"Detesto i matrimoni." ripete Dafne per la centesima
volta. "E detesto essere una delle damigelle."
Sospiro, pensando
che sì, lo detesto anche io. Soprattutto con indosso questa specie di sacco
della spazzatura. "Credo che Jessica l'abbia fatto di proposito." sussurro
stringendo i denti, mentre la sarta infila un paio di spilli nel mio abito-spazzatura.
Osservo la mia figura nello specchio, rendendomi conto che sembro una specie di
enorme, gigantesca nuvola di plastica nera.
"Fatto di proposito cosa?"
"Ha
scelto questo abito per le sue damigelle così da poter sembrare splendida
accanto a noi."
"In effetti, non vedo come ci sarebbe riuscita altrimenti..."
Mi
giro e fulmino Dafne con un'occhiata, nonostante abbia pienamente ragione. Jessica,
che frequentava le scuole superiori con noi, è probabilmente la persona
più sgradevole che conosco. Alta, spigolosa, con occhi curiosi che sembrano
uscire fuori dalle orbite, ha una certa tendenza alla cattiveria gratuita ed è
visibilmente felice quando riesce a mettere qualcuno in difficoltà. "Non
riesco a credere che tu mi abbia convinto a farlo."
La mia amica alza
le spalle. "Innanzi tutto, si era fissata con questa idea delle damigelle
ma non conosceva nessuno disposto a sopportarla per tutta la durata del matrimonio."
"Vuoi
farmi credere che l'hai fatto per altruismo?"
"L'ho fatto per il
karma."
Fingo un colpo di tosse. "Sì, certo. Il karma."
Dafne
piega leggermente le labbra, sfilando l'orrendo sacco della spazzatura. "Può
darsi che l'abbia fatto perchè è facile rimorchiare ai matrimoni."
"Con
quel vestito?"
"Ok, va bene. L'ho fatto perchè tu superassi
la tua fobia del matrimonio."
Per inciso, non ho alcuna fobia. Davvero.
E' solo una stupida idea di Dafne e Davide. E di Ewan. E Inga.
Potrei, in effetti,
aver proibito tutte le parole che inizavano per M, per un certo periodo,
quando in tv non si parlava d'altro, ma adesso sto davvero bene. L'idea di Endre
che porta all'altare Blanche mi pare quasi tollerabile, soprattutto perchè
so che non accadrà.
"La fobia non passa perchè il matrimonio
è stato annullato." dice Dafne, quasi parlando tra sé e sé.
La notizia è comparsa sui giornali una settimana fa, e Blanche ha persino
rilasciato un'intervista in cui sosteneva di aver rotto il fidanzamento perchè
Endre è un uomo misogino, misantropo, asociale e perfido. "Deve
essere distrutto." mi ritrovo a dire, senza neppure rendermene conto.
"Potresti
andare da lui." suggerisce Dafne, mentre io scuoto la testa. Finalmente abbandono
il mio sacco della spazzatura e infilo i jeans. "Non posso andare da lui,
Daf. Non siamo rimasti esattamente in buoni rapporti."
"Ma eravate
amici."
Non posso fare a meno di ridere. "Amici? Io e te siamo amiche.
Io e Davide siamo amici. Persino io e Ewan potremmo essere amici, ma..."
"Ok,
voi eravate amici in modo speciale."
"Se per modo speciale
intendi che ero assolutamente innamorata di lui e che lui mi ha detto tu sei
il mio fiore ma ho intenzione di vivere il resto della mia vita con un'erbaccia,
beh, complimenti per l'eufemismo."
"Come vuoi." Dafne alza
le spalle, avvolgendo una sciarpa fatta a mano intorno al collo. "Sono sicura
che dentro di te non stai morendo dalla voglia di andare a casa sua."
Odio
il fatto che la mia migliore amica mi conosca così bene. "Esattamente.
Non mi era nemmeno passato per la testa. Sarà meglio che torniamo a casa,
se vogliamo fare almeno una doccia prima del matrimonio."
Se
possibile, il matrimonio è quasi più sgradevole di Jessica e dello
sposo. La chiesa, una minuscola costruzione eclettica con colonne corinzie, decorazioni
rococò e una pianta rinascimentale, è niente paragonata all'abito
della sposa, una nuvola di vaporoso voile lilla, stretta in vita da un corpetto
fuxia con piccoli ricami di perline iridescenti turchesi.
Dafne sta tentando
in tutti i modi di non ridere, con scarsi risultati, finchè Davide non
ci raggiunge. A quel punto Dafne scoppia in una fragorosa risata, osservando la
cravatta dorata del nostro amico. Lui aggrotta la fonte. "Non mi sembra molto
carino ridere. L'invito diceva 'cravatta metalizzata'"
Ridendo
sotto i baffi, passo il dito sulla cravatta fluorescente. "Sei davvero ridicolo."
