ad aiutare i tuoi amici.” mi disse ancora abbracciati.

Ci staccammo, salutai Biscot, il cane di papà, uscì di casa e salì in macchina in direzione del bar con una strana sensazione di felicità.

 

 

A Gemma: Ho visto papà. Tutto ok. Ora vado a lavorare (non rompere sto solo aiutando degli amici in un bar). Quando esco ti chiamo che tanto a Londra sarà ormai mattina. Ti voglio bene G. Saluta la mamma.”

 

Entrai nel bar mentre Niall e Liam stavano mettendo apposto delle sedie e la risposta di mia sorella non si fece attendere.

 

Da Gemma: Il mio fratellino che lavorare è un evento raro. Ok ci sentiamo dopo. Io tra poco mi preparo per andare a lavorare (io DAVVERO lavoro) ma tu comunque chiamami che ti devo raccontare delle news londinesi. Un bacio grosso fratellino. Mi manchi H.”

 

Sorrisi ed andai a “lavorare”.

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTA D'AUTRICE.

 

Ciao a tutti!

Spero vi piaccia come prologo, fatemelo sapere commentando.

 

A presto.

M.

   
 
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