"Dissero
due donne in un sacco della spazzatura."
Mostro la lingua a Davide, osservando
una figura familiare in lontananza. E' alto, indossa un abito scuro e una cravatta
blu, piuttosto sobria sebbene metallizzata. "Vedi, Davide, avresti dovuto
comprare una cravatta del genere." suggerisco, indicando l'uomo.
"Come
Edward, intendi?"
"Edward?" sospiro profondamente, scuotendo
la testa. "Aspettatemi un secondo."
Percorro la navata, tra gli sguardi di disapprovazione degli altri invitati, e prendo posto accanto a Edward, che sembra ignorarmi.
"Cosa
ci fai qui?"
Lui alza le spalle. "Ero nei paraggi."
"E
hai pensato bene di assistere a un matrimonio."
"C'è qualcosa
di male? Mi piacciono i matrimoni."
Roteo gli occhi. "Anche quelli
in cui la sposa indossa quel vestito?"
"Ok, va bene. Volevo parlare
con te."
"Mi avevi fatto una promessa!" esclamo, e un paio di
anziane signore si voltano verso di me, scuotendo la testa. Mi mordo un labbro.
"Mi avevi fatto una promessa." ripeto, la voce appena percepibile.
"Lo
so, lo so. Ti ho detto che non ti avrei più disturbato, se fossi andata
da Endre."
"E io ci sono andata."
Lui passa una mano tra
i capelli. "Sì, beh, non è esattamente andata come speravo."
"Credevi
che ci saremmo corsi incontro al rallenty per poi baciarci con passione e decidere
di vivere d'amore insieme tutta la vita, finché tradimento non ci separi?"
"Non
ti ricordavo così cinica. E poi non avreste vissuto di solo amore. I libri
di Endre rendono bene."
"Sono seria, Edward."
Improvvisamente
la sua espressione diventa grave. "Non sarei venuto qui senza una ragione
più che valida. E' successo qualcosa, e Endre è totalmente distrutto."
"Sì,
l'ho saputo. Blanche l'ha lasciato."
Edward ridacchia. "Oh, quello
è stato praticamente un sollievo."
"Di qualsiasi cosa si tratti,
non credo mi riguardi. Ho speso fin troppe energie per stare dietro al mio personale
poeta maledetto e alle sue manie autodistruttive. Se lui..."
Improvvisamente
mi rendo conto che tutta la chiesa è voltata verso di me, e la sposa mi
guarda con una rabbia mai vista.
"Non dovresti andare a fare la damigella?"
suggerisce Edward, e io mi alzo e corro velocemente verso l'altare, non senza
rischiare di inciampare. Odio i matrimoni.
Non appena
lo sposo ha potuto baciare la sposa (con un certo coraggio, in tutta onestà)
mi ritrovo a correre verso Edward. "Cosa gli è successo?" chiedo
a bruciapelo.
Lui alza un sopracciglio. "Credevo non ti riguardasse."
"E'
così." rispondo abbassando lo sguardo con aria colpevole. "Non
mi riguarda per mille motivi. Non mi riguarda perchè non ho mai avuto una
vera relazione con Endre, perchè lui mi ha fatto soffrire infinite volte,
perchè mi ha respinto per sposare un'altra donna. Non mi riguarda perchè
non mi ha più scritto, né telefonato. Non mi riguarda perchè
non so nemmeno il suo cognome, che per lui conta più di ogni altra cosa."
Edward
scuote la testa. "Quello che importa, per lui, è appartenere a qualcosa.
La famiglia, Blanche, non sono altro che illusioni. Illusioni che sembrano dare
un senso alla sua vita, ma la realtà è che se c'è una sola
persona a cui Endre appartiene a questo mondo, quella sei tu. Non importa se non
sai il suo cognome, o se non avete mai avuto una relazione. Il legame che voi
avete, Sophie... è incredibile. E questo non cambierà solo perchè
tu non vuoi ammetterlo."
Mi mordo un labbro, e lui mi prende le mani.
"E' morto suo zio, ieri notte. Blanc. E' morto ed è da ieri notte
che Endre se ne sta sdraiato sul letto, senza mangiare, senza alzarsi, senza muoversi.
Ti prego, Sophie. Vieni con me."
"Ok." riesco solo a dire, mentre
Edward mi prende per mano.
Siamo quaaaaasi giunti alla fine! Il gran
finale la settimana prossima! =) il capitolo è un po' "d'attesa"
e spero di non avervi deluso...
PS pubblicitàààà...
ho "pubblicato" il primo capitolo di una nuova fanfic, Chloe, il disastro -commedia, originali-.
Vi sarei davvero grata se deste un'occhiata =) alla prossima settimana